Un caso clinico di anoressia mentale Dinamica mentale e analogie ...
Un caso clinico di anoressia mentale Dinamica mentale e analogie ...
Un caso clinico di anoressia mentale Dinamica mentale e analogie ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Un</strong> <strong>caso</strong> <strong>clinico</strong> <strong>di</strong> <strong>anoressia</strong> <strong>mentale</strong><br />
<strong>Dinamica</strong> <strong>mentale</strong> e <strong>analogie</strong> con il veleno <strong>di</strong> Lachesis Trigonocephalus<br />
Fernando Piterà<br />
Me<strong>di</strong>co Chirurgo - Dott. in Scienze Biologiche h.c. - Docente in Omeopatia e Bioterapie<br />
Nella cura <strong>di</strong> un paziente, l’attenzione e l’indagine del me<strong>di</strong>co omeopata è rivolta a tutta la persona da guarire e non solo alla<br />
malattia o all’organo malato, in quanto per in<strong>di</strong>viduare il rime<strong>di</strong>o più idoneo è necessaria un’accurata ed approfon<strong>di</strong>ta<br />
valutazione delle modalità <strong>di</strong> reazione, sia fisiche che mentali dell’in<strong>di</strong>viduo. Ciò che <strong>di</strong>fferenzia l’Omeopatia dalla Me<strong>di</strong>cina<br />
convenzionale è l’uso <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> <strong>di</strong>luiti e <strong>di</strong>namizzati, cioè <strong>di</strong> sostanze, tra cui minerali, vegetali e veleni animali, che esercitano<br />
la loro azione terapeutica curando i sintomi che essi stessi provocano quando sono somministrati a dosi più elevate in soggetti<br />
sani. In Omeopatia la conoscenza del rime<strong>di</strong>o da somministrare non può pertanto essere <strong>di</strong>sgiunta dalla conoscenza globale<br />
dell’in<strong>di</strong>viduo al quale il rime<strong>di</strong>o verrà somministrato. Entrambi, rime<strong>di</strong>o e paziente, sono legati da uno stretto rapporto <strong>di</strong><br />
necessità biologica, sindromica ed analogica. In altri termini, in omeopatia la conoscenza del farmaco <strong>di</strong>venta inevitabilmente e<br />
simultaneamente conoscenza dell’uomo. In questo <strong>caso</strong> l’Autore descrive la storia clinica <strong>di</strong> una donna che preferirebbe<br />
lasciarsi morire <strong>di</strong> fame piuttosto che vivere una situazione conflittuale. L’insaziabile ricerca <strong>di</strong> affetto, il bisogno <strong>di</strong> protezione<br />
e d’amore, la paura dell’abbandono e la gelosia sono le tematiche principali in cui versa la paziente. Per guarirla, il me<strong>di</strong>co<br />
utilizza un veleno ofi<strong>di</strong>co in cui tali tematiche sono racchiuse ed espresse me<strong>di</strong>ante la legge speri<strong>mentale</strong> del " Simile".<br />
IL CASO<br />
Luisa si presenta alla prima osservazione per una forma <strong>di</strong> <strong>anoressia</strong> <strong>mentale</strong> e amenorrea. La prima volta giunge in stu<strong>di</strong>o<br />
accompagnata dal marito. Ha 29 anni e pesa solo 38 Kg, mentre la sua statura è <strong>di</strong> m. 1,62. Ha i capelli bion<strong>di</strong> e lunghi, il viso<br />
è molto pallido, dai tratti delicati e sofferenti, le labbra sono anch’esse pallide con una sfumatura bluastra. Gli occhi febbrili e<br />
penetranti sono mobili, furtivi e sospettosi. L’atteggiamento <strong>di</strong> Luisa è apparentemente malinconico, l’esilità della sua figura<br />
dovuta alla magrezza eccessiva, lasciano trasparire una certa dose <strong>di</strong> aggressività trattenuta. L’incedere è dalle movenze ora<br />
lente ora a scatti, i gesti talvolta sembrano stu<strong>di</strong>ati, teatrali. Il seno è quasi assente, l’addome è scavato "a barca", le arcate<br />
costali e le ossa del bacino sono molto prominenti. Luisa è figlia unica. Ricorda il menarca a 12 anni, seguito da mestruazioni<br />
regolari per un certo tempo. Poi i primi <strong>di</strong>giuni, il <strong>di</strong>magramento e le irregolarità mestruali. Durante il primo colloquio emerge<br />
subito un profondo senso <strong>di</strong> risentimento contro il marito perché la donna è profondamente convinta che il coniuge l’abbia<br />
tra<strong>di</strong>ta. Il sospetto iniziale che si complotti contro <strong>di</strong> lei, ha ceduto il posto ad una ferma convinzione che il marito abbia una<br />
relazione con la sua migliore amica. La coppia è in effetti sull’orlo della separazione legale: "Se non ci fosse Matteo, mio<br />
figlio, a quest’ora sarei già separata. Comunque ho già fissato un appuntamento con l’avvocato, non posso continuare ad<br />
andare sempre dai me<strong>di</strong>ci." Nel passato la paziente era già stata sottoposta a varie visite da parte <strong>di</strong> colleghi specialisti:<br />
internista, ginecologo, neurologo, endocrinologo. Era stata sottoposta ad esami clinici, ematochimici, a ra<strong>di</strong>ografie, ed infine,<br />
qualche tempo fa, ad un ricovero ospedaliero durante il quale, me<strong>di</strong>ante terapie parenterali, anabolizzanti, neurolettici e<br />
vitaminici aveva ottenuto un momentaneo miglioramento delle sue con<strong>di</strong>zioni fisiche e mentali. Quel ricovero aveva<br />
soprattutto tranquillizzato Luisa circa le sue paure <strong>di</strong> aver qualche "brutto male". Infatti Luisa ha paura della morte e teme <strong>di</strong><br />
avere una brutta malattia ai polmoni o al cuore. Soffre d’insonnia e da circa 7 anni il suo peso è quasi sempre lo stesso<br />
oscillando tra i 38 e i 41 Kg. Per un certo periodo ha praticato anche sedute psicoanalitiche che ha però interrotto perché:<br />
"quando ho capito che cominciavo a <strong>di</strong>pendere dal dottore ho smesso <strong>di</strong> andarci, io non voglio <strong>di</strong>pendere da nessuno". Per<br />
contro Luisa è superstiziosa e si reca spesso dalla cartomante per sapere se il marito continua a tra<strong>di</strong>rla (l’idea che possa essersi<br />
sbagliata neppure la sfiora) o per chiedere parere sul proprio stato <strong>di</strong> salute e sul futuro.<br />
IL DELIRIO DELLA PAROLA<br />
Ma ciò che mi lascia senza parole è la sua loquacità. Luisa parla velocemente, è un’infrenabile cascata <strong>di</strong> parole. Il fatto che io<br />
non riesca a porre neppure qualche domanda ha poca importanza: è già molto se a stento riesco ad interromperla su argomenti<br />
<strong>di</strong> poco conto sui quali si <strong>di</strong>lunga volentieri. Salta da un <strong>di</strong>scorso all’altro con facilità estrema cercando una fraseologia<br />
eloquente; sul finire <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso passa ad un altro guidata da assonanze analogiche che la conducono a parlare <strong>di</strong> un<br />
argomento del tutto lontano da quello che aveva appena cominciato. Spesso si tocca il labbro superiore con la punta della<br />
lingua. Descrivendo i suoi genitori: "Mio padre è un autoritario, ha sempre ragione lui, mia madre remissiva con lui, invadente<br />
con me, apprensiva all’eccesso, negativa per l’educazione che mi ha inculcato, perché educare un figlio significa prepararlo ad<br />
affrontare la vita. Mia madre, invece, non ha fatto altro che nascondermi tutto ciò che nella vita secondo lei rappresentava<br />
insi<strong>di</strong>a. Mio padre, invece, un prepotente: l’una succube e ossessionante, l’altro prepotente e <strong>di</strong>ttatore. Per mio padre sono<br />
sempre stata un problema sin da bambina. Quando la sera tornava a casa, mia madre mi mandava subito a dormire, mentre mio<br />
padre voleva che stessi con lui a parlare, ma mia madre voleva che tacessi per timore <strong>di</strong> accendere <strong>di</strong>scussioni che finivano poi<br />
sempre in arrabbiature e scenate melodrammatiche. Era proprio un tormento perché dovevo stare attenta a come parlavo e a<br />
cosa <strong>di</strong>cevo. Ogni più piccola cosa era motivo <strong>di</strong> correzione o <strong>di</strong>scussione e per evitare ciò spesso andavo a casa delle mie zie<br />
dove riuscivo a mangiare con più appetito. Sono sempre stata male con loro; mio padre pretendeva che facessi sempre il<br />
meglio, ma ogni cosa che intraprendevo era sempre vista in modo negativo. Se facevo un lavoro all’unicinetto me lo prendeva<br />
e <strong>di</strong>ceva: "Ve<strong>di</strong>amo dove hai sbagliato." Trovava <strong>di</strong>fetti dappertutto, anche su <strong>di</strong> me. A volte mi osservava e mi scrutava come<br />
se avesse dovuto trovarmi qualche imperfezione che andava corretta, qualche <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> cui non avrebbe potuto andare fiero.<br />
Ancora oggi, quando mio padre viene a trovarmi cambio improvvisamente umore. Se passa a salutarci e stiamo pranzando,<br />
smetto subito <strong>di</strong> mangiare, mi sento a <strong>di</strong>sagio".
