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gazzettino di treviso - Azienda ULSS 8

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TRIBUNA<br />

Bolzan, sigillato il tesoro francese<br />

Ventisei me<strong>di</strong>ci e infermieri contro l’Ulss<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

SABATO 06 MARZO 2010<br />

GAZZETTINO DI TREVISO<br />

Bolzan: sigilli al “tesoretto”<br />

A Nizza un tesoro per i cre<strong>di</strong>tori<br />

«Liste d’attesa all’Usl 7: non è colpa dei me<strong>di</strong>ci»<br />

IL CORRIERE DEL VENETO<br />

Truffa all’Usl 9, nuova inchiesta<br />

PAGINA<br />

17<br />

36<br />

1<br />

3<br />

21<br />

10


TRIBUNA DI TREVISO<br />

PAGINA 17 06 MARZO<br />

La magistratura d’Oltralpe ha congelato gli appartamenti dell’impiegata che ne aveva venduto uno a <strong>di</strong>cembre<br />

Bolzan, sigillato il tesoro francese<br />

Sequestrati 7 monolocali a Nizza. Bloccato un conto: e ora ne spuntano altri<br />

SABRINA TOMÈ<br />

Sigilli sul tesoretto francese <strong>di</strong> Loredana Bolzan. La Procura <strong>di</strong> Nizza, su richiesta <strong>di</strong> quella trevigiana, ha sequestrato<br />

sette appartamenti con sede a Nizza, tutti <strong>di</strong> proprietà dell’ex impiegata dell’Usl 9 e il conto corrente<br />

in cui venivano accre<strong>di</strong>tati gli affitti. La signora possedeva anche un ottavo alloggio, venduto però a <strong>di</strong>cembre,<br />

pochi giorni prima dell’apertura dell’inchiesta a suo carico.<br />

L’esistenza delle proprietà immobiliari sulla Costa Azzurra - in una delle località <strong>di</strong> vacanza più esclusive<br />

della costa francese - era nota alla magistratura trevigiana fin dall’apertura dell’indagine sul buco da 4 milioni<br />

<strong>di</strong> euro. E, infatti, lo scorso aprile, il sostituto procuratore Clau<strong>di</strong>o Pinto aveva chiesto per rogatoria il sequestro<br />

preventivo <strong>di</strong> tutti i beni dell’impiegata, con la prospettiva <strong>di</strong> una loro successiva confisca. D’altra parte la<br />

stessa Bolzan, tramite l’avvocato Luigi Fadalti, aveva messo a <strong>di</strong>sposizione le sue proprietà per risarcire l’Usl<br />

9 che ha però rifiutato tale offerta.<br />

La magistratura francese ha risposto tra settembre e <strong>di</strong>cembre, congelando il patrimonio della Bolzan.<br />

L’intervento è stato possibile soltanto alcuni mesi dopo l’istanza della Procura in quanto è stato necessario<br />

affrontare prima un problema tecnico-giuri<strong>di</strong>co: l’assenza, nel sistema francese, <strong>di</strong> un istituto assimilabile al<br />

sequestro preventivo. Risolto il problema, l’autorità francese ha messo i sigilli a sette monolocali, tutti con<br />

sede a Nizza, tutti intestati all’ex impiegata del Pime.<br />

Ed è stato bloccato anche il conto corrente che la donna aveva aperto in una banca d’Oltralpe e nel quale<br />

venivano accre<strong>di</strong>tati gli affitti degli appartamenti. Un conto peraltro non particolarmente ricco: il deposito non<br />

superava infatti i 12 mila euro. Ma la sua importanza è un’altra: gli investigatori italiani hanno infatti in<strong>di</strong>viduato<br />

alcuni in<strong>di</strong>zi che farebbero pensare alla presenza <strong>di</strong> altri conti correnti finora rimasti occultati. La Procura<br />

ha ora avviato la «caccia» ai conti-fantasma: non si esclude che essi possano essere aperti in Italia. E la loro<br />

in<strong>di</strong>viduazione potrebbe segnare sviluppi significativi nell’inchiesta sul più grande scandalo della sanità pubblica<br />

mai registrato nella Marca e nel Veneto.<br />

Un’inchiesta molto complessa per la quale, lo scorso gennaio, la Procura ha chiesto una proroga <strong>di</strong> sei mesi<br />

dei termini <strong>di</strong> indagine. E, infatti, il sostituto Clau<strong>di</strong>o Pinto è ora in attesa dell’ultima relazione da parte della<br />

Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, sui movimenti bancari del denaro sottratto.<br />

Intanto sta per partire in tribunale a Treviso il proce<strong>di</strong>mento civile: è stata fissata infatti per giovedì 25 marzo<br />

l’u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> apertura della causa <strong>di</strong> risarcimento danni avviata dall’Usl 9 contro Loredana Bolzan e gli altri<br />

indagati. L’azienda sanitaria chiede 11 milioni <strong>di</strong> euro, puntando soprattutto sul danno all’immagine (che<br />

avrebbe subìto a seguito della scoperta del clamoroso furto).


