2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...
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COSTRUZIONE DI MACCHINE II<br />
NOTE SU DIMENSIONAMENTO DINAMICO DI ORGANI MECCANICI<br />
caratterizzare le prestazioni operative (base <strong>delle</strong> procedure per il dimensionamento <strong>dinamico</strong> attivo)<br />
<strong>delle</strong> macchine e quelli dedicati a caratterizzare comportamenti indotti (base <strong>delle</strong> procedure per il<br />
dimensionamento <strong>dinamico</strong> passivo), che possono condizionarne le prestazioni operative.<br />
III.1.1. Modelli per la descrizione del comportamento <strong>dinamico</strong>.<br />
I modelli più utili devono avere alcune proprietà:<br />
- assicurare duplicati fedeli dell’evoluzione nel tempo dei sistemi allo studio (equivalenza tecnica);<br />
- essere agevolmente risolti, con possibilità di dedurre proprietà sintetiche per campo d’utilizzo;<br />
- permettere estrapolazioni per condizioni di impiego varie (di là dal normal-funzionamento);<br />
- consentire indagini globali, per classi di dispositivi differenziati da parametri caratterizzanti.<br />
La proprietà di equivalenza tecnica è accertata operativamente, FIG. 1, fissando la classe <strong>delle</strong> forzanti<br />
e <strong>delle</strong> condizioni operative F da applicare simultaneamente al sistema S e al modello M(F; a); se<br />
per tutte le forzanti e condizioni operative previste, le uscite differiscono fra loro per valori ε(t)<br />
sufficientemente piccoli, è dichiarate l’equivalenza, in senso tecnico, del modello. Esistono più modi<br />
per operare il confronto e per definire la funzione d’errore.<br />
f(t) i<br />
u<br />
Sistema<br />
Modello<br />
f(t)<br />
ε(t)<br />
FIG. III.1. Accertamento dell’equivalenza tecnica del modello.<br />
Il vincolo dell’equivalenza tecnica è, cioè, fattuale e non comporta ipotesi speciali sulla struttura<br />
del modello. Nel caso di componenti strutturali di macchine, la connessione fra carichi applicati e<br />
reazioni vincolari è per consuetudine stabilita con i modelli continui dell’elasticità lineare, e quella<br />
fra forze motrici e resistenti, con modelli a parametri concentrati (localizzando i termini inerziali).<br />
Nei due casi, è solitamente analizzato il comportamento ideale (in assenza di fenomeni dissipativi),<br />
quale ipotesi atta a fornire riferimenti per le scelte progettuali. Le due linee di modelli presentano<br />
sviluppi solo in parte similari:<br />
• i modelli a parametri distribuiti privilegiano la linearità <strong>delle</strong> relazioni (spostamenti, gradienti di<br />
spostamenti e di tensioni piccoli) e l’invarianza di struttura temporale; l’introduzione di scarti da<br />
linearità, elasticità, ecc. avviene per perturbazione locale <strong>delle</strong> traiettorie; l’introduzione di struttura<br />
temporale ricorre, spesso, a primi livelli di discretizzazione (con matrici di masse inerziali locali),<br />
in estensione ai modelli ad elementi finiti;<br />
• i modelli a parametri concentrati privilegiano le proprietà geometriche dei vincoli che guidano le<br />
mobilità (leggi cinematiche di figure rigide); l’introduzione di dissipazioni ed inerzie ha un primo<br />
livello con parametri proporzionali (a velocità relative ed accelerazioni di centri di massa) e livelli<br />
superiori (per introdurre: non-linearità, accoppiamenti, ecc.) ed eventuale inclusione di elementi<br />
elastici localizzati (fra corpi rigidi).<br />
Le vibrazioni nascono, se si hanno più accumuli d’energia e trasferimenti fra quelli d’energia<br />
cinetica e quelli d’energia potenziale. La descrizione con equazioni differenziali lineari conduce a<br />
individuare frequenze e modi propri cioè, rispettivamente, autovalori e autovettori di modelli, che<br />
hanno soluzioni (generali) in forma di serie armoniche. La linearità dei modelli è connessa al fatto<br />
che sono considerati, come variabili di riferimento, gli scostamenti da un comportamento nominale<br />
il quale compare quale dato caratterizzante la parametrizzazione. Quindi: - fissati i parametri, è<br />
lecito avvalersi del principio di sovrapposizione degli effetti per costruire la dinamica dei sistemi a<br />
fronte di classi congruenti di forzanti; - mutato il riferimento nominale, cambiano i parametri e, in<br />
conseguenza, frequenze e modi propri, con aggiornamento della dinamica localmente ricostruibile.<br />
Il comportamento <strong>dinamico</strong> degli organi <strong>delle</strong> macchine, in relazione a quanto richiamato, è un<br />
problema studiato nei due livelli: per il dimensionamento attivo e, rispettivamente, passivo. Anche<br />
l’equivalenza tecnica dei modelli richiede verifiche differenti: nel primo caso, i gradi di libertà sono<br />
A cura di R.C. Michelini, R.P. Razzoli – PMARlab - DIMEC<br />
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