07.06.2013 Views

2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...

2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...

2. Dimensionamento dinamico - Meccanica e costruzione delle ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

COSTRUZIONE DI MACCHINE II<br />

NOTE SU DIMENSIONAMENTO DINAMICO DI ORGANI MECCANICI<br />

III.4.<strong>2.</strong> Utilizzazione di metodi approssimati.<br />

Le procedure oggi più usate (con l’ausilio di calcolatori) fanno ricorso alla discretizzazione della<br />

struttura, quindi, risolvono numericamente sistemi alle differenze finite (spesso mediante elementi<br />

finiti). I risultati che si ottengono sono tanto più efficaci, quanto meglio la discretizzazione modella<br />

la dinamica corrente, in relazione non solo alla definizione locale <strong>delle</strong> forme, ma anche dei vincoli<br />

e <strong>delle</strong> condizioni di carico. Gli sviluppi non sono trattati in questo luogo. Le procedure numeriche<br />

per modelli quasi-continui sono integrate, o sostituite, da metodi approssimati, che hanno, tuttavia,<br />

evidenza fisica diretta.<br />

Una classe di procedure consiste nel rimpiazzare il continuo (con infiniti gradi di libertà) con un<br />

numero finito di masse inerziali, interconnesse da elementi locali deformabili. Lo schema ad inerzie<br />

e cedevolezze concentrate è impostabile mediante modelli matriciali, che evidenziano le sconnessioni<br />

fra i corpi inerziali in termini di caratteristiche iperstatiche di sollecitazione, la cui entità è calcolata<br />

imponendo la verifica di congruenza alle sconnessioni stesse. Nel modello multicorpo, i parametri<br />

inerziali m, Iij sono concentrati nel baricentro e la somma <strong>delle</strong> mobilità stabilisce i gradi di libertà.<br />

Se si può disporre dei coefficienti di influenza K-1 (o della matrice dinamica D [3.56]), si hanno dati<br />

sufficienti per descrivere la dinamica della struttura. Lo schema di calcolo è ibrido, poiché basato<br />

sulla deformabilità distribuita dei corpi per ricavare le cedevolezze, mentre i bilanci dinamici sono<br />

effettuati in punti (a più mobilità) concentrati. In genere, strutture a travi sono descritte da vettori;<br />

quelle ad involucro, da matrici a rete; per solidi qualsivoglia, lo schema ibrido è poco conveniente.<br />

Per analisi dirette, il criterio energetico è sempre approccio efficiente. In luogo della [3.57], si ha<br />

(la struttura a trave è analoga, salvo l’uso di integrazione semplice):<br />

EC= 1 2<br />

(u)<br />

2<br />

ω ∫∫ u µ dA , EP= 1<br />

(u)<br />

A<br />

2 ∫∫ u κ dA<br />

; rQ=( ) ( )<br />

A<br />

∫∫ u κ (u) dA u µ (u) dA<br />

A ∫∫ [3.62]<br />

A<br />

Per il calcolo della pulsazione fondamentale, basta ricercare il valore rQ minimo. Per: u = ϕhk (o ϕk),<br />

2<br />

2<br />

modo di vibrare dell’ordine indicato, rQ prende il valore: ω (o ω ); per ogni altra funzione u che<br />

soddisfa alle condizioni al contorno, u è una stima per eccesso <strong>delle</strong> pulsazioni proprie. E’ possibile<br />

impostare un algoritmo iterativo capace di convergere a stime migliori, con l’approssimazione<br />

desiderata.<br />

I modi di vibrare per una trave sono visualizzabili come sinussoidi; per una lastra, appaiono<br />

due famiglie di sinussoidi. Possono aversi modi trasversali, longitudinali, flessionali e torsionali e<br />

combinazioni fra di essi, che dipendono dalle condizioni al contorno. Sono di utili, a volte, i modi<br />

per strutture illimitate; nelle tabelle <strong>delle</strong> FIG. 17 e FIG. 18, sono date le velocità d’onda, che, appunto,<br />

corrispondono alla propagazione di onde elastiche quando gli effetti di contorno scompaiono.<br />

I risultati dei metodi approssimati forniscono spesso al progettista informazioni sufficienti. In<br />

effetti, i comportamenti vibratori sono ritenuti fenomeni non desiderati; poiché grandi ampiezze si<br />

hanno solo in vicinanza di risonanze dei primi modi di vibrare, occorre modificare la struttura per<br />

spostare le pulsazioni naturali, rispetto ai contenuti spettrali forzanti. Un aumento di rigidezza (ad<br />

esempio, inserendo sagomature o nervature) senza appesantimento fa innalzare la frequenza, con<br />

possibilità di portarsi oltre le bande d’attenzione. L’aumento <strong>delle</strong> masse a parità di cedevolezza<br />

ha effetto opposto. L’aumento di smorzamento induce limitati spostamenti <strong>delle</strong> risonanze (verso<br />

le basse frequenze); è, però, riferimento corrente per ridurre le conseguenze alle basse armoniche,<br />

se non si può impedire il ricoprimento con gli spettri forzanti. Questi provvedimenti sono fattibili<br />

a partire da valutazioni <strong>delle</strong> frequenze proprie quali quelle date dai metodi energetici con modelli<br />

aventi un numero di gradi di libertà ridotto.<br />

A cura di R.C. Michelini, R.P. Razzoli – PMARlab - DIMEC<br />

hk<br />

k<br />

22

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!