TRIBUNA DI TREVISO<br />

Ventisei me<strong>di</strong>ci e infermieri contro l’Ulss<br />

PAGINA 36 06 MARZO<br />

Rischio ra<strong>di</strong>ologico, scatta il ricorso in Cassazione per le indennità non corrisposte<br />

FRANCO ALLEGRANZI<br />

CONEGLIANO. Arriva davanti alla suprema Corte <strong>di</strong> Cassazione la causa intentata contro l’Ulss 7 da 26<br />

me<strong>di</strong>ci e infermieri dei due ospedali <strong>di</strong> Conegliano e Vittorio Veneto che denunciano la mancata corresponsione<br />

dell’indennità da rischio ra<strong>di</strong>ologico (compresiva <strong>di</strong> 103 euro mensili più un riposo aggiuntivo annuale<br />

<strong>di</strong> 15 giorni) dal 2002. Un’indennità che secondo l’Ulss 7 non spetta, trattandosi <strong>di</strong> personale esposto alle<br />

ra<strong>di</strong>azioni solo in modo occasionale.<br />

L’azienda sanitaria, assistita dagli avvocati Marco Zanon e Massimo Malvestio dello Stu<strong>di</strong>o Barel e Malvestio<br />

<strong>di</strong> Treviso, ha già vinto i primi due «round» del contenzioso, prima davanti alla Sezione Lavoro del Tribunale<br />

<strong>di</strong> Treviso e poi davanti alla Corte d’Appello. I 26 <strong>di</strong>pendenti, me<strong>di</strong>ci e infermieri al lavoro nelle sale operatorie<br />

<strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> Urologia, hanno impugnato la sentenza d’appello proponendo ricorso in Cassazione,<br />

sostenendo che le sale operatorie sarebbero classificabili come «zona controllata», quin<strong>di</strong> sottoposta a ra<strong>di</strong>oprotezione,<br />

sia pure soggetta a ra<strong>di</strong>azioni inferiori rispetto alle «zone sorvegliate», (con conseguente spettanza<br />

ai ricorrenti <strong>di</strong> indennità, più interessi legali, e <strong>di</strong> congedo aggiuntivo annuale). «I benefici riven<strong>di</strong>cati spettano<br />

automaticamente solo ai ra<strong>di</strong>ologi - spiega l’avvocato Marco Zanon - mentre tutti gli altri soggetti, compresi<br />

i ricorrenti, dovrebbero <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> essere esposti ad una dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni paragonabile a quello cui sono<br />

esposti i tecnici e me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ologia, e <strong>di</strong> esservi esposti in maniera continuativa». Presupposti che nei primi<br />

due gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio i 26 ricorrenti, stando alle pronunce dei giu<strong>di</strong>ci, non sono riusciti a <strong>di</strong>mostrare. L’Ulss 7<br />

invece è riuscita a <strong>di</strong>mostrare che i ricorrenti erano esposti ad un livello <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> esposizione assolutamente<br />

inferiore a quello dei ra<strong>di</strong>ologi, e che erano esposti al rischio <strong>di</strong> esposizione in modo «non continuativo», vale<br />

a <strong>di</strong>re per un periodo <strong>di</strong> tempo notevolmente inferiore alla metà del loro orario lavorativo. L’Ulss 7, che fino al<br />

2001 aveva corrisposto indennità e congedo aggiuntivi, dal 2002 aveva interrotto la corresponsione in base ad<br />

una riclassificazione del personale effettuata da un esperto. Peraltro, la giurisprudenza non è del tutto univoca<br />

su questo tipo <strong>di</strong> controversie, e va valutato caso per caso: <strong>di</strong> pochi giorni fa è una sentenza del Tar del Veneto<br />

che ha riconosciuto a sei professionisti del reparto <strong>di</strong> Urologia dell’ospedale <strong>di</strong> Conegliano l’indennità da rischio<br />

ra<strong>di</strong>ologico a partire dalla data in cui un esperto, effettuando delle misurazioni, aveva accertato l’intensità<br />

delle ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti a cui erano esposti. Il primo ricorso dei <strong>di</strong>pendenti risale all’ottobre del 2004, dopo<br />

sei anni ci sarà dunque una sentenza definitiva (che è attesa entro breve tempo). Ogni anno in Italia vengono<br />

eseguite da 36 a 43 milioni <strong>di</strong> prestazioni ra<strong>di</strong>ografiche. In me<strong>di</strong>a una per citta<strong>di</strong>no, bambini esclusi. Al Pronto<br />

