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2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...

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COSTRUZIONE DI MACCHINE II<br />

NOTE SU DIMENSIONAMENTO DINAMICO DI ORGANI MECCANICI<br />

con costante ko. E’ immediato verificare che la trasmissione del momento si sdoppia sui due rami<br />

con il vincolo di avere uguali angoli: Mr = (ko + ko) θr = kr θr, cioè per elementi in parallelo sono da<br />

sommare le costanti elastiche. La valutazione, poi, della k mc<br />

∗ è effettuata con la [3.27b].<br />

Il criterio energetico implica una relazione fra quantità scalari; non è, cioè, subito applicabile se<br />

si vogliono trovare più accumuli. La generalizzazione della procedura è impostata con l’approccio<br />

lagrangiano, una volta prescelto il numero di gradi di libertà introdotto. Alternativamente si può<br />

ricorrere ad una procedura per approssimazioni successive. Infatti, i modi di vibrare sono distinti<br />

dal numero di nodi, partendo da una deformata con un nodo (ed i volani ripartiti in due gruppi, in<br />

opposizione di fase), fino al modo di ordine n, con nodi interposti fra ogni volani (ciascuno, cioè, in<br />

opposizione di fase rispetto al precedente); la procedura iterativa prevede di scegliere deformate<br />

che soddisfino le condizioni sul numero di nodi e scrivere i bilanci d’energia potenziale e cinetica<br />

per possibili configurazioni, tenuto conto che devono essere nel contempo verificate le condizioni<br />

di equilibrio dei momenti [<strong>2.</strong>18]; in difetto, si provvederà a ritoccare i valori dei parametri, finché<br />

saranno simultaneamente verificati bilanci energetici e condizioni d’equilibrio. La procedura è più<br />

oltre ripresa, con esempi per la <strong>costruzione</strong> di modelli per lo studio <strong>delle</strong> vibrazioni flessionali.<br />

III.<strong>2.</strong>4. Criteri di progetto e procedure di validazione.<br />

I problemi connessi allo studio <strong>delle</strong> vibrazioni torsionali di un sistema sono essenzialmente i<br />

seguenti: (1) formulazione del modello ridotto del sistema; (2) risoluzione analitica o numerica, con<br />

individuazione degli autovalori (e degli autovettori); (3) verifica dell’equivalenza tecnica del modello<br />

per le condizioni operative del sistema. Nella scelta del modello, ruolo importante hanno: l’ordine<br />

ed i valori dei parametri (inerzie, elasticità e, eventualmente, dissipazioni). La linearità dei modelli<br />

è importante perché consente la sovrapposizione degli effetti (cioè, la descrizione della dinamica<br />

con funzioni di trasferta, dipendenti dai parametri del modello, non dalle forzanti). Il ricorso a<br />

strumenti di calcolo automatico permette di trattare modelli non lineari, o meglio, di introdurre<br />

modelli a linearità locale, da aggiornare a seconda <strong>delle</strong> condizioni di funzionamento; in questo<br />

caso, autovalori (ed autovettori) sono anch’essi proprietà locali.<br />

La ricerca <strong>delle</strong> frequenze proprie torsionali è necessaria: - se il momento motore è variabile nel<br />

tempo.(motrici periodiche, a funzionamento intermittente con picchi di accelerazione, ecc.); - se è<br />

variabile nel tempo il carico (utente periodico, presenza di urti, funzionamento discontinuo con<br />

bruschi assorbimenti di potenza, ecc.). In entrambi i casi il flusso della potenza è aperto ed occorre<br />

solo accertare il comportamento della macchina nell’intorno <strong>delle</strong> pulsazioni critiche che cadono<br />

entro la banda del funzionamento previsto. La procedura di verifica prevede:<br />

• l’analisi in serie di Fourier della forzante (coppie motrici e coppie resistenti) previste;<br />

• la <strong>costruzione</strong> del modello equivalente ed il calcolo degli autovalori (ed autovettori);<br />

• la verifica di idoneità della macchina (posta la congruenza dei modelli utilizzati).<br />

Esiste un terzo caso per il quale è necessaria la conoscenza <strong>delle</strong> proprietà dinamiche: quello dei<br />

servosistemi ad elevate prestazioni; per essi, le bande di frequenza eccitanti possono interessarne<br />

le frequenze proprie, e le prestazioni effettive sono progettate in base a modifiche apportate agli<br />

anelli di retroazione (con interventi più agevoli che non se si dovesse agire sulle catene dirette). Il<br />

dimensionamento è, in questo caso, detto attivo, poiché implica la scelta di componenti (e guadagni)<br />

in modo da compensare effetti non voluti.<br />

Nei sistemi con flusso di potenza senza retroazioni, una volta trovate le frequenze di risonanza<br />

del sistema, occorre solo essere sicuri che esse non abbiano ad essere attivate dalle armoniche dei<br />

momenti (motore o resistente) applicati. La verifica comporta confrontare la trasformata di Fourier<br />

della forzante con la risposta in frequenza della trasmissione (o meglio, del modello equivalente,<br />

che, per la linearità, ha integrale generale dato da una combinazione lineare di esponenziali): si<br />

potrà accertare che le armoniche di eccitazione agenti siano differenti dalle frequenze di risonanza.<br />

Se la verifica mostra dati incerti (per esempio, prossimità fra componenti armoniche di ingresso e<br />

basse risonanze; le risonanze di ordine superiore appaiono in zone di risposta in frequenza molto<br />

attenuate) occorre migliorare la scelta del modello, per avere un più affidabile posizionamento <strong>delle</strong><br />

zone critiche.<br />

L’idoneità dei modelli, ai fini della particolare verifica costruttiva effettuata, è sempre compito<br />

A cura di R.C. Michelini, R.P. Razzoli – PMARlab - DIMEC<br />

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