IL CIBO E L’AFFETTO<br />
Luisa ricorda che da bambina se non le piaceva qualcosa era obbligata a stare davanti al suo piatto anche sino alle tre del<br />
pomeriggio finché non avesse finito <strong>di</strong> mangiare tutto. "Se non mi piacevano i fagioli, il giorno dopo mio padre faceva<br />
cucinare dalla mamma solo fagioli. Non mi piacevano le bietole? Ogni giorno per una settimana erano bietole sia a pranzo che<br />
a cena e dovevo stare col piatto sotto il naso finché non avessi finito tutto. Era questa prepotenza che mi faceva o<strong>di</strong>are il cibo.<br />
Quando invece andavo dalle zie avevo più appetito e mangiavo con più regolarità. Ancora adesso se mio padre mi osserva<br />
mentre mangio mi innervosisco e smetto, mi sembra <strong>di</strong> tornare in<strong>di</strong>etro nel tempo. Per mio padre a mezzogiorno in punto<br />
doveva essere tutto pronto ed apparecchiato e dopo un quarto d’ora era già tutto sparecchiato, tranne il mio piatto che a volte<br />
restata lì sul tavolo nudo a farmi compagnia sino al pomeriggio, sino a che non fosse stato vuoto". In quel periodo Luisa<br />
manifestava un netto rifiuto per la carne che gettava sotto il tavolo; in seguito dovette escogitare qualcos’altro, la teneva in<br />
bocca e andava a sputarla nel water. Per un lungo periodo riusciva a mangiare solo latte e qualche biscotto, ma poi le venne la<br />
paura <strong>di</strong> ingrassare. Ricorda le continue liti tra i genitori e gli svenimenti a cui andava soggetta. "Loro due sempre a litigare ed<br />
io sempre in <strong>di</strong>sparte, allora andavo dalle mie zie che mi coccolavano, mi davano tutto quello che volevo, con loro mi<br />
rasserenavo solo a sentirle parlare del più e del meno, le aiutavo a rior<strong>di</strong>nare le cose <strong>di</strong> casa, i cassetti, e mangiavo con più<br />
appetito".<br />
LA CULLA PER LA BAMBOLA<br />
LE PRIME MESTRUAZIONI<br />
Riguardo al menarca Luisa racconta: "<strong>Un</strong>a cosa che non <strong>di</strong>menticherò mai era la culla per la bambola che io stessa avevo<br />
costruito con legno, cartone, colla, chio<strong>di</strong>ni e nastri. Era una culla a cui tenevo molto anche se era quasi sempre vuota perché le<br />
bambole dovevano servire da soprammobile. A 12 anni quando <strong>di</strong>ventai signorina, mio padre decise che con le bambole era<br />
ora <strong>di</strong> finirla e mi <strong>di</strong>strusse la culla. Era questo il metro <strong>di</strong> sensibilità paterna. <strong>Un</strong>a volta avevo indossato un paio <strong>di</strong> pantaloni e<br />
poichè i vicini <strong>di</strong> casa, amici dei miei genitori, mi avevano fatto dei complimenti, mio padre andò su tutte le furie, me li fece<br />
strappare e da quel giorno non ho più indossato pantaloni. Non ho mai sentito <strong>di</strong>re a mia madre "mettiti quel vestito", oppure<br />
"come stai bene con questo abito". Mio padre mi avrebbe voluto bella, ben fatta, intelligente e una volta mi venne da sbottare:<br />
"ma da te cosa volevi che ne uscisse?". Nei successivi colloqui Luisa mi racconta della sua vita matrimoniale: prima del<br />
matrimonio aveva avuto una storia senti<strong>mentale</strong>. Ricorda che durante una festa da ballo si era azzuffata con una sua amica<br />
perché questa aveva fatto gli occhi dolci al suo ragazzo. Da allora il suo atteggiamento è rimasto competitivo, ancora oggi<br />
crede <strong>di</strong> avere una rivale.<br />
A questo punto della storia clinica ci sono dati sufficienti per capire qualcosa <strong>di</strong> più della <strong>di</strong>namica <strong>mentale</strong> della paziente, ma<br />
ci sono ancora elementi interessanti da verificare. Luisa si sposa a 23 anni: "con mio marito ho finalmente cominciato a<br />
respirare, a cibarmi a tavola come una persona normale, a provare il gusto per ciò che mangiavo. Ma se mio padre era un<br />
iperpossessivo, mio marito si rivelò quasi un menefreghista. Parla poco o niente, a volte penso che sia anche un po'<br />
superficiale. Dopo due anni <strong>di</strong> matrimonio il nostro <strong>di</strong>alogo era quasi monosillabico; quando ritorna a casa si mette davanti al<br />
televisore. Se parlo sembra faccia finta <strong>di</strong> ascoltarmi mentre con lo sguardo continua a seguire le trasmissioni televisive". Così<br />
Luisa comincia ad essere delusa del matrimonio pur confessando <strong>di</strong> amare molto suo marito. Affettuosa, espansiva, dolce e<br />
amante della compagnia, comincia a <strong>di</strong>ventare ironica, sospettosa e taciturna. Durante la gravidanza Luisa raggiunge i 55 Kg,<br />
ma alla nascita del figlio Matteo comincerà a perdere nuovamente peso sino a raggiungere 38 Kg. Nonostante ciò è sempre<br />
iperattiva nel lavoro domestico, pulisce e rior<strong>di</strong>na continuamente la casa. Il marito la definisce parsimoniosa, risparmiatrice,<br />
meticolosa e perfezionista, maniaca dell’or<strong>di</strong>ne, ad<strong>di</strong>rittura esagerata. Ma ad un certo punto qualcosa improvvisamente cambia:<br />
"Io, mio marito e sua madre, io ero la rivale; mia suocera come rivale e una nostra amica come continua minaccia. Ho covato<br />
rancore per anni, poi tutto è scoppiato come una malattia infettiva che è stata a lungo in incubazione". E’ questo il racconto <strong>di</strong><br />
Luisa da cui emerge anche l’intensità della sua pulsione aggressiva, in un misto <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o e vendetta per una vita non vissuta, il<br />
risultato <strong>di</strong> una somma <strong>di</strong> sofferenza, paura, o<strong>di</strong>o, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> amore, esperienze dolorose o <strong>di</strong> pericolo che non è riuscita ad<br />
integrare nella vita affettiva.<br />
Possiamo capire che Luisa da <strong>di</strong>ffidente e sospettosa è ora fermamente convinta <strong>di</strong> essere tra<strong>di</strong>ta. La gelosia cede a fasi <strong>di</strong> tipo<br />
delirio persecutorio, <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazione, <strong>di</strong> interpretazione. Nei suoi sogni compare il viso dell’amica che ride sguaiatamente:<br />
"La o<strong>di</strong>o, a volte vorrei che morisse". Si risveglia al mattino triste e piena <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o per il marito e l’amica, rimprovera i genitori<br />
che non hanno saputo prepararla ad affrontare certe situazioni della vita. Ama ancora suo marito, teme <strong>di</strong> perderlo, lo o<strong>di</strong>a,<br />
vuole lasciarlo per quello che le ha fatto ma non trova il coraggio. La ragione è offuscata dalla <strong>di</strong>sperazione, l’obiettività cede<br />
il posto alla superstizione: la cartomante è l’unica che può rassicurarla in un modo o nell’altro, ma queste certezze non bastano<br />
a placare la sua ansia psorica, si vede in balia <strong>di</strong> un destino avverso che non può essere cambiato, sottomessa ad un<br />
incantesimo che non può essere spezzato. Così Luisa sceglie la regressione: da iperattiva nonostante lo stato <strong>di</strong> emaciazione,<br />
<strong>di</strong>venta indolente, triste, taciturna, non mangia più, in preda ad un profondo abbattimento morale, piena <strong>di</strong> apprensione,<br />
inquieta si abbandona al suo dolore, si sente perseguitata, esclusa, tra<strong>di</strong>ta e abbandonata da chi ama. Le mestruazioni<br />
scompaiono e con esse la libido.<br />
I rapporti sessuali con suo marito sono rari e motivati solo da una passiva <strong>di</strong>sponibilità perché sente ancora <strong>di</strong> amarlo "anche se<br />
non è più come prima". Da questo momento tutti i tentativi per convincerla a nutrirsi falliscono. Le premure dei genitori che<br />
preoccupatissimi ritornano in scena per indurla ad alimentarsi, non fanno altro che aggravare la situazione rendendo Luisa<br />
ancora più irritabile, <strong>di</strong>ffidente e scontrosa. Gli unici pasti <strong>di</strong> cui si preoccupa sono quelli del figlio. Il marito <strong>di</strong>ce che non la<br />
vede mai mangiare: "Non so come faccia ad occuparsi ancora della casa: io a quest’ora sarei già morto". Tutti i farmaci che le<br />
vengono prescritti sono rifiutati, non vuole prendere me<strong>di</strong>cine perchè teme <strong>di</strong> essere avvelenata, tranne un tranquillante che<br />
assume la sera per dormire.
