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Medicina Pontina - 2005 aprile - Ordine dei Medici chirurghi e degli ...

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Il conflitto<br />

di interessi e<br />

l’indipendenza<br />

della ricerca,<br />

delle società<br />

scientifiche,<br />

delle università,<br />

<strong>dei</strong> congressi,<br />

delle riviste,<br />

delle linee-guida,<br />

dell’EBM<br />

(<strong><strong>Medici</strong>na</strong> Basata<br />

sulle Evidenze)<br />

e… dell’ECM<br />

(Educazione<br />

Continua Medica)<br />

ri che inviano un lavoro scientifico di<br />

rendere espliciti i loro eventuali conflitti<br />

di interessi.<br />

Questo però non da tutte le riviste<br />

(a esempio, su “Nature” solo da quest’anno).<br />

Uno studio pubblicato su<br />

“Psychotherapy and Psychosomatics”<br />

(rivista della Karger di Basilea) da un<br />

ricercatore di Boston, Sheldon Krimsky,<br />

nel maggio di quest’anno rivela<br />

che un conflitto di interessi viene dichiarato<br />

in meno dell’1% <strong>dei</strong> casi (lo<br />

studio può essere rintracciato nel percorso<br />

sul conflitto di interesse del sito<br />

www.fondazionebassetti.org).<br />

Lo stesso gruppo di ricercatori<br />

aveva precedentemente effettuato uno<br />

studio in cui era stata verificata la<br />

presenza di conflitti di interessi sostanziali<br />

(possedere azioni dell’industria<br />

di cui si sta testando il prodotto,<br />

oppure brevetti, oppure essere<br />

consulenti dell’azienda) negli autori<br />

di Boston. E scopre che questo conflitto<br />

di interessi è presente in un caso<br />

su tre. I conti non tornano.<br />

I direttori delle<br />

riviste mediche<br />

annunciano nel-<br />

“Troppe lobby<br />

agiscono<br />

nell’ombra”<br />

l’ultimo editoriale<br />

misure più restrittive:obbligheranno<br />

gli autori ad<br />

assumersi piena<br />

responsabilità <strong>dei</strong><br />

risultati <strong>degli</strong> studi<br />

(inclusa la loro<br />

elaborazione statistica). Con questo<br />

ammettono implicitamente di avere<br />

pubblicato studi manipolati, usati<br />

pesantemente dall’industria per la sua<br />

propaganda.<br />

Non forniscono però alcun aiuto<br />

concreto agli autori che si trovino in<br />

difficoltà per preservare la loro integrità.<br />

E danno anche il cattivo esempio,<br />

non dichiarando nell’editoriale i<br />

loro conflitti di interessi (che per coloro<br />

che dirigono una rivista sono ben<br />

più gravi di quelli <strong>degli</strong> autori).<br />

I criteri per l’accettazione di un la-<br />

38<br />

voro scientifico da parte delle riviste<br />

mediche che usciranno nel 2002<br />

(preannunciati da questo editoriale)<br />

sono un passo avanti positivo. Ma del<br />

tutto insufficiente ad affrontare il problema<br />

del conflitto di interesse.<br />

In un editoriale apparso sul primo<br />

numero di “Psychotherapy and Psychosomatics”<br />

di quest’anno (anche<br />

questo consultabile nel sito della Fondazione<br />

Bassetti) ho disegnato uno<br />

scenario diverso: la presenza di gruppi<br />

con particolari interessi scientificoeconomici,<br />

che monopolizzano riviste<br />

e congressi, deformando e pilotando<br />

la comunicazione scientifica.<br />

Cosa succede se un direttore di<br />

una rivista ha grossi interessi economici<br />

(personali o della rivista, sotto<br />

forma di pubblicità)? Pubblicherà articoli<br />

che vanno contro questi interessi?<br />

Occorre allora riconoscere che il<br />

problema del conflitto di interessi si<br />

situa in quello più generale della responsabilità<br />

dello scienziato e di chi<br />

fruisce della scienza.<br />

Richiede interventi a svariati livelli<br />

(connessioni tra ricercatori che<br />

si battono per l’integrità della scienza,<br />

coinvolgimento della società civile e<br />

particolarmente delle associazioni <strong>dei</strong><br />

pazienti e consumatori, collegamenti<br />

con i movimenti post Seattle, responsabilizzazione<br />

della stampa di divulgazione<br />

scientifica ecc.). E non solo<br />

la richiesta “Niente da dichiarare?”.<br />

Perché quello che ormai è in gioco è<br />

la credibilità stessa della medicina<br />

clinica. Se viene persa, viene meno<br />

anche il potere del medico di guarire.<br />

Giovanni Fava<br />

Professore ordinario di<br />

Psicologia clinica<br />

Università di Bologna<br />

Professore ordinario di Psichiatria<br />

State University of New York at Buffalo<br />

Direttore di “Psychotherapy<br />

and Psychosomatics”<br />

BOLLETTINO<br />

ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXVII - N. 1 - APRILE <strong>2005</strong> 38

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