Come interrogare l'Islam - Provincia di Pesaro e Urbino
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eloquenza insuperata e insuperabile per il poeta, è fonte del <strong>di</strong>ritto e della<br />
morale.<br />
Ma il nome più <strong>di</strong>ffuso per in<strong>di</strong>care il Libro è al-Qur’an al majid, (Nobile<br />
Corano), che rivela l’alto rispetto con il quale esso è trattato dal fedele. Il<br />
Corano, quin<strong>di</strong>, è una realtà sacra che abbraccia e segna la vita del<br />
musulmano dalla culla alla tomba. I versetti del Corano sono<br />
effettivamente i primi suoni u<strong>di</strong>ti dal bambino appena nato e gli ultimi che<br />
le persone morenti sentono nel cammino verso l’incontro con Dio. In un<br />
certo senso l’anima del credente è “intessuta” <strong>di</strong> espressioni attinte dal<br />
Corano: ogni azione inizia con bism’Llah (sia ringraziato Dio) e finisce<br />
con al-hamd li’ Llah (sia ringraziato Dio). L’atteggiamento verso il futuro<br />
è sempre con<strong>di</strong>zionato dalla consapevolezza dell’insha’-Allah (sia fatta la<br />
volontà <strong>di</strong> Dio), poiché tutto <strong>di</strong>pende dalla volontà <strong>di</strong>vina.<br />
Il primo capitolo del Corano, “l’aprente” (sarat al-fatihah) consta <strong>di</strong> sette<br />
versetti ed è il più recitato del Corano perché contiene il nucleo delle<br />
preghiere canoniche quoti<strong>di</strong>ane e, sinotticamente, il messaggio del Corano<br />
per intero:<br />
“ Nel nome <strong>di</strong> Dio Clemente e Misericor<strong>di</strong>oso. Lode a Dio, Signore<br />
dei Mon<strong>di</strong>,<br />
il Clemente, il Misericor<strong>di</strong>oso,<br />
Sovrano del giorno del giu<strong>di</strong>zio.<br />
Te adoriamo, Te invochiamo in soccorso,<br />
guidaci al retto sentiero,<br />
al sentiero <strong>di</strong> coloro a cui tu hai largito la tua grazia,<br />
non <strong>di</strong> coloro che sono incorsi nella tua ira nè <strong>di</strong> coloro che sono<br />
fuorviati”.<br />
TAFSIR E TA’WIL<br />
La <strong>di</strong>mensione forse più importante degli stu<strong>di</strong> sul Corano riguarda la<br />
decifrazione del suo significato, tra<strong>di</strong>zionalmente detto tafsir e ta’wil: il<br />
primo termine si riferisce al significato esteriore del testo, il secondo a<br />
quello intimo. Il TAFSIR può essere un commento esegetico, o storico, o<br />
filologico, o teologico. Il TA’WIL, invece, si occupa del significato intimo,<br />
nascosto, esoterico del Corano: in<strong>di</strong>ca quin<strong>di</strong> lo sforzo per passare da una<br />
lettura “letterale” a una “profonda”. Tali approfon<strong>di</strong>menti sono stati svolti<br />
dai sufi e in ambito sciita (ricor<strong>di</strong>amo la misteriosa figura dell’imam<br />
nascosto). Il Ta’wil è una forma <strong>di</strong> interpretazione simbolica del testo: il<br />
risultato della lettura in profon<strong>di</strong>tà del Corano non è un miglior ragguaglio<br />
dogmatico circa Dio, ma un approssimarsi al “volto <strong>di</strong> Dio”, cogliendo il<br />
suo <strong>di</strong>segno, i suoi pensieri, i suoi voleri. Afferma il sufi al-Din Rumi: