la tribuna di treviso - Azienda ULSS 8

RASSEGNA STAMPA
GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011
LA TRIBUNA DI TREVISO
Nuovi ospedali, monito della Corte dei Conti
Operato alla prostata resta impotente
Bond: “Ritirare la macchina”
Bocciata la sanità di Galan e Lega
Ruba oro agli anziani in ospedale
Piano adolescenza al centro anziani
IL GAZZETTINO
Sanità promossa con riserve - Coletto: «Analisi in linea con il nostro piano»
IL GAZZETTINO DI TREVISO
Aiuto ai ciechi: conti sospetti - Un coro nella sede di via Piave: «Non ne sappiamo nulla»
- Bottacin annuncia: «Ora avrò gli atti»
Il diabete falsa l’esito dell’alcoltest: assolto un automobilista trevigiano
Dagli evasori fiscali i soldi per le rette - “Insieme si può”: «Da noi soltanto un ritocco» -
Nuovo appalto all’Usl: garantiti 170 lavoratori
Si giocava le fedi dei pazienti - «Le prime segnalazioni arrivate dai familiari» - Con gli
infermieri di notte per stanarla
CORRIERE DEL VENETO
Troppi ospedali, tre province sotto accusa
Virus, muore un trentottenne La Regione: vaccinatevi – Derubava gli anziani in ospedale
per giocare al videopoker: denunciata
Truffa ai disabili, Coop denunciata
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LA TRIBUNA DI TREVISO
la tribuna
FOTOFILM
LA SANITÀ
AI RAGGI X
BIANCHI
PAGINA 3 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
PRIMO PIANO
«Cittadella salute e progetti di finanza
andranno monitorati costantemente»
GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011
Claudio Dario
direttore Usl 9
Angelo Lino Del Favero
direttore Usl 7
MACCA
AFC
3
Diana Calaciura
Traina (Corte dei conti)
Renato Mason
direttore Usl 8
Nuovi ospedali, monito della Corte dei Conti
Sotto la lente i project financing di Treviso, Castelfranco e Montebelluna: «Occhio ai costi»
TREVISO. La Corte dei
conti avverte: i progetti di finanza
nella sanità trevigiana
saranno «oggetto di attenzione»
anche negli anni a venire.
«Vi sono elementi di attenzione
legati al ricorso allo
strumento del Project Financing,
che dovranno essere
monitorati costantemente».
Ed elenca: il progetto di finanza
degli ospedali di Castelfranco
e Montebelluna,
la ristrutturazione dell’ospedale
provinciale Ca’ Foncello
di Treviso.
La relazione dei magistrati
contabili veneti, a conclusione
di una approfondita analisi
dei conti della sanità, non
fa sconti alla classe politica
regionale, soprattutto quella
del recente passato. Una programmazione
ospedaliera
«ferma al 1996», un disavanzo
strutturale di oltre 521 milioni
di euro registrato nel
2009, uno squilibro della rete
ospedaliera a favore della
provincia di Verona, dove
l’offerta «è oggettivamente ridondante».
E una forte preoccupazione
per il project del
nuovo ospedale dell’Angelo
a Mestre, che sta inchiodando
i bilanci della sanità veneta.
Per questo è bene accendere
i riflettori sui progetti
di finanza attivati (Castelfranco/Montebelluna)
e su
quello destinato a decollare
tra pochi mesi (Treviso).
Il direttore generale dell’Usl
trevigiana, Claudio Dario,
ha sempre ostentato tranquil-
lità. Anche perchè il bando
di gara della Cittadella della
salute, aperto da poco, è passato
indenne dalle forche
caudine di tutti gli organi. Si
tratta di un progetto da 224
milioni di euro (per il 56% a
capitale pubblico, per il 44%
a capitale privato) che andrà
in scadenza nel 2032 e trasformerà
il volto del Ca’ Foncello:
prevede infatti la costruzione
di un nuovo corpo degenze,
l’accorpamento delle
Laura
Puppato
capogruppo
del Pd
in Regione
sedi staccate, la riconversione
di alcuni padiglioni, la
realizzazione di aree verdi e
collegamenti pedonali con la
città.
Il progetto di finanza di Castelfranco
e Montebelluna
prevede costi per 147 milioni
di euro (60% dai privati, 40%
dal pubblico) e una durata di
27 anni e cinque mesi (andrà
a scadenza nel febbraio
2032). In corso dal 2004, ha
comportamento il rifacimen-
Plauso ai bilanci delle Usl trevigiane
I magistrati contabili: equilibrio e gestione corretti
TREVISO. Promosse le Aziende
sanitarie trevigiane guidate da
Claudio Dario, Angelo Lino Del Favero
e Renato Mason. La Corte dei
conti non mette in
croce la sanità trevigiana,
anzi ne
tesse le lodi per l’equilibriofinanziario
ne che caratterizza
i bilanci.
Preoccupazione i
magistrati contabi-
li mostrano nei
confronti dell’Azienda
sanitaria
veneziana e per le Aziende padovano,
la prima alle prese con un delicato
progetto di finanza, le seconde
per i costi non esattamente sotto
controllo. I magistrati contabili
definiscono la rete ospedaliera trevigiana
corretta nel dimensionamento:
«l’equilibrio di bilancio si
coniuga con l’efficienza delle strutture,
ben bilanciata nel reapporto
ospedale-territorio».
Quanto al Bellunese, la Corte
dei conti rileva «una poco razionale
distribuzione» degli ospedali tra
Usl 1 (Belluno, Agordo, Auronzo,
Pieve e Cortina) e Usl 2 (Feltre e
Lamon) e l’incertezza in cui versa
la sperimentazione gestionale dell’Ospedale
Codivilla Putti di Cortina
d’Ampezzo, per la quale, osserva
la Corte dei conti «non risulta
adottata aluna decisione da parte
della Regione».
Una particolare attenzione la
Corte dei conti ha riservato all’esame
dei bilanci delle 19 partecipate
Il prefetto scrive alla Regione contro il caro-rette
Case di riposo, Adinolfi si schiera con le famiglie. «Insieme si può» blocca gli aumenti
Maurizio Busso
della Cgil
ieri mattina
in prefettura
TREVISO. Il prefetto Aldo Adinolfi scrive
alla Regione sull’allarme caro rette nelle case
di riposo. La decisione è stata presa ieri,
dopo un incontro con i sindacati dei pensionati.
«Interverrò presso Regioni e Comuni
per chiedere che vengano mantenute le risorse
per questo settore — assicura Adinolfi —
Manderò una lettera e se necessario incontrerò
Regione e Comuni per discutere del problema.
E’ chiaro che questo è un momento di
difficoltà per le finanze pubbliche. Ma il rischio
è che gli anziani siano costretti a lasciare
le case si riposo e che l’assistenza ricada
interamente sulle famiglie».
I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil
dal canto loro stileranno un documento unitario
per elencare i rischi del taglio di 15 milioni
di euro al fondo sociale per la non autosufficienza
previsto dall’ipotesi di bilancio regionale
2011. «La scure potrebbe comportare
aumenti anche del 5-6% nelle rette a carico
delle famiglie e dei comuni. Le famiglie sono
preoccupatissime», spiega Gianni Bortolato,
segretario provinciale della Fnp Cisl. «Da
parte del prefetto c’è stata grande disponibilità
nell’affrontare il problema», dice Maurizio
Busso, delo Spi-Cgil. All’incontro c’era anche
Antonino Terrano, della Uil Pensionati:
«Il problema sarà per le famiglie con un anziano
non autosufficiente che, impossibilitate
a pagare la retta, dovranno sobbarcarsi
l’assistenza a casa». Intanto la cooperativa sociale
«Insieme si può» ha deciso di bloccare
gli aumenti delle rette nelle proprie residenze
per anziani. In una nota la cooperativa
rende noto che ci sarà soltanto il ritocco dell’1,5%
calcolato sulla base dei dati Istat. «La
situazione è molto delicata», dichiara Giovanni
Beninatto, incaricato di seguire l’attività
del settore. «I costi di gestione stanno lievitando
sensibilmente».
Laura Canzian
regionali (di cui 5 a partecipazione
regionale totalitaria) e ai relativi
bilanci. In merito a questa galassia
la Corte ravvisa come negli ultimi
anni l’ente regionale abbia
fatto sempre maggiore ricorso alle
partecipate. Tra le 19 società dieci
hanno chiuso l’esercizio 2009 in attivo
(i risultati migliori sono stati
realizzati da Autovie venete, Cav
Passante e Finest), mentre ben 9
registrano un passivo (tra queste
Veneto Sviluppo, Terme di Recoaro
e Veneto Nanotech). Il capogruppo
del Pd Laura Puppato denuncia:
«L’analisi fatta dalla Corte
dei Conti impone al governo della
Regione di rivedere da cima a
fondo i meccanismi di gestione delle
società partecipate. E’ il segnale
di un fallimento di un sistema».
to del 60% dell’ospedale di
Montebelluna e l’ampliamento
per ventimila metri quadrati
dell’ospedale di Castelfranco.
