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National Geographic Riccardo Sinigallia Nuovo regolamento ... - VIC

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18 | <strong>VIC</strong><br />

• Rubrica a cura di Federico Giannini •<br />

Geografia urbana delle botteghe storiche dei rioni di Roma e dei maestri che ancora ci lavorano.<br />

Nel secondo dopoguerra, il ferro<br />

battuto ha subito un declino a favore<br />

di opere meno elaborate e meno<br />

costose. Innumerevoli botteghe, nel<br />

tentativo di soddisfare le richieste<br />

del mercato, tendevano a tralasciare<br />

l’antica arte del ferro battuto. Alcune<br />

attività artigianali non hanno retto<br />

l’impatto delle grandi fabbriche,<br />

chiudendo per sempre i battenti. Sono<br />

passati secoli dall’ultima volta che<br />

ad un fabbro è stata commissionata<br />

una spada, eppure questo mestiere<br />

ARTIGIANI DEL CENTRO STORICO<br />

La mitologia greca consacrò il fabbro e la sua arte. Secondo gli antichi greci,<br />

questo artigiano possedeva il dono di domare il metallo. I romani, pur attribuendo<br />

all’homo faber un ruolo fondamentale nella società, lo alleggerirono della sua aura<br />

mistica. Insomma, da demiurgo fu trasformato in una figura più pratica: produttore<br />

di armi ed armature, dedito anche alla fabbricazione di utensili come serrature,<br />

maniglie e cardini di ferro.<br />

I fabbri<br />

è stato tramandato fino ai nostri<br />

giorni. Ancora oggi, massa di ferro<br />

fuso, acqua e fuoco sono gli elementi<br />

fondamentali per forgiare un metallo.<br />

Al Circo Massimo (via dei Cerchi<br />

55) quelle che un tempo erano delle<br />

scuderie, da oltre cinquanta anni sono<br />

la dimora di un fabbro. Da piccola<br />

fabbrica con quasi dieci dipendenti,<br />

la crisi l’ha trasformata in un’impresa<br />

a conduzione familiare. Da grandi<br />

commesse si è passati a piccoli lavori.<br />

“Un tempo - come ricorda Fabrizio<br />

Coccia, titolare dell’omonima ditta di<br />

metalli - si lavoravano molto il rame e<br />

l’ottone. Oggi, questi materiali hanno<br />

costi proibitivi ed è impensabile fare<br />

concorrenza alle grandi fabbriche.<br />

Al massimo ci vengono richieste le<br />

lucidature”. Questo giovane artigiano<br />

è riuscito a “rinnovare” il suo antico<br />

mestiere grazie alla creazione di<br />

lampade e complementi d’arredo<br />

che sposano l’arte di lavorare il ferro<br />

con l’innovazione ed il gusto per il<br />

design.<br />

Vivi il Centro | Marzo 2009<br />

Negli anni sessanta davanti alla porta<br />

carraia del carcere Regina Coeli, in<br />

vicolo di San Francesco, operavano<br />

due giovani fabbri: Armando Zucconi<br />

e il suo apprendista Remo Cascioli. È<br />

passato mezzo secolo e li ritroviamo a<br />

pochi metri di distanza dalla loro vecchia<br />

bottega, in via della Lungara 141,<br />

ancora insieme. Oggi Remo e Armando<br />

sono soci e fanno ancora lavorazioni<br />

artigianali utilizzando dei macchinari che<br />

• Artigiani del Centro Storico • <strong>VIC</strong> | 19<br />

si possono vedere solo nei documentari<br />

dell’Istituto Luce: piegatrici a verricello<br />

manuale, rullatici a mano, trapani a<br />

colonna con cinghia. “Utilizziamo questi<br />

strumenti solo per lavorazioni particolari<br />

dove serve maggiore manualità, oggi si<br />

possono comprare direttamente e a<br />

pochi euro le parti da assemblaggio.<br />

Altrimenti ci si impiega troppo tempo e<br />

si rischia di non essere più competitivi”.<br />

La passione nel plasmare il metallo brilla<br />

ancora nei loro occhi, basta accennare<br />

ad un lavoro che immediatamente tirano<br />

fuori la forgia nella certezza di offrire<br />

prodotti di qualità superiore, basandosi<br />

sugli insegnamenti degli antichi maestri.<br />

In queste pagine gli strumenti e i macchinari della<br />

bottega di Armando Zucconi e Remo Casioli (foto<br />

Giulianini).

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