GUASTALLA CITTA' DELLE CHIESE - Aicod
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Artisti più o meno noti hanno lasciato tracce a Guastalla. Seguono alcune note che fanno riferimento ad<br />
opere o nomi già accennati nel testo.<br />
Damiano Padovani, pittore guastallese, noto soprattutto per aver dipinto sulla porta di S. Francesco<br />
l’immagine della Madonna che fu protagonista del famoso miracolo. Artista locale di oneste doti figurative,<br />
si distinse per la fede e per la carica emotiva con cui realizzava le sue opere, prettamente di carattere<br />
religioso. Di lui si racconta che, prima di iniziare un ritratto della Vergine, sentiva il bisogno della<br />
confessione e della comunione. Vedeva il proprio lavoro come missione e lo caricava di forte valenza<br />
spirituale.<br />
Fu sicuramente pittore di mestiere ben conosciuto nell’ambiente guastallese e probabilmente non si spostò<br />
mai da esso in quanto la sua committenza doveva sicuramente essere circoscrivibile al popolino della sua<br />
città e delle vaste aree rurali. Lo immaginiamo come artista che si portava nelle campagne per dipingere<br />
immagini mariane sulle facciate delle abitazioni padronali piuttosto che quadretti ex-voto in occasione di<br />
scampati pericoli. Era quindi servitore semplice di una clientela che abbisognava di immagini di soggetto<br />
religioso.<br />
Si ha notizia altresì di quadri che ornavano le case di cittadini, come pure sedi di congregazioni locali, quali<br />
i calzolai e i sarti. Certamente la sua opera fu richiesta per le immagini poste all’interno di maestà rurali, per<br />
l’arredo di edifici religiosi, tra i quali è opportuno ricordare la chiesa dei Teatini (era esposto qui il suo<br />
“Riposo della Vergine in Egitto”), quella di Baccanello. Si ricordano come sue opere una “Madonna di<br />
Reggio” (della Ghiara) dipinta su una casa a Solarolo poco avanti dell’oratorio, così come l’immagine della<br />
Madonna del Castello ora conservata alla Biblioteca Maldotti.<br />
Da alcuni è attribuita alla sua mano la piccola Vergine con Bambino affrescata su uno dei pilastri della<br />
basilica di Pieve, alla destra dell'altare e restaurata nel 1995. L’evidente differenza stilistica con gli altri suoi<br />
lavori conosciuti non ci fa concordare con questa attribuzione.<br />
Certamente sua è la raffigurazione del salvataggio della statua avente per soggetto la Beata Vergine della<br />
Consolazione di Baccanello. Di questo fatto di cronaca è giunta fino a noi memoria (vedi chiesa di S.<br />
Giuseppe al cap. 5).<br />
Il suo affresco più noto, la Madonna della Porta, non si distingue per particolari qualità figurative ne per<br />
originalità, tuttavia può certamente essere definita un buon prodotto di un artista semplice che ha saputo<br />
raffigurare il soggetto in modo sentito ottenendone un ritratto capace di far risaltare la dolcezza del volto<br />
mariano. Degnamente rappresentata la figura di S. Carlo Borromeo alla destra, mentre alla sinistra notiamo<br />
un riuscito S. Francesco d’Assisi.<br />
Bernardino Campi (1522-1590) arrivò a Guastalla nel 1587 dopo esser stato chiamato da Ferrante I che gli<br />
conferì l’incarico di dirigere i lavori di decorazione del Palazzo Ducale dandogli ampia fiducia. Artista<br />
stimatissimo dal Gonzaga e dalla moglie Isabella di Capua, per i quali realizzò ritratti degli stessi Signori<br />
oltre che della figlia Ippolita. Lavorò per loro anche a Milano durante il periodo di governatorato di Ferrante<br />
nel capoluogo lombardo<br />
Fu uno dei più prolifici componenti della famiglia dei Campi, noti artisti cremonesi.<br />
Pietro Gallinari (…-1664) prestò la sua opera nella chiesa Cattedrale (per questo edificio di culto ritrasse la<br />
Madonna delle Grazie e 15 quadretti tondi raffiguranti i misteri del Rosario) e nella cappella del SS.<br />
Sacramento, nella chiesa delle Cappuccine, in quella dei Teatini.<br />
Giuseppe Ribera (Spagnoletto, 1588-1652) realizzò un ritratto di S. Francesco Saverio per la chiesa delle<br />
Cappuccine e si ritiene possa essere l’autore di varie tele appartenenti a quella che fu la notevole collezione<br />
del canonico don Benedetto Ghisolfi, cultore d’arte.<br />
Di origine ispanica, dopo proficui soggiorni a Parma e Roma si stabilì definitivamente a Napoli ove conobbe<br />
notevole fama.<br />
Gian Battista Bolognini (1612-1689), artista particolarmente prolifico a Guastalla, deve la sua capacità alla<br />
scuola di Guido Reni, anch’esso bolognese, di cui fu allievo diventando ottimo pittore ed intagliatore.<br />
A Guastalla lasciò vari affreschi, un ritratto di S. Carlo Borromeo, un “cenacolo” per l’altare nella cappella<br />
del SS. Sacramento in Cattedrale e una pala d’altare per la chiesa principale. Inoltre realizzò la cappella di S.<br />
Salvatore nella chiesa dei Servi e un rifacimento di un quadro dedicato alla Madonna e ad alcuni santi, che<br />
in origine era stato dipinto da Antonio Gatti con soggetti in parte diversi, una tavola per l’altare maggiore<br />
della chiesa di S. Carlo.<br />
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