L’equilibrio finanziario,
che offre un ritorno dell’investimento
al privato pari
all’8,6 per cento, è garantito
dalla gestione di dodici servizi
non sanitari (dal calore
alle pulizie, dalla ristorazione
alla fornitura di elettromedicali)
a favore di una cordata
(Asolo Hospital) di imprese
guidate dalla Guerrato
spa di Rovigo. Il canone annuo
a carico dell’Azienda sanitaria
numero 8 è pari a 44,5
milioni di euro (di cui quasi
7 solo di Iva).
Giusto pochi mesi fa, i project
nella sanità erano stati
sotto i riflettori della commissione
consiliare della Regione
Veneto, passando —
quello di Castelfranco/Montebelluna
— praticamente indenne.
Ma i consiglieri avevano
fatto mettere a verbale
punti di forza e di debolezza
dello strumento: tra i primi
la tempistica certa dell’investimento,
una qualità nell’investimento
garantita da moderne
tecnologie, l’esclusione
dell’investimento dal debito
pubblico. Tra le debolezze,
invece, la Regione aveva sottolineato
l’assenza di cultura
gestionale nelle Usl per valutare
l’investimento, la lunga
durata dei contratti, il costo
dell’Iva, il rimborso del capitale
privato interamente a carico
dell’Azienda. (d.f.)
INTERPRESS

LA TRIBUNA DI TREVISO
PAGINA 32 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
32 GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011 CASTELFRANCO
la tribuna
IL CASO
Operato alla prostata resta impotente
L’insegnante di ginnastica, 58 anni, adesso è anche incontinente. A processo l’urologo
CASTELFRANCO. Si è sottoposto a un’operazione per
eliminare un’ipertrofia prostatica. Quando è uscito dalla
sala operatoria di Castelfranco si è ritrovato incontinente
e impotente. L’insegnante ha raccontato in aula il
suo dramma; a processo per lesioni l’urologo.
L’udienza per lesioni colpose
a carico dell’urologo S.C.,
difeso dall’avvocato Piero Pignata,
è iniziata ieri mattina
in tribunale a Treviso ed è
stata rinviata al 13 luglio. In
aula c’è stata la drammatica
testimonianza di un professore
di educazione fisica cinquantottenne
(non riportiamo
alcun elemento identificativo
per sua tutela), entrato
in ospedale a Castelfranco
nell’ottobre 2005 per un’operazione
ritenuta banale e
uscito con una grave forma
di invalidità che gli pregiudica
per sempre una vita normale.
«Avevo un’ipertrofia
prostativa che mi impediva
di urinare in modo regolare
— ha spiegato in aula l’insegnante
che è scoppiato in lacrime
— Mi è stato prospettato
un intervento in anestesia
locale per risolvere il problema.
Mi tranquillizzarono dicendomi
che di operazioni così
ne facevano a decine. Non
mi fu chiesto alcun consenso
scritto. Subito dopo l’operazione
manifestai una piccola
incontinenza: i medici mi assicurarono
che si sarebbe risolta
in 3-4 giorni. Dopo 6
Una sala operatoria
e il tribunale di Treviso
IL FUNERALE AL DUONO
Addio Genesin, ex partigiano e commerciante
Gino Genesin
aveva
86 anni
CASTELFRANCO. Si è spento martedì
sera poco dopo le 20, in ospedale
a Castelfranco, Gino Genesin, 86 anni.
Aveva gestito per diverse decine
d’anni un negozio di materiale edile
in via Brenta, a pochi passi dalla sua
abitazione. Durante la Resistenza
era stato partigiano ed aveva operato
nella zona di Cittadella. Per questo
suo impegno aveva ricevuto anche
un importante riconoscimento.
Aveva sempre lavorato nel settore
edile, prima come impresario. In se-
guito negli anni’ 60 aveva deciso di
aprire il negozio di materiale edile in
borgo Vicenza. Per lui famiglia e lavoro
erano le cose più importanti.
Fin da giovane era stato un grande
appassionato di ciclismo. Seguiva
sempre le corse in televisione e per
diversi anni aveva lavorato nell’associazione
ciclistica Giorgione. Lascia
la moglie Afra Bordignon, 84 anni, e
il figlio Giorgio. I funerali saranno celebrati
oggi pomeriggio al duomo alle
15. (d.q.)
FOTOFILM
giorni, invece, il problema
c’era ancora. Il primario mi
disse che loro non potevano
continuare a tenermi ricoverato
lì». La situazione è pesantissima:
se l’uomo sta
sdraiato l’incontinenza è lieve,
se si alza in piedi è totale.
«Fui costetto a indossare il
pannolone, poi passai alla
sacca. Rimasi a casa dal lavoro
per un anno, ripresi con
un part-time», ha continuato
l’insegnante che si trova costretto
a smettere ogni attività
sportiva (bici e mezza
maratona). Ma l’incontinenza
non è il solo problema:
l’insegnante, che è sposato
ed ha sempre avuto una regolare
vita sessuale, scopre di
avere anche disturbi erettili.
I medici che consulta dopo
l’operazione, a Padova e a Verona,
fanno in qualche modo
intendere che c’è stato un errore
nell’intervento. Una
convinzione espressa ieri
mattina in aula anche dalla
consulente della Procura: la
specialista ha in sostanza
spiegato che l’intervento è
andato oltre il limite consentito
dal punto di vista anatomico.
Un errore che sarebbe
all’origine delle gravi conseguenze
fisiche riportate dall’insegnante.
Nell’udienza di
luglio verrà sentito il primario
di Urologia.
Sabrina Tomè
PADERNO
Labrador salvato
dal soccorso alpino
PADERNO. C’è stato bisogno
dell’intervento del
Soccorso Alpino per aiutare
e mettere in salvo un
cane Labrador ruzzolato
in una scarpata, sulle pendici
del Grappa, mentre
inseguiva un camoscio.
Mentre l’ungulato scendeva
senza difficoltà nel vallone,
il cane è invece incocciato
su una roccia, ferendosi
all’addome. La
proprietaria dell’animale,
che stava portando a spasso
«Luna» su un sentiero
che conduce alla Vedetta
del Grappa, a Paderno, ha
chiesto l’intervento del
soccorso alpino. Due tecnici,
insieme con un conduttore
del cane della stazione
della Pedemontana del
Grappa, sono riusciti a
raggiungere il Labrador
che si è fatto tranquillamente
mettere la museruola
e imbragare. Il cane
è stato trasportato lungo
la salita e da lì in barella
alla jeep, con la quale è finito
dal veterinario.

LA TRIBUNA DI TREVISO
PAGINA 4 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
4 GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011 PRIMO PIANO
la tribuna
I CONTI DELLA REGIONE AI RAGGI X
Bond: «Ritarare la macchina»
Coletto: criticità già note, pronti con la nuova programmazione
VENEZIA. «Bisogna riassestare
la macchina». E’ questo
il commento del capogruppo
del Pdl Dario Bond di
fronte alla relazione della
Corte dei Conti che boccia
l’eccessivo ricorso al project
e denuncia l’esistenza di doppioni.
«La Corte dei Conti ha
lanciato un segnale fortissimo
— prosegue — il monito
è chiaro: la stagione dei project
è finita e bisogna ridurre
gli sprechi». Aggiunge il presidente
della commissione sanità:
«La Corte dei Conti ha
confermato il lavoro fatto
dalla commissione — sostiene
il pidiellino Leonardo Padrin
— lanciando un allarme
che sollecita un’azione politico-amministrativa
urgente.
Basti pensare che ci sono ancora
Usl che negli appalti
continuano ad attribuire il
60% del peso alla qualità e
non, come indicato, al prezzo».
Insomma, il Pdl non affossa
la gestione Galan, ma
nemmeno perde tempo ad assolverla:
«Di fronte alle
preoccupazioni emerse mi
aspetto azioni consequenziali,
ovvero una proposta gestionale
che tenga conto delle
indicazioni ricevute. La
prossima settimana organizzeremo
una nuova azione di
controllo e verifica su alcuni
ambiti delle Usl: i dati vanno
incrociati, la sanità non può
essere ridotta a un calcolo
Calaciura Traini in Regione; a destra, il rendering dell’ospedale di Este
aritmetico. Solo così possiamo
vedere dove i costi sono
maggiori. Bisogna guardare
avanti, è il tempo delle decisioni
coraggiose, non dei pavidi
e dei conservatori».
