Flamma fumo est proxima (Dove c'è fumo c'è fiamma ... - Cineas
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9.1.2.Umidità<br />
In generale, ma non per tutte le polveri, la presenza di umidità tende a diminuire<br />
l'esplodibilità. Infatti, all'aumentare dell'umidità le particelle di polvere diventano più<br />
coesive e producono agglomerati che sono più difficili da disperdere e quindi più<br />
difficili da accendere. Inoltre, parte del calore di combustione è consumato per<br />
vaporizzare l'umidità. Un aumento nella percentuale d'umidità provoca un<br />
aumento della temperatura di accensione, dell'energia di accensione e della<br />
concentrazione minima esplodibile.<br />
10. In<strong>fiamma</strong>bilità di solidi<br />
Anche se sono spesso coinvolti gas e liquidi, la maggior parte degli incendi<br />
riguarda sostanze combustibili solide, naturali, sintetiche o semi-sintetiche. Come<br />
già anticipato, la combustione di solidi e liquidi richiede la loro iniziale conversione<br />
nello stato gassoso. Per i liquidi qu<strong>est</strong>o avviene attraverso l’evaporazione; i solidi,<br />
a meno che non sublimino, devono invece subire una decomposizione chimica<br />
(pirolisi) per produrre componenti volatili a basso peso molecolare che possono<br />
passare in fase gassosa.<br />
Con i solidi, generalmente, si hanno due tipi di combustione: con <strong>fiamma</strong> o con<br />
braci (smouldering, glowing). La combustione con <strong>fiamma</strong> è quella più comune,<br />
soprattutto nei primi stadi dell’incendio, ed è dovuta alla formazione di gas di<br />
decomposizione. Verso la fine dell’incendio prevale la combustione a brace che è<br />
caratterizzata da temperature, sulla superficie del materiale, relativamente alte.<br />
La combustione a brace può essere alimentata anche in un’atmosfera sotto<br />
ossigenata (16 % di ossigeno). In qu<strong>est</strong>i casi, se si soffia dell’aria su una brace, la<br />
debole <strong>fiamma</strong> bluastra che si origina è comunemente attribuibile alla<br />
combustione dell’ossido di carbonio ad anidride carbonica.<br />
10.1. Carico di incendio (Fire Load)<br />
Il carico d’incendio è definito come il potenziale termico della totalità dei materiali<br />
combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i riv<strong>est</strong>imenti dei muri, delle<br />
pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso in kg<br />
di legno equivalente (potere calorifico inferiore 4.400 kcal/kg).<br />
L’equazione è la seguente:<br />
dove gi<br />
q = Σ (gi x Hi)/4.400 x A<br />
= quantità in Kg del generico combustibile i<br />
Hi = potere calorifico in Kcal/Kg del generico combustibile i<br />
4.400 = potere calorifico in Kcal/Kg del legno<br />
A = superficie in pianta del locale (m 2 )<br />
Serve soprattutto ai progettisti per verificare se le strutture degli edifici civili sono in<br />
grado di sopportare l’incendio generato dai prodotti e dalle sostanze combustibili<br />
presenti nell’ambiente (Tabella 10).