LA PAURA E L’ABBANDONO<br />
Ed ecco Luisa pesare solo 38 Kg. La loquacità <strong>di</strong> sempre ha ceduto il posto al silenzio. Il suo atteggiamento, le sue angosce<br />
tra<strong>di</strong>scono la paura più grande <strong>di</strong> Luisa: la paura dell’abbandono. Altre paure sono la paura <strong>di</strong> morire, si sente soffocare, non<br />
sale in ascensore per paura <strong>di</strong> rimanervi chiusa, ha palpitazioni, o<strong>di</strong>a le gallerie, è freddolosa ma non tollera gli ambienti chiusi<br />
e cal<strong>di</strong>, non tollera <strong>di</strong> essere toccata o avvicinata, insofferente, nervosa, depressa, non tollera gli abiti stretti, anche un maglione<br />
a collo alto o il minimo contatto fisico le risulta insopportabile, come ad esprimere che questo, in quanto rievocatore <strong>di</strong><br />
sentimenti ed emozioni, possa determinare il peggioramento delle proprie tendenze represse. Riguardo il cibo, il<br />
comportamento <strong>di</strong> Luisa sembra quello <strong>di</strong> una bambina imbronciata e in<strong>di</strong>spettita che rifiuta <strong>di</strong> nutrirsi per obbligare i genitori<br />
ed il marito a prestarle più attenzioni del solito, quelle attenzioni che non le avevano mai concesso nell’infanzia e per provare<br />
piacere nel vederli preoccupati a causa del suo stato <strong>di</strong> salute.<br />
Luisa vuole ricevere adesso tutto l’amore che i genitori non le hanno mai dato e quello del marito che crede <strong>di</strong> perdere<br />
definitivamente. Il rifiuto del cibo non solo la riporta in<strong>di</strong>etro nel tempo, ma le serve da autopunizione per l’inconfessato<br />
desiderio <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o per il padre e <strong>di</strong>sprezzo per la madre. Inoltre, così facendo, crea <strong>di</strong>sperazione nei genitori per ven<strong>di</strong>carsi del<br />
fatto che era sempre stata esclusa dalle loro attenzioni, sempre attenti a bisticciare tra loro. L’amarezza repressa nei riguar<strong>di</strong><br />
della madre che reputa succube e inetta <strong>di</strong> fronte al padre autoritario, aggrava questo senso <strong>di</strong> colpa che è proiettato sulla<br />
funzione <strong>di</strong> nutrizione conseguentemente inibita. Il sospetto, infine, <strong>di</strong> essere stata anche tra<strong>di</strong>ta dal marito ha scatenato tutta la<br />
sintomatologia facendola regre<strong>di</strong>re al quadro <strong>di</strong> <strong>anoressia</strong> <strong>mentale</strong> dell’età puberale.<br />
Luisa è come se stesse <strong>di</strong>cendo: "Se mi lasci anche tu, mi lascio morire <strong>di</strong> fame". E’ questo il tentativo infruttuoso <strong>di</strong> Luisa per<br />
evitare l’angoscia della lotta: abbandonarsi al proprio destino che crede fatale (in Omeopatia considerato come atteggiamento<br />
miasmatico-sifilitico <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>struzione) dopo la precedente fase <strong>di</strong> supercompensazione, creandosi una propria realtà<br />
egocentrica (atteggiamento sicotico). Ma ad <strong>di</strong> là <strong>di</strong> queste due modalità reattive, ciò che resta profondamente immo<strong>di</strong>ficato è<br />
il nucleo psorico <strong>di</strong> Luisa con il persistere del sintomo fonda<strong>mentale</strong> più profondo e inconfessato: la paura dell’abbandono.<br />
Il senso dell’abbandono è sempre presente, seppur nascosto e supercompensato nella fase sicotica dove Luisa è esaltata,<br />
esuberante, eccitata, instancabile, vivace, ingegnosa, estremamente loquace e comunicativa, cioè quando Luisa parla in<br />
continuazione senza un attimo <strong>di</strong> sosta passando da un argomento all’altro, quando è orgogliosa, egocentrica, ironica e<br />
<strong>di</strong>sprezzante nei confronti degli altri, quando non tollera <strong>di</strong> essere contraddetta, quando desidera parlare <strong>di</strong> sé stessa e <strong>di</strong> essere<br />
ascoltata circa i suoi problemi. Ma il tentativo sicotico non sempre è fruttuoso: ecco allora che l’ansia, l’insicurezza, la paura<br />
dell’abbandono, nucleo principale <strong>di</strong> Luisa, riappaiono come a ricordare che l’ansia psorica è l’unica e profonda malattia,<br />
mentre la sicosi e la sifilide, ovvero la lotta o la fuga, sono solo due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> recitare un unico dramma. Fallito il tentativo<br />
sicotico, infatti, la paziente non ha che da scegliere l’altra <strong>di</strong>fesa erronea: la fase sifilitica. In questo tentativo <strong>di</strong>venta<br />
sfiduciata, triste, taciturna e infelice. Angosciata respinge la compagnia, si isola, rifiuta il cibo. Piena <strong>di</strong> rancore <strong>di</strong>venta<br />
attaccabrighe e <strong>di</strong>struttiva se contraddetta, tutto le appare inutile, senza senso, è stanca della vita, vorrebbe lasciarsi morire.<br />
Vede tutto nella luce peggiore, si crede al centro <strong>di</strong> una congiura ar<strong>di</strong>ta alle sue spalle, si sente <strong>di</strong>sprezzata da chi ama, <strong>di</strong>venta<br />
fatalista con la profonda convinzione <strong>di</strong> essere succube <strong>di</strong> un destino avverso e implacabile; allora cerca <strong>di</strong> placare questa sua<br />
ansia incontenibile con l’irrazionale certezza della cartomanzia e della superstizione, nel tentativo <strong>di</strong>sperato <strong>di</strong> rompere questo<br />
brutto incantesimo. Gelosia, arroganza, malizia, mal<strong>di</strong>cenza e rancore sono atteggiamenti che emergono dall’osservazione del<br />
suo comportamento e ci mostrano le modalità dei meccanismi della sua sicosi con cui cerca, seppur in modo erroneo, <strong>di</strong><br />
alleviare, ipertrofizzandosi, la sensazione psorica <strong>di</strong> essere sola e in<strong>di</strong>fesa. Tristezza, abbandono, misantropia <strong>di</strong>ventano i suoi<br />
mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> reagire al fallimento della sicosi come tentativo <strong>di</strong> calmare l’ansia e l’angoscia psorica <strong>di</strong> Luisa: l’insaziabile ricerca <strong>di</strong><br />
amore e protezione, la particolare sensibilità all’abbandono e alle rotture affettive, sebbene tutti, genitori e marito, le abbiano<br />
sempre <strong>di</strong>mostrato che abbandono e rottura non erano reali. In effetti il marito, che in un colloquio separato mi ha assicurato <strong>di</strong><br />
non aver tra<strong>di</strong>to sua moglie e quanto meno lo avrebbe mai fatto con l’amica <strong>di</strong> sua moglie, non riesce nemmeno a spiegarsi<br />
come <strong>di</strong> punto in bianco possa essersi creata tale fantasia.<br />
LACHESIS TRIGONOCEPHALUS<br />
CENNI DI STORIA NATURALE<br />
Lachesis trigonocephalus L. (Lachesis muta L.) del quale utilizziamo il veleno in Omeopatia, non solo è il più imponente<br />
rappresentante dei serpenti velenosi sudamericani, ma è annoverato tra i più gran<strong>di</strong> Ofi<strong>di</strong> velenosi <strong>di</strong> tutto il mondo. Poderoso<br />
serpente dal morso mortale, Lachesis appartiene alla famiglia dei Crotali<strong>di</strong> e vive nei boschi dell’America centrale e<br />
meri<strong>di</strong>onale, nel Panama, in parte della Costarica e nella piccola isola <strong>di</strong> Trinidad. In Brasile il serpente è noto come<br />
"Surucucù", "Surukuke", "Churukuku", o "Mapepire"; conosciuto anche col nome <strong>di</strong> Crotalo muto, Crotalo nero o Terrore dei<br />
boschi. Il nome "Lachesis" assegnatogli dagli erpetologi deriva dalla mitologia ed è il nome <strong>di</strong> una delle tre Parche, la figlia<br />
della Notte, colei che poneva sul fuso il filo da cui <strong>di</strong>pendeva la sorte degli umani e la durata della loro vita; "muta" perchè la<br />
coda <strong>di</strong> questo rettile, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri crotali manca del caratteristico sonaglio. I serpenti che appartengono a questo genere<br />
sono da annoverarsi tra i più temibili e velenosi, capaci <strong>di</strong> dare la morte ad un uomo in brevissimo tempo. Cacciatori spietati,<br />
essi rappresentano i giganti della famiglia dei Crotali<strong>di</strong>, raggiungendo talvolta quasi i 4 metri <strong>di</strong> lunghezza (m. 3,60), con una<br />
lunghezza me<strong>di</strong>a che si aggira intorno a 2,5 metri. Per quanto riguarda l’apparato velenifero, nei Lachesis il frazionamento<br />
delle placche cefaliche ha consentito loro un maggiore sviluppo dell’apparato stesso. Questo grosso rettile si <strong>di</strong>stingue per la<br />
sua grande testa appiattita, triangolare, cuoriforme, perfettamente <strong>di</strong>stinta dal collo. La sua bocca è armata da grosse ghiandole<br />
velenifere e <strong>di</strong> due zanne velenifere ricurve, <strong>di</strong> eccezzionale lunghezza, che se misurate lungo la curva, superano facilmente i 5<br />
cm. e sono azionate da potenti muscoli. Nessun altro crotalide o viperide è armato <strong>di</strong> denti tanto gran<strong>di</strong>. <strong>Un</strong> morso <strong>di</strong> questo<br />
serpente è paragonabile ad una duplice iniezione endomuscolare profonda capace <strong>di</strong> inoculare una quantità relativamente<br />
grande <strong>di</strong> veleno. Ciò fa sì che il morso del Surucucù sia quasi sempre mortale. <strong>Un</strong>ico fra tutti i crotali<strong>di</strong>, il Terrore dei boschi,<br />
invece <strong>di</strong> partorire figli vivi come gli altri Crotali<strong>di</strong>, si riproduce a mezzo <strong>di</strong> uova che le femmine depongono in numero <strong>di</strong>
circa do<strong>di</strong>ci per ogni parto. Le madri sorvegliano attentamente il nido e <strong>di</strong>fendono le uova dagli animali che intendono<br />
cibarsene. Questo temibile serpente pre<strong>di</strong>lige vivere in prossimità dei luoghi d’acqua delle umide zone boscose, nella cui folta<br />
vegetazione ama nascondersi, attendendo le ore propizie per portare la caccia a piccoli mammiferi, in particolare ro<strong>di</strong>tori, <strong>di</strong><br />
cui si nutre. In genere il Crotalo muto inizia la sua attività al tramonto, scivolando lento, silenzioso e pressochè invisibile sul<br />
denso strato vegetale del sottobosco. <strong>Un</strong>o scatto fulmineo e i suoi denti mortali si infiggono nelle carni <strong>di</strong> quegli animali che<br />
hanno avuto la sfortuna <strong>di</strong> trovarsi sul suo cammino! L’estrema pericolosità, la grande <strong>di</strong>stanza alla quale può colpire, nonchè<br />
l’indole aggressiva <strong>di</strong> Lachesis hanno contribuito a farne un animale o<strong>di</strong>ato, temuto e persino leggendario, incarnazione <strong>di</strong><br />
