Ottobre - VIC

12 | VIC
• INTERVISTA •
Vivi il Centro | Ottobre 2010
Lo spirito caustico del Marchese del Grillo rivive incarnato da Carlo
Croccolo. Protagonista al Teatro Ghione de “Il testamento del
Marchese del Grillo” l’attore coglie l’occasione di vestire i panni
del sarcastico personaggio per bacchettare la politica e la società
italiana, parlando a cuore aperto di teatro, cinema, miserie e nobiltà
della Roma di oggi. di Giuliano Giulianini
Carlo Croccolo, attore navigato e
personaggio d’altri tempi, è in questo
momento a teatro, protagonista di una
commedia musicale ispirata al personaggio
del Marchese del Grillo. È questo uno dei
rari casi in cui le personalità dell’attore e
della parte si avvicinano molto fino quasi a
coincidere. L’intervista che segue ne è una
conferma.
Ci parli del suo personaggio nella
commedia.
In realtà sono più personaggi. Il Marchese
del Grillo era uno che faceva scherzi agli
altri; durante la commedia si capirà perché
io interpreto più ruoli. Vestirò i panni di un
milanese, un napoletano, un ciociaro, un
romano e così via.
Mi sembra di capire che lei interpreterà
lo spirito degli scherzi del marchese.
Esatto.
Il Marchese del Grillo è un personaggio
tra storia e leggenda: pare che abbia
un fondamento storico, ma di fatto è
un personaggio quasi letterario, e più
ancora cinematografico.
Un personaggio di fantasia.
Che cosa è rimasto del film di Sordi in
questa commedia teatrale?
Poco o niente. Solamente la volontà del
Marchese di fare scherzi. Un personaggio
che si godeva la vita, amava bere, mangiare,
le donne, fare la bella vita e niente altro.
Poteva permetterselo perché aveva posizione
e mezzi per farlo. Un personaggio in un
certo senso negativo. L’unico suo aspetto
positivo è che non dava valore a quello che lo
circondava: i suoi pari, la nobiltà; non aveva
“remore razziali”: amava il popolo e la sua
semplicità. L’attaccamento alla vita è l’unico
aspetto positivo della sua figura.
Quanto c’è di lei in questa figura?
Molto. Anch’io nella mia vita ho fatto
mille scherzi. Il peggiore di tutti fu degno
del Marchese del Grillo. Poiché sono di
cognome israelita durante la guerra, quando
ero adolescente, fui preso dai tedeschi e
deportato. Riuscii a fuggire in circostanze
abbastanza drammatiche. Un ragazzo che
era con me infatti, fu ucciso dai tedeschi
in quell’occasione. Io invece scappai e da
Cassino, dove eravamo stati portati per
scavare trincee, attraversai le montagne in
tre giorni di marcia forzata. Arrivai di sera
ad Arpino, quando tutti erano a dormire.
Preso dalla rabbia cominciai a bussare a
tutti i portoni urlando a squarciagola in finto
tedesco. Nelle case c’erano anche rifugiati e
altri fuggiaschi che cominciarono a scappare
dalle finestre. Quando seppero che ero stato
io, non rimasero certo contenti.
Si è pentito in seguito di questo scherzo.
L’avevo fatto perché avevo sofferto tanto e
mi sembrava giusto che gli altri pagassero
un po’ per queste mie sofferenze. Perché
soffrire da soli?
Insomma non ha fatto fatica ad entrare
“Anch'io nella mia
vita ho fatto mille
scherzi. Il peggiore
di tutti fu degno
del Marchese
del Grillo.”