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Donne per l'Europa Atti delle prime tre Giornate per Ursula ... - AperTo

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<strong>Donne</strong> europee<br />

vendevano fino a centomila copie. Parlava, ol<strong>tre</strong> al rumeno, l’inglese, il<br />

francese, e il tedesco; dotata di vasta cultura, aveva una conoscenza<br />

profonda dei problemi internazionali europei. Viaggiò <strong>per</strong> tutta l’Europa,<br />

compresa la Russia, ma anche in Persia, Algeria, Egitto, Tripolitania e<br />

Turchia; considerava Costantinopoli la città <strong>delle</strong> sue radici. Fu amica di<br />

politici come Aristide Briand, che lei definiva il suo mentore, dal quale<br />

aveva imparato a «parlare europeo», ma anche di autori come Paul Claudel e<br />

Jean Cocteau, o Maynard Keynes.<br />

Tenne un salotto a Parigi, e nel suo palazzo di Mogosoëa, vicino a<br />

Bucharest, riceveva <strong>per</strong>sonaggi illustri di tutta Europa, tanto che si meritò il<br />

nome di «musa d’Europa». Diceva di se stessa, con un misto di orgoglio e<br />

umiltà: «sono l’ago attraverso cui passano i fili e le tendenze della nostra<br />

Europa smembrata <strong>per</strong> essere cuciti insieme in una collana». Nelle sue<br />

intenzioni, la sua ultima o<strong>per</strong>a, La Nymphe Europe, rimasta incompiuta,<br />

doveva contribuire contemporaneamente a unire i popoli disparati<br />

dell’Europa orientale e a trovar risposta alla domanda «chi sono io?»,<br />

esplorando le radici della sua famiglia che risalivano all’im<strong>per</strong>o bizantino.<br />

Morì prima di terminare l’o<strong>per</strong>a, che oggi ci appare ridondante, e non<br />

elegante e vivace come quella dei libri di narrativa e di viaggio. Bibesco<br />

spiegò nella premessa a La Nymphe Europe, che comincia con una citazione<br />

sul mito d’Europa, di usare il termine «ninfa» nel senso di una creatura che<br />

si stava trasformando, anche a costo di passare attraverso la morte<br />

apparente, tante volte quante fosse necessario. Nutriva la certezza che<br />

ricercare l’Europa smarrita e dis<strong>per</strong>sa volesse dire cercare se stessa, grazie<br />

alla sua identificazione con l’Europa stessa e alla funzione redentrice della<br />

storia.<br />

Ma un altro modo di essere l’ago che tentava di ricucire insieme<br />

l’Europa dis<strong>per</strong>sa, era la diplomazia segreta. Sappiamo che Marthe Bibesco<br />

fu incaricata di missioni diplomatiche di cui <strong>per</strong> ora si ignorano molti<br />

aspetti. Dal novembre 1942 il ministro degli esteri della Romania neutrale,<br />

Mihai Antonescu, aveva cercato di trattare con gli alleati <strong>per</strong> costituire un<br />

fronte di piccoli stati e staccare la sorte del suo paese dal terzo Reich,<br />

intavolando trattative con gli anglo-americani <strong>per</strong> una pace separata. Non<br />

riuscendo nei suoi intenti, chiese a Marthe Bibesco di aiutarlo, viste le sue<br />

conoscenze internazionali. Alla fine dell’estate 1943 lei partì <strong>per</strong> Ankara in<br />

missione segreta. Per quanto ci è dato sa<strong>per</strong>e, sembra che all’inizio del 1944

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