PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA
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In Irlanda al via la Costituzione europea<br />
Solo sedici mesi sono bastati agli irlandesi per sovvertire completamente quella<br />
che sembrava essere la loro opinione defi nitiva sul Trattato di Lisbona, cioè sul<br />
testo - approvato nel dicembre 2007 - con il quale si è intesa dotare la Ue di un<br />
quadro giuridico e degli strumenti necessari per far fronte a quelle che i leader<br />
fi rmatari dei diversi Paesi hanno defi nito, ritrovandosi in assise nella<br />
capitale lusitana, “le sfi de che attendono l’Unione europea nel prossimo<br />
futuro”. Infatti, se nel giugno 2008 in Irlanda avevano prevalso i<br />
“no” nel referendum allora indetto per vararne la ratifi ca, si è dovuto<br />
attendere solo l’inizio dell’ottobre di quest’anno per vedere vincere<br />
nettamente invece i “sì”, addirittura in maniera schiacciante (e quindi<br />
assolutamente opposta) rispetto alla volta precedente. Nel particolare<br />
è da notare che alla prima consultazione i contrari avevamo toccato<br />
il 53,4% dei voti, cifra raggiunta però con il supporto di un totale di<br />
votanti molto basso: solo il 51% della popolazione avente diritto. Dato<br />
importantissimo di comparazione rispetto alla recente tornata questo,<br />
perché è stato proprio l’aumento dell’affl uenza ad emergere come elemento chiave per<br />
la vittoria degli “europeisti”: un 58% complessivo dei convenuti alle urne che – unito<br />
alla consapevolezza che un ulteriore schiaffo alla Ue avrebbe allontanato defi nitivamente<br />
il Paese “verde” dall’insieme degli Stati della comunità – ha portato il totale<br />
dei voti ad appannaggio del “sì” ad un franco ed indiscutibilmente europeista 67,1%.<br />
Analizzando nel dettaglio i dati elettorali si evince che in poco più di un anno lo spostamento<br />
di voti a favore del Trattato è stato pari al 20,5%. La vittoria è stata schiacciante<br />
e trasversale in tutto il territorio, e il “no” è risultato vincente in soli due collegi elettorali<br />
(su 43) del nord e con un margine ristrettissimo; al contrario, il record di voti a<br />
favore del Trattato si è registrato nel collegio meridionali di Dublino, dove i “sì” hanno<br />
stravinto con un netto 82%. A commento del voto il primo ministro irlandese Brian<br />
Cowen ha attribuito il risultato alla determinazione della popolazione di “voler restare<br />
nel cuore dell’Europa”, utilizzando così pari pari nella dichiarazione post-voto<br />
quello che è stato il leit-motiv di tutta la campagna elettorale a favore della ratifi ca del<br />
Trattato, una battaglia condotta dal “Taoiseach” (questo il termine autoctono per defi<br />
nire il premier) Cowen e dal suo partito, il repubblicano Fianna Fàil – letteralmente<br />
dal gaelico “Soldati del Destino”, compagine politica che vanta la più lunga permanenza<br />
al governo di un Paese europeo: ben quarantasette anni di seguito – in prima linea.<br />
Del resto, lo slogan fortunato adottato nella campagna del “sì” ha travolto – unitamente<br />
alle fortissime preoccupazioni derivanti da una crisi economica e fi nanziaria di<br />
diffi cilissima soluzione e da un conseguente e apparentemente inarrestabile livello di<br />
disoccupazione in continuo aumento – gli argomenti degli anti-europeisti.<br />
Non a caso, a urne ancora “calde” il ministro irlandese delle fi nanze Lenihan ha osservato<br />
che la vittoria “rappresenta un primo passo essenziale verso la ripresa”. Fuori<br />
dai confi ni del voto, l’ex presidente del Parlamento europeo Pat Cox ha dichiarato<br />
che si è trattato di “un voto maturo”. Con il “sì” irlandese sono diventati 24 - rispetto<br />
ai 27 membri - i Paesi dell’Unione europea che hanno del tutto completato il processo<br />
di ratifi ca, e a questi si è aggiunta la Polonia. Per troppo tempo ormeggiato a<br />
Lisbona, il Trattato pare ormai aver preso decisamente il largo: diffi cile pensare che<br />
non possa fi nalmente compiere serenamente la sua traversata, alla volta di un’Europa<br />
sempre più unita e al passo con i tempi. <br />
EUROPA<br />
Tiziano Marelli<br />
Edward Hopper<br />
Automobili e rocce, 1927<br />
Un sì<br />
per restare<br />
nel cuore<br />
dell’Europa<br />
<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2009 27