«In viaggio come a casa propria» - FFS

Indossava una camicia bianca, dei pantaloni scuri, i capelli erano tagliati di
fresco, era rasato perfettamente e mi guardava dritto negli occhi. Occhi di un
colore indefinito. parve riflettere per un attimo, scrollò il capo, si alzò e quando
tornò indietro mi mise davanti un cappuccino fumante. A me il cappuccino non
piace.
– Credo che lei sia a posto.
– Mi fa piacere sentirlo.
Mi allungò un tovagliolo nel quale sfregai le dita.
– Mi dispiace. Mi dispiace davvero. È in attesa dei treni che vengono dal
sud?
– Come fa a saperlo?
– perché guarda sempre in quella direzione, i treni dal sud arrivano tutti
da là.
– Aspetto la mia ragazza.
– Aspetta già da un po’.
– Ne vale la pena.
– È bella?
– Meravigliosa. E lei? È in partenza?
– Sì, il mio medico dice che farò un viaggio.
– Una soggiorno di cura?
– Sì, lo spero.
– E dove andrà?
– Se solo lo sapessi. Ma dovrebbe trattarsi di un luogo in cui valga la pena
andare.
– Ma lei non sta bevendo il suo cappuccino.
– Non mi piace il cappuccino. Il caffè non mi piace proprio.
– beh, lei comincia a divertirmi.
Guardai le mie mani, tremavano. Lui taceva, e quando sollevai il capo chiese:
– Cosa vorrebbe bere allora?
– Un Averna. Un Averna, per favore.
© 2012 by Monica Cantieni, traduzione dal tedesco di Simona Sala
Monica Cantieni, nata nel 1965 a Thalwil, Zurigo. Lavora nel reparto Multimedia
e cultura della radiotelevisione svizzera SRf e vive a Wettingen e a Vienna.
Nel 2011 il suo romanzo «Grünschnabel» è stato candidato al premio letterario
svizzero.
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