Soccorso il 35% degli esami avviene con apparecchi ra<strong>di</strong>ologici tra<strong>di</strong>zionali (la classica lastra), nel 10% dei<br />

casi entra in azione la TC che produce immagini <strong>di</strong> elevata qualità, ma emette alte dosi rispetto alle tecniche<br />

convenzionali.


IL GAZZETTINO DI TREVISO<br />

TRUFFA ALL’USL 9 Eseguito in Francia il provve<strong>di</strong>mento chiesto dal Gip<br />

Bolzan: sigilli al “tesoretto”<br />

Sequestrati sette appartamenti in Costa Azzurra e un conto corrente<br />

PAGINA 1 06 MARZO<br />

RESA DEI CONTI<br />

A quattor<strong>di</strong>ci mesi dall’apertura dell’inchiesta, compare un nuovo elemento nel fascicolo sul caso <strong>di</strong><br />

Loredana Bolzan, l’ex <strong>di</strong>pendente dell’Usl 9 indagata per peculato per aver sottratto in <strong>di</strong>eci anni dalle casse<br />

dell’azienda sanitaria 4 milioni e 200 mila euro. La magistratura francese ha eseguito il provve<strong>di</strong>mento del gip<br />

trevigiano che <strong>di</strong>sponeva il sequestro preventivo -finalizzato a una futura confisca- del “tesoretto” che la Bolzan<br />

si era assicurata in Costa Azzurra. Si tratta <strong>di</strong> 7 appartamenti e <strong>di</strong> un conto corrente, nel quale veniva versato il<br />

denaro frutto degli affitti, ai quali la procura <strong>di</strong> Nizza ha messo i sigilli.


IL GAZZETTINO DI TREVISO<br />

A Nizza un tesoro per i cre<strong>di</strong>tori<br />

PAGINA 3 06 MARZO<br />

A quattor<strong>di</strong>ci mesi dall’apertura dell’inchiesta, compare un nuovo elemento nel fascicolo sul caso <strong>di</strong> Loredana Bolzan, l’ex <strong>di</strong>pendente<br />

dell’Usl 9 iscritta nel registro degli indagati con l’accusa <strong>di</strong> peculato per aver sottratto in <strong>di</strong>eci anni dalle casse dell’azienda sanitaria<br />

trevigiana 4 milioni e 200 mila euro. Il gip Umberto Donà, su richiesta del sostituto procuratore Clau<strong>di</strong>o Pinto, titolare delle indagini,<br />

aveva firmato nei mesi scorsi la rogatoria per porre sotto sequestro preventivo finalizzato a una futura confisca il “tesoretto”<br />

che la Bolzan si era assicurata all’estero, più precisamente in Francia, e ora quella rogatoria è stata eseguita dalla polizia d’oltralpe.<br />

Si tratta <strong>di</strong> 7 appartamenti e <strong>di</strong> un conto corrente, nel quale veniva versato il denaro frutto degli affitti degli stessi, ai quali la procura<br />

<strong>di</strong> Nizza ha messo i sigilli. In realtà gli appartamenti francesi intestati alla Bolzan erano 8, ma la donna ne aveva venduto uno nel<br />

<strong>di</strong>cembre del 2008, appena un paio <strong>di</strong> settimane prima che venisse aperto il fascicolo relativo allo scandalo dell’Usl 9. Ci sono voluti<br />

otto mesi <strong>di</strong> stretta collaborazione con la Procura nizzarda per provare che quei patrimoni appartenevano all’ex <strong>di</strong>pendente dell’Usl<br />