Ma la relazione chiama in
causa anche la Lega, che pure
nell’ultimo quinquennio
ha governato la sanità in tandem
con Galan. «Quello della
Corte dei Conti è un utile
contributo al lavoro di riforma
del sistema sanitario che
abbiamo avviato con questa
legislatura, cominciando a fotografare
la situazione nella
maniera più trasparente»
commenta Luca Coletto, assessore
leghista della prima
giunta Zaia, prendendo le distanze
dalla gestione precedente.
«Che ci siano dei settori
di criticità, siamo stati i
primi a rimarcarlo, e non a
caso ci siamo dedicati al Libro
Bianco che fotografa la
situazione e delinea una nuova
programmazione più aderente
alle mutate esigenze di
salute, cui daremo risposte
con il Piano sociosanitario.
Attenzione però a non confondere
il concetto di riorganizzazione
con quello di tagli».
Ma se nel 2009 Coletto
INTERPRESS
non c’era, nella sanità dei
project onerosi e dei doppioni
c’era il suo concittadino,
nonché compagno di partito
Sandro Sandri, assessore dal
2008 fino a fine legislatura:
«Il mero approccio ragionieristico
non è il metodo migliore
per misurare la sanità
— sostiene — anche se non
vi è alcun dubbio che l’analisi
economica della Corte dei
Conti sia corretta nell’evidenziare
alcune criticità».
Sandri invita tuttavia a non
sganciare il giudizio da considerazioni
sia di ordine politico
che legate ai servizi erogati,
provando una timida difesa:
«Non si può ignorare che
nell’Usl 22 di Bussolengo vi
siano alcune duplicazioni di
servizi, ma si deve tenere in
giusta considerazione il fatto
che chiudere strutture pubbliche
significherebbe delegare
ai privati la gestione della
sanità nella zona a nord-ovest
del Veronese. E questa è
una scelta di carattere essenzialmente
politico, non solo
economico». Chiude il giro
la capogruppo del Pd: «E’
confermata l’esplosione dei
costi legati al project, a partire
da Mestre: se oltre a tagliare
pesantemente le risorse, il
centrodestra non vuole neppure
ridurre le spese, mi viene
il sospetto che voglia mandare
il Veneto in bancarotta».
(s.z.)

la tribuna
LA TRIBUNA DI TREVISO
PRIMO PIANO
PAGINA 5 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
FOTOFILM
TRIBUNALE DI TREVISO - FALLIMENTO N. 151/08
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GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011
Mestre maggior responsabile dell’aumento dei debiti (+1855%), critiche a convenzioni e consulenze
Bocciata la sanità di Galan e Lega
Corte conti: «I project e Verona compromettono la tenuta finanziaria»
Illustrando le conclusioni
del documento nell’aula di
Palazzo Ferro Fini, la presidente
della sezione di controllo
della Corte - Diana Calaciura
Traina - ha riconosciuto
al governatore uscente il
rispetto degli equilibri di bilancio
e dei vincoli del patto
di stabilità, stigmatizzando
però il saldo negativo di 536
milioni, in controtendenza rispetto
agli anni precedenti.
A determinare il passivo,
le cifre della sanità, non a caso
divenute terreno di scontro
tra gli alleati-rivali Lega
e Pdl - di fatto artefici di un
duopolio nel settore - e in secondo
luogo i disavanzi delle
società partecipate regionali.
Per quanto riguarda il welfare
(che da solo assorbe
l’82% delle risorse stanziate)
il deficit delle 24 aziende sanitarie
ha scontato una perdita
«Accertata e non coperta» di
101,5 milioni, tale da imporre
«Un più stretto controllo sui
conti». Note dolenti dall’aumento
di spese nell’acquisto
dei beni e servizi (in particolare
prestazioni da privati) e
di Filippo Tosatto
VENEZIA. C’è una mina vagante nei conti del Veneto: è
il Project financing contratto dall’Usl 12, che ha attinto
ingenti capitali privati per realizzare il nuovo ospedale
di Mestre. Gli oneri finanziari conseguenti, a carico della
Regione, sono schizzati così da 0,9 (2007) a 17,6 milioni
(2009) con un incremento pari al 1855%. L’allarme arriva
dalla relazione che la Corte dei Conti dedica ai bilanci
dell’ultimo anno di presidenza di Giancarlo Galan.
Sopra, Galan
Sandro Sandri
e più in grande
la presidente
della Corte
Conti, Diana
Calaciura
Traina
Sotto, Coletto
I giudici contabili: «Bisogna rivedere i meccanismi di gestione delle società regionali»
In perdita metà partecipate
Veneto sviluppo capofila del deficit, con Recoaro e Nanotech
VENEZIA. La Corte dei Conti riserva
una specifica sezione alle 19 società partecipate
regionali (di cui 5 a partecipazione
regionale totalitaria) e ai relativi bilanci.
I magistrati annotano che, negli ultimi
anni, il ricorso della Regione allo strumento
societario è notevolmente cresciu-
L’exploit più brillante è
stato realizzato da Autovie
Venete spa (concessionaria
della Venezia-Trieste e dell’A28)
con un +33,4 milioni;
a seguire, la Cav (gestione
mista con l’Anas del tratto
autostradale Venezia-Padova
e del Passante di Mestre)
in attivo per 7,8 milioni; e la
Finest spa (promozione d’impresa
all’estero insieme alla
Regione Friuli) che vanta un
+3,7 milioni. Conti in rosso
invece per Veneto Sviluppo:
-2,37 milioni dopo dieci anni
ininterrotti di attivo; per le
malconce Terme di Recoaro
(-507 mila euro) e per la società
Veneto Nanotech (-136
mila). Tra le società in disavanzo,
soltanto una - Ferrovie
Venete - è stata ricapitalizzata
dalla Regione. «La
predisposizione di un efficiente
sistema di controlli»,
è l’invito dei magistrati contabili
«e la previsione di una
specifica governance sono determinanti
per indirizzare
Ciambetti: «Gli impegni pregressi
limitano la nostra libertà d’azione»
VENEZIA. «Forse anche noi, per dirla con il presidente
Obama, siamo giunti al “momento Sputnik” della nostra
generazione: in Veneto ci arriviamo con non poche difficoltà
e con l’eredità di impegni presi in passato che limitano,
e non poco, le nostre possibilità attuali e future». Parole
dell’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti. Che aggiunge:
«Il parere positivo della Corte sulla nostra gestione
tecnica è fatto molto importante, perché si può incappare
in manovre azzardate quando è più difficile far quadrare
i conti conciliandoli con le promesse fatte ai cittadini».
Non basta però: «Se vogliamo fare del Veneto il posto migliore
per fare affari e investimenti, per richiamare capitali
e intelligenze, dobbiamo assumerci la responsabilità della
riduzione del deficit, abbattere le spese e attuare un percorso
di riforme. Con questa strategia, l’attuale promozione
della Corte è un viatico, uno sprone a fare meglio».
to, con «Conseguenti problemi nell’affrontare
le eventuali perdite delle partecipate
e nel procedere alla loro ricapitalizzazione».
Nel dettaglio, tra le 19 partecipate
del Veneto, 10 hanno chiuso l’esercizio
2008 in attivo mentre 9 hanno registrano
un risultato in perdita.
l’operato delle società partecipate,
sia per quanto riguarda
la trasparenza della situazione
finanziaria patrimoniale,
sia per quanto riguarda la
qualità dei servizi erogati».
In proposito, il commento
dell’opposizione non si è fatto
attendere: «L’analisi della
Corte impone al governo della
Regione di rivedere da cima
a fondo i meccanismi di
gestione delle società partecipate.
Il fatto che nel 2009 ben
la metà di questi enti siano
in perdita è il segnale di un
fallimento di un sistema, cosa
che denunciamo da tempo:
il Veneto, già penalizzato
dai tagli, non può permettersi
di mantenere ulteriori zavorre»,
afferma Laura Puppato.
