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Editoriale Nel Segno del Sangue<br />
se:“Se qualcuno vuol venire<br />
dietro a me... Chi vuol venire<br />
dietro a me... Se io mi metto alla<br />
sequela nessuno può impedirmi<br />
di proclamare che si tratta dell’unico<br />
Dio. Io però sono tenuto<br />
a essere coerente per quanto mi<br />
è possibile a quella sequela, e<br />
tuttavia non sarebbe ragionevole<br />
giudicare la religione che ho<br />
scelto dalla qualità delle opere<br />
che io compio, perché si dovrebbe<br />
esaminare se esse sono<br />
frutto della mia fede o del tradimento<br />
della mia fede.<br />
Prendiamo per esempio il<br />
celebre articolo di José Samaraco,<br />
pubblicato e forse anche<br />
ricompensato, dal Corriere della<br />
Sera, sotto il titolo Uccidere in<br />
nome di un Dio. Non ho mai<br />
visto l’idiozia salire più in alto.<br />
Elenca una serie di casi: gli<br />
inglesi in India, i portoghesi in<br />
Angola, gli Israeliani in Israele,<br />
l’attacco aereo alle Torri Gemelle<br />
di New York e le attribuisce<br />
tutte alle religioni. Non lo<br />
sfiora minimamente il dubbio<br />
che quelle persone stessero tradendo<br />
la loro fede e il loro Dio.<br />
Potrei replicare: in nome di chi<br />
uccidevano Danton e Marat in<br />
Francia all’epoca della Rivoluzione,<br />
Hitler e Stalin nell’Europa,<br />
Ceausescu in Romania, Hoxa<br />
in Albania, Tito in Iugoslavia,<br />
Ho Ci Min in Vietnam...<br />
Per restare agli atei sicuramente<br />
doc? Io non mi permetterò mai<br />
100<br />
di dire che dall’ateismo in quanto<br />
tale derivano gli assassini,<br />
anche se qualcuno ha detto che<br />
“Se Dio non esistesse tutto<br />
sarebbe permesso”. Non ho mai<br />
detto e non dirò mai questo.<br />
Allora perché deve permetterselo<br />
un qualsiasi José Samaraco?<br />
Si interroghi se quegli assassini<br />
che lui cita stavano osservando i<br />
precetti della loro religione o li<br />
stavano tradendo. Non so gli<br />
altri, ma i cristiani certamente li<br />
stavano tradendo.<br />
Perciò Samaraco dice una<br />
strombazzata (forme mi è scappata<br />
qualche di troppo, in quest'ultima<br />
parola) quando scrive:<br />
“Il lettore credente (di qualsiasi<br />
credenza) che sia riuscito a sopportare<br />
la ripugnanza che probabilmente<br />
gli avranno ispirato<br />
queste parole, non credo che<br />
passerà all’ateismo di chi le ha<br />
scritte. Lo prego soltanto di<br />
capire, per mezzo del sentimento<br />
se non può essere per mezzo<br />
della ragione, che, se c’è Dio,<br />
c’è solo un Dio, e che, nel suo<br />
rapporto con lui, la cosa meno<br />
importante è il nome che gli<br />
hanno insegnato a dargli”.<br />
Gentile Samaranco, ha ragione.<br />
Non passeremo all’ateismo,<br />
del quale lei è fiero; anzi le sue<br />
argomentazioni, pur così superficiali,<br />
ci hanno reso consapevoli<br />
che nella questione di Dio il<br />
nome è importantissimo, fondamentale.<br />
Non è vero che un Dio<br />
è uguale a un altro. Forse gli<br />
ateismi sono tutti uguali, ma ne<br />
dubito, perché l’ateo è dio a se<br />
stesso e ne consegue che ogni<br />
non credente è un mondo a sé. Il<br />
credente segue un ideale e se<br />
non lo segue tradisce il propio<br />
credo. Allora la colpa non deve<br />
essere addebitata a Dio, ma a<br />
chi non segue la legge di Dio.<br />
Io inorridisco di fronte alle<br />
atrocità che lei elenca, ma sono<br />
anche fermamente convinto che<br />
si potrebbero evitare solo seguendo<br />
Cristo, perché egli vuole<br />
che facciamo del bene perfino a<br />
chi ci fa del male. È difficile e<br />
non sempre ci riusciamo. Però<br />
chiediamo scusa e torniamo a<br />
provarci. Stia tranquillo.