potenze malefiche. Serpente aggressivo, attacca senza provocazione e anche quando non assale reagisce al minimo atto che<br />
ritenga minaccioso, preparandosi all’offesa e pronto a scattare. Serpente <strong>di</strong>venuto celebre perchè rappresenta un’attrazione nei<br />
giar<strong>di</strong>ni zoologici e per il fatto <strong>di</strong> non sopportare la cattività; a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri rettili, l’idomito Lachesis non si adatta a<br />
vivere prigioniero. Non teme l’uomo e quando è minacciato reagisce con estrema decisione e con grande violenza.<br />
IL VELENO MORTALE<br />
Nella stragande maggioranza dei casi, pochissime sono le probabilità <strong>di</strong> sopravvivenza per una persona morsicata da Lachesis<br />
a meno che non si <strong>di</strong>sponga prontamente del siero antiofi<strong>di</strong>co specifico; a nulla infatti valgono i vari accorgimenti e le sostanze<br />
a cui ricorrono i nativi <strong>di</strong> alcune regioni, e che servono, nella migliore delle ipotesi a ritardare <strong>di</strong> poco tempo la morte<br />
inesorabile dell’in<strong>di</strong>viduo colpito. Se il suo morso raggiunge un vaso o una vena, l’effetto può essere imme<strong>di</strong>ato e fatale. Se il<br />
morso è superficiale provoca invece una profusa emorraggia e setticemia.<br />
Il veleno <strong>di</strong> Lachesis contiene emolisina, emotossine, emoagglutinine, coaguline, anticoaguline, neurotossine, emorraggina,<br />
citolisina, zinco, <strong>di</strong>versi enzimi citolotici e <strong>di</strong>gestivi che servono a pre<strong>di</strong>gerire la preda subito dopo il morso. L’azione<br />
tossicologica del veleno influenza in modo elettivo il sangue, il sistema nervoso, il controllo nervoso del cuore, la circolazione<br />
ematica ed il fegato. Esso determina soprattutto un’azione necrosante sui tessuti, mentre il sangue subisce gravi mo<strong>di</strong>ficazioni.<br />
Dopo un rapido aumento della velocità <strong>di</strong> coagulazione sanguigna con emolisi, caratterizzata da emorragie universali ed<br />
infiltrazioni ematiche <strong>di</strong> organi e tessuti, segue uno stato <strong>di</strong> incoagulabilità sanguigna con leucopenia e leucocitosi tar<strong>di</strong>va.<br />
Tutti i tessuti possono essere sede <strong>di</strong> un violento stato flogistico con tumefazioni violacee, infiltrati ematici che tendono<br />
all’ulcerazione e alla gangrena. Nelle mucose viscerali si formano rapidamente fenomeni flogistici con <strong>di</strong>ffusi stravasi<br />
emorragici. Il sangue e le urine <strong>di</strong>ventano scuri. Il veleno produce anche un’azione iperglicemizzante; mo<strong>di</strong>fica la riserva<br />
alcalina del sangue ed il pH con un duplice meccanismo: per azione <strong>di</strong>retta sul pH e me<strong>di</strong>ante un’azione in<strong>di</strong>retta, secondaria a<br />
<strong>di</strong>sturbi respiratori e conseguenti mo<strong>di</strong>ficazioni che ne risultano. La riserva alcalina del sangue si abbassa moderatamente<br />
durante la primissima fase <strong>di</strong> intossicazione, per scendere drasticamente durante l’agonia. Dosi <strong>di</strong> veleno iniettate col morso<br />
producono una drastica caduta del pH due ore dopo il morso. All’inizio il respiro è accellerato, poi rallenta e quin<strong>di</strong><br />
sopravviene la paralisi respiratoria. Nella sfera cerebro-spinale, dopo una rapida fase <strong>di</strong> eccitazione con angoscia, segue uno<br />
stato <strong>di</strong> grave depressione che culmina con un’estrema debolezza generale. I nervi sensitivi sono molto eccitati ed il sistema<br />
nervoso vegetativo è fortemente interessato. Il vago ed il simpatico presentano intricati fenomeni <strong>di</strong> eccitazione e paralisi, con<br />
maggiore dominanza simpaticotonica accompagnata da parossismi vasomotori. L’azione tossica definitiva, che si ripercuote<br />
sulle strutture bulbari, scatena un rallentamento della funzione car<strong>di</strong>aca e respiratoria sino all’inesorabile arresto delle funzioni<br />
vitali.<br />
Anche in basse <strong>di</strong>luizioni omeopatiche, il veleno conserva ancora una certa "tossicità". Sperimentazioni effettuate da<br />
Sidorenko <strong>di</strong> Petrograd, hanno <strong>di</strong>mostrato che la somministrazione sottocutanea della sesta <strong>di</strong>luizione omeopatica (DH 6) <strong>di</strong><br />
Lachesis provoca dopo 15 minuti una marcata leucocitosi.<br />
IL VELENO VITALE<br />
Poiché il veleno <strong>di</strong> Lachesis è mortale, nessun altro metodo terapeutico in Me<strong>di</strong>cina può conoscerne gli effetti tossicologici<br />
cronici sull’uomo tranne l’Omeopatia. Il rime<strong>di</strong>o omeopatico ottenuto dal secreto delle ghiandole velenifere <strong>di</strong> questo temibile<br />
serpente è stato sperimentato a dosi infinitesimali sin dal 1828. La prima sperimentazione si deve al Dott. Constantine Hering<br />
(1800-1880), me<strong>di</strong>co che sperimentò su se stesso il veleno del crotalo muto per valutare gli effetti del rime<strong>di</strong>o. La patogenesi<br />
del Lachesis fu introdotta nella Materia Me<strong>di</strong>ca nel 1837; ad essa ne seguirono molte altre arricchendo la sintomatologia e la<br />
patogenesia <strong>di</strong> questo rime<strong>di</strong>o. Solo così è stato possibile conoscere gli effetti lenti e cronici, fisici, mentali e <strong>di</strong> reazione del<br />
veleno sull’uomo. La chiave <strong>di</strong> comprensione <strong>di</strong> Lachesis non risiede nella conoscenza della prima fase tossica-accidentale ma<br />
nella seconda fase speri<strong>mentale</strong> del veleno, ovvero quella cronica e reattiva, dove il veleno determina agitazione, turbe<br />
emotive, eccitazione, ma principalmente sulla sfera affettiva, sulla volontà dell’ammalato, turbando il suo campo sensoriale e<br />
la sua sensibilità; una fase in cui si instaurano turbe affettive e mentali, che evolvono verso una sorta <strong>di</strong> delirio loquace e <strong>di</strong><br />
persecuzione. Lachesis dunque in omeopatia <strong>di</strong>viene un grande rime<strong>di</strong>o per queste ed altre affezioni.<br />
Ciò che domina le turbe mentali <strong>di</strong> Lachesis è il campo affettivo, quello dei sentimenti umani e <strong>di</strong> conseguenza della volontà.<br />
Senza addentrarci nella natura psichica delle malattie, se stu<strong>di</strong>amo e analizziamo i sintomi mentali scaturiti dalla<br />
sperimentazione omeopatica <strong>di</strong> questo veleno, ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad alterazioni e pulsioni prodotte sul piano psichico simili<br />
a quelle che in determinati soggetti sembrano scaturire dall’inconscio. Si può constatare come l’intossicazione speri<strong>mentale</strong> <strong>di</strong><br />
questo veleno ofi<strong>di</strong>co prima <strong>di</strong> determinare una turbativa della ragione e del pensiero, sia capace <strong>di</strong> slatentizzare e mettere in<br />
evidenza i sentimenti recon<strong>di</strong>ti come l’orgoglio, la gelosia, la vanità, l’o<strong>di</strong>o e lo spirito <strong>di</strong> vendetta. L’agitazione e l’eccitazione<br />
<strong>mentale</strong> del rime<strong>di</strong>o si traducono nel soggetto in una irrequietezza ed una loquacità particolare. Lo sperimentatore parla senza<br />
arrestarsi passando da un’idea all’altra; non ha ancora terminato una frase, che già ne inizia un’altra, una parola la spinge ad un<br />
<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>verso, presentando una vera e propria "fuga <strong>di</strong> idee" che lo fa parlare <strong>di</strong> argomenti <strong>di</strong>versi che non hanno alcun<br />
rapporto con il <strong>di</strong>scorso iniziale.<br />
Scrive Ho<strong>di</strong>amont: "L’eccitazione <strong>mentale</strong> conduce la paziente ad un autentico deragliamento dei sentimenti, la spinge verso<br />
il delirio <strong>di</strong> persecuzione e la paranoia; <strong>di</strong>venta gelosa e prova sospetti ingiustificati su chiunque. Pensa che si parli male <strong>di</strong>
lei, che si trami contro <strong>di</strong> lei, che gli altri me<strong>di</strong>tino <strong>di</strong> farle del male o <strong>di</strong> rinchiuderla in manicomio. Teme che si voglia<br />
avvelenarla e si rifiuta <strong>di</strong> mangiare". Prosegue lo stesso Autore: " Questa con<strong>di</strong>zione può riscontrarsi in fanciulle o ragazze<br />
che hanno sofferto <strong>di</strong>spiaceri e inganni, che sono rimaste inerti per notti intere senza dormire, oppresse dalle loro turbe<br />
affettive e sentimentali, dalle speranze tra<strong>di</strong>te o da amori infelici". Va aggiunto che l’irritabilità nervosa che richede la<br />
somministrazione <strong>di</strong> Lachesis può anche essere indotta da altre cause come le vessazioni, la collera, il rifiuto, la freddezza ed il<br />
<strong>di</strong>stacco, l’abbandono ingiustificato, l’o<strong>di</strong>o, la gelosia, la paura. Tale è la <strong>di</strong>namica miasmatica e <strong>mentale</strong> <strong>di</strong> LACHESIS,<br />
me<strong>di</strong>camento che ho somministrato alla paziente. Questa è la storia <strong>di</strong> Luisa e quelli che seguono i suoi sintomi principali.<br />
PROFILO DEL RIMEDIO<br />
Prima <strong>di</strong> concludere con il <strong>caso</strong> <strong>di</strong> Luisa, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> comprendere quali sono le proprietà curative <strong>di</strong> questo veleno, le sue<br />
in<strong>di</strong>cazioni omeopatiche e <strong>di</strong> tracciare un profilo del "tipo" Lachesis. Per ovvi motivi <strong>di</strong> spazio faremo qui solo una brevissima<br />
sintesi.<br />
L’organotropismo <strong>di</strong> Lachesis interessa dunque il sistema nervoso centrale, il neurovegetativo, il cuore, il fegato, gli organi<br />
respiratori, i vasi sanguigni, i capillari, il sangue e la crasi ematica, la tiroide, le ovaie e la pelle.<br />
Principali in<strong>di</strong>cazioni: lo spettro d’azione del veleno si estende alla circolazione ed è usato in Omeopatia per trattare vene<br />
congestionate e pulsanti, come le vene varicose e le varici ulcerate. E’ anche utilizzato quando la pelle <strong>di</strong> viso, orecchie, <strong>di</strong>ta<br />
delle mani e dei pie<strong>di</strong> assume un colore violaceo a causa <strong>di</strong> problemi circolatori. Disturbi come polso rapido, debole o<br />
irregolare; palpitazioni, angina e problemi respiratori solo alleviati da questo rime<strong>di</strong>o. Lachesis è prescritto per le vampate <strong>di</strong><br />