Secondo il capogruppo
del partito democratico «Dalla
relazione emerge un quadro
allarmante, dovuto ad
un uso irresponsabile di fondi
pubblici, dirottati a queste
società senza che vi sia un
controllo diretto della Regione
sul loro utilizzo». «E’ arrivato
il momento di decidere
quali strutture esterne vanno
tenute in vita e quali devono
essere smantellate», è la
conclusione «e una decisione
che va presa in consiglio regionale,
luogo che deve tornare
ad avere un ruolo centrale
in questa partita».
dall’esposizione verso i fornitori
privati. Ma ciò che preoccupa
di più i magistrati contabili
è l’ormai fatidica operazione
finanziaria dell’Angelo,
tanto che la Corte invita
Palazzo Balbi a «Monitorare
con attenzione» gli altri project
financing avviati - l’ampliamento
degli ospedali di
Castelfranco e Montebelluna,
la ristrutturazione del Cà
Foncello di Treviso, il nuovo
ospedale di Santorso nell’Alto
Vicentino - e ad «Alleggerire»
i costi di tale procedura.
Un focus speciale è riservato
alla rete ospedaliera che
nel Veronese - feudo dell’ex
assessore alla sanità Flavio
Tosi e del fedele successore
Luca Coletto - è giudicata
«Oggettivamente ridondante
rispetto al panorama regionale
e nazionale»; nella terra
dell’ex assessore alla sanità
l’effetto di «Un’offerta eccessiva
di posti letto» si ripercuote
sia nel tasso di ospedalizzazione
che nei costi assistenziali,
causa determinante
del disequilibrio economico
delle Usl. In particolare,
osserva la Corte, «Accanto
ad una rete ospedaliera pubblica
sovradimensionata rispetto
alla popolazione di riferimento,
l’Usl 22 comprende
due tra le strutture convenzionate
più importanti
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del Veneto (Negrar e Pederzoli)
che non si differenziano
sostanzialmente tra loro per
le specialità mediche e chirurgiche
e, nel contempo, aumentano
l’offerta di assistenza».
Così, l’effetto di attrazione
dei due poli privati convenzionati
«Altera anche i
conti dell’Usl 20» nonostante
i poli pubblici di Borgo Trento
e Borgo Roma siano confluiti
nell’Azienda ospedaliera
universitaria integrata.
Analogo squilibrio tra pubblico
e privato, anche se in dimensioni
minori, compare
nel Polesine: «Se per la parte
pubblica va verificato il ruolo
dell’ospedale di Trecenta a
fronte del servizio già erogato
da Rovigo ed Adria, è altrettanto
opportuno valutare
le convenzioni con il privato
“provvisoriamente accreditato”
che sembra presentare
una capacità erogativa eccessiva
rispetto alla popolazione
residente». Neanche Belluno
esce indenne dalla disamina,
stante «Una poco razionale
distribuzione» degli
ospedali tra Usl 1 (Belluno,
Agordo, Auronzo, Pieve di
Cadore e Cortina) e 2 (Feltre
e Lamon) e l’«Incertezza» in
cui versa la sperimentazione
gestionale dell’ospedale Codivilla
Putti di Cortina.
Un plauso, invece, alle tre
Usl trevigiane, dove «L’equilibrio
di bilancio si coniuga
con l’efficienza delle strutture,
ben bilanciata nel rapporto
ospedale-territorio»; e alla
sanità padovana, dove Usl
16, Azienda ospedaliera e Iov
hanno intrapreso un «Percorso
virtuoso nella diminuzione
della perdita di esercizio».
Promossi anche i manager vicentini:
«Il contenimento delle
perdite di esercizio iniziato
nel 2007, dopo una breve
interruzione, è stato ripreso
in modo cospicuo nel 2009».

LA TRIBUNA DI TREVISO
la tribuna
Salvatore Gibilisco
FOTOFILM
CASTELFRANCO. Denunciati
dai carabinieri di Castelfranco
una donna per
avere derubato anziani ricoverati
nell’ospedale e il titolare
di un negozio di compravendita
d’oro per la ricettazione.
I militari hanno scoperto
l’autrice di vari furti di monili
d’oro, rubati di notte nel
nosocomio castellano ai danni
di pazienti anziani. Dopo i
primi accertamenti, i militari
hanno centrato l’attenzione
su una donna che svolgeva
mansioni di assistenza
agli anziani ricoverati. Messa
alle strette, T. N., 55 anni,
PAGINA 33 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
CASTELFRANCO-ASOLO-VEDELAGO
Ruba oro agli anziani in ospedale
Assisteva i pazienti, poi sfilava i gioielli: denunciata
di Castelfranco, ha confessato
riferendo di aver venduto
i monili ad un negozio di acquisto
di oro usato, ricevendo
100 euro.
Sentito uno dei soci del negozio,
M. B., 41 anni di San
Martino di Lupari, ha negato
di aver visto la donna ed
ha affermato che nel registro
non risultava alcuna an-
notazione di acquisto d’oro.
Ma l’indagata ha confermato
la sua versione e i militari
hanno deciso di visionare le
immagini registrate sul circuito
video del negozio, scoprendo
che erano stati cancellati
i filmati. Pertanto e’
stato posto sotto sequestro il
sistema video per poter
estrapolare le immagini dal-
MACCA
FOTOFILM
la memoria fissa. Solo allora
M. B. ha deciso di consegnare
ai militari i monili in oro,
confermando la versione della
donna.
La donna non è comunque
nuova a questo genere di episodi:
nell’ottobre scorso venne
denunciata per aver trafugato
alcuni gioielli dall’abitazione
di un anziano che
GIOVEDI’ 27 GENNAIO 2011
AFC
33
aveva il compito di assistere.
Il denaro frutto di quei
furti veniva poi speso ai videopoker,
un vizio che
avrebbe portato l’assistente
sanitaria, separata e senza figli,
a ripetere in ospedale.
Dall’arma dei carabinieri
partirà ora anche un vero e
proprio giro di vite per monitorare
l’attività dei vari
«Compro-oro» aperti nella
zona. Soprattutto alla luce
dell’impennata delle quotazioni
del metallo prezioso.
Saranno monitorati in particolar
modo anche gli ospedali
per evitare che si verifichino
casi analoghi.
Bimbo cade nel canale, due sindaci a processo
Il piccolo muore 4 anni dopo, riaperte le indagini che coinvolgono Pavanetto e Dal Zilio
L’apertura di un’inchiesta
è stata chiesta dal giudice
Marco Biagetti che ieri mattina,
dopo aver appreso della
morte del bambino, ha restituito
gli atti al pubblico ministero
Giovanni Francesco Cicero
per valutare se c’è un
collegamento tra l’incidente
e il decesso e per stabilire le
eventuali responsabilità. Il
magistrato ha sospeso il processo
a carico dei tre responsabili
del cantiere che stava
sistemando la pista cicabile
attigua al canale e che erano
accusati di lesioni. Stando alle
contestazioni, l’incidente
era stato causato dalle negligenze
di chi doveva realizzare
l’opera: era in ritardo con
di Sabrina Tomè
VEDELAGO. Aveva appena 3 anni quando, sporgendosi
da un muretto, cadde nel canale irriguo di Cavasagra
che scorreva dietro casa. Il piccolo Adenane Adekessi
venne salvato dall’annegamento, ma restò tetraplegico.
Dopo quattro anni di sofferenze è morto. Ora la Procura
ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.
Vedelago. «Non sono più utili»
Petizione anti-cave
Conte blocca gli scavi
VEDELAGO. «Non esiste la necessità
di autorizzare nuove cave a Vedelago».
Lo ha detto ieri l’assessore
regionale all’ambiente Maurizio Conte
che ha incontrato i cittadini
del comitato no cave. Erano
stati loro a chiedere l’incontro
al governatore Luca
Zaia per potergli consegnare
le 1712 firme raccolte contro
il progetto di ampliamento
della cava Baracche. La petizione
condotta dal gruppo di
opposizione Primavera Civi-
ca ha riscosso successo. Conte
ieri ha incontrato i cittadini
e con loro discusso per circa
mezz’ora. Ha detto che in
i lavori iniziati nel giugno
del 2004 e ancora in corso nel
maggio del 2005 (nonostante
i ripetuti solleciti del committente);
non aveva sostituito
la recinzione rimossa che
proteggeva il canale irriguo
dall’abitazione dove il piccolo
viveva con i genitori; non
aveva indicato con una segnaletica
il pericolo e non
aveva neppure rimosso i cumuli
di terreno. Ed è proprio
su uno di questi cumuli che
il primo maggio del 2005 salì
il piccolo Adenane, bimbo
originario del Togo, mentre
giocava in giardino: il bimbo
si sporse e precipitò nel canale
irriguo. Il padre Jerry chiese
aiuto, si tuffò lui stesso
Maurizio
Conte
provincia le ditte escavatrici hanno
a loro disposizione ancora molti milioni
di metri cubi già autorizzati, solo
a Vedelago 18 milioni di escavazione
sono già autorizzati. Per il momento
non esistono necessità per
nuove autorizzazioni, soprattutto se
il limite del 3% della Sau (Superficie
Agricola Utile) è già stato raggiunto.
