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società<br />
Cambio di stagione,<br />
il nostro specchio<br />
Cosa buttiamo, cosa conserviamo quando arriva la primavera<br />
di ROSA LUISI<br />
Uno dei problemi che la primavera<br />
porta con sé, oltre alle allergie ai pollini,<br />
è il fatidico cambio di stagione<br />
negli armadi. Quest’operazione, piacevole per<br />
alcuni, rappresenta un fastidio per i più che,<br />
ogni anno con l’arrivo della bella stagione, si<br />
trovano, come di routine, a dover spalancare i<br />
loro armadi e decidere cosa tenere e cosa gettar<br />
via.<br />
Come ci raccontano i nostri nonni, un tem-<br />
po, più che parlare di cambio di stagione, si<br />
parlava di “pulizia degli armadi”. Come si potevano<br />
eliminare i pochi ab<strong>it</strong>i appesi, sapendo<br />
che non se ne sarebbero potuti acquistare<br />
altri? Nella maggior parte delle famiglie di<br />
estrazione contadina imperava la logica del<br />
riutilizzo: toppe, cuc<strong>it</strong>ure, tessuti logorati non<br />
interessavano a chi aveva fatto fatica ad acquistare<br />
un ab<strong>it</strong>o.<br />
Si possedeva un solo vest<strong>it</strong>o, un solo cappotto,<br />
in alcuni casi un solo paio di scarpe, da<br />
poter indossare i giorni di festa. Per la maggior<br />
parte dell’anno si utilizzavano sempre gli stessi<br />
ab<strong>it</strong>i. Questa, comunque, era chiamata fortuna.<br />
“Scocciature”: così vengono defin<strong>it</strong>i oggi il<br />
cambio di stagione e la pulizia degli armadi.<br />
Una quant<strong>it</strong>à illim<strong>it</strong>ata di maglie, maglioncini,<br />
pantaloni, gonne, camicie, giacche, cappotti;<br />
un <strong>numero</strong> infin<strong>it</strong>o di scarpe, borse; per non<br />
parlare poi degli accessori, troppi e inutili. Tutti<br />
frutto del benessere.<br />
Quando l’armadio viene aperto, è come se<br />
fossimo invest<strong>it</strong>i da una valanga di roba che<br />
rischia di travolgerci: non si sa mai da dove cominciare.<br />
Ha inizio un vero e proprio show.<br />
Si è sempre indecisi su cosa tenere e cosa<br />
dar via, su cosa può essere ancora sfruttato<br />
e cosa è troppo consumato, su cosa è ancora<br />
trendy e cosa è proprio fuori da ciò che il mercato<br />
della moda impone. Sono queste le logiche<br />
del cambio.<br />
In alcuni casi, poi, subentrano gli affetti, i ricordi<br />
o, ancora, gli obblighi. È difficile disfarsi<br />
di un golfino quando nel nostro immaginario,<br />
denso di ricordi, ci riporta alla mente una persona<br />
cara che ce lo ha donato. Che dire, poi,<br />
delle innumerevoli t-shirt acquistate durante i<br />
viaggi, che ci rammentano c<strong>it</strong>tà lontane? L’affezione<br />
predomina sempre sulla ragione e il<br />
nostro armadio non si svuota mai.<br />
Ci sono poi circostanze in cui siamo quasi<br />
obbligati a tenere (a volte nascosti) alcuni capi<br />
che non ci sono mai piaciuti. Sono regali che<br />
provengono da persone a noi vicine e che, talvolta,<br />
vogliono vederceli indosso.<br />
In alcuni casi, la logica del cambio viene effettuata<br />
dovendoci scontrare con un dato di<br />
fatto visibile: la variazione di taglia. Mortificante<br />
se si è ingrassati, motivo di orgoglio se si è<br />
dimagr<strong>it</strong>i. <strong>Il</strong> modo più semplice per non pensarci<br />
nel primo caso, per gioire nel secondo,<br />
è disfarsi della roba che non ci entra più. Ma<br />
nonostante la constatazione del dato di fatto,<br />
c’è sempre chi, utopisticamente, conserva gli<br />
ab<strong>it</strong>i con la speranza di dimagrire o nell’evenienza<br />
in cui si dovesse prendere nuovamente<br />
qualche chilo.<br />
Indubbiamente nella maggior parte delle<br />
famiglie <strong>it</strong>aliane – in cui si fa fatica ad arrivare<br />
a fine mese e in cui quasi l’intero guardaroba<br />
viene acquistato in negozi ipereconomici – il<br />
meccanismo della sost<strong>it</strong>uzione del vestiario<br />
non è così immediato.<br />
Le prior<strong>it</strong>à sono altre.<br />
Ma ci sono sempre le eccezioni rappresentate<br />
da chi segue le griff. È difficile gettar via<br />
un cappottino o un golfino pagati fior di euro,<br />
soprattutto se firmati e se per comprarli si impiega<br />
parte (o tutto) lo stipendio mensile di<br />
semplice impiegato. <strong>Il</strong> lavoro si semplifica se lo<br />
stipendio permette di disfarsi di un capo costosissimo<br />
– ma non più di moda – per poterne<br />
acquistare un altro di tendenza, la prossima<br />
stagione.<br />
Da qualsiasi parte lo si guardi, l’armadio è lo<br />
specchio di ogni individuo e dello status sociale<br />
a cui appartiene o fa finta di appartenere, il<br />
cambio di stagione il suo riflesso.<br />
N° 3 - APRILE 2010 55