calore della menopausa. Cura la sindrome premestruale e i dolori mestruali spasmo<strong>di</strong>ci e convulsi che sono migliorati quando<br />
sopraggiunge il flusso del sangue. I <strong>di</strong>sturbi della gola, con gonfiori e dolori nella parte sinistra e che si estendono all’orecchio,<br />
aggravati dall’assunzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>, rientrano nel raggio d’azione del rime<strong>di</strong>o. Lachesis è in<strong>di</strong>cato nei <strong>di</strong>sturbi del sistema<br />
nervoso come le crisi <strong>di</strong> assenza (una forma <strong>di</strong> crisi epilettica) e gli svenimenti in ambienti chiusi, dopo spaventi, dopo<br />
inquietu<strong>di</strong>ni, durante le mestruazioni o dopo l’orgasmo. Il rime<strong>di</strong>o trova in<strong>di</strong>cazione in <strong>caso</strong> <strong>di</strong> ferite che tardano a guarire,<br />
nelle epistassi, nelle cefalee dal lato sinistro, febbre, vampate <strong>di</strong> calore accompagnate da tremori, sensazioni pulsanti in parti<br />
del corpo, alopecia durante la gravidanza, ulcere, dolori allo stomaco e vomito provocati da appen<strong>di</strong>cite o da <strong>di</strong>sturbi<br />
gastrointestinali, emorroi<strong>di</strong> violacee strozzate, sanguinanti, e nella porpora emorragica. Lachesis è in<strong>di</strong>cato nei processi settici<br />
come carbonchi, flemmoni, colangite, angina, peritonite, <strong>di</strong>atesi emorragica, danni ai capillari, tromboflebiti, malattie infettive<br />
con sintomi settici, endo-miocar<strong>di</strong>te, <strong>di</strong>smenorrea, turbe del climaterio, metrorragie in menopausa, ipertireosi, emorragie<br />
retiniche, glaucoma della menopausa e molte altre affezioni.<br />
Sintomi fondamentali <strong>di</strong> Lachesis sono:<br />
_ Gelosia morbosa ed immotivata<br />
_ Tendenza a dubitare <strong>di</strong> tutto<br />
_ Grande prostrazione fisica e <strong>mentale</strong> al mattino al risveglio.<br />
_ Problemi circolatori e vascolari.<br />
_ Vampate <strong>di</strong> calore con intolleranza ai luoghi chiusi e cal<strong>di</strong>.<br />
_ Desiderio <strong>di</strong> essere ventilato o sventagliato ma non da vicino<br />
(a causa dell’ipersensibilità).<br />
_ Sintomi premestruali e della menopausa. La paziente da quando entra in menopausa ha un peggioramento <strong>di</strong> tutti i suoi<br />
sintomi mentali e fisici, funzionali e lesionali, latenti o manifesti.<br />
_ Ferite che tardano a guarire e a cicatrizzare.<br />
_ Disturbi nella parte sinistra del corpo che peggiorano reprimendo le emozioni o le secrezioni corporali.<br />
_ Le affezioni solitamente iniziano o sono più gravi sul lato sinistro del corpo; oppure iniziano a sinistra per poi spostarsi a<br />
destra.<br />
_ Tutti i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> Lachesis migliorano o scompaiono durante le secrezioni o le esonerazioni liquide come <strong>di</strong>arrea, epistassi,<br />
emorraggia rettale, lacrimazione, leucorrea, mestruazioni, rinite ecc.<br />
_ La soppressione dei mestrui provoca alterazioni della salute.<br />
_ Aggravamento generale dal sonno: dopo aver dormito tutti i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> Lachesis si aggravano.<br />
_ Aggravamento generale e dei <strong>di</strong>sturbi in primavera e nel periodo autunnale.<br />
_ Tutte le infiammazioni hanno colorito rosso scurissimo e tendono alla sepsi, alla necrosi o alla cancrèna.<br />
_ Ipersensibilità superficiale estrema, con intolleranza alla costrizione, alle fasciature, al toccamento e allo sfioramento.<br />
_ Sensazione <strong>di</strong> soffocamento, solletico e piaghe nella gola con bolo isterico.<br />
_ Dispnea, asma, tosse continua abbaiante con muco tenace.<br />
_ Pesantezza sul petto, palpitazioni e stenocar<strong>di</strong>a.<br />
_ Tendenza e pre<strong>di</strong>sposizione all’alcolismo.<br />
_ Epilessia notturna, durante il sonno.<br />
_ Perio<strong>di</strong>cità dei sintomi o dei <strong>di</strong>sturbi ogni due settenari.<br />
_ Non <strong>di</strong>gerisce l’acqua.<br />
_ Sussistono gravi <strong>di</strong>sturbi centrali con delirio, convulsioni, paresi, sintomi meningitici.<br />
_ Alternanza <strong>di</strong> emolisi e coagulazione.<br />
_ La causa <strong>di</strong> tutto è una generale tendenza a formare trombosi ed emboli in seguito a gravi danni ai capillari.<br />
IL TIPO LACHESIS<br />
Aspetto fisico: Il tipo Lachesis ha <strong>di</strong> solito i capelli rossi ed il viso ricoperto <strong>di</strong> lentiggini. Altre volte la pelle del viso è<br />
trasparente con fine reticolo venoso sottocutaneo. In altri soggetti il colorito del volto è chiazzato <strong>di</strong> rosso con teleangectasie e
può essere presente il classico naso rosso dei bevitori. Le labbra possono essere color porpora o cianotiche-bluastre. La sclera è<br />
biaco-sporca o giallastra, lo sguardo è fisso, con tendenza all’esoftalmo. Arrosisce facilmente e ha fini tremori della lingua.<br />
Preferisce tenere scoperti la gola e il collo e non sopporta la pressione esercitata dai vestiti attillati e accollati. La donna<br />
Lachesis è sempre scollata anche d’inverno. Lachesis è in<strong>di</strong>cato sia per la costituzione pastosa e flemmatica, dalla faccia gonfia<br />
con edema palpebrale, ma anche per malati esili, magri, nervosi, collerici, esausti, <strong>di</strong> temperamento nervoso o depressi.<br />
Possono essere in<strong>di</strong>vidui in sovrappeso e con un aspetto imponente, ma ci sono anche soggetti con i capelli scuri, magri e pieni<br />
<strong>di</strong> vitalità. La carnagione è solitamente pallida con tonalità violacee. Solitamente ha mani calde, talvolta livide. Spesso si<br />
toccano il labbro superiore con la punta della lingua.<br />
Punti deboli: Sistema nervoso, sangue, circolazione e organi genitali femminili. Lato sinistro del corpo. Situazioni<br />
abbandoniche come: per<strong>di</strong>te, lutti, separazioni, litigi familiari, partenze ecc.<br />
Psiche: soggetti con vivacità intellettuale ed eccitazione <strong>mentale</strong>. Grande immaginazione e percezione intuitiva che può<br />
arrivare alla visione profetica e all’estasi. Questa iperattività cerebrale è particolarmente accentuata <strong>di</strong> sera. Il lavoro<br />
intellettuale è in questi soggetti facilitato <strong>di</strong> notte. Lachesis <strong>di</strong> sera inventa pretesti per tirar tar<strong>di</strong> e non andare a dormire.<br />
Impulso ad errare senza meta. Tristezza, malinconia, ansia, soprattutto la mattina al risveglio; <strong>di</strong>sgusto per la vita e impulso al<br />
suici<strong>di</strong>o per conseguenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>spiaceri prolungati e <strong>di</strong> delusioni sentimentali.<br />
Personalità e temperamento: nelle relazioni personali, il tipo Lachesis è loquace, chiaccherone, incline alla satira, allo<br />
scherno e alle battute, con grande facilità <strong>di</strong> elocozione immaginosa, che può, negli stati depressivi, mutarsi in silenzi.<br />
Egocentrico, crudele, orgoglioso, sospettoso, invi<strong>di</strong>oso, astioso, ven<strong>di</strong>cativo e geloso, Lachesis ha frequenti oscillazioni tra<br />
amore e o<strong>di</strong>o nei confronti del compagno, della compagna e degli amici più cari. Parla in modo incoerente, <strong>di</strong>vagando. Soggetti<br />
cavillosi fino all’estremo con la tendenza a litigare per il solo gusto del contrad<strong>di</strong>ttorio. Ai fatti più innocenti viene data<br />
l’interpretazione più o<strong>di</strong>osa. Questi pazienti tendono a mettere tutto in dubbio, anche le cose per la cui verità si erano<br />
precedentemente entusiasmati. Detestano essere abbandonati o abbandonare, o sentirsi limitati e costretti. Sono restii ad<br />
impegnarsi a fondo nelle loro occupazioni, ma succede che abbraccino una causa o combattano per una determinata ideologia.<br />
I tipi Lachesis sono intuitivi, percettivi, creativi e ambiziosi. Vivono intensamente ogni emozione e tendono spesso a<br />
contrad<strong>di</strong>re gli altri. Non sopportano <strong>di</strong> sentirsi esclusi o <strong>di</strong> essere poco considerati o apprezzati, reputando tale atteggiamento<br />
come un abbandono ingiustificato. Hanno la tendenza a cercare i punti deboli o le colpe degli altri e a rinfacciarle.<br />
Il perno dell’esistenza del paziente Lachesis è infatti il tema dell’abbandono. E’ l’in<strong>di</strong>viduo che vede congiure e tra<strong>di</strong>menti<br />
ovunque, è il fanciullo non amato, l’adulto che non attrae più a sè gli amici, la donna in menopausa che non sa accettare il<br />
cambiamento <strong>di</strong> vita, colui che ha vissuto situazioni <strong>di</strong> freddezza affettiva o ha subito l’improvviso <strong>di</strong>stacco dagli affetti più<br />
cari, oppure chi si porta il peso <strong>di</strong> abbandoni ingiustificati. La donna Lachesis presenta avversione al matrimonio; cerca<br />
sempre <strong>di</strong> non passare inosservata e <strong>di</strong> essere gradevole, accettata. E’ sessualmente <strong>di</strong>sponibile anche senza che ne tragga<br />
particolare piacere; la sua eccessiva <strong>di</strong>sponibilità è dovuta all’eterna sensazione <strong>di</strong> essere esclusa. Nella donna il desiderio<br />
sessuale può essere così intenso da provocare ninfomania. In particolare, la libido <strong>di</strong> Lachesis aumenta notevolmente in<br />
menopausa. <strong>Un</strong> po' astiosa e un po' pettegola, con caratteristiche che vanno dalla sospettosità alla gelosia, dall’invi<strong>di</strong>a<br />
all’egoismo, dalla critica al rimprovero. La si incontra spesso in riunioni mondane, gallerie d’arte, manifestazioni, cortei per<br />
cause sociali, circoli <strong>di</strong> beneficenza ecc. Spesso è una donna in carriera che non sopporta rivali ed è <strong>di</strong>sposta a tutto pur <strong>di</strong><br />
arrivare al suo scopo, perchè, pur <strong>di</strong> non essere esclusa, giustifica il fine coi mezzi. Lachesis è una donna che non tollera <strong>di</strong><br />
essere lasciata da nessuno; se si accorge <strong>di</strong> questo, pur <strong>di</strong> non essere abbandonata, è capace <strong>di</strong> riconquistare il compagno con le<br />
arti della seduzione degne solo della maga Circe, per poi essere lei a piantarlo in asso come un "cretino" che non ha capito<br />
niente. Oppure, sensibile com’è agli ad<strong>di</strong>i e agli abbandoni, se decide <strong>di</strong> lasciare il suo compagno, per non farlo soffrire troppo,<br />