Conte ha anche aggiunto che l’ampliamento
di cava Baracche, per il
momento ci si trova in un periodo di
stallo, perché la commissione Via
che deve esaminare il progetto non
si è ancora insediata. Ha promesso di
rivedere con attenzione la documentazione
e ha informato i cittadini che
anche la Provincia può esprimere un
parere sull’ampliamento. I cittadini
l’hanno invitato a fare un giro in bici
per le campagne del paese per vedere
con i propri occhi quanto il territorio
sia stato pesantemente impoverito
dalla presenza delle cave. (d.q.)
CASTELFRANCO. Si è svolto
ieri mattina nella sede di
Villa Dolfin a Villarazzo l’incontro
tra una delegazione
studentesca e l’assessore provinciale
all’edilizia scolastica
Carla Puppinato. Presente
anche il consigliere Oscar
Trentin. Sono stati proprio
gli studenti a chiedere l’incontro
con l’assessore per discutere
dei problemi dell’istituto.
In particolare quello
del sovraffolamento e delle
sedi staccate, che rendono alquanto
problematica la logistica
delle lezioni. Erano stati
gli studenti del Maffioli il
14 dicembre scorso ad occupare
la sede di villa Dolfin. Il
giorno dopo invece scesero
in piazza in 300 con una grande
corteo dalla stazione ferroviaria
fino in municipio. Ieri
i problemi dell’istituto sono
stati portati all’attenzione
della provincia. «Un incontro
davvero positivo — spie-
nel canale e il piccolo venne
ripescato dall’acqua ancora
in vita. L’anossia protratta
(almeno una ventina di minuti)
ebbe però conseguenze disastrose
riducendo Adenane
a un vegetale. Per le conseguenze
dell’incidente — che
secondo gli inquirenti era
evitabile — finirono sotto inchiesta,
e ieri a processo per
lesioni, in tre: l’imprenditore
e cavatore Domenico Telve
di Camposampiero, 55 anni,
in qualità di legale rappresentante
della Cestes, società
esecutrice dei lavori della pista
ciclabile, difeso dall’avvocato
Piero Barolo; Giuliano
Pavanetto, 59 anni di Morgano,
direttore e responsabile
dei lavori, ex sindaco e ora
assessore a Morgano, oltre
che presidente del Consorzio
Priula; Mauro Dal Zilio, 41
anni di Quinto, coordinatore
per la sicurezza, difeso dall’avvocato
Sebastiano Sartoretto:
attualmente è il primo
cittadino di Quinto. Telve, pe-
Il canale di via Corriva a Cavasagra dove avvenne l’incidente al bimbo
raltro, aveva già avuto guai
giudiziari proprio a Vedelago;
nel 2007 aveva infatti patteggiato
la pena di 27 mila euro
per le accuse di falo e truffa,
per aver prodotto certificati
fasulli di destinazione urbanistica
allo scopo di trasformare
in estrattive zone
destinate al verde agricolo.
Ieri mattina in tribunale
doveva dunque tenersi il processo
a carico dei tre per il
reato di lesioni. Di fronte però
alla morte del bambino, risalente
al 2009, il giudice Biagetti
ha disposto con ordinanza
la restituzione degli atti alla
Procura «ritenuto che ci
sia un forte dubbio sul nesso
di causalità tra l’incidente e
la morte del bambino avvenuta
quattro anni dopo». Il
pm Cicero dovrà in sostanza
valutare l’ipotesi di omicidio
colposo. Intanto la famiglia
del bimbo ha agito anche in
sede civile chiamando in causa
diverse parti.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Incontro tra l’assessore e gli studenti dell’alberghiero: «I problemi non si risolvono in 5 minuti»
Maffioli, Puppinato prende tempo
La scuola ormai scoppia, ma il nuovo istituto rimane un’utopia
Il tavolo
tecnico
di ieri mattina
con gli studenti
e l’assessore
Puppinato
Asolo. Ok al progetto: il Duse gratis per gli spettacoli
La cultura vola con Icaro
ASOLO. L’amministrazione comunale ha definitivamente
approvato il progetto «Icaro» presentato dall’istituto comprensivo.
Dopo il successo del programma culturale presentato
lo scorso anno, per integrare le attività scolastiche, l’amministrazione
ha deciso di erogare un contributo di 800 euro
per favorire la crescita culturale ed espressiva da parte dei
ragazz. Il Comune pagherà anche il servizio di trasporto pubblico
locale degli alunni della scuola elementare e media. Nel
programma «Icaro» sono stati presentati una serie di eventi
ed iniziative con protagonisti gli studenti in rappresentazioni
teatrali e in convegni. Sarà a disposizione l’uso gratuito
del Teatro Duse per mettere in scena gli spettacoli. (v.m.)
ga Puppinato — ci siamo trovati
davanti degli studenti
davvero educati, interessati
e pronti al dialogo. E pronti
al dialogo siamo noi, che infatti
in tutti questi anni abbiamo
sempre girato per il
territorio per risolvere i pro-
blemi delle aule. Non a caso
dico sempre con orgoglio che
la nostra situazione, tutto
sommato, è migliore di quella
del resto d’Italia e che in
tutti i modi ci impegniamo
per dare a ogni studente un
posto dignitoso in cui studiare.
E’ ovvio che i problemi
dell’edilizia scolastica non si
risolvono in 5 minuti, ma è
chiara la volontà e l’impegno
della Provincia. Con gli studenti
ci siamo lasciati con
l’impegno di ritrovarci se ci
fossero altri problemi, la Provincia
è sempre disponibile.
Sappiamo bene che le necessità
nelle scuole ce ne sono,
cerchiamo quotidianamente
di risolvere». Per il momento
dunque la Provincia prende
tempo. Al momento la struttura
di villa Dolfin rispetta
tutte le norme di sicurezza.
Di realizzare una nuova sede
al momento non si parla. L’istituto
ospita anche diversi
studenti provenienti da paesi
al di fuori della provincia
di Treviso. Sulla situazione
edilizia castellana il presidente
della provincia Leonardo
Muraro era intervenuto
prima di Natale lanciando la
proposta di un campus superiore
da realizzare vendendo
le vecchie sedi delle scuola
superiori della città. Ma nessuno
al momento ha raccolto
l’idea. Nemmeno l’amministrazione
comunale leghista
ha apprezzato il progetto.
Daniele Quarello
Borso. Messi i paletti per fermare la proliferazione delle centrali
Ok alla legge contro le biomasse
Il consigliere
regionale
Luca Baggio
BORSO. Il consiglio regionale ha approvato ieri una norma
contro la proliferazione selvaggia di centrali a biomasse. Dopo
essere passata in commissione, la norma ora è divenuta
legge. «Grazie alle disposizioni imposte da questa legge —
spiega Luca Baggio del Carroccio, primo firmatario della legge
— si impedisce di fatto la proliferazione incontrollata di
impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili,
salvaguardando il nostro territorio e l’agricoltura». D’ora
in poi verrà richiesta l’autorizzazione regionale per quei progetti
che insistono su aree frazionate e che sino ad oggi potevano
essere realizzati solo con semplice denuncia ai Comuni
di pertinenza. (d.q.)

fuga dei tre. Il ventitreenne albase
Alla Lavdi è stato ammanettasul
posto mentre gli altri due soscappati.
La vettura, rubata il 15
LA TRIBUNA DI TREVISO
naio a Camisano vicentino, è la
ssa utilizzata lo scorso 20 genio
in una serie di furti a Loria.
o
mi
onidiae
di
on
ota
a,
ta
iona
no
re
ofies
Edo Zanella
è morto
al volante
del suo camion
a causa
di un infarto
sa alla pasticceria Botter. Oltre
a loro, Edo Zanella lascia
i genitori Ernesto e Lucia, residenti
a Biadene, ed i fratelli
Elio e Maria Grazia.
Glauco Zuan
rocchia e il comune con l’utilizzo di merce regalata
dagli abitanti, questa volta ha deciso
di utilizzare come mezzo il banco alimentare.
I volontari giaveresi si sono così spostati in
un supermercato di Spresiano che ha dato lo-
ro la possibilità di posizionarsi dopo le casse
per la raccolta di generi alimentari di tutti i
tipi. (eri.f.)
MACCA
PAGINA 35 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
NERVESA
Piano adolescenza
al centro anziani
NERVESA. Alle 20.30 si
terrà nel centro anziani comunale
(via Gandolfo, vicino
alla sede Avis) un incontro
sul progetto Piaf, che è il piano
infanzia adolescenza e famiglia.
