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«In viaggio come a casa propria» - FFS

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apparecchiato, sparecchiato e rassettato per tutti. Il menu era composto da<br />

quattro portate sempre uguali: c’era dapprima un brodo; un piatto di carne<br />

secca, prosciutto e insalata; una cotoletta alla panna con funghi, tagliatelle e<br />

patatine fritte; una fetta di Gugelhopf con un denso strato di salsa di lamponi.<br />

Ad accompagnare il tutto vino e grappa, ma anche tè nero e acqua minerale.<br />

Nelle prime ore della sera, mentre le donne erano indaffarate a rassettare e<br />

gli uomini si erano radunati davanti al televisore o per fare una partita a carte, io<br />

uscii probabilmente per l’ultima volta in balcone con mio padre e il nonno<br />

Oskar, che volevano fumarsi una sigaretta. Eravamo in piedi davanti alla ringhiera<br />

e guardavamo giù verso i fasci di binari. All’improvviso si sentì una vibrazione,<br />

poi uno stridìo. poi, proveniente da ovest, un treno merci fece il proprio<br />

ingresso nel nostro campo visivo. Si trattava di un trasporto di barre di alluminio<br />

provenienti dalla fabbrica per la quale il nonno lavorava da quarant’anni.<br />

Cominciammo a contare i vagoni, ognuno per conto proprio. … 32, 33, 34.<br />

«34 vagoni», disse il nonno. Mio padre e io annuimmo. Con lo sguardo ancora<br />

incollato alle luci posteriori dell’ultimo vagone, che in quel momento scomparivano<br />

dietro al pendio di una montagna, compiendo un’ampia curva a sinistra,<br />

il nonno aggiunse: «È strano però. Questo treno trasporta del metallo che ho<br />

fuso e colato anch’io. Da qui va in Italia, e dall’Italia alla volta del mondo intero.<br />

E io non sono mai stato più in là di Einsiedeln».<br />

Dopo qualche tempo il nonno indietreggiò di un passo dalla ringhiera.<br />

Taceva. Mio padre taceva anche lui.<br />

«Tutto a posto?», chiesi.<br />

«Certo», rispose il nonno. Mi guardò. «E ora, ragazzo mio, ora noi rientriamo<br />

e gli facciamo vedere <strong>come</strong> si gioca a carte».<br />

© 2012 by Rolf Hermann, traduzione dal tedesco di Simona Sala<br />

Rolf Hermann, nato nel 1973 a Leuk­Susten, Vallese. Scrive poesia, prosa,<br />

drammi radiofonici e testi per il teatro e vive a bienne. È stato premiato tra l’altro<br />

con il Tübinger Stadtschreiberstipendium per la poesia, la borsa di studio istituita<br />

dalla città universitaria di Tubinga.<br />

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