9 e per sequestrarli. Intense indagini che hanno permesso alla Procura trevigiana <strong>di</strong> vagliare anche l’ipotesi <strong>di</strong> una seconda rogatoria<br />

per mettere i sigilli anche ad altri beni riconducibili alla Bolzan. Sul tavolo del sostituto procuratore Clau<strong>di</strong>o Pinto si potrebbe poi<br />

prospettare anche l’apertura <strong>di</strong> un nuovo fascicolo: nessuna ipotesi <strong>di</strong> reato è stata ancora formulata ma nel corso delle indagini<br />

sarebbero affiorati alcuni elementi, al momento sotto stretto segreto istruttorio, che permetterebbero <strong>di</strong> aprire un <strong>di</strong>verso filone<br />

d’inchiesta. Oltre al sequestro dei beni e ai guai a livello penale, che coinvolgono in concorso altre 8 persone, su Loredana Bolzan<br />

pende anche la causa civile intentata dall’Usl 9 che chiede alla sua ex <strong>di</strong>pendete un risarcimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> euro. Il <strong>di</strong>rettore<br />

generale dell’azienda sanitaria trevigiana Clau<strong>di</strong>o Dario aveva motivato questa decisione per il fatto che la Bolzan, che pur avendo<br />

confessato <strong>di</strong> essersi intascata del denaro che però quantifica soltanto in due milioni <strong>di</strong> euro, non ha mai collaborato con la giustizia<br />

per chiarire i contorni e l’esatta <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> come si siano svolti i fatti. Le indagini, rivela la Procura <strong>di</strong> Treviso, stanno comunque<br />

volgendo al termine: la chiusura è infatti prevista nel giro <strong>di</strong> qualche settimana.<br />

Tutto è nato dalla verifica fiscale chiesta da un me<strong>di</strong>co<br />

(Ro) L’inchiesta della Procura che ha portato all’arresto <strong>di</strong> Loredana Bolzan con l’ipotesi d’accusa <strong>di</strong> peculato è nata, NEL 2008,<br />

grazie allo spirito d’osservazione, ma soprattutto dall’attenzione, <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co in pensione che si vide contestare dal Fisco <strong>di</strong> aver<br />

incassato e <strong>di</strong> non aver <strong>di</strong>chiarato dei sol<strong>di</strong> per prestazioni all’Uls 9 <strong>di</strong> Treviso. Sol<strong>di</strong> che il me<strong>di</strong>co mai aveva visto. Quella <strong>di</strong> mettersi<br />

in tasca il denaro dell’Usl, facendolo apparire versato a me<strong>di</strong>ci, era una delle tecniche - secondo gli inquirenti - utilizzate da<br />

Loredana Bolzan per beffare la sanità pubblica e arricchirsi indebitamente. I successivi accertamenti portarono alla scoperta <strong>di</strong> un<br />

vero bubbone: un malaffare - secondo l’accusa - che avrebbe permesso all’impiegata (nell’inchiesta ci sono però altre <strong>di</strong>eci persone)<br />

<strong>di</strong> appropriarsi <strong>di</strong> quasi 5 milioni <strong>di</strong> euro. Per recuperare quei sol<strong>di</strong> la Procura ha chiesto ottenuto vari sequestri <strong>di</strong> beni mobili e<br />

immobili <strong>di</strong> Bolzan, tra i quali quelli a Nizza.<br />

«È una tappa: vedremo alla fine»<br />

La notizia non stupisce l’avvocato Fadalti. Resta l’interrogativo: «Dov’era chi doveva vigilare?»<br />

«Nulla <strong>di</strong> nuovo sotto il sole», lapidario il commento con il quale l’avvocato Luigi Fadalti, che assiste l’impiegata dell’Usl 9<br />

Loredana Bolzan, alla quale è contestata l’accusa <strong>di</strong> peculato per essersi indebitamente appropriata - secondo la ricostruzione del<br />

sostituto procuratore trevigiano Clau<strong>di</strong>o Pinto - dei sol<strong>di</strong> dell’Unità sanitaria locale 9 <strong>di</strong> Treviso, utilizzando stratagemmi <strong>di</strong> ogni<br />

tipo. «Si tratta <strong>di</strong> una semplice tappa tecnica - ha aggiunto il legale - della quale eravamo a conoscenza da agosto, anzi da marzo<br />

2009». Nella sostanza è arrivato il via libera, la confisca per rogatoria, della magistratura al provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> sequestro degli immobili<br />

della quale Loredana Bolzan era proprietaria a Nizza. In verità il sequestro era stato chiesto a marzo 2009 dalla Procura <strong>di</strong><br />