La presentazione del
progetto nasce dalle 3 famiglie
del Comune che lo scorso
anno hanno aderito al progetto
reti famiglie, voluto dall’Ulss
8 per i nuclei familiari
di una stessa zona, e che sono
rimaste colpite dall’importanza
che questo aiuto ha sia
per le persone che lo ricevono
che per quelle che lo offrono.
L’idea è di trovare nuova
linfa tra i nervesani. (eri.f.)

IL GAZZETTINO
PAGINA 14 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Sanità promossa con riserve
La tanto temuta bocciatura alla fine non c’è stata. Nessuna reprimenda per l’Asl 12, se non un’antenna puntata verso un
ospedale, quello di Mestre, costruito in Project financing e che dal giorno della sua apertura ha visto aumentare il costo
della spesa verso i privati del 1.855 per cento (!), e una strigliata alla ridondanza di posti letto nel Veronese, situazione
ormai più che nota. O ancora su una gestione delle partecipate regionali che su 19 ne vede chiudere solo 10 in attivo, su
tutte Autovie Venete che ha chiuso con 33,4 milioni di euro di attivo, la Cav (società mista Annas-Regione) che gestisce
Passante e A-4 con 7,8 milioni, la Finest con 3,7. Tra le 9 in rosso solo le Ferrovie venete sono state ricapitolizzate.
Ma a ben leggerla la relazione della Corte dei Conti apre diversi scenari: è senza dubbio una fotografia di quanto c’è
stato e una ipoteca sul futuro. In tema di sanità in quasi tutte le aree del Veneto viene vista la necessità di una oculata
razionalizzazione delle strutture esistenti (che tradotta può significare riconversione di piccoli ospedali o creazione di
Asl provinciali). Ma c’è anche un forte sbilanciamento nell’acquisto di servizi dai privati, che potrebbe, se riallineato,
diventare un capitolo di risparmio: l’ospedaliera privata costa alla Regione 480 milioni di euro l’anno, su 3,5 miliardi
di spesa, pari a poco più del 10%. Che possono essere pochi, ma anche molti se si calcola la forte offerta del pubblico.
Ma la Corte di Conti nel promuovere la Regione Veneto per il rispetto degli equilibri di bilancio e dei vincoli del patto
di stabilità nella gestione 2009 (la chiusura è stata con un saldo negativo di 536 milioni, ma in controtendenza rispetto
gli esercizi precedenti), alza il velo su alcuni ambiti che meritano una più approfondita attenzione. Come era prevedibile
visto che assorbe l’82% del bilancio regionale, il sistema del welfare è quello che si è meritato un focus particolare
da parte della sezione regionale di controllo. Il disavanzo alla fine dell’esercizio è stato di 101,5 milioni, 25 dei quali
la Regione è stata in grado di ripianare, racimolando il possibile nei rivoli del bilancio. Gli altri 75 milioni, invece, è
probabile siano frutto di una partita più ampia che ha coinvolto più attori.
Diana Calaciura Traina che presiede la sezione regionale di controllo della Corte di Conti, e che ieri ha illustrato
la relazione al Consiglio e Giunta, ha puntato l’accento sulle voci di bilancio che maggiormente hanno contribuito ad
appesantire il deficit: l’acquisto di beni e servizi, visti soprattutto come prestazioni dai privati, l’esposizione verso i
fornitori e capitolo forse più pesante, la gestione degli ospedali in Project financing (quello di Mestre a parte, sono da
tenere d’occhio i poli in itinere di Castelfranco e Montebelluna, Ca’ Foncello di Treviso, Santorso). Ma è sulla “costosità”
delle Asl e sulla possibilità di razionalizzare, un processo che per altro la stessa gestione Zaia considera inevitabile,
che si focalizza buona parte dell’analisi. Verona e Rovigo sono a detta della Corte dei Conti le due aree in cui un
intervento con la cesoia potrebbe giovare ai bilanci. Per Verona si tratta di avere una rete ospedaliera ridondante rispetto
alle esigenze del territorio. Soprattutto l’Asl di Bussolengo che ha posti letto sopra la media e due strutture private,
Negrar e Pederzoli che appesantiscono l’offerta. Squilibrio tra pubblico e privato che si ritrova secondo la Corte anche
a Rovigo, dove l’offerta del privato accreditato va a sommarsi con quella del pubblico. E dalle carte della Corte emerge
sempre più chiara l’esigenza di una razionalizzazione della rete ospedaliera, operazione di cui si parla da anni, e sempre
rimessa nel cassetto. A Belluno, la Corte segnala “una poco razionale distribuzione degli ospedali tra le due Asl”, come
aveva rilevato nel Veronese e nel Rodigino. Promosse Trevigiane, Padovane e Vicentine, Asl dove la corsa al risparmio
e all’efficienza ha mostrato uno spunto.
L’ASSESSORE «Siamo stati i primi a rimarcare che esistono settori di criticità a cui porre mano»
Coletto: «Analisi in linea con il nostro piano»
Giovedì 27 Gennaio 2011, Non solo numeri, ma anche suggerimenti sul quale costruire il futuro che per la sanità veneta
dovrà essere fatto di razionalizzazione e di risparmi. Per l’assessore Luca Coletto, la relazione della Corte dei Conti
apre uno scenario diverso: quello di contribuire a definire le linee sulle quali costruire il nuovo Piano Sociosanitario.
«Che ci siano dei settori di criticità – ha detto Luca Coletto – siamo stati noi i primi a rimarcarlo, e non a caso questo
primo scorcio di legislatura è stato dedicato a produrre il Libro Bianco che fotografa la situazione, e a delineare una
nuova programmazione conseguente e più aderente alle mutate esigenze di salute della popolazione, al mutato quadro
epidemiologico con il forte aumento delle cronicità, al mutato quadro economico nazionale che impone a tutta Italia,
non solo al Veneto che in questo è comunque già avanti, di ottimizzare le risorse».
A tutti questi aspetti dovrà dare risposte il nuovo Piano Sociosanitario e le nuove scelte organizzative. «Attenzione
però – conclude Coletto – a non confondere il concetto di riorganizzazione con quello di tagli: ogni riforma non potrà
che partire infatti dall’obiettivo primario di tutelare il diritto alla salute dei cittadini, disegnando una sanità veneta più
efficiente, meno costosa, ma anche più rispondente alle loro necessità, sia dal punto di vista dell’assistenza ospedaliera
che territoriale».

IL GAZZETTINO DI TREVISO
PAGINA 3 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Aiuto ai ciechi: conti sospetti
Ragazzi disabili da assistere, conti che non tornano, e in mezzo anche dipendenti dell’ente pubblico: è terremoto in Provincia. Il presidente
Leonardo Muraro ha segnalato alla Procura alcune «presunte gravi irregolarità» da parte di un’associazione che da vari anni è
incaricata dal Sant’Artemio di assistere nelle scuole i ragazzi con importanti problemi alla vista. L’Amidevi di Treviso (Associazioni
minorati della vista), guidata da Paola Nicoli, stando all’esposto degli uffici stilato dopo un controllo di routine, avrebbe presentato
alla Provincia conti per servizi di assistenza in realtà mai svolti. «Queste irregolarità - spiegano in via Cal di Breda - consistono
nella rendicontazione e successiva liquidazione di prestazioni e servizi particolarmente costosi che non sarebbero stati resi». Una
cresta sui rimborsi o un errore contabile? Non si sa. Per questo Muraro ha deciso di rivolgersi alla magistratura. La somma al centro
della vicenda si aggirerebbe fra i 15mila e i 20 mila euro. «Un danno molto relativo se confermato - ha commentato il Procuratore
Antonio Fojadelli dopo aver visto l’esposto - ma si tratta comunque di una questione di pulizia. Anche se non sappiamo ancora se le
anomalie rilevate dalla Provincia siano volontarie o frutto di un errore». Scontata, anche se per ora nessuno risulta indagato, l’avvio
di un’inchiesta.
Nel frattempo il Sant’Artemio ha già messo “sotto processo” due dipendenti che avevano il compito di gestire i rapporti
proprio con questo tipo di associazioni. «Il direttore generale - rivelano in Provincia - ha avviato una verifica interna sul loro operato
per accertarne la piena correttezza». Come misura precauzionale entrambi sono stati stati spostati in altri uffici così come
l’accordo con l’Amidevi è stato sospeso (si arriverà alla rescissione solo se la magistratura evidenzierà un reato). A giorni verrà scelta
un’associazione per sostituire temporaneamente quella di via Piave.
