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2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...

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COSTRUZIONE DI MACCHINE II<br />

NOTE SU DIMENSIONAMENTO DINAMICO DI ORGANI MECCANICI<br />

= a F ... a F ... a F<br />

i i1 1 ii i in<br />

η + + + + n , (i = 1, 2 , .. , n) ; − η − η<br />

j j j j j<br />

sostituendo, è trovato il sistema di equazioni:<br />

2 2 2<br />

a (m s+ c s) η+ ... + [a (m s+ c s)+1] η+ ... + a (m s+ c s)<br />

η=<br />

0<br />

i1 1 1 1 ii i i i in n n n<br />

2<br />

F= ms c s , s≡<br />

d [3.34]<br />

dt<br />

, (i = 1, 2 , .. , n) [3.35]<br />

Occorre ora trovare le radici del determinante in s; anziché immaginarie pure, saranno complesse<br />

coniugate, dando luogo, comunque, a risonanze poiché il moto flessionale degli alberi è sempre<br />

poco smorzato.<br />

Per trovare coefficienti di influenza aik, basta, in base alla definizione, applicare carichi unitari e<br />

trovare gli effetti incrociati, relativamente ai diversi punti di calettamento dei dischi. Se l’albero è<br />

assimilato ad una trave appoggiata alle estremità, per esempio:<br />

1 3 2<br />

a = l βξ(1−β −ξ ik<br />

6<br />

2 bk x<br />

) per bi > bk e x < bi essendo β = , ξ = .<br />

l l<br />

m<br />

F=mg<br />

q=µg<br />

FIG. III.11. Effetto della massa dell’albero sul moto di un disco rotante.<br />

Per tener conto della massa distribuita (dell’albero), si può ricorrere a modelli continui e quindi<br />

a sistemi di equazioni alle derivate parziali, oppure, data la difficoltà di questo approccio, a metodi<br />

approssimati, con modelli di compromesso in grado di vibrare in modo sufficientemente prossimo<br />

al sistema originale. Come per le vibrazioni torsionali, anche ora, è possibile far ricorso al criterio<br />

energetico. A titolo di esempio, si può valutare la velocità critica di un albero pesante, con un disco<br />

calettato in mezzeria, rotante su due appoggi; gli effetti inerziali della massa calettata e distribuita<br />

dipendono dall’entità della deflessione dell’albero e, a loro volta, modificano l’inflessione. L’idea<br />

della procedura muove del fatto che fra i sistemi conservativi virtuali (congruenti con i vincoli),<br />

sono effettivi quelli equilibrati. Quindi, dato il rotore con disco di massa m in mezzeria ed albero di<br />

massa distribuita per unità di lunghezza µ, FIG. 11, si calcola la freccia statica, per effetto del peso<br />

proprio concentrato:<br />

3<br />

3<br />

mgl 3<br />

η(z) = z 4 z<br />

48EJ<br />

[ -<br />

3<br />

( ) ] ; η( l mgl<br />

) = ηm =<br />

l l<br />

2 48EJ<br />

, η(z) = 4 3<br />

ηm [ z- z<br />

3<br />

( ) ] [3.36]<br />

l l<br />

Posto che questa sia la deformata piana del moto oscillatorio sincrono, si ricavano le:<br />

η ( l<br />

2 ,t) = ηm cos ωt , η& ( l<br />

2 ,t) = - ηm ω sin ωt , η&& ( l<br />

2 ,t) = - ηm ω2 cos ωt<br />

η (z,t) = η (z) cos ωt , η& (z,t) = - η(z) ω sin ωt , η&& (z,t) = - η(z)<br />

ω2<br />

cos ωt<br />

Le accelerazioni massime si hanno quando: cos ωt = 1, pertanto l’energia cinetica massima è:<br />

l2<br />

3<br />

2 2 2 2<br />

EC = 1 1<br />

2 2<br />

2<br />

m( ηω ) + 2 m 2<br />

µ ∫ [ η(z) ω]dz<br />

= 1 17<br />

2 2<br />

m<br />

0<br />

2<br />

( η ω ) [ m+<br />

35<br />

µ l]<br />

= 1 mgl<br />

17<br />

2<br />

(<br />

48EJ<br />

ω ) [ m+<br />

35<br />

µ l]<br />

L’energia potenziale massima, a sua volta, è valutata tramite la:<br />

EP = 2<br />

3 2<br />

1 k( l<br />

2 2 ) η m = 1 48EJ<br />

mgl<br />

2 l3<br />

( 48EJ<br />

) , essendo: k( l<br />

2 ) = 48EJ<br />

l3<br />

, quindi: ω o = ± 48EJ<br />

l 3( m+<br />

17 [3.37]<br />

µ l)<br />

Non considerare la massa distribuita fa trovare una velocità critica per eccesso. Viceversa, se tutta<br />

massa del rotore (disco ed albero) fosse concentrata in mezzeria, si sarebbe stimato un valore per<br />

difetto. Il risultato [3.37] può essere migliorato, introducendo il carico <strong>dinamico</strong> (in base alla freccia)<br />

e ricalcolando le EC ed EP; i due valori devono essere uguali (per la conservazione dell’energia); se<br />

vi è uno sbilanciamento, le frecce vanno ricalcolate, finché il bilanciamento è raggiunto. Va notato<br />

che le stime di ωo variano poco (il risultato iniziale si scosta di 1-5 % da quello finale) e può essere<br />

sufficiente la procedura richiamata.<br />

A cura di R.C. Michelini, R.P. Razzoli – PMARlab - DIMEC<br />

35<br />

14

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