GUASTALLA CITTA' DELLE CHIESE - Aicod
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Era ubicato a nord dell’attuale Via Pieve in corrispondenza dell’attuale Via S. Cristoforo (che anticamente<br />
continuava verso nord). La sua localizzazione è immediatamente percepibile studiando alcune cartografie<br />
guastallesi, tra cui, chiarissima in proposito, quella dello Studio Toschi del 1832. Da questa carta è possibile<br />
evincere alcune informazioni ulteriori. Orientamento verso Nord-Ovest, quindi parallela a Via Pieve, e<br />
quindi col fronte rivolto verso la prosecuzione (oggi scomparsa) di Via S. Cristoforo verso nord.<br />
La sua dedica a San Cristoforo è probabilmente dovuta al fatto che la precedente chiesa di S. Maria della<br />
Disciplina pare avesse dipinta sulla facciata l’immagine di questo santo, eseguita in grande dimensione.<br />
Nella cappella che ne seguì, un poco dotato pittore locale riprodusse la precedente espressione figurativa,<br />
stando alla testimonianza dell’Affò, con ben altro esito.<br />
Da una mappa catastale del 1861, piuttosto precisa circa le dimensioni degli immobili, si possono ricavare le<br />
misure del fabbricato (con una certa tolleranza): lunghezza metri 8, larghezza metri 6.<br />
Si trattava quindi di un piccolissimo oratorio, forse più propriamente definibile come cappella ove, vista la<br />
ristrettezza dello spazio, non era agevole celebrare messe ed era quindi rivolto alla devozione dei frontisti o<br />
poco più, oltre che alla sosta e preghiera del pellegrino.<br />
Resistette quindi fin oltre la metà dell’800, dopodiché fu raso al suolo. Al suo posto è oggi il giardino che<br />
orna la costruzione ottocentesca al civico n. 21 di Via Pieve.<br />
36) S. LAZZARO<br />
Dov’era: in Viale Cappuccini<br />
Piccolo oratorio ubicato sulla strada dei Cappuccini come si evince dalla pianta di Guastalla dello Studio<br />
Toschi del 1832.<br />
Fu edificato di fronte a quello che in molte carte antiche è descritto come “Casino Negri” (antica palazzina<br />
ora restaurata all’angolo tra Via Cappuccini e Via Sacco e Vanzetti).<br />
L’Affò ci ricorda che, essendo stato demolito un primo ospedale (xenodochio) con questo nome durante<br />
episodi bellici, venne ricostruito immediatamente dopo la peste del 1373 per voto espresso dalla<br />
popolazione locale. Quella fu una pestilenza di notevoli proporzioni tanto che il Signore dell’epoca, Barnabò<br />
Visconti, fece pubblicare un editto in cui ordinava che ogni cittadino, qualora avesse notato sul proprio<br />
corpo la nascita delle tremende pustole indicatrici del morbo, avrebbe avuto l’obbligo di portarsi in aperta<br />
campagna e lì, senza aiuto alcuno, limitarsi ad attendere la morte.<br />
Non si sa con certezza quando l’oratorio di S. Lazzaro fu realizzato. Doveva comunque essere un piccolo<br />
luogo per il culto annesso al sopra citato omonimo ospedale per i pellegrini in transito per la zona. E’<br />
altrimenti probabile che la sua fondazione possa risalire al periodo della definitiva demolizione dello<br />
xenodochio (ospedale per i viandanti) e che quindi riportasse il suo nome. Questa supposizione può essere<br />
suffragata dal fatto che si è a conoscenza dell’esistenza di un altro oratorio (S. Rocco) anch’esso attiguo<br />
all’ospedale di S. Lazzaro e con questo demolito nel 1557. Non si comprende l’utilità di erigere due oratori<br />
nello stesso sito !<br />
Questo immobile religioso fu demolito attorno alla metà del 1800. Infatti, tutto il materiale risultante ancora<br />
valido fu riutilizzato per la costruzione della canonica annessa alla chiesa della B.V. della Neve a Tagliata,<br />
intervento compiuto nel corso dell’anno 1857.<br />
37) SAN ROCCO<br />
Dov’era: in Viale Cappuccini, o immediate vicinanze<br />
Benamati (p.14) afferma che nell’anno 1009 fu eretta una chiesa dedicata a S. Rocco lungo la strada che va<br />
da porta Po a S.Giorgio.<br />
Si trattava di un piccolo edificio, non particolarmente originale o degno di nota se il Benamati lo definisce<br />
“di vaga strottura”, innalzato per mantenere fede ad un voto da parte dei guastallesi superstiti dopo la<br />
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