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GUASTALLA CITTA' DELLE CHIESE - Aicod

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importanti avvenimenti storici che coinvolsero la città nel Medioevo. Mancano però notizie circa gli aspetti<br />

architettonici, né abbiamo idea di come si presentasse l’interno. Sappiamo soltanto che su una parete era<br />

affrescato un ritratto dell’eroica Orsina, moglie di Guido Torelli, opera di pittore ignoto. E’ certo anche che<br />

il cordoglio degli abitanti sia stato manifestato in questa sede quando venne qui esposto il corpo del Conte<br />

Achille Torelli, assassinato a Novellara.<br />

Non si sa quando venisse posta al suo interno la statuetta della Beata Vergine detta poi del Castello, opera di<br />

origini misteriose.<br />

Si tratta di una scultura su legno di cedro raffigurante la Beata Vergine che si venera a Loreto (Santissima<br />

Annunziata) ed una tradizione che si perde nel tempo la vuole opera dell’evangelista S. Luca che fu in effetti<br />

artista e pittore oltre che medico. Più recenti attribuzioni la indicano come scultura proveniente dalla mano<br />

di Giovanni di Nicolò Pisano. Era questo l’autorevole parere di Monsignor Raffaele Baratti.<br />

Si ha memoria di vari miracoli attribuiti alla Madonna attorno agli inizi del XVI secolo durante un terribile<br />

contagio che investì le nostre zone unito ad una devastante carestia.<br />

Attorno alla metà del ‘500 Don Ferrante dovette sacrificare la chiesa assieme a diverse abitazioni ed al<br />

vecchio castello coi suoi fossati e terrapieni per assicurare una maggiore capacità di difesa all’abitato.<br />

Nell’occasione la Beata Vergine del Castello abbandonò questo sito per essere ospitata in una casa nei pressi<br />

della Posta (attuale Piazza Garibaldi).<br />

Da questo momento la storia della sacra immagine si interseca con quella della sua successiva dimora, la<br />

chiesa dei Teatini (vedi cap.26)<br />

33) CHIESA DELLA ROCCA<br />

Dov’era: nell’antica rocca, il cui fronte si innalzava ove oggi è piazza Matteotti<br />

Da alcune visite pastorali del ‘600 e da una nota spese per opere di muratore si apprende che esisteva una<br />

piccola chiesa dentro la fortezza, complesso difensivo allora utilizzato come carcere. Non si sa a quale santo<br />

fosse dedicata. Non essendovi obbligo di messe, l’edificio religioso era quindi di supporto alla<br />

somministrazione dei conforti spirituali per i detenuti malati e per le confessioni.<br />

Atterrato tutto il complesso fortificato nell’anno 1690, se n’è persa ogni traccia, non documentata da alcuna<br />

mappa od ulteriore memoria.<br />

34) SANTA MARIA DELLA DISCIPLINA<br />

Dov’era: in Via Pieve<br />

La chiesa di S. Maria della Disciplina fu edificata nel lontano 1260 dalla Compagnia dei Battuti o dei<br />

Flagellanti (detti anche Disciplinanti) che la occupò per molto tempo, di certo almeno fino al 1507.<br />

Si trattava di una congregazione nata in loco in quegli anni sull’onda del favore ottenuto dalle pratiche di<br />

autolesionismo che distinguevano gli aderenti a queste sette in cui l’ardore mistico sconfinava nel fanatismo.<br />

I Flagellanti peregrinavano per le città d’Italia, a torso nudo, offrendo in modo alquanto spettacolare il<br />

proprio sacrificio per la pace tra gli uomini colpendosi ripetutamente il corpo con attrezzi che provocavano<br />

sanguinamenti. Queste azioni erano accompagnate dall’urlo rituale della parola “pace”. E’ facile credere che<br />

le crude scene messe in mostra avessero forte presa emotiva sul pubblico che accorreva ad assistere.<br />

La storia dei Flagellanti è affascinante perché così lontana dal nostro attuale modo di pensare tanto che<br />

merita alcune righe di approfondimento.<br />

E’ ormai storicamente accettato che questo movimento religioso ebbe origine a Perugia nel 1260 e di lì si<br />

trasmise a macchia d’olio anche in Emilia. Nella nostra provincia, oltre al capoluogo, anche a Correggio, a<br />

Castelnovo Sotto e ovviamente a Guastalla si radicarono gruppi di aderenti trovando terreno fertile per la<br />

diffusione del loro credo. Il motivo della nascita fu la protesta contro la corruzione del clero ed il degradare<br />

dei costumi nella società. Per manifestare contro queste degenerazioni si praticava una tecnica scioccante:<br />

l’autopunizione per mezzo della frusta. Secondo la profezia attribuita al monaco Gioacchino da Fiore, il<br />

1260 doveva segnare l’inizio di una nuova epoca di espiazione dei peccati e di ricostruzione del mondo<br />

secondo canoni che si rifacevano al rigore in ambito di fede.<br />

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