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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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Il senatore Giovanni Agnelli, già iscritto al partito fascista fin dal 1928 (altri dicono nel 1932) nel<br />

decennale <strong>della</strong> marcia su Roma) , e tutto <strong>il</strong> quadro dirigente dell'azienda era ormai al completo al<br />

fianco del regime: <strong>il</strong> senatore Agnelli nominato podestà; l'ing. Bertolone, segretario politico del<br />

fascio, con gli altri dirigenti <strong>Riv</strong> che ricoprivano posti delle organizzazioni fasciste. Quando, più<br />

tardi, l'ing. Bertolone lascia tale incarico, questo viene ricoperto da un altro quadro <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>,<br />

Franco Salamano direttore dell'ufficio produzione (18).<br />

Agnelli dirà, nel 1945, che prendere la tessera era come aver bevuto da un amaro calice, ma "stando<br />

all'agiografia, alla moglie preoccupata di procurargli la camicia nera, avrebbe detto: "Non stare a<br />

spendere soldi. Tuffane nell'inchiostro una bianca, tanto un giorno dovremo lavarla" " (19).<br />

Sicuramente al Senatore non mancava la lungimiranza e la dutt<strong>il</strong>ità.<br />

Tuttavia sotto <strong>il</strong> regime non tutto alla <strong>Riv</strong> funzionava alla perfezione come si avrebbe voluto e come<br />

la propaganda fascista voleva far credere.<br />

Nel 1927 vengono arrestati e deferiti al tribunale speciale per la difesa dello Stato cinque v<strong>il</strong>laresi:<br />

Azzario Giuseppe, Massello Giacinto, Franza Angelo, Ribetto Giuseppe e Eugenio Badino accusati<br />

di propaganda sovversiva, con la distribuzione di manifesti antifascisti nelle <strong>officine</strong> di V<strong>il</strong>lar<br />

Perosa. Il processo si svolge a Torino nell'agosto del 1928. Azzario viene condannato a 4 anni,<br />

Baudino a 2, mentre Ribetto, Franza e Massello, accusati di aver partecipato a riunione clandestine,<br />

vengono in un secondo momento assolti (20).<br />

Nell'ottobre del 1937 <strong>il</strong> direttore <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> invia una comunicazione interna riservata a tutti i<br />

responsab<strong>il</strong>i dei vari uffici e reparti. In essa era contenuta una reprimenda per <strong>il</strong> fatto in quel<br />

periodo lo stab<strong>il</strong>imento aveva raggiunto la più bassa produzione e rendimento degli ultimi due o tre<br />

anni; questo non solo era intollerab<strong>il</strong>e per l'economia dell'azienda in quanto tale, ma anche sotto gli<br />

aspetti propriamente più ideologi e politici perché "E' ovvio pensare che impegni di ordine<br />

nazionale, m<strong>il</strong>itare, e sociale ed economico sono in ballo e nessuno può esimersi dalle responsab<strong>il</strong>ità<br />

che gli competono" (21).<br />

<strong>Le</strong> ragioni di questo calo di produzione vengono individuate dal direttore in una forma di lassismo<br />

che pervadeva tutto lo stab<strong>il</strong>imento, un aumento <strong>della</strong> burocrazia, una insufficiente collaborazione<br />

tra i diversi servizi e reparti, <strong>il</strong> non funzionamento del sistema di trasmissione degli ordini. In<br />

particolare, nel calo di responsab<strong>il</strong>ità e nel non rispetto delle diverse funzioni gerarchiche: i capi<br />

non controllano adeguatamente lo svolgimento dell'attività produttiva.<br />

Alcuni anni dopo, siamo nel febbraio del 1939, viene evidenziato dalla Direzione che i dipendenti<br />

sono poco ligi allo spirito patriottico e nazionalista perché, fin dal 1934, era stato impartito ordine a<br />

tutti gli inqu<strong>il</strong>ini delle case <strong>Riv</strong> di munirsi di una bandiera e di esporla nei giorni indicati. Questo<br />

dovere nazionale era troppo spesso trascurato e si invitava <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Cav. Ungaro, di<br />

sincerarsi che le bandiere fossero possedute e adeguatamente conservate, di dimensioni uniformi,<br />

con <strong>il</strong> posto per esporle sulle case operaie e le v<strong>il</strong>lette, e " che l'esposizione avvenga in modo<br />

totalitario"(22).<br />

La vita in fabbrica in quegli anni era comunque molto irrigimentata." Sul lavoro la disciplina era<br />

molto severa: proibito spostarsi da un reparto all'altro, con l'eccezione di quelli come me - racconta<br />

Albino Minetto operaio <strong>Riv</strong>-, del reparto manutenzione; altrettanto ferreo, era <strong>il</strong> divieto a fumare,<br />

anche nei gabinetti: solo <strong>il</strong> direttore generale, <strong>il</strong> gran capo dello stab<strong>il</strong>imento, attraversava i reparti<br />

con toscano o pipa in bocca.<br />

<strong>Le</strong> guardie controllavano in modo rigoroso, in particolare me ne ricordo uno che gli operai<br />

chiamavano scherzosamente "Comba vacieru": controllava minuziosamente dal tetto dei bagni per<br />

scoprire i fumatori" (23).

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