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fatto una telefonata, probabilmente a suo figlio: la sentivo spiegare <strong>come</strong><br />
doveva lavare la macchina. Diceva che la sua giornata non era ancora finita.<br />
Doveva ancora recarsi a San Gallo, a controllare se i camerieri di un caffè della<br />
stazione avevano cambiato la decorazione <strong>come</strong> gli aveva consigliato. poi,<br />
Madame Estoppet voleva andare a frauenfeld, a comprare un croissant in una<br />
panetteria. Si chiedeva se il panettiere aveva preso nota dei suoi commenti.<br />
per finire, se non era troppo stanca, Madame Estoppet contava di fare un salto<br />
a Yverdon: aveva notato che c’erano dei lavori alla stazione e voleva controllare<br />
che tutto funzionava per il meglio. Madame Estoppet diceva che sarebbe rientrata<br />
tardi a <strong>casa</strong>. Avrebbe mangiato qualcosina nel vagone ristorante. Se il<br />
menu che aveva proposto era stato adattato, naturalmente.<br />
Vagamente rintontita da quello che avevo sentito, sono scesa dal treno<br />
nascondendomi. Non avevo nessuna intenzione di farmi catturare da Madame<br />
Estoppet. poi non ci ho più pensato. Mi è di nuovo uscita dalla testa. Ma non<br />
è così facile disfarsi di una Madame Estoppet. È ritornata nella mia vita in<br />
diverse altre occasioni. E sempre durante i miei viaggi in treno: per esempio,<br />
Madame Estoppet era a un binario della stazione di berna. Nel pieno di una<br />
conversazione con un uomo che faceva sì con il mento. Quell’uomo aveva<br />
tutta l’aria di non riuscire a piazzare una sillaba. Ero in compagnia di un amico.<br />
Anche lui ha subito reagito, indicandomela e prendendomi istintivamente per<br />
un braccio. Ero veramente stupita di scoprire che anche lui conosceva<br />
Madame Estoppet. Ma non era per lei: l’uomo con cui parlava era il direttore<br />
generale delle ffS.<br />
Madame Estoppet, sul binario, proseguiva con le sue spiegazioni. Il direttore<br />
delle ffS sembrava annoiato. Muoveva gli occhi in cerca di un orologio.<br />
per finire si è gettato nella folla, non prima di farsi infilare un bigliettino nella<br />
mano da Madame Estoppet. penso che era il suo indirizzo.<br />
Un’altra volta, stavo per salire sul treno alla stazione di bienne. L’ho vista, anche<br />
se i miei vicini hanno rifiutato di credermi, ho VISTO Madame Estoppet stringere<br />
la mano del macchinista che ne usciva e infilarsi lei stessa e da sola nella locomotiva.<br />
È quello che ho visto con i miei occhi. Non ho più osato salire su quel<br />
treno. Evidentemente, l’indomani, ho cercato sui giornali: nessuna menzione di<br />
un incidente ferroviario.<br />
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