Treviso e la risposta positiva della magistratura francese era avvenuta ad agosto. In questi giorni sarebbero semplicemente arrivate<br />

le carte, stando alla ricostruzione dell’avvocato Fadalti che continua a tenere un profilo basso sull’inchiesta giu<strong>di</strong>ziaria che vede<br />

coinvolta Loredana Bolzan. Il legale sta stu<strong>di</strong>ando le carte per <strong>di</strong>fendersi nella causa civile con la quale i legali dell’Unità sanitaria<br />

locale hanno chiesto un risarcimento da quasi un<strong>di</strong>ci milioni <strong>di</strong> euro all’ex <strong>di</strong>pendente. Nel frattempo il pm Pinto, sulla base delle<br />

relazioni della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, sta chiudendo il cerchio dell’inchiesta penale. Entro fine marzo la Procura dovrebbe formalizzare<br />

le accuse nei confronti dell’ex <strong>di</strong>pendente dell’Uls e dei suoi presunti complici. Oltre alla contestazione <strong>di</strong> peculato potrebbero<br />

spuntare varie ipotesi <strong>di</strong> falso e, probabilmente, anche episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> truffa. Più volte l’avvocato Fadalti ha sostenuto che Bolzan ha margini<br />

per <strong>di</strong>fendersi dalle accuse che le sono state mosse. «Mi piacerebbe sapere - ha spiegato alcune settimane fa - dov’erano le persone<br />

che dovevano vigilare quando Bolzan avrebbe fatto ciò le viene contestato, ma anche dove sono adesso. Mi piacerebbe anche<br />

sapere il ruolo, se ne hanno avuto uno, recitato dalle banche». Parole abbozzate ma che lasciano intravvedere la linea <strong>di</strong>fensiva.


IL GAZZETTINO DI TREVISO<br />

«Liste d’attesa all’Usl 7: non è colpa dei me<strong>di</strong>ci»<br />

PAGINA 21 06 MARZO<br />

Il tempo <strong>di</strong> attesa per una visita specialistica sempre più spesso pare interminabile; sicuramente al <strong>di</strong> là<br />

dell’umana comprensione <strong>di</strong> un paziente che attende <strong>di</strong> conoscere il suo stato <strong>di</strong> salute. Oltre ai pazienti, a<br />

vivere in prima persona i <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> tale problematica seppur con punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>fferenti, sono gli operatori<br />

sanitari. Stretti tra carenza <strong>di</strong> risorse e crescente domanda <strong>di</strong> prestazioni, i me<strong>di</strong>ci dell’Anaao (il sindacato<br />

dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>rigenti) intendono fare chiarezza su una situazione che spesso vede la categoria ad<strong>di</strong>tata come<br />

l’unica responsabile dell’allungamento dei tempi <strong>di</strong> attesa. Per questo, l’Anaao-Assomed promuove un convegno<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> esplorare la problematica delle liste d’attesa da un duplice punto <strong>di</strong> vista, quello<br />

degli operatori sanitari e quello degli utenti. «La sensazione sempre più percepita dagli operatori sanitari <strong>di</strong><br />

essere <strong>di</strong> fatto ostaggio dell’utente e unica risposta concreta alla mancanza <strong>di</strong> risorse e aumento delle richieste,<br />

sta già <strong>di</strong> fatto portando ad una <strong>di</strong>sumanizzazione delle prestazioni – sostiene il sindacato - con grave<br />

ricaduta sull’utente».<br />

Il convegno si pone l’obiettivo <strong>di</strong> dare ai citta<strong>di</strong>ni un’ informazione qualificata sui reali meccanismi che<br />

determinano le liste d’attesa con lo scopo <strong>di</strong> instaurare rapporti più <strong>di</strong>stesi e collaborativi. «Le liste d’attesa<br />

sono frutto <strong>di</strong> scelte politiche e <strong>di</strong> programmazione dell’Uls – afferma Vincenza Scarpa, segretario aziendale<br />

Uls 7 dell’Anaao-Assomed che modererà l’incontro – I me<strong>di</strong>ci sono coinvolti solo in quanto lavoratori». Nel<br />

corso del convegno, che si terrà giovedì 11 marzo alle 17.30 al relais Le betulle <strong>di</strong> Costa, la questione verrà<br />

<strong>di</strong>saminata sotto <strong>di</strong>versi aspetti: il punto <strong>di</strong> vista del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale con la dott.ssa Elena Villani;<br />

il ruolo dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci con Daniele Frezza, segretario dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci della provincia<br />

<strong>di</strong> Treviso; il punto <strong>di</strong> vista dell’Anaao Assomed del Veneto con Luigi Muffato vice - segretario regionale;<br />

la situazione dell’Uls7 con Angelo Lino Del Favero, <strong>di</strong>rettore generale e le conclusioni <strong>di</strong> Carlo Lucenti,<br />

segretario nazionale Anaao Assomed.


IL CORRIERE DEL VENETO<br />

Truffa all’Usl 9, nuova inchiesta<br />

Dopo il caso Bolzan la procura apre un fascicolo su altri ammanchi sospetti<br />

PAGINA 10 06 MARZO<br />

TREVISO— Caso Bolzan, la procura apre il secondo fascicolo. Il pm titolare dell’inchiesta, il dottor Clau<strong>di</strong>o<br />

Pinto, ha posto il focus dell’indagine su rimborsi e altre uscite economiche dell’azienda sanitaria locale<br />

non <strong>di</strong>rettamente connesse alla responsabile dei conti oggi sotto inchiesta. Ancora troppo presto per capire<br />

se ci sono nuovi indagati. Anche se nella relazione della polizia giu<strong>di</strong>ziaria sono precisate circostanze ed<br />

episo<strong>di</strong> che potrebbero presto portare all’esplosione <strong>di</strong> un caso Bolzan-bis <strong>di</strong> spessore. Nel frattempo, arriva<br />

una buona notizia per gli inquirenti. Le autorità francesi hanno chiuso l’iter delle rogatorie con le quali<br />

veniva chiesto il sequestro degli appartamenti a Nizza <strong>di</strong> proprietà dell’ex <strong>di</strong>pendente dell’Usl.<br />

All’inizio si ipotizzava fossero nove, la rogatoria dell’aprile 2009 ne aveva chiesto il sequestro ai fini della<br />

confisca <strong>di</strong> otto. Ma alla fine il pm adesso ha la <strong>di</strong>sponibilità solo <strong>di</strong> sette spazi residenziali. Un paio <strong>di</strong> settimane<br />

prima dell’apertura dell’inchiesta, era il <strong>di</strong>cembre del 2008, la Bolzan era infatti riuscita a vendere una<br />

delle sue proprietà, forse presagendo che il clima, attorno a lei, stava cambiando. La procura <strong>di</strong> Treviso però<br />

non si arrende nel tentativo <strong>di</strong> riportare all’erario il mal tolto.<br />

Al vaglio del pm la richiesta <strong>di</strong> una seconda rogatoria. E non si escludono neppure degli ulteriori sequestri,<br />

da realizzare a danno degli altri protagonisti dell’inchiesta. Infine, una volta terminata la fase<br />

penale, si dovrebbe aprire lo scenario amministrativo, con le indagini della Corte dei Conti finalizzate<br />

all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong> controllo dei <strong>di</strong>rigenti sui loro subalterni.<br />

La vicenda della maxi truffa all’azienda sanitaria era iniziata dal punto <strong>di</strong> vista penale alla vigilia <strong>di</strong> Natale<br />

del 2008. I <strong>di</strong>rigenti dell’Usl, dopo la segnalazione <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co in pensione, si erano accorti che delle cifre<br />

erano transitate sui conti correnti dell’ex <strong>di</strong>pendente Loredana Bolzan. A poco a poco, si scopriva un buco<br />

da quattro milioni e mezzo <strong>di</strong> euro. Il 23 febbraio scattarono le manette ai polsi della donna, che rimase in<br />

carcere fino al 22 luglio, poco prima che scadessero i termini della detenzione preventiva. Poco prima, il 6<br />

giugno, l’Usl aveva depositato la relazione della commissione tecnica in procura, nella quale si raccontavano<br />

le «magie nere» della Bolzan: trasferiva sul proprio conto corrente dei pagamenti mai effettuati a sanitari per<br />

prestazioni non dovute. La procura indagando sul caso <strong>di</strong> peculato, ha sequestrato <strong>di</strong>versi immobili <strong>di</strong> proprietà<br />

della Bolzan o delle persone a lei vicine (in tutto, gli indagati sono <strong>di</strong>eci) e ormai si attende solo l’avviso<br />

<strong>di</strong> chiusura indagini, che dovrebbe arrivare a breve.<br />

Così, mentre i finanzieri stu<strong>di</strong>ano il modo <strong>di</strong> tassare gli introiti non <strong>di</strong>chiarati dall’ex <strong>di</strong>pendente, adesso<br />

iniziano a tremare anche altre persone che nel corso degli anni potrebbero aver sfruttato le falle nel sistema<br />

della Usl per portarsi a casa qualche euro.

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