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Itinerario Educativo - dove abiti

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II TAPPA<br />

ESSERE IN-DIFFERENZA<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo di questa tappa è di aiutare i giovani a riflettere su come vivono e<br />

considerano la diversità nelle loro relazioni quotidiane, per arrivare a (ri)scoprirla<br />

come elemento fondamentale di coesione e di arricchimento del proprio gruppo, della<br />

propria comunità parrocchiale e, più in generale, di tutti i loro ambiti di vita.<br />

In profondità<br />

Siamo tutti uguali: è semplicemente una bugia da evitare. Siamo tutti diversi, perché ciò<br />

che alla radice ci unisce non è ciò che ci omologa, ma ciò che ci differenzia: abbiamo la<br />

medesima natura, ma la nostra natura non è l’essenza metafisica ma la singolarità.<br />

Non è facile passare sulle differenze, ignorandole, quasi non avessero peso nella<br />

convivenza. Una troppo frettolosa compassione per gli altri o una solidarietà viscida<br />

costruiscono una falsa compassione o un falso incontrarsi, in un gioco di equilibri<br />

irrealistici destinati prima o poi a saltare.<br />

Tenere conto delle distanze e del peso delle differenze è saggio e porta ad una<br />

comunicazione vera, ad una comprensione facile. E’ importante essere e diventare dono<br />

per l’altro, ma allo stesso tempo è determinante porre le condizioni perché l’altro sia un<br />

dono per noi a riconoscimento della sua umanità e dell’insufficienza della nostra.<br />

Chi vive di un solo colore dell’arcobaleno è cieco agli altri colori, ma chi vive nella luce<br />

diffusa attraverso l’intero arcobaleno, conosce il Tutto. Anche e soprattutto<br />

l’atteggiamento, a prima vista sconcertante, di Gesù nell’incontro con la donna sirofenicia<br />

(Mt 15, 21-28 - Mc 7, 24-30) è in realtà rispetto per la differenza che li separa e il<br />

loro ritrovarsi nel fatto che “Dio è il Dio di tutti” riconosce ciò che li unisce alla radice del<br />

loro vivere, non ciò che li rende uguali.<br />

Un po’ come lo Spirito Santo, che di noi si serve in differenti modi e contesti: vivere a<br />

pieno la diversità può essere allora un modo nuovo per condividere nel mondo la<br />

fecondità dello Spirito.<br />

Cominciando a condividere la vita con gli altri ci si rende conto di aver nascosto dentro il<br />

proprio scrigno una quantità di risorse verso cui non si era riposta la minima attenzione<br />

e che non erano valorizzate adeguatamente.<br />

L’unione di una vera comunità scaturisce sempre dall’interno, dal fatto che ciascuno è<br />

rispettato e trova il suo posto, dal riconoscersi diversi e dall’assenza di rivalità,<br />

…dall’essere differenti alla reciprocità dell’essere.<br />

PER I GIOVANISSIMI<br />

La diversità è spesso fonte di ansie e paure perché inconsciamente è avvertita come una<br />

minaccia alla propria identità che faticosamente i giovanissimi stanno conquistando:<br />

vengono allora aiutati a convivere con la (falsa) minaccia dei diversi e a trasformarla pian<br />

pianino in risorsa per sé e per l’altro. L’analisi delle relazioni con i propri coetanei, alla<br />

luce di questa (ri)scoperta, porta l’adolescente a viaggiare nella propria identità,<br />

aprendolo sia alle sorprese della sua fragile, ma bella umanità, sia alla vicinanza dei tanti<br />

volti così tremendamente eppure meravigliosamente vicini.<br />

La proposta “Sei come sei?” (rif. Allegato_05) può essere utilizzata per stimolare il<br />

confronto ed il dialogo alla luce delle aspettative che ognuno si fa’ dell’altro.<br />

Non c’è autentico dono se questo, oltre che ad essere riconosciuto nella gratuità<br />

sconfinata del Padre, non è nuovamente messo in gioco come dono per gli altri.<br />

Reciprocità dell’essere può significare che tutto quello che viene scoperto come propria<br />

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