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Numero 1 - SAT Società degli alpinisti Tridentini

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l’acqua in uscita va a disperdersi nell’ambiente fa sì<br />

che la ladra continui a risucchiare acqua dall’interno.<br />

Non volevamo però che una volta terminata l’acqua<br />

nel laghetto la ladra risucchiasse aria disinnescandola.<br />

Quindi è stata messa una valvola all’imbocco<br />

del ramo interno regolata dal livello dell’acqua del<br />

laghetto tramite un galleggiante in modo da mantenere<br />

il livello dell’acqua nel laghetto sempre basso.<br />

La ladra è stata realizzata con un tubo per aria<br />

compressa abbastanza rigido, del diametro interno<br />

di 10mm; la portata non deve essere elevata perché<br />

svuoterebbe velocemente il laghetto, ma preferibilmente<br />

continua, vogliamo assicurarci che il livello stia<br />

basso il più a lungo possibile facendo in modo che<br />

l’acqua assorbita<br />

dagli strati abbia il<br />

tempo di scaricarsi.<br />

Per quanto riguarda<br />

la valvola è stata<br />

utilizzata quella della<br />

vasca di scarico<br />

di uno sciacquone<br />

opportunamente<br />

modificata in modo<br />

che si apra quando<br />

il galleggiante si<br />

alza sopra un certo<br />

livello.<br />

Schema di un sifone, immagine<br />

tratta da http://en.wikipedia.org<br />

(Mondo sotterraneo - 15)<br />

Per comodità la valvola<br />

è stata inserita<br />

qualche centimetro<br />

sopra il fondo di<br />

una tanica adeguatamente forata e circondata da tessuto<br />

non tessuto per filtrare le particelle più grossolane<br />

dell’argilla. Inoltre il livello più basso dell’acqua<br />

all’interno della tanica rimane sufficientemente alto<br />

da mantenere la valvola sempre sotto acqua anche<br />

quando si sposta il bidone, non c’è pericolo quindi<br />

che entri aria nel tubo della ladra.<br />

Infine abbiamo recuperato un tubo del diametro di<br />

50 cm e alto 70 cm, che funzionasse da pozzetto<br />

di raccolta dell’acqua ed internamente ci abbiamo<br />

infilato la tanica con la valvola. Se lo scavo procede<br />

correttamente si abbassa il tubo sotto il livello base<br />

del laghetto scavando dall’interno del tubo come una<br />

cassa a tenuta stagna e quindi all’asciutto.<br />

Altro accorgimento adottato per lo scavo è la tipologia<br />

di pala. Ultimamente quella che va alla maggiore<br />

è di forma rettangolare con delle alette laterali che<br />

aiutano a tagliare l’argilla lateralmente e “in un sol<br />

colpo”. Le alette sono ricavate piegando le parti<br />

estreme di un pala normale e rinforzando con dei<br />

punti di saldatura. La pala è stata quindi fissata su<br />

un manico tagliato circa a metà per permettere il<br />

movimento interno alla grotta.<br />

Oltre a questi interventi “tecnici” ce ne sarebbero<br />

altri, ma prima di realizzare qualcosa cerchiamo<br />

sempre di valutare l’impatto ambientale sulla grotta,<br />

facendo in modo che, se un giorno si decidesse di<br />

terminare i lavori, si riesca a rimuovere tutto il materiale<br />

utilizzato senza troppa fatica e nessun danno.<br />

Qualcuno, e credo che se lo domanderanno anche<br />

i lettori di questo articolo, ci ha chiesto perché fare<br />

tanta fatica in queste condizioni. Le motivazioni sono<br />

varie, partendo dal fatto che se durante la settimana<br />

si fa un lavoro sedentario (sempre davanti ad un<br />

computer) si cerca qualcosa che permetta di fare un<br />

po’ di attività e lo scavo in grotta coinvolge un po’<br />

tutti i muscoli. Perché ci piacciono le sfide difficili, la<br />

soddisfazione personale poi è assoluta! O semplicemente<br />

perché l’unico punto sicuro che conosciamo<br />

della grotta è il soffitto di roccia del canale che stiamo<br />

scavando, poi i due lati e il pavimento sono tutti di<br />

argilla, l’ambiente interno è sicuramente molto ampio<br />

e in alcuni punti anche lavorato dall’acqua; verso<br />

la montagna c’è sicuramente un sistema carsico che<br />

in quel punto potrebbe avere uno sbocco, è davvero<br />

un peccato perdere l’occasione di poterlo esplorare...<br />

Anche nello sfortunato caso in cui la grotta non<br />

proseguisse l’esperienza che abbiamo acquisito può<br />

esserci utile anche per altre situazioni, infine, come<br />

succede sempre quando si va in grotta e si fa attività,<br />

abbiamo fatto gruppo ci siamo divertiti abbiamo riso<br />

e scherzato! Grazie a tutti!<br />

Segnalazioni bibliografiche<br />

a cura di Riccardo Decarli<br />

Il 2011 in regione è stato avaro di pubblicazioni<br />

speleologiche. Anche sulla stampa a diffusione<br />

nazionale è uscito poco. Si segnala l’articolo sul<br />

15° Convegno regionale di speleologia, scritto da<br />

Andrea Gobetti e pubblicato sul neonato periodico<br />

del CAI Montagne 360° (nr. febbraio 2012).<br />

Allargando lo sguardo vale la pena segnalare due<br />

libri: La discesa di James M. Tabor (Elliot edizioni,<br />

Roma, 2011, 378 pagine, 18,50 Euro), si presenta<br />

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