Muraro si sente con la coscienza tranquilla: «Appresa la notizia da parte degli uffici, senza entrare nel merito della vicenda, ho
dato immediatamente disposizioni per segnalare i fatti alla Procura e avviare tutte le verifiche per accertare in modo rigoroso le responsabilità
abbiamo sospeso l’accordo per tutelarci, mentre i due dipendenti adesso verranno giudicati dalle commissioni previste
dalla legge».
Un coro nella sede di via Piave:
«Non ne sappiamo nulla»
TREVISO - L’associazione Amidevi (Associazione minorati delle vista), entrata improvvisamente nel mirino degli uffici della Provincia
per presunte gravi irregolarità nella rendicontazione dei servizi e nella conseguente richiesta di pagamenti, ha sede in via Piave
a Treviso e si occupa di assistenza scolastica a disabili sensoriali (ad esempio ragazzi ciechi o ipovedenti) attraverso l’affiancamento
di mediatori della comunicazione e l’impiego di strumenti come i testi in braile. Proprio questo era il compito per il quale il gruppo,
gestito da Paola Nicoli, aveva ottenuto anni fa la convenzione (momentaneamente sospesa in attesa dell’esito dell’indagine giudiziaria)
con il Sant’Artemio che dal 2003 gestisce tutti gli interventi di integrazione scolastica per le persone con disabilità visive e
uditive residenti nel territorio (servizi di didattica integrativa, rimborso spese per libri con caratteri speciali e finanziamenti rette per
situazioni gravi).
Ieri, alla notizia della sospensione dell’accordo, in via Piave sono caduti dalle nuvole. «Noi non ne sappiamo proprio nulla -
spiegano le operatrici che rispondono al telefono - la presidente è andata via per un impegno urgente ma nessuno ci ha detto nulla».
L’associazione, la più grossa tra le cinque legate alla Provincia, segue ben 78 ragazzi dei circa 200 sparsi in tutte le scuole della
Marca (dagli asili nido all’università). Ragazzi e famiglie che adesso non saranno lasciati soli, visto che già nei prossimi giorni il
Sant’Artemio incaricherà un altro gruppo in attesa che la magistratura faccia il proprio corso. «Non gettiamo la croce addosso a nessuno,
soprattutto perché il lavoro svolto da questo gruppo è sempre stato qualitativamente alto e qui nessuno ha mai avuto nulla da
ridire - sibilano dagli uffici provinciali - speriamo sia solo un errore anche se è giusto verificare».
M.F.
CASO BOLZAN
Bottacin annuncia:
«Ora avrò gli atti»
TREVISO - (P. Cal.) Non li ha ancora sul suo tavolo ma, a quanto pare, manca poco. Diego Bottacin, consigliere regionale di Verso
Nord, ha ottenuto l’intermediazione del presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato per poter visionare tutti gli atti del
caso che ha visto l’ex impiegata dell’Usl 9, Loredana Bolzan, condannata in primo grado a undici anni per aver sottratto quattro
milioni di euro alle casse dell’ente.
«Li chiedo da mesi - spiega Bottacin - e ad un certo punto, stanco di risposte elusive e dinieghi pretestuosi, avevo sollecitato, ai
sensi dello Statuto, l’intervento del presidente del Consiglio regionale».
Adesso è arrivata l’iniziativa di Ruffato che ha invitato Zaia a mettere a disposizione del consigliere tutta la documentazione richiesta.
«Sono soddisfatto - commenta Bottacin - e mi auguro di avere già domani (oggi per chi legge, ndr) sul mio tavolo tutti gli atti»

IL GAZZETTINO DI TREVISO
PAGINA 5 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Il diabete falsa l’esito dell’alcoltest:
assolto un automobilista trevigiano
Giovedì 27 Gennaio 2011, TREVISO -(ro.r) «Il diabete falsa l’esito dell’alcoltest», la perizia tecnica e la
successiva testimonianza di Maria Sambataro, specialista di endocrinologia e responsabile dell’Unità di diabetologia
dell’ospedale Ca’ Foncello, ha permesso all’avvocato Fabio Capraro di smontare l’impianto accusatoria
e di far assolvere, con formula piena, il cliente, un 50enne di Roncade, dall’accusa di guida in stato di
ebbrezza. Il giudice Andrea Battistuzzi ha accolto le tesi dell’avvocato Capraro, bocciando la richiesta della
Procura che aveva proposto la condanna del conducente trevigiano a sei mesi di reclusione con confisca del
mezzo sul quale viaggiava.
Il 18 agosto 2009, a Quarto D’Altino, il 50enne di Roncade venne fermato e sottoposto ad alcoltest dai carabinieri
di Meolo. Inevitabili il ritiro della patente, la denuncia per guida d’ebbrezza, con sequestro dell’auto.
La posizione del 50enne automobilista sembrava irrimediabilmente compromessa, nonostante l’uomo
continuasse a professare la propria innocenza. A quel punto l’avvocato Capraro ha intuito che l’anomalia registrata
dal cliente avrebbe potuto essere una conseguenza della patologia della quale soffre. Ha così chiesto
lumi al medico Maria Sambataro che ha confermato come tale intuizione fosse corretta. A quel punto il legale
ha cercato e trovato una consolidata giurisprudenza e si è presentato in aula, smontando il castello accusatorio
e facendo assolvere il cliente con formula piena.

IL GAZZETTINO DI TREVISO
PAGINA 8 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Dagli evasori fiscali
i soldi per le rette
Contro il caro rette in casa di riposo potrebbero intervenire i sindaci-sceriffo, capaci di stanare gli evasori fiscali del loro Comune incamerando
un terzo delle cifre sottratte dai “furbetti” allo Stato. La proposta è emersa ieri in Prefettura, durante il vertice sollecitato
dai sindacati per discutere il ventilato taglio dei fondi regionali e le probabili ricadute sugli anziani in casa di riposo. Ad accogliere
il grido d’allarme delle famiglie i rappresentanti sindacali dei pensionati che hanno coinvolto il prefetto Aldo Adinolfi. «Si parla di
un possibile incremento nelle rette del 5/6% cifra non tollerabile per tante famiglie» spiega Gianni Bortolato segretario pensionati
Cisl presente al vertice insieme ai colleghi Maurizio Busso (Cgil) e Antonino Terrano (Uil).
Il pericolo di maxi aumenti (oltre 360 euro all’anno) è concreto anche se la decisione definitiva da parte degli organismi regionali
non è stata ancora formalizzata. In questi giorni si sono susseguite azioni di protesta da parte di ospiti e familiari, amministratori
Ipab e sindaci a cui si aggiunge il sostegno dei sindacati che ieri hanno formulato proposte sul problema. In sostanza se la Regione
dovesse tagliare i fondi al Sociale, i Comuni potrebbero reperire risorse sfruttando la convenzione con l’Agenzia delle Entrate.
«L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale e individuare i furbetti dell’Isee, incamerando poi il 33% dell’evasione accertata»
spiegano i sindacalisti che stanno sollecitando i 95 sindaci della Marca. Dall’inizio dell’anno sono già 15 i Comuni interpellati,
ma ancora pochi quelli che hanno aderito. Tra i pionieri Castelfranco e Mogliano, a cui si è aggiunta Carbonera. La maggioranza
rifiuta di divulgare le dichiarazioni auto-certificate di chi richiede servizi agevolati ( trasporti, mense, buoni, scuola, servizi anziani)
per paura di essere considerati «spie o sceriffi» e di minare il consenso della base elettiva. «Eppure - sostengono Cgil, Cisl e Uil -
questo sarebbe un modo per recuperare risorse preziose diffondendo nel contempo al cultura della legalità».
Mentre i rappresentanti sindacali proseguono gli incontri territoriali, ipotizzando nel contempo azioni di protesta con gli anziani,
il Prefetto ha spedito una missiva a Regione e Comuni per scongiurare l’aumento delle rette nelle case di riposo, invitando a trovare
soluzioni alternative.
RESIDENZE PER ANZIANI
“Insieme si può”: «Da noi soltanto un ritocco»
Giovedì 27 Gennaio 2011, TREVISO - (La.Si.) La cooperativa sociale «Insieme si può» congela le rette delle sue residenze per
anziani, accogliendo le preoccupazioni manifestate dagli ospiti e dai familiari. Ci sarà quindi solo il ritocco Istat: per il 2011 è
dell’1,7% in realtà limitato al +1,5. «La situazione è molto delicata poiché i costi di gestione stanno lievitando a fronte di un raffreddamento
delle risorse disponibili e dei fondi pubblici», dichiara Giovanni Beninatto precisando che ciò non farà venir meno la
qualità del servizio.
