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PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA

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Edward Hopper<br />

Tetti, 1926<br />

32<br />

TERRITORIO<br />

Assunta Soldi<br />

Dossier 2009 della Società geografi ca italiana<br />

Quando a rischio è il nostro patrimonio paesaggistico<br />

Il terremoto d’Abruzzo ha insegnato che non si può derogare all’applicazione della normativa<br />

e che la sicurezza se compromessa signifi ca “perdita di paesaggio e di identifi cazione<br />

culturale” oltre che “provocare morte e distruzione”, così si legge nel rapporto annuale della<br />

Società Geografi ca Italiana. Nata a Firenze nel 1867, si trasferisce a Roma nel 1872 e da 7<br />

anni redige un dossier su temi di interesse collettivo geografi ci e non. Quest’anno punto di partenza<br />

dell’analisi dei geografi è l’Italia rurale e la sua continua mortifi cazione contro le logiche<br />

di restauro del patrimonio agricolo a vantaggio di quelle spesso spietate e senza scrupoli dello<br />

sviluppo economico.<br />

Nelle scelte relative allo sviluppo del territorio lo sviluppo urbanistico e gli interessi che ne stanno<br />

alla base la fanno da padrone a scapito della sostenibilità ambientale: i grandi abusi edilizi<br />

e gli ecomostri sono solo le punte dell’iceberg di fenomeni quali l’erosione continua degli spazi<br />

rurali che cancella sempre più inesorabilmente campi, fattorie e il loro confi ne con la città. Il<br />

dossier 2009 della Società Geografi ca Italiana lancia l’allarme su quello che viene defi nito un<br />

vero e proprio consumo del suolo: negli ultimi 50 anni 3,5 milioni di ettari sono stati coperti da<br />

cemento e asfalto. Un’espansione sdraiata, “sprawl”, un modello di urbanizzazione invasiva e<br />

dispersa che di fatto toglie alle superfi ci agricole per dare alle metropoli: 190 chilometri quadrati,<br />

tanto è il territorio agricolo perso ogni anno.<br />

Sotto “inchiesta” alcuni casi come quello dell’Emilia Romagna che è passata da un territorio<br />

urbanizzato nel 1976 pari a 1.050 chilometri quadrati a 1.900 nel 2003,<br />

con il suolo agricolo diminuito, nello stesso periodo di osservazione, da<br />

15 mila a 13 mila chilometri quadrati.<br />

A difesa del territorio interviene anche la Costituzione con l’articolo 9<br />

secondo comma dove viene sancito il diritto dovere alla tutela del nostro<br />

patrimonio “La Repubblica italiana tutela il paesaggio e il patrimonio<br />

storico e artistico della Nazione”. Tutelare signifi ca inoltre combattere<br />

l’inquinamento delle zone rurali sia esse vicine alle aree metropolitane<br />

o che sorgono tra aree industriali in fase di espansione. Vengono a tal<br />

proposito utilizzati come esempio “i paesaggi avvelenati della campagna<br />

romana” con la discarica di Malagrotta che incombe sulla città, come<br />

pure l’area nord di Napoli dove “il tessuto sociale soffre e muore sotto il<br />

peso degli scarti della civiltà urbano industriale”.<br />

L’equipe di geografi confi da nella presenza salvifi ca dei territori periurbani ovvero spazi di campagna<br />

all’interno degli stessi territori urbani, baluardi necessari per fronteggiare l’avanzata di<br />

strade e palazzi. L’urbanizzazione invasiva, “negazione tanto dell’urbanità che della ruralità”,<br />

trova dunque nelle campagne l’unico ostacolo reale.<br />

Ci sono quindi delle possibilità ancora per il nostro territorio malato? Sembrerebbe di sì. Andrebbero<br />

ripensate le zone di frontiera tra campagne e centri urbani: esempio positivo in tal senso è<br />

il parco Sud di Milano che ha visto lo sviluppo di coltivazioni a frumento nella zona meridionale<br />

del capoluogo meneghino. Altri casi di successo sono rappresentati da forme di periurbanscape<br />

ovvero paesaggi rurali tradizionali rimodellati da una cultura contadina rinnovata nei metodi e<br />

nelle tecniche che applicata alle classiche produzioni mediterranee come l’olio e il vino genera<br />

nuovi slowscape, territori lenti delle Langhe, del Chianti, delle Cinque Terre.<br />

Ci sono poi anche i territori cosiddetti rurbani dove urbanità e ruralità si fondono: tipico esempio<br />

è il piccolo centro di Buseto Palizzolo in provincia di Trapani, antico borgo agricolo dove la campagna<br />

è perfettamente integrata nel tessuto cittadino e diventa espressione di una nuova socialità,<br />

un ritorno alla campagna dopo l’esperienza della città. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> settembre-ottobre 2009

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