Medicina Pontina - 2005 aprile - Ordine dei Medici chirurghi e degli ...
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Il conflitto<br />
di interessi e<br />
l’indipendenza<br />
della ricerca,<br />
delle società<br />
scientifiche,<br />
delle università,<br />
<strong>dei</strong> congressi,<br />
delle riviste,<br />
delle linee-guida,<br />
dell’EBM<br />
(<strong><strong>Medici</strong>na</strong> Basata<br />
sulle Evidenze)<br />
e… dell’ECM<br />
(Educazione<br />
Continua Medica)<br />
da Cardiologia 2004<br />
38° Convegno internazionale del Dipartimento Cardiologico<br />
A. De Gasperis Milano<br />
TRIAL, RIVISTE, CONGRESSI, LINEE GUIDA:<br />
ESISTE IN ITALIA<br />
UNA CULTURA DEL FARMACO<br />
INDIPENDENTE DALL’INDUSTRIA?<br />
Che l’industria condizioni gran parte dell’informazione scientifica, dal produttore<br />
al consumatore, è ben noto. L’industria finanzia gran parte delle ricerche<br />
scientifiche ed è impensabile che non adotti strategie, spesso del tutto legittime,<br />
per ottenere risultati favorevoli ai prodotti sperimentati. I medici ogni<br />
giorno ricevono in media un informatore farmaceutico che li “aggiorna” sulle<br />
novità e le potenzialità reali e presunte <strong>dei</strong> farmaci. Le Società scientifiche e<br />
molti congressi sono finanziati dalle industrie. Gli estensori delle linee guida<br />
sono esperti che spesso hanno collaborato con l’industria. In questo scenario<br />
possiamo rintracciare una cultura del farmaco indipendente? I medici italiani<br />
possono farsi un’idea indipendente sull’uso di farmaci, sull’utilità <strong>dei</strong> test diagnostici<br />
e sull’efficacia <strong>dei</strong> dispositivi essendo sottoposti a un bombardamento<br />
unidirezionale?<br />
Per poter rispondere a queste domande, dobbiamo dapprima capire in cosa<br />
consistono i condizionamenti, in modo da poter adottare meccanismi di difesa.<br />
L’informazione per i medici e i pazienti è un bene troppo prezioso da lasciare<br />
nelle mani <strong>dei</strong> produttori. Come sostiene Marcia Angell, affidare solo all’industria<br />
farmaceutica gran parte dell’informazione sui farmaci e sul loro uso appropriato<br />
è come lasciare ai produttori di birra l’esclusività nella promozione<br />
delle campagne contro l’alcolismo.<br />
Le ricerche<br />
Di quello che succede da noi, abbiamo pochi dati. Sappiamo che in Italia<br />
(dicembre 2003) su 1.899 sperimentazioni approvate dai comitati etici locali,<br />
1.474 (78%) erano sponsorizzate da industrie farmaceutiche, 144 (8%) da<br />
IRCCS pubblici o privati, 163 (9%) da ASL o aziende ospedaliere, 70 (4%) da<br />
associazioni scientifiche e 32 (2%) da università. Nonostante che gran parte<br />
della ricerca sia finanziata da privati, in Italia le industrie investono meno in ricerca<br />
rispetto agli altri paesi europei: nel 2001 769 milioni di euro, pari al<br />
7,2% del fatturato farmaceutico interno (ben al di sotto della media dell’Unione<br />
europea pari al 23,8%).<br />
Le industrie possono condizionare l’informazione scientifica che arriva ai<br />
medici con vari meccanismi: con l’infanticidio quando impediscono la pubblicazione<br />
di ricerche i cui dati sono sfavorevoli. Due esempi emblematici sono<br />
quelli della levotiroxina e del deferiprone.<br />
Con l’aborto, quando viene interrotta una ricerca in gestazione avendo a disposizione<br />
test prenatali da cui si presume che il prodotto del concepimento<br />
BOLLETTINO<br />
ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXVII - N. 1 - APRILE <strong>2005</strong> 28<br />
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