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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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posizioni un<strong>il</strong>aterali e di intransigenza questo voleva dire lasciare campo d'azione alla posizione più<br />

aggressiva , e anche più demagogica, <strong>della</strong> Fiom, tagliando l'erba sotto i piedi alla Cisl. Infatti, in<br />

più di una circostanza, la Cisl rimprovera <strong>il</strong> padronato di dare spazio alla Fiom con <strong>il</strong> suo<br />

estremismo, o di ut<strong>il</strong>izzare la moderazione <strong>della</strong> Cisl per azioni antisindacali, non apprezzando <strong>il</strong><br />

senso di collaborazione.<br />

Questa era una di quelle occasioni in cui la Cisl rischiava di essere schiacciata e le dimissioni erano<br />

<strong>il</strong> segnale per dimostrare la propria autonomia dalla Direzione <strong>Riv</strong> e anche come forma di<br />

protesta contro di essa, rimarcando che, pur non seguendo i metodi <strong>della</strong> Fiom, non era disposta a<br />

stare con le mani in mano. La minaccia non si ferma qui: la Cisl prospetta alla Direzione la<br />

possib<strong>il</strong>ità di non presentare più la propria lista nelle elezioni di Ci, lasciando la Ci in mano ai<br />

socialcomunisti. Tutto questo avviene nel gennaio del 1958.<br />

Questo fatto cambia le carte in tavola: <strong>il</strong> 21 febbraio avvengono le elezioni e dallo spoglio emerge<br />

la netta vittoria <strong>della</strong> Cisl (4 seggi) sulla Cg<strong>il</strong> (3 seggi). La Direzione, <strong>il</strong> 22 febbraio, preso atto del<br />

regolare svolgimento <strong>della</strong> consultazione elettorale, accoglie le istanze avanzate dalla Cisl e dalla<br />

U<strong>il</strong> in data 2 febbraio e viene deliberata la corresponsione di lire 7000 di premio di collaborazione.<br />

Il segnale era netto: se prevalgono le componenti moderate nel sindacato, anche le maestranze ne<br />

traggono beneficio.<br />

La determinazione <strong>della</strong> Cisl viene premiata dagli elettori e la Direzione comprende che la sua<br />

intransigenza rischiava di privarsi <strong>della</strong> controparte moderata in seno alla Ci.<br />

La Fiom coglie immediatamente <strong>il</strong> segnale che U<strong>il</strong> e Cisl avevano mandato alla Direzione <strong>Riv</strong>.<br />

Alcuni giorni prima delle elezioni <strong>della</strong> Commissione Interna, in un volantino di propaganda<br />

elettorale, scrive che "non c'è dubbio che <strong>il</strong> padrone vuole avere la Cisl e la U<strong>il</strong> nella C.I. per<br />

continuare a fare trattative e accordi separati sui problemi di tutti i lavoratori e che <strong>il</strong> padrone cerca<br />

di non trattare con tutta la C.I. e di non avere rapporti con la FIOM" (122).<br />

"Il 7B" denuncerà le pesanti intimidazioni subite, in particolare, durante le elezioni di Commissione<br />

interna del 1958. Questa fa dire che "Sotto <strong>il</strong> segno di una violenta campagna di paura, di<br />

repressioni, di promesse e di ricatti si è rinnovatala Commissione Interna(...). Come <strong>il</strong> fascismo<br />

imponeva la propria tessera per aver diritto al pane, oggi si è imposto un voto per un premio, per la<br />

minaccia <strong>della</strong> sicurezza sul lavoro, per i ricatti interni. Come Lauro acquista i voti con ch<strong>il</strong>i di<br />

pasta e le scarpe, alla RIV si sono comperati i voti con la promessa di 7000 lire. Con la pressione<br />

poi, esercitata dai capi considerandoli responsab<strong>il</strong>i anch'essi del risultato elettorale si è fatta tutta<br />

una vergognosa azione di pressione, forte tanto, da indurre un numero notevole di lavoratori a non<br />

votare più FIOM" (123).<br />

Nel corso degli anni alla <strong>Riv</strong> prevale la politica delle trattative e degli accordi separati. La <strong>Riv</strong><br />

preferiva favorire accordi con i settori più moderati del sindacato, Cisl e U<strong>il</strong>, escludendo la Fiom.<br />

<strong>Le</strong> interpretazioni erano diverse: la Cisl e U<strong>il</strong> sostenevano che era la Fiom ad autoescludersi con le<br />

sue richieste demagogiche e i suoi atteggiamenti estremistici; la Fiom rispondeva che di fatto era<br />

sovente emarginata dalle trattative, condotte e concluse sottobanco, oppure che i livelli di accordo<br />

proposti era inaccettab<strong>il</strong>i.<br />

Ricorda Eugenio Morero che era pratica costante quella di escludere la Cg<strong>il</strong>, di dividere i lavoratori<br />

e "che a tutti i costi si doveva fare l'accordo separato perché non ci fosse la firma <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong> e <strong>della</strong><br />

Fiom. Era la manovra fatta dal padrone a cui la Cisl e la U<strong>il</strong> prestavano <strong>il</strong> fianco(...) Fino agli anni<br />

'60, dal 1948, era <strong>il</strong> padrone che giocava sulle differenze tra m<strong>il</strong>itanti comunisti e m<strong>il</strong>itanti cattolici,<br />

sulle debolezze degli uomini. Vi era in quegli anni la guerra contro la Cg<strong>il</strong> e <strong>il</strong> Pci: si doveva in

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