La cooperativa condivide la protesta generale contro i tagli al sociale ma, in attesa di tempi migliori, conta molto sulla generosa
responsabilità di tutto il personale socio e sul coinvolgimento altrettanto responsabile dei familiari e degli anziani. In questa fase
ritiene che sia «prioritario essere accanto alle famiglie e agli anziani che si trovano in obiettive difficoltà e che non sarebbero in
grado di far fronte a nuovi oneri».
Il problema riguarda soprattutto le fasce più deboli, quelle che hanno minori disponibilità di risorse.
CUP Il Consorzio castellano gestirà il servizio
Nuovo appalto all’Usl:
garantiti 170 lavoratori
Giovedì 27 Gennaio 2011, TREVISO - (La.Si.) Nuova gestione al Centro unico prenotazioni (Cup) dell’Ulss 9: l’appalto, affidato
da tempo a ditte esterne, è stato vinto dal Consorzio Cento Orizzonti di Castelfranco che subentra dal 1. febbraio alla coop Anthesis.
Il bando coinvolge l’azienda socio-sanitaria trevigiana insieme a quella di Bassano e ieri sono giunte notizie positive per i lavoratori
perchè la nuova ditta ha deciso di mantenerli tutte li: 130 a Treviso e 40 a Bassano. Sfumano così le preoccupazioni di chi temeva
di rimanere senza lavoro, nonostante le rassicurazioni dell’Usl 9 che aveva chiesto garanzie occupazionali alla ditta vincitrice di un
servizio fondamentale.
«Abbiamo raggiunto un accordo che soddisfa tutti e ne siamo felici» dichiara Fabio Panizzon presidente del Consorzio Cento
orizzonti. Attivo anche nel campo sociale con alcune delle cooperative associate, ha vinto l’appalto per un importo pari a 26 milioni,
335 mila, 425 euro contro i 40 milioni e mezzo di base d’asta. Ribasso eccessivo per un servizio così delicato? Cento Orizzonti
sostiene di no. «È una scommessa che vogliamo vincere» spiega il presidente, nella convinzione che sia possibile ridurre le spese
utilizzando tecnologie all’avanguardia con software moderni al centralino. Obiettivo primario viene definito quello di «conservare
la serenità dei lavoratori in un momento economico difficile, senza disperdere le competenze».
L’appalto riguarda il Cup dell’Uls 9 (Treviso e Oderzo) e quello bassanese, oltre al servizio protesi per gli utenti che necessitano
di ausili quali carrozzine o stampelle.

IL GAZZETTINO DI TREVISO
Si giocava le fedi dei pazienti
PAGINA 15 GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Una 55enne castellana rivendeva il bottino ad un “compra-oro” per puntare i soldi alle slot
L’assistente notturna deruba di anelli e catenine i pazienti in corsia, va a vendere il maltolto in un negozio di oro usato e si gioca il
ricavato al videopoker. Squallida vicenda. Si è conclusa con un paio di denunce: furto e tentato furto aggravato per la donna, che ha
precedenti, e ricettazione per il commerciante. Tutto era iniziato da una lettera. La direzione sanitaria dell’ospedale di Castelfranco
segnalava ai carabinieri furti di monili d’oro commessi nottetempo ai danni di ricoverati nel reparto Medicina. Per la maggior parte
anziani afflitti da patologie psico-fisiche.
Sono stati i militari dell’Arma della locale stazione, guidati dal maresciallo Antonio Currò, a risolvere l “giallo”, smascherando la
55enne T.N., di Castelfranco, riconosciuta grazie ad un identikit fornito dalle sue stesse vittime. La donna, che prestava assistenza ai
ricoverati a 100 euro a notte, usava accostarsi ai degenti, con il finto intento di recare loro conforto. Con fare amabile li accarezzava
e massaggiava riuscendo a sfilar loro di dosso anelli e catenine. Così ha raccontato la 78enne M.F. di Riese Pio X, alleggerita la notte
del 18 gennaio della fede nuziale; mentre il 70enne V.C. di Loria ha spiegato di essersi svegliato di soprassalto trovandosi addosso
quella persona che, per giustificarsi gli chiedeva il nome, asserendo di averlo scambiato per un suo conoscente.
Quei preziosi, T.N. li vendeva al 41enne M.B. di San Martino di Lupari, socio nella gestione di un negozio di Castelfranco
specializzato nell’acquisto di oro usato. Il denaro ricavato serviva per poi alla donna, separata e senza figli, per soddisfare la sua
passione per il videopoker.
Incastrata la responsabile dei furti - che sarebbero in tutto una decina, tre dei quali denunciati -, i carabinieri della Compagnia
di Castelfranco, comandata dal capitano Salvatore Gibilisco si sono recati nel negozio dove M.B. ha negato inizialmente tutto. Mai
presentatasi da lui quella donna. Nei suoi registri non compariva alcuna indicazione circa l’acquisto dei monili. Lo ha smentito la
55enne, precisando che il commerciante aveva volontariamente omesso la trascrizione sul registro. Viste le contrastanti versioni,
veniva sequestrato il sistema video al fine di estrapolare le immagini dalla memoria fissa. A quel punto il commerciante confessava
e restituiva i monili. Dal peso dell’oro, il ricavato doveva aggirarsi attorno ai 311 euro, mentre alla donna era stata corrisposta la
somma di 100 euro.
«Le prime segnalazioni
arrivate dai familiari»
Giovedì 27 Gennaio 2011, CASTELFRANCO - (l.bon) Le prime segnalazioni sarebbero partite dai familiari dei ricoverati, che
hanno messo sul chi va là la caposala del reparto di Medicina. Un’intensificazione della sorveglianza, con personale esterno (della
Compiano, che da anni opera in ospedale) e telecamere (installate in aree specifiche), negli ultimi dieci giorni, mentre si attivava
anche la direzione amministrativa e venivano informati i carabinieri, ha permesso di chiudere il cerchio attorno all’autrice dei furti.
Che, però, non è una dipendente dell’Usl, ma un’assistente privata: l’azienda, quindi, non ha la facoltà di licenziarla, anche se tutto
lascia pensare che, d’ora in poi, la donna si terrà alla larga dal nosocomio. «La conclusione di questa spiacevole vicenda - commenta
il dottor Renato Mason, direttore generale dell’usl 8- è un’ulteriore conferma dell’ottima collaborazione tra l’Usl 8 ed i Carabinieri
di Castelfranco, che con solerzia e tempestività hanno permesso di individuare chi ha compiuto i furti. Sebbene nel corso del 2010
gli episodi di furto nell’ospedale siano stati piuttosto rari (3 sarebbero stati accertati, ndr), resta purtroppo l’amaro in bocca per il
susseguirsi di comportamenti ed episodi così deplorevoli a danni di persone che soffrono».
I RETROSCENA Il capitano Gibilisco ringrazia la direzione sanitaria e avvisa i ricoverati
Con gli infermieri di notte per stanarla
CASTELFRANCO - Hanno dovuto mescolarsi tra gli infermieri durante i turni notturni per non destare sospetti. Il capitano Salvatore
Gibilisco, che ha coordinato le indagini portate avanti dal maresciallo Antonio Currò, svela i particolari che hanno portato a
scoprire la ladra di gioielli all’ospedale San Giacomo. «Grazie alla collaborazione della direzione sanitaria, abbiamo anche impiegato
dei nostri carabinieri in corsia di notte. Nessuno se n’è accorto ma sono stati molto importanti per il buon fine dell’indagine».
Ma ci sono stati anche momenti di difficoltà: «Avevamo individuato la responsabile dei furti ma non trovavamo riscontro nel negozio
compro-oro. Siamo andati avanti diversi giorni per controllare altre prove compresi gli hard disk della videosorveglianza del
negozio, ma alla fine i tasselli sono combaciati perfettamente e sono scattate le denunce». L’ufficiale dà poi un consiglio: «Invito i
pazienti a non portare oggetti di valore durante la degenza in ospedale. Sarebbe opportuno, visto che questi episodi si ripetono, che
i ricoverati portassero con loro solo pochi spiccioli. E poi va segnalato al personale qualsiasi movimento sospetto e non dare assolutamente
retta a persone estranee». Infine il capitano annuncia un servizio specifico indirizzato ai negozi di “compro-oro”. «Stiamo
attuando controlli specifici nei confronti di questi negozi della zona per verificare che gli oggetti vengano realmente registrati nei
registri di carico-scarico».
Gabriele Zanchin

IL CORRIERE DEL VENETO
PAGINA 3 GIOVEDI’ 27 GENNAIO

IL CORRIERE DEL VENETO
PAGINA 8 GIOVEDI’ 27 GENNAIO

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