Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub
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Siamo nel 1962, reparto utens<strong>il</strong>eria, <strong>Le</strong>opoldo Armandi, m<strong>il</strong>itante Fiom e Pci, prende la parola in<br />
un'assemblea in occasione di uno sciopero di reparto. Licenziato in tronco con un altro m<strong>il</strong>itante<br />
Cg<strong>il</strong>, Suppo. "La <strong>Riv</strong> ha iniziato ad usare <strong>il</strong> sistema Fiat con me, ma in genere l'arma più usata era <strong>il</strong><br />
paternalismo. Esempio del caso Suppo che hanno licenziato con me. Suppo non ne sapeva niente.<br />
Per non licenziarne uno solo hanno licenziato anche lui (era <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong>). La cosa buffa è che lui<br />
forse era uno di quelli che era contrario allo sciopera! (139).<br />
Il licenziamento di Armandi viene preso come spunto un fatto insignificante e banale: aver espresso<br />
la sua opinione nel corso di uno sciopero. Ci racconta <strong>il</strong> fatto Eugenio Morero: "Poldo (come<br />
veniva comunemente chiamati Armandi nda) era appena rientrato da<br />
15 giorni di mutua. Il suo reparto era in sciopero per problemi salariali, per la paga di posto. Al<br />
lunedì rientra Poldo e io dico di fare un'assemblea nel suo reparto per capire bene le motivazioni<br />
dello sciopero. Quando si faceva l'assemblea si saliva su un grande plateau (pedana) dove si<br />
tracciavano i pezzi. Facciamo l'assemblea: io parlo e chiedo agli operai di dire quello che volevano,<br />
che noi (la C.I.) non l'avevamo ancora capito. Noi eravamo disponib<strong>il</strong>i a sostenere le loro richiesta,<br />
ma dovevamo saperle con precisione. Poi nessuno parlava: era come parlare al muro. Allora mi<br />
rivolgo a Poldo chiedendogli dei chiarimenti (lui lavorava in quel reparto), anche se era solo<br />
rientrato in reparto <strong>il</strong> giorno stesso. Risponde che non aveva ancora capito molto, ma<br />
nella mattinata aveva sentito delle voci e comunica quello che aveva appreso.<br />
Alle 17 meno venti - si usciva alla cinque meno un quarto - lo mandano a chiamare in Direzione e<br />
gli danno la lettera di licenziamento. Lo vedo fuori sul tram e mi dice: "M'hanno licenziato". I primi<br />
due giorni di sciopero sono andati bene, poi siamo solo più rimasti noi <strong>della</strong> Commissione Interna:<br />
ma non potevamo più entrare nei reparti. Facevamo lo sciopero restando nei locali <strong>della</strong> C.I." (140).<br />
Quando l'azienda decideva di neutralizzare un m<strong>il</strong>itante sindacale scomodo era irremovib<strong>il</strong>e. In<br />
occasione del licenziamento di Armandi e Suppo, rammenta con lucidità Livio Nota, "Anselmo<br />
Ferrero, Carlo Ribetto ed io ci facemmo ricevere in direzione dal direttore ingegner Sandro Colla e<br />
poi, successivamente dall'ingegner Pietro Bertolone in municipio. Chiedemmo di far rientrare <strong>il</strong><br />
licenziamento ma non ci fu verso. Allora Ferrero disse chiaro e tondo a Bertolone:" Allora ci licenzi<br />
tutti..." ma Bertolone fu irremovib<strong>il</strong>e" (141).<br />
Colpire la Fiom voleva anche dire infierire su tutta l'attività sindacale. Nell'agosto del 1953 l'ing.<br />
Bertolone emana una direttiva con l'obiettivo di recidere i contatti tra i membri di Commissione<br />
interna e i lavoratori. Si richiama ad un Accordo interconfederale del maggio dello stesso anno, nel<br />
quale si affermava che i componenti <strong>della</strong> Commissione interna doveva rispettare l'orario di lavoro<br />
come tutti gli altri dipendenti e solo in casi eccezionali e urgenti potevano, previa autorizzazione<br />
<strong>della</strong> Direzione, assentarsi dal posto di lavoro. Da questo ne conseguiva che ogni movimento in<br />
officina da parte dei<br />
membri <strong>della</strong> Commissione interna doveva attenersi scrupolosamente ai dettati contrattuali,<br />
revocando ogni deroga fino a quel momento concessa (142).<br />
Alcuni dopo, nel 1957, l'offensiva si fa ancora più determinata, cercando di mettere la museruola<br />
alla libertà di parola. In un comunicato la Direzione <strong>Riv</strong> scrive che " ha notato come, ancora in<br />
recenti manifestazioni, taluni Membri <strong>della</strong> C.I. abbiano approfittato dell'autorizzazione avuta dalla<br />
Direzione di fare certe comunicazioni di natura sindacale alle maestranze, per propagare notizie,<br />
apprezzamenti, valutazioni non conformi alla realtà e tali da creare atmosfera di ost<strong>il</strong>ità, malumori,<br />
con notevole incidenza su la disciplina e sulla tranqu<strong>il</strong>lità delle <strong>officine</strong>" (143).