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Donne per l'Europa Atti delle prime tre Giornate per Ursula ... - AperTo

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<strong>Donne</strong> europee: pensare e vivere l’appartenenza<br />

all’Europa nel Novecento<br />

Luisa Passerini<br />

Università degli Studi di Torino<br />

Dato che la nostra prima giornata del ciclo dedicato a <strong>Ursula</strong> Hirschmann<br />

prende spunto dall’Anno Europeo <strong>delle</strong> Pari Opportunità, vorrei fare una<br />

premessa su questo tema. Se <strong>per</strong> Pari Opportunità si intendono quelle che<br />

riguardano non soltanto le donne, ma anche tutti coloro cui non sono<br />

riconosciuti oggi in Europa pari diritti, dai migranti agli omosessuali,<br />

diventa evidente il ruolo che le battaglie <strong>delle</strong> donne hanno avuto e avranno<br />

non solo <strong>per</strong> loro stesse, ma anche <strong>per</strong> molti altri. Per questo non considero<br />

le donne un soggetto privilegiato nel senso in cui si intendeva in passato la<br />

classe o<strong>per</strong>aia come soggetto principale del cambiamento sociale e politico,<br />

rispetto al quale tutti gli altri soggetti erano semplicemente degli alleati. Al<br />

contrario penso che le donne abbiano contribuito ad avviare un processo di<br />

rivendicazione dei diritti che aspira a un nuovo universalismo, non più<br />

quello astratto e formale che metteva tra parentesi il corpo, ma una<br />

potenziale universalità concreta che coniughi parità e differenza in quanto<br />

afferenti a soggetti incorporati (o corpi dotati di soggettività), e che le<br />

donne siano in prima linea – con altri – nelle battaglie <strong>per</strong> rivendicare i<br />

diritti intesi in tal modo.<br />

Tra questi, il diritto non solo ad avere una storia, ma anche a rivedere<br />

tutta la storia scritta finora. In tal senso mi sembra urgente il contributo che<br />

può dare una prospettiva europea negli studi <strong>delle</strong> donne e di genere. Con<br />

«prospettiva europea» non intendo necessariamente che chi fa storia <strong>delle</strong><br />

donne – chiunque sia, anche uomini – debba trattare dell’Europa, ma che<br />

debba tener conto di un orizzonte che oggi comprende problemi impellenti,<br />

come le migrazioni, i rapporti interculturali, il postcolonialismo: uno<br />

sguardo europeo si deve far carico del retaggio di divisioni ed esclusioni che<br />

l’Europa ha vissuto e imposto nei secoli scorsi. Per questo non si tratta<br />

soltanto di tenere in considerazione gli allargamenti dell’Unione ai nuovi<br />

membri provenienti dalle regioni centrali e orientali, ma anche di avere<br />

presente che l’Europa è più ampia dell’Unione Europea, e lo sarà sempre –

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