sarà lei a metterlo nella <strong>di</strong>sperata con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rompere il rapporto, dopo avergliene combinate <strong>di</strong> tutti i colori.<br />
L’uomo Lachesis può essere un propugnatore <strong>di</strong> cause perse, <strong>di</strong> rinnovamenti universali dove tutti gli altri devono cambiare.<br />
Se la moglie gli chiederà <strong>di</strong> fare qualcosa, il nostro soggetto Lachesis si sentirà subito sotto pressione. Uomo intelligente,<br />
dotato <strong>di</strong> mente capace <strong>di</strong> sfornare continuamente idee e <strong>di</strong> intraprendere ogni sorta <strong>di</strong> cose ma senza perseverare; nella sua<br />
patologia può manifestare psicosi ossessivo-fobica e schizofrenia. Può cambiare lavoro perchè si sente limitato da esso. Prova<br />
continui stimoli nella sfera sessuale e si lascia facilmente andare ad eccessi de<strong>di</strong>candosi alla masturbazione e alla lascivia. In<br />
entrambi i sessi può esserci omosessualità (d.d. Veratrum). Se il delirio persecutorio prende il sopravvento, Lachesis si sente<br />
spiato e perseguitao ed è capace <strong>di</strong> uccidere per gelosia. Se l’in<strong>di</strong>viduo è in fase sicotica egli ucciderà la compagna ed il<br />
relativo amante (d.d. con Hyosciamus); se in fase luetica-<strong>di</strong>struttiva, dopo l’assassinio seguirà anche il suici<strong>di</strong>o. Spesso i<br />
soggetti Lachesis avvertono una sensazione <strong>di</strong> congestione fisica e <strong>mentale</strong> che necessita <strong>di</strong> uno sfogo sotto forma <strong>di</strong><br />
un’emorraggia nasale, una crisi <strong>di</strong> logorrea o la possibilità <strong>di</strong> esprimere le proprie idee o la vena creativa <strong>di</strong> cui sono dotati.<br />
Il bambino Lachesis: eccitabile, vivace, aggressivo, loquace, pieno <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>e e <strong>di</strong> sospettosità paranoide, il bimbo o<br />
l’adolescente Lachesis è un soggetto "iper". Tenderà ad avere problemi emotivi, comportamentali e scolastici, spesso dovuti<br />
alla gelosia, per esempio alla nascita <strong>di</strong> un fratellino. Ricordo <strong>di</strong> recente <strong>di</strong> aver curato con Lachesis un bimbo <strong>di</strong> 5 anni che più<br />
volte aveva tentato <strong>di</strong> soffocare col cuscino il fratellino neonato. Presuntuoso e con un alto concetto <strong>di</strong> sè, Lachesis è<br />
possessivo con gli amici, <strong>di</strong>ce spiritosaggini ma è anche calunniatore, pettegolo, maligno, fa scherzi feroci e pericolosi e può<br />
arrivare anche ad esprimere il desiderio <strong>di</strong> uccidere. A volte mette a dura prova i genitori e gli insegnanti con continue sfide,<br />
oppure incita i compagni <strong>di</strong> classe a ribellarsi o a comportarsi male, ruba o tormenta gli amici. Sa essere molto ostile nei<br />
confronti dei compagni ed è perfidamente abile nell’identificare il punto debole delle sue vittime. Ama mettersi in evidenza e<br />
cercherà <strong>di</strong> instaurare ad ogni costo la comunicazione con gli altri, cercando o sforzandosi <strong>di</strong> essere gradevole e spiritoso. Può<br />
trattarsi <strong>di</strong> un bambino che è stato "posteggiato" in collegio senza che abbia capito il perchè <strong>di</strong> tale abbandono; allora si sentirà<br />
escluso, rifiutato, <strong>di</strong>venterà facilmente apatico, pigro, indolente, introverso e debole <strong>di</strong> memoria, come se tutto nella sua mente<br />
fosse stato rimosso, cancellato; desidera star solo per fantasticare, farà errori <strong>di</strong> ortografia, avrà <strong>di</strong>fficoltà a concentrarsi e non<br />
riescirà più a stu<strong>di</strong>are. Inutili saranno le esortazioni, le punizioni, le cure ricostituenti, i tonici o gli antidepressivi <strong>di</strong> moda oggi<br />
anche per i più piccini. Ciò che dev’essere curato è solo il suo vissuto <strong>di</strong> "abbandono".
Paure: Lachesis ha paura dell’acqua, dei temporali, <strong>di</strong> essere avvelenato, dei ladri, degli estranei, <strong>di</strong> soffocare, della morte,<br />
delle malattie car<strong>di</strong>ache, <strong>di</strong> addormentarsi la sera, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare pazzo; <strong>di</strong> essere dannato, <strong>di</strong> essere perseguitato, <strong>di</strong> essere<br />
abbandonato, <strong>di</strong> essere avvelenato dai familiari, che si complotti contro <strong>di</strong> sè; immagina che lo si voglia rinchiudere in<br />
manicomio; ha la convinzione <strong>di</strong> essere morto e che si stanno preparando i suoi funerali. Ha l’impressione <strong>di</strong> essere sotto un<br />
dominio sovrumano.<br />
Sogni: sogna morti, serpenti, cimiteri, fa sogni profetici, sogna <strong>di</strong> viaggiare, sogni amorosi.<br />
Preferenze alimentari e desideri: desiderio <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> alcolici, <strong>di</strong> cibi aci<strong>di</strong>: verdure in salamoia, olive. Amidacei: pasta,<br />
riso, pane. Alcol. Ostriche e latte che sono mal tollerati.<br />
Avversioni: i tipi Lachesis <strong>di</strong>geriscono male il grano e le bevande calde. Possono avere desiderio o ripugnanza per il pane che<br />
non riescono a inghiottire. Lachesis è uno dei pochi rime<strong>di</strong> che tollera il caffè, tranne che in menopausa. Ama le ostriche ma<br />
non le <strong>di</strong>gerische (come Lycopo<strong>di</strong>um)<br />
Particolarità: caratteristica <strong>di</strong> Lachesis è l’esagerata sensibilità al tatto. Non riesce a sopportare la pressione dei vestiti,<br />
particolarmente alla gola e alla cintura. I malati sono molto eccitati. La parte sinistra del corpo è quella prevalentemente<br />
colpita. Il paziente Lachesis peggiora dormendo, così la mattina tutto è peggiore. Se molto stanco e dorme <strong>di</strong> più del solito, si<br />
sveglia peggio <strong>di</strong> prima. Tendenza al suici<strong>di</strong>o per annegamento.<br />
Miglioramento: Lachesis sta meglio con ogni tipo <strong>di</strong> secrezione corporale sia fisiologica che patologica, come mestruazioni,<br />
defecazione, <strong>di</strong>arrea ecc., con la comparsa delle mestruazioni, mangiando, all’aria fresca, con bevande fredde, la sera, la notte.<br />
Col movimento, col caffè<br />
Peggioramento: sul lato sinistro del corpo, indossando abiti stretti, attillati, accollati, con l’alcol, chiudendo gli occhi.<br />
Lachesis si aggrava col sonno: dopo aver dormito, tutti i suoi <strong>di</strong>sturbi peggiorano. Con il contatto, la pressione, la costrizione<br />
(sia fisica che morale), Con il ritardo o la scomparsa delle mestruazioni, prima delle mestruazioni. Con le bevande calde, i<br />
bagni cal<strong>di</strong>. Sdraiati sul lato sinistro. Durante la menopausa. Coi primi cal<strong>di</strong> <strong>di</strong> primavera, per effetto del caldo, o l’esposizione<br />
al sole forte, in autunno, col tempo piovoso e con la foschia.<br />
ANALISI DEI SINTOMI<br />
Ritornando alla storia clinica <strong>di</strong> Luisa, notiamo che quasi tutta la sintomatologia della paziente è costituita da sintomi mentali<br />
che la stessa crede <strong>di</strong> non avere in quanto essi fanno ormai parte del suo modo <strong>di</strong> essere. La gelosia, la loquacità, le paure, le<br />
ansie, i complotti contro <strong>di</strong> lei, sono vissuti come reali e proiettati sul mondo esterno. I pochi sintomi fisici riscontrati sono<br />
anch’essi secondari allo stato <strong>mentale</strong>. Infatti l’<strong>anoressia</strong> oltre l’eccessivo <strong>di</strong>magramento provoca anche la scomparsa del ciclo<br />
mestruale. Solo ora, dopo aver evidenziato la sintomatologia <strong>di</strong> Luisa e dopo aver verificato se questa rientra nella patogenesia<br />
e nella "tipologia" <strong>di</strong> Lachesis, ve<strong>di</strong>amo finalmente <strong>di</strong> analizzare e gerarchizzare i sintomi più caratteristici della paziente sul<br />
Repertorio <strong>di</strong> Kent.<br />
SINTOMI FISICI:<br />
Pallore del viso. Troviamo questo sintomo nel Repertorio <strong>di</strong> Kent alla voce "Face - Expression sickly" (p. 374/b) dove<br />
compaiono 81 rime<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui solo 5 sono al 3° grado: Arsenicum album, Arsenicum hydrogenisatum, Cina, Lachesis e<br />
Lycopo<strong>di</strong>um.<br />
Espressione sofferente. Questo sintomo è riportato alla voce "Face - Expression suffering" (p. 375/a) dove sono presenti 50<br />
rime<strong>di</strong> tra i quali è presente Lachesis al 2° grado.<br />
Magrezza eccessiva. Nel Repertorio <strong>di</strong> Kent alla voce "Lean people" (p. 1370/b) troviamo 17 rime<strong>di</strong> tra i quali Ambra grisea,<br />
Calcarea phosphorica, Secale e Sulphur sono al 3° grado, mentre Lachesis compare al 1° grado.<br />
Amenorrea. Il sintomo amenorrea dello stesso repertorio, alla voce "Menses absent, amenorrhoea" (p. 724/b) riporta ben 103<br />
rime<strong>di</strong> tra cui Lachesis al 2° grado.<br />
SINTOMI MENTALI:<br />
Ansia, specie al mattino. In "Anxiety morning" (p. 4/b) su 36 rime<strong>di</strong> Lachesis è al 3° grado con Arsenicum, Graphytes e<br />
Phosphorus.<br />
Ansia al risveglio. In "Anxiety waking, on" (p.4/b), su 25 rime<strong>di</strong> Lachesis è al 3° grado solo con Graphytes.<br />
Ansia riguardo la propria salute. In "Anxiety health, about" (p.7/a), su 33 rime<strong>di</strong> Lachesis è al 1° grado. Solo Kali<br />
arsenicosum e Nitric acidum compaiono al 3° grado.<br />
Anoressia. Per questo sintomo possiamo consultare le voci <strong>di</strong>minuizione dell’appetito: "Appetite, <strong>di</strong>minished" (p.476/b), e<br />
avversione al cibo "Avversion, food" (p.481/a), dove Lachesis compare sempre e al 1° grado in entrambe le voci.<br />
Non sopporta costrizioni intorno al collo; senso <strong>di</strong> costrizione alla gola, bolo isterico. Questo sintomo, variamente riferito dalla<br />
paziente è presente in " Larynx and Trachea: Constriction" (p.746/b) e a "Constriction, larynx - during sleep" (p. 747/a) dove è<br />
sempre presente Lachesis, rispettivamente al 1° e al 3° grado.<br />
Loquacità. In omeopatia abbiamo circa un centinaio <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> che presentano loquacità, ma tre in particolar modo:<br />
Hyosciamus, Lachesis e Stramonium che compaiono al 3° grado (p.63/a) alla voce "Loquacity". Se modalizziamo questo<br />
sintomo così come è espresso dalla paziente in linguaggio precipitoso e incoerente: "Speech hasty" e "Speech incoherent" (p.<br />
81/b) il nostro veleno <strong>di</strong> serpente persiste a comparire sempre al massimo grado.
