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364 Italian Bookshelf - Ibiblio

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“<strong>Italian</strong> <strong>Bookshelf</strong>” Annali d’ italianistica 24 (2006) 411<br />

diverso. La difficoltà di questa sezione del volume risiede in parte nella scarsa<br />

importanza data alla cultura religiosa all’interno della letteratura italiana barocca. Questo<br />

è giustificabile dato lo scopo della collana, ma è anche un retaggio negativo proprio di<br />

quella posizione denigratoria nei confronti del barocco che la studiosa desidera negare.<br />

Per questo la presenza della spiritualità cattolica è ridotta al minimo, come ad esempio le<br />

numerosissime vite di santi di cui si potrebbe dire di più e che in Lucrezia Marinella<br />

trovano un’autrice di grande efficacia. Basti leggere le sue biografie di Santa Caterina da<br />

Siena e di San Francesco, a cui dedica più di un testo sia in prosa che in poesia. Ma anche<br />

la numerosa produzione di testi spirituali e mistici dovrebbero essere considerati. Nella<br />

sezione “L’oratoria sacra e le Dicerie di Giambattista Marino” (74-76) non è menzionato<br />

nessuno dei numerosi oratori barocchi italiani ma si legge delle Dicerie di Marino che in<br />

realtà “non ambiscono ad una funzione liturgica” (75).<br />

Il capitolo migliore è quello dedicato alla poesia, un vero coacervo di tendenze e<br />

figure contrastanti (79-101). Le varie sezioni si occupano dello sperimentalismo di<br />

Chiabrera, di Marino e i suoi seguaci, l’epica secentesca e la nascita dell’Arcadia. Ottime<br />

le pagine sull’Adone (92-95). Utili per insegnanti e studenti poco familiari con aspetti<br />

meno conosciuti del barocco sono i capitoli sul teatro e la narrativa. Dopo aver introdotto<br />

il grande tema dello spettacolo barocco (104-05), incontriamo una sezione sul teatro dei<br />

gesuiti e la commedia dell’arte. Molto interessante è quindi la parte dedicata alla tragedia<br />

cristiana con speciale enfasi su Federico della Valle e Emanuele Tesauro, di cui si discute<br />

in dettaglio uno dei suoi capolavori, Ermenegildo (112). Ardissino ha saputo districarsi<br />

con grande destrezza nella selva della narrativa barocca. Dopo aver definito le differenze<br />

tra il concetto di romanzo rinascimentale e romanzo barocco, la studiosa sottolinea<br />

“l’ampio raggio di registri stilistici e tematici” presenti nei testi narrativi secenteschi, e<br />

conclude affermando che “il romanzo del Seicento è un genere composito, quasi una<br />

summa di generi letterari, in cui confluisce materiale di ogni tipo, nel generale dilatarsi e<br />

sfaldarsi delle strutture solide del poema epico e della novella” (121). In questo capitolo<br />

assai interessante leggiamo una sezione sul “romanzo erotico-avventuroso” della prima<br />

metà dei secolo (122-23), sul “romanzo dell’interiorità” (124-25) di cui si cita tra l’altro<br />

la Maria Maddalena, convertita e penitente del 1636. Successive sezioni sono dedicate al<br />

“romanzo storico-politico” (125-26), al “romanzo di costume” del secondo Seicento<br />

(126-27) e alla novella (127-28). L’ultimo capitolo del volume studia la letteratura<br />

dialettale, di cui si va ben oltre Basile e Lo cunto de li cunti.<br />

Il manuale di Erminia Ardissino dovrebbe essere preso seriamente in considerazione<br />

dai colleghi delle università americane come possibile sostituzione di altri manuali.<br />

Ardissino offre uno sguardo d’insieme al contempo dettagliato e sintetico, nuovo e<br />

chiaramente scritto.<br />

Armando Maggi, University of Chicago<br />

Vernon Hyde Minor. The Death of the Baroque and the Rhetoric of Good Taste.<br />

Cambridge: Cambridge UP. Pp. 206.<br />

Il volume dello storico dell’arte e docente di estetica,Vernon Hyde Minor, presso<br />

l’università del Colorado di Boulder, non disattende le aspettative del lettore il quale,<br />

trovandosi di fronte al labirintico mondo del Barocco, viene preso per mano dall’autore e<br />

guidato nei recessi più oscuri e affascinanti dell’arte del Seicento. Un periplo tortuoso che<br />

trova un porto sicuro nel regno utopico dell’Arcadia e che, come ci avverte Minor sin dal

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