Flamma fumo est proxima (Dove c'è fumo c'è fiamma ... - Cineas
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Fig. 2 – Influenza della temperatura sui limiti d’in<strong>fiamma</strong>bilità dell’etilene<br />
Anche la pressione influenza la velocità di reazione, la velocità di propagazione<br />
della <strong>fiamma</strong> e i limiti d’in<strong>fiamma</strong>bilità. In generale pressioni più alte tendono ad<br />
allargare l'intervallo d’in<strong>fiamma</strong>bilità, pressioni più basse a r<strong>est</strong>ringerlo. Con la<br />
riduzione della pressione, i limiti d’in<strong>fiamma</strong>bilità si avvicinano tra loro: a livelli di<br />
pressione molto bassi la propagazione della <strong>fiamma</strong> può essere talmente<br />
ostacolata che la miscela diventa non esplosiva. Aumentando la pressione,<br />
invece, l'intervallo d’in<strong>fiamma</strong>bilità si <strong>est</strong>ende, soprattutto come conseguenza<br />
dell'innalzamento del limite superiore.<br />
Nella Fig. 3 sono riportati i limiti d’in<strong>fiamma</strong>bilità dell'etilene in aria, a diverse<br />
pressioni e a temperatura ambiente.<br />
Fig. 3 – Influenza della pressione sui limiti di in<strong>fiamma</strong>bilità dell’etilene<br />
L'intervallo d’in<strong>fiamma</strong>bilità di un gas o di un vapore con l'aria è sempre meno<br />
<strong>est</strong>eso di quello dello stesso combustibile con l'ossigeno; l'azoto presente nell'aria<br />
e che non reagisce chimicamente nella combustione è, come ormai sappiamo, da<br />
considerare un diluente che diminuisce l'in<strong>fiamma</strong>bilità. La presenza di gas inerti<br />
(N2, CO2, ecc.) abbassa notevolmente il limite superiore d’in<strong>fiamma</strong>bilità del