Gelosia. Il sintomo "Jealousy" (p.60/a) ha solo 18 rime<strong>di</strong> con Lachesis al 3° grado insieme a Hyosciamus. Mentre la gelosia<br />
assurda, quanto irresistibile: "Jealousy, as foolish as it is irresistible" presenta come unico e solo rime<strong>di</strong>o il Lachesis al 2°<br />
grado.<br />
Paura della morte è presente in moltissimi rime<strong>di</strong>, almeno 103, tra i quali Lachesis compare al 2° grado in "Fear of death"<br />
(p.44/a).<br />
Paura <strong>di</strong> avere una malattia car<strong>di</strong>aca. In "Fear of heart <strong>di</strong>sease" (p.45/b) troviamo solo 8 rime<strong>di</strong>, con Lachesis al 1° grado.<br />
Tristezza, depressione morale al mattino, al risveglio. In "Sadness, mental depression, morning" (p.75/b) sono presenti 59<br />
rime<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui l’unico al 3° grado è Lachesis. Nella sottovoce "al risveglio" ("Waking, on"), il numero <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> si riduce a 18<br />
con Lachesis unico rime<strong>di</strong>o al 3° grado.<br />
Si sente abbandonata specie al mattino. Questo sintomo peculiare lo ritroviamo in "Forsaken feeling, morning" (p.49/a) con<br />
solo tre rime<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui Lachesis al 2° grado, mentre Carbo animalis e Carbo vegetabilis sono al 1° grado.<br />
L’ansia per il futuro è un sintomo riportato in "Anxiety - future, about" (p. 7/a) dove tra numerosi rime<strong>di</strong> Lachesis è ancora<br />
presente al 2° grado.<br />
Superstiziosa. "Superstitious" (p. 85/b) è l’unico sintomo che non riporta Lachesis, ma solo due rime<strong>di</strong>: Conium e Zincum. A<br />
questo proposito vale però la pena ricordare che Lachesis e Zincum hanno molti sintomi in comune, infatti nel veleno <strong>di</strong> questo<br />
serpente sono presenti alte concentrazioni <strong>di</strong> zinco.<br />
CONSIDERAZIONI<br />
Nel Repertorio del Kent i sintomi per cui la paziente è ricorsa alle cure me<strong>di</strong>che sono in gerarchia <strong>di</strong> repertorizzazione i meno<br />
significativi. Notiamo infatti che in molti dei sintomi mentali compare LACHESIS al 3° grado; solo il sintomo <strong>anoressia</strong> è al<br />
2° grado e amenorrea al 1° grado. Più importanti e caratteristici sono in questo <strong>caso</strong> i sintomi mentali dove Lachesis è spesso al<br />
3° grado con pochi altri rime<strong>di</strong> o da solo. Consultati poi i sintomi generali, tra i rime<strong>di</strong> che coprono l’intera sintomatologia <strong>di</strong><br />
Luisa, resta sempre e solo LACHESIS. Ma il dato più importante è che in ogni sintomo <strong>di</strong> Luisa, sia fisico che <strong>mentale</strong>,<br />
compare sempre Lachesis in tutte le rubriche consultate, come se questo veleno fosse il comune denominatore <strong>di</strong> tutti i suoi<br />
<strong>di</strong>sturbi fisici, mentali ed esistenziali, reattivi e non.<br />
Il comportamento, la personalità, gli stati d’animo e i sintomi generali possono sempre variare perché rappresentano la forma<br />
reattiva più superficiale del rapporto in<strong>di</strong>viduo-ambiente, ma ciò che non varia è spesso il sentimento "psorico" profondo che<br />
ne con<strong>di</strong>ziona sempre il comportamento verso un fine ben preciso anche se celato.<br />
E’ il concetto <strong>di</strong> intenzionalità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>namicità della malattia che fa da tema principale, ed il tema <strong>di</strong> Lachesis è la debolezza, la<br />
<strong>di</strong>sdetta, l’abbandono. Dice Hering: " Debole e sfortunata, in particolare al mattino al risveglio, quando si sente abbandonata;<br />
gli stessi sintomi se si sveglia <strong>di</strong> notte". Questo è il sentimento peculiare <strong>di</strong> abbandono <strong>di</strong> Lachesis: è così che Lachesis vive la<br />
sua psora e, guarda <strong>caso</strong>, tale sentimento si propone al mattino, quando inizia il confronto col mondo.<br />
Sarebbe davvero interessante capire come i sistemi enzimatici e le catalasi <strong>di</strong> un veleno ofi<strong>di</strong>co posseggano, nel loro co<strong>di</strong>ce<br />
analogico, il senso dell’abbandono e possano guarirlo secondo le leggi della similitu<strong>di</strong>ne.<br />
LA TERAPIA<br />
Dato che nel passato si erano già resi vani i tentativi <strong>di</strong> cura farmacologica tra<strong>di</strong>zionale e psicoterapeutica, perchè rifiutate dalla<br />
paziente, Luisa fu trattata solo con LACHESIS che le venne somministrato in dosi uniche alla 30 CH, alla 200 CH, poi alla<br />
1000 K e più tar<strong>di</strong> alla 10.000 K. Durante il trattamento si presentarono, in accordo alla legge <strong>di</strong> Hering, due episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
faringo-tonsillite che la paziente non ricordava <strong>di</strong> avere avuto se non da bambina. Comparve anche un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> epistassi con<br />
sangue scuro. La paziente ricordò in quell’occasione che da ragazza aveva sofferto <strong>di</strong> frequenti epistassi che erano state trattate<br />
dallo specialista otorino me<strong>di</strong>ante la cauterizzazione <strong>di</strong> un vaso sanguigno nasale ("Epistaxis suppressed " a p. 337/b sono<br />
presenti 19 rime<strong>di</strong> con Lachesis 3° grado). Successivamente Luisa ebbe una fasti<strong>di</strong>osa crisi emorroidale come aveva già avuta<br />
in gravidanza ("Haemorrhoids, during pregnancy" a p. 629/b troviamo solo 11 rime<strong>di</strong> con Lachesis al 2° grado), ma pian<br />
piano prese a migliorare. Ri<strong>di</strong>mensionata la loquacità, nei colloqui successivi Luisa sa anche ascoltare e parla in modo più<br />
coerente anche se dopo la somministrazione <strong>di</strong> Lachesis 1000 K, la sua loquacità aveva quasi rasentato il delirio.<br />
Luisa ha cominciato a nutrirsi e a cucinare, non sogna più il viso sghignazzante dell’amica, al mattino si sveglia più riposata e<br />
serena. Sono riapparse le mestruazioni e con esse il buon umore. Il marito non deve continuamente giurare che lui non c’entra<br />
niente con l’amica, perché Luisa ora capisce che la sua gelosia stava rovinando tutto. Negli ultimi colloqui scherza ricordando<br />
<strong>di</strong> quando voleva andare dall’avvocato e mi chiede se posso fare qualcosa anche per suo padre: "Sa, dottore, più invecchia e<br />
più i lati negativi del suo carattere peggiorano e mia madre ne fa sempre le spese; mi <strong>di</strong>spiace vederli in questo stato, in fondo<br />
mi hanno voluto bene a modo loro e gli errori che hanno commesso con me, spero <strong>di</strong> non ripeterli con mio figlio".<br />
Ho rivisto Luisa circa sei mesi dopo l’ultima somministrazione <strong>di</strong> Lachesis per un controllo; pesava 52 Kg., i cicli mestruali<br />
erano regolari, l’appetito era buono, l’alimentazione regolare. Ha smesso volontariamente <strong>di</strong> assumere il tranquillante la sera e<br />
non è più andata dalla cartomante. Luisa ora sa che la amano, ora può amare ed essere felice.<br />
IL LUTTO E LA PERDITA<br />
Rivedo Luisa quattro anni più tar<strong>di</strong> in occasione <strong>di</strong> un altro abbandono; questa volta reale. Fino ad allora la paziente era stata<br />
sempre bene. Si tratta ora della morte del padre, deceduto per tumore polmonare. L’evento, com’era logico aspettarsi, ha fatto
iaffiorare tutta la tematica esistenziale <strong>di</strong> Luisa: la per<strong>di</strong>ta e l’abbandono. Giunge nel mio stu<strong>di</strong>o per "sindrome da lutto" e vari<br />
sintomi funzionali. Lamenta facilità al pianto, insonnia, palpitazioni car<strong>di</strong>ache, tristezza, <strong>di</strong>minuzione dell’appetito, nodo in<br />
gola con senso <strong>di</strong> costrizione al laringe specialmente al momento <strong>di</strong> addormentarsi e paura <strong>di</strong> soffocamento notturno. Questo<br />
sintomo è spesso l’espressione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del senso della propria personalità, del conflitto tra il controllo costante del proprio<br />
senso d’identità da una parte e l’emergere <strong>di</strong> emozioni inconsce e sopite dall’altra. Il bolo isterico è spesso la tipica risposta<br />
