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Similmente, anche la vedova, se persevera “nelle preghiere, nelle suppliche notte e
giorno” (1Tm 5,5), rende onore al suo ministero. Se invece si comporta come nota
l’Apostolo, cioè “oziosa e pettegola”, e non solo pettegola ma anche “curiosa, parlando di
ciò che non conviene” (1Tm 6,13); oppure se “è dedita ai piaceri e pur vivendo è già
morta” (1Tm 5,6), allora costei disonora e non fa onore al suo ministero di vedova.
Allo stesso modo, anche la vergine consacrata a Dio “fa onore” al ministero della
sua verginità se è “santa nel corpo nello spirito” (cf. 1Cor 7,34), e non pensa alle cose degli
uomini ma a quelle di Dio, “come possa piacere a Dio” (cf. 1Cor 7,32). Se invece si
comporta diversamente, non solo non fa onore al ministero della sua verginità e non
alimenta la sua lampada, ma al contrario la sua luce si spegne e diventa una delle “vergini
stolte” (cf. Mt 25,1-13).
Questi sono i pensieri che deve avere in se stesso chiunque si trova nella Chiesa,
così che in qualunque posto sia tra il clero o tra il popolo, faccia onore al ministero della
sua fede e compia atti tali che gli uomini, “vedendo le sue opere buone, glorifichino il
Padre che è nei cieli” (cf. Mt 5,15)» 74 .
Commodiano, poeta cristiano vissuto intorno alla metà del III secolo in Africa,
attesta infine l’esistenza, nella Chiesa del III secolo, del ministero dei lettori, che
richiede diligenza nella proclamazione della Parola di Dio e uno stile di vita conforme al
Vangelo.
«Ammonisco alcuni lettori a dedicarsi soltanto al loro ufficio, e a essere di sprone
agli altri con l’esempio della vita, a fuggire le contese, come pure a evitare le liti, a scolpirsi
[nel cuore] il timore [di Dio] e a non essere mai superbi.
Portate il giusto rispetto ai vostri superiori; rendetevi simili, o figli, a Cristo maestro.
Siate come i gigli del campo, facendo il bene. Sarete beati, se metterete in pratica ciò che
avete proclamato.
Voi siete i fiori del popolo, voi siete le lampade di Cristo; custodite ciò che siete e
potete ricordare» 75 .
Il lettore deve dunque specchiarsi nella Parola che proclama ed essere di sprone e
di esempio a tutti coloro che partecipano all’assemblea liturgica.
Conclusione
Dopo una breve presentazione della situazione ecclesiale nei secoli III e IV, sono
state indicate le linee essenziali la fede della Chiesa. Dall’esame dei testi emerge la
preoccupazione fondamentale dei Padri non solo di approfondire la conoscenza del
mistero trinitario e di definire i punti fondamentali della fede battesimale, così come
sono stati recepiti nel Credo niceno-costantinopolitano, ma anche di chiarire le
implicanze antropologico-morali della fede, intesa come risposta dell’uomo
all’iniziativa di Dio.
Si sono potuti così individuare i riflessi della fede sul piano individuale ed
ecclesiale e si è evidenziata l’intima relazione che sussiste tra fede e vita, fede e carità,
dal momento che senza l’amore non si può aderire a Cristo, né si può amare Dio, se non
si amano i fratelli. Infatti, solo amando il prossimo, si può vedere Dio.
74 Origene, Comm.Lett. Rom. 8,10 (PG 14,1188-1189; trad. it. ripresa da: I ministeri,431s).
75 Commodiano, Istruzioni 2,22: Lectoribus (Martin 60-61; Salvatore 76).
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