05.06.2013 Views

Tito Perlini - Walter Benjamin 0.2

Tito Perlini - Walter Benjamin 0.2

Tito Perlini - Walter Benjamin 0.2

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

tentativi, senza un ordine prestabilito. Non è un caso che egli ci abbia lasciato quasi solo<br />

frammenti. Adorno, per quanto concerne i frammenti su Parigi, giustamente dispera<br />

possano venir ricondotti ad unità. L’impronta originale di <strong>Benjamin</strong> si perde qualora si<br />

voglia imporre alla sua opera, necessariamente frammentaria, un ordine sistematico ed<br />

un’unità arbitraria dall’esterno. I frammenti conferiscono all’opera benjaminiana un<br />

carattere diaristico (ma non nel senso intimistico del termine). Il metodo di <strong>Benjamin</strong> (che<br />

può ricordare quello di Montaigne) rifugge dagli inquadramenti di carattere generale,<br />

esplicandosi in una serie di sottili e minuziose e strenue indagini esegetiche, attentissime<br />

al particolare apparentemente irrilevante. Ernst Bloch ha riconosciuto a <strong>Benjamin</strong> una<br />

speciale capacità di cogliere il particolare significativo e di enucleare, con impareggiabile<br />

acume micologico-filologico, l’essenziale dall’apparentemente marginale. Adorno e<br />

Scholem hanno posto in evidenza il dono di <strong>Benjamin</strong> di ravvivare ciò che a prima vista<br />

sembra banale e di afferrare in qualsiasi argomento, anche umile, un lato originale e<br />

inaspettato. Fondamentale, di <strong>Benjamin</strong>, è l’attitudine ad avvicinarsi a tastoni alle cose.<br />

Ciò che in primo luogo ha concesso a <strong>Benjamin</strong> di portare a maturazione il proprio<br />

singolare metodo è la sua lunga appassionata meditazione sulla concezione romantica<br />

della critica letteraria, soprattutto nell’ambito del romanticismo di Jena. Egli fa propria dei<br />

romantici (in particolare di Friedrich Schlegel e di Novalis) la concezione dell’arte come<br />

idea trascendente i singoli generi e le singole opere. La critica in lui, in un certo senso, un<br />

metodo per portare a compimento le opere, aspirando a porsi rispetto ad esse come loro<br />

integrazione filosofica, come attività capace di esplicitare e di elevare al livello della<br />

teoremi la «verità» insita e latente nelle opere stesse. <strong>Benjamin</strong>, come tutti i grandi<br />

saggisti, è incline all’ironia e tende a mantenere fede al concetto che di essa, come forma<br />

trascendentale superiore alla concretezza empirica delle opere, hanno dato i romantici.<br />

Il particolarissimo metodo benjaminiano (chiarito nella Introduzione metodologica<br />

alla Origine del dramma tedesco) esclude che l’esposizione del pensiero possa svolgersi<br />

ordinatamente da un punto ad un altro, consentendo di venir preventivata ed ordinata a<br />

priori. Su questo punto l’antikantismo di <strong>Benjamin</strong> è intransigente. L’esposizione è, a suo<br />

avviso, essenzialmente peripezia. Il saggio deve sottoporsi ad un tipo di composizione che<br />

lo renda simile al mosaico. Il mosaico viene inteso come allegoria della trascendenza. La<br />

scrittura pone a se stessa come modello la composizione a mosaico. L’elaborazione deve<br />

fermarsi alla frase e le singole frasi devono unirsi insieme come le tessere di un mosaico.<br />

Il contenuto del pensiero deve trovare il proprio specchio, anzi far tutt’uno con la forma<br />

espositiva stessa. Come Bloch e Adorno, <strong>Benjamin</strong> considera essenziali anche per il

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!