della gola quando l’io ha <strong>di</strong>fficoltà a respingere l’incedere delle forze emotive ed il senso <strong>di</strong> costrizione è una delle risposte a<br />
queste forze potentemente avvertite ma non vissute. Luisa ha un grande senso <strong>di</strong> colpa e rimorsi per aver spesso o<strong>di</strong>ato il padre,<br />
per non averlo capito, per non aver <strong>di</strong>alogato con lui. Eros e Tanatos riemergono prepotentemente nell’attività onirica della<br />
paziente: sogna cimiteri, sogna il padre, sogna serpenti. Teme anche per se stessa, teme <strong>di</strong> morire o <strong>di</strong> essere sepolta ancora<br />
viva per poi svegliarsi nella bara. Anche in questa occasione i sintomi <strong>di</strong> Luisa rievocano prepotentemente le <strong>di</strong>namiche del<br />
veleno ofi<strong>di</strong>co. Tre dosi in successione <strong>di</strong> LACHESIS 30/LM - 45/LM - 60/LM in ragione <strong>di</strong> una dose la settimana<br />
permettono a Luisa <strong>di</strong> elaborare il lutto, <strong>di</strong> riappacificarsi col senso della vita e della morte. Come scrive E. C. Whitmont: " Il<br />
mistero dell’Omeopatia è prossimo al mistero della vita; è il paradosso dell’unità nascosta della sofferenza e della guarigione,<br />
il mistero del serpente le cui spire avvolgono l’albero della vita, l’emblema <strong>di</strong> Ermete, la guida delle anime, e <strong>di</strong> Esculapio, il<br />
Guaritore".<br />
Dopo che Adamo ebbe mangiato dell’albero, il Signore Dio lo chiamò e gli <strong>di</strong>sse : "Dove sei?". Rispose: "Ho u<strong>di</strong>to il tuo passo<br />
nel giar<strong>di</strong>no: ho avuto paura, perchè sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse<br />
mangiato dell’albero <strong>di</strong> cui ti avevo comandato <strong>di</strong> non mangiare?". Rispose l’uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi<br />
ha dato dell’albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio <strong>di</strong>sse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi<br />
ha ingannata e io ho mangiato". Allora il Signore Dio <strong>di</strong>sse al serpente: "Poichè tu hai fatto questo, sii tu maledetto più <strong>di</strong> tutto<br />
il bestiame e più <strong>di</strong> tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io<br />
porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insi<strong>di</strong>erai il calcagno". Dal<br />
Libro della Genesi (3,9 - 15).<br />
Bibliografia<br />
AGRAWAL, M.L.: Materia Me<strong>di</strong>ca of the Human Mind. Pankaj Pubblications - New Delhi - 1985.<br />
ALLEN, H.C.: "Keynotes" e Caratteristiche Comparate <strong>di</strong> alcuni dei Principali Rime<strong>di</strong> della Materia Me<strong>di</strong>ca. - Ed.<br />
CE.M.O.N., Napoli 1980.<br />
ALLEN, T.F.: Handbook of Materia Me<strong>di</strong>ca and Homoepathic Therapeutics. Ed. B. Jain Publishers. New Delhi.<br />
ALLEN, T.F.: The Encyclope<strong>di</strong>a of Pure Materia Me<strong>di</strong>ca. A record of the positive effects of drugs upon the healthy human<br />
organism. Vol. V. B. Jain Publishers (P) Ltd. New Delhi, In<strong>di</strong>a.<br />
ANGEL, F.: Vie et Moeurs des Serpents. Bibliothèque Scientifique, Payot - Paris, 1950.<br />
BARBANCEY, J.: L’anorexie <strong>mentale</strong>. Hom. 1984, 1, 13-22.<br />
BARBANCEY, J.: Metodologia Omeopatica in Psicopatologia. Ed. OMIT - Omeopatici Italia, 1988.<br />
BARTHEL, H.: Synthetic Repertory. Psychic and General Symptoms of the Homoeopathic Materia Me<strong>di</strong>ca. Published by Dr.<br />
med. Horst Barthel, Wilhemsfeld/Heidelberg.<br />
DELTOMBE - KOPP: L’anorexie du jeune enfant. Hom. Franc., 1964, 10, 621-629.<br />
DUJANY, R.: Materia Me<strong>di</strong>ca Omeopatica. Ed. Raffaello Cortina - Milano, 1988.<br />
DUPRAT, H.: Materia Me<strong>di</strong>ca Omeopatica Vol. II - Fratelli Palombi E<strong>di</strong>tori, Roma 1984.<br />
FORTIER BERNOVILLE: L’Anorexie infantile et son traitement. Hom. Franc., 1928, 6, 323-334.<br />
GALLAVARDIN, J.P.: Psychisme et Homoeopathie. Traitment des passions, vices défauts de caractères et d’intelligence.<br />
Toutes manifestations psychiques et tendances de l’ètre humain. E<strong>di</strong>tion Ternet-Martin Vienne (Isère) France 1960.<br />
GALLAVARDIN, J.P.: Psiche e Omeopatia. Trattamento delle passioni, vizi, <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> carattere e dell’intelligenza, <strong>di</strong> tutte le<br />
manifestazioni psichiche e tendenze dell’essere umano. Società Omeopatica E<strong>di</strong>zioni. Perugia, 1993.<br />
GUERMONPREZ, M.: Comportement alimentaire des grands remèdes. Hom. Franc., 1980, 3, 169-180.<br />
HABERMEHL, G.G.: Venomous Animals and their Toxins, Springer, Berlin, 1981.<br />
HERING, C.: The Giu<strong>di</strong>ng Symptoms of our Materia Me<strong>di</strong>ca. Vol. VI- B. Jain Publishers Pvt. Ltd. New Delhi (In<strong>di</strong>a).<br />
HODIAMONT, G.: Trattato <strong>di</strong> Farmacologia Omeopatica, Vol. III - Rime<strong>di</strong> e Veleni del Regno Animale in Omeopatia. Ed.<br />
IPSA, Palermo 1984.<br />
HUGHES, R.: A Cyclopae<strong>di</strong>a of Drug Pathogenesy. Vol. III E<strong>di</strong>ted by Richard Hughes and J.P. Dake. 1890 - Reprinted by B.<br />
Jain Publishers Pvt. Ltd. New Delhi (In<strong>di</strong>a) 1988.<br />
HUGHES, R.: A Manual of Pharmacodynamics. Sixth e<strong>di</strong>tion, 1893. - Reprinted by B. Jain Publishers Pvt. Ltd. New Delhi<br />
(In<strong>di</strong>a) 1988.<br />
JOLY, P.: <strong>Un</strong> Portrait de Lachesis. - Annales Homéopathiques Francaises, n° 8 - p. 661- 1962.<br />
JOLY, P.: La Jalousie - Annales Homéopathiques francaises, n° 7 - p. 582 - 1968.<br />
KENT, J.T.: Materia Me<strong>di</strong>ca. Lezioni classiche sui 179 Rime<strong>di</strong> essenziali dell’Omeopatia. - Ed. red./stu<strong>di</strong>o redazionale, Como<br />
(Italia) 1983.<br />
KENT, J.T.: Repertory of the Homoeopathic Materia Me<strong>di</strong>ca. Reprinted from sixth american e<strong>di</strong>tion. - B. Jain Publishers Pvt.<br />
Ltd. New Delhi (In<strong>di</strong>a).<br />
LATHOUD, J.A.: Etudes de Matière Mé<strong>di</strong>cale Homéopathique. - Société Franche-Comté Impression, Levier. 1984.<br />
LOCKIE, A. - GEDDES, N.: Il libro completo della Omeopatia. Arnoldo Mondadori E<strong>di</strong>tore - Milano, 1996.<br />
MASI ELIZALDE, A.: Appunti <strong>di</strong> Materia Me<strong>di</strong>ca Omeopatica, Vol. I, raccolta delle registrazioni dallo Spagnolo tratte dalle<br />
lezioni del Corso <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Omeopatica tenute presso il Centro Internazionale <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Omeopatica D. & A. Mattioli <strong>di</strong><br />
Firenze, a cura dei soci dell’AMHSO. 1984.
MASI ELIZALDE, A.: Lineamenti concettuali <strong>di</strong> dottrina, Filosofia e Tecnica Omeopatica. Ed. OMIT - Omeopatici Italia,<br />
1981.<br />
MASI ELIZALDE, A.: Riflessioni Omeopatiche, Vol. I, pagg.118-129. De Ferrari E<strong>di</strong>tore, Genova - 1992.<br />
MERTENS, R.: Anfibi e Rettili. Ed. S.A.I.E. - Torino<br />
MINTON, S.A.: Origin of Poisonous Snakes: Evidence from Plasma and Venom Proteins, in Harris J.B. ed., Natural Toxins,<br />
Clarendon, Oxford, p. 3, 1986.<br />
PITERA’, F.: Il Veleno che salva dall’abbandono: Natom, mensile <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Naturale n° 9 - Anno VI - Ed. Tecniche nuove -<br />
Settembre 1991.<br />
QUENOT, J.: L’anorexie <strong>mentale</strong> de l’enfant. Ann. Hom. Franc., 1965, 5, 42-48.<br />
SCHMIDT, K.P. - INGER, R.F.: Il libro dei Rettili, Arnoldo Mondadori E<strong>di</strong>tore 1996.<br />
SCORTECCI, G.: Animali. Come sono, dove vivono, come vivono. Vol. IV - Ed. Labor Milano, 1953.<br />
TU, T.A.: Venoms: Chemistry and Molecular Biology, Wiley, New York, 1977.<br />
TYLER, M.L.: Homoeopathic Drug Pictures. B.Jain Publishers Pvt. Ltd. New Delhi.<br />
VISSER, J.: Dangerous Snakes, Species Identification and Treatment of Bites, R & C Pharmaceuticals, Cape Town, 1979.<br />
VITHOULKAS, G.: Le Essenze Rubate. - Ed. OMIT - Omeopatici Italia. 1988.<br />
WHITMONT, E.C.: Omeopatia e Psicanalisi, la Me<strong>di</strong>cina Omeopatica alla luce della Psicologia Junghiana. Ed. red./ stu<strong>di</strong>o<br />
redazionale, Como, Italia 1987