la tribuna di treviso - Azienda ULSS 8

RASSEGNA STAMPA
DOMENICA 04 APRILE 2010
LA TRIBUNA DI TREVISO
Ru486: Zaia si rivolge alla commissione medica
Tassa disabili, i sindaci aprono all’associazione dei «duri»
Guarda vuole un park nel terreno dell’Usl
IL CORRIERE DEL VENETO
«Distribuiremo la pillola»
Le Usl: «Pillola abortiva a chi la richiede»
IL CORRIERE DELLA SERA
Malati sedotti dal successo
Vittorie e sconfitte delle regioni
PAGINA
10
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27
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3
55
62

«Si convochino senza in- punto di vi- Massimo Giuseppe cordnegaticheprescin- Rosanna Giampaolo gente, ne ridugio
gli Stati generali staeconomi- Cacciari Bortolussi vo; la scelta de dalla se- Filippin Gobbo fletta le istan-
del Pdl, per rifondarlo sulco, da tempo
di puntare greteriareze e le tradula
passione, le proposte e si percepisce la necessità di su un testimonial della piccogionale del partito, alla quaca in scelte concrete».
l’intelligenza di tanti am- un ascolto più diretto, di una la impresa come l’indipenle non aspiro».
Intanto incassa le lodi del
ministratori e militanti vicinanza immediata e condente Bortolussi, non ha pa- In altre parole? «Non è pos- sindaco di Treviso. Secondo
da tempo mortificati dal creta alle esigenze e agli gato. Quest’ultimo, anzi, ha
reagito alle critiche sostenensibile
fare carico ad una sola il leghista Gobbo, era lei la
cora pronti a profondere sono convinta che i tempi siado che Laura Puppato fa in- forza importante e rappreporre a Zaia... «Sì, ho letto
passione e impegno». no maturi per la nascita di cetta di preferenze personali sentativa, sarebbe come man- quello che ha dichiarato ed è
un Pd del nord, federato a nella «riserva indiana» ma dare avanti un volontario stato come ricevere una se-
quello nazionale, espressio- non si pone davvero il tra- per azzopparlo... Serve un conda punizione».
ne di un progetto che risponguardo di diventare maggio- chiarimento sulla linea da se-
RIPRODUZIONE RISERVATA
LA vertici TRIBUNA del partito ma an- DI obiettivi TREVISO
dei cittadini. Ecco,
AGRICOLTURA
Un veneto ai vertici
dei coltivatori europei
Alberto Mantovanelli,
ventisette anni, imprenditore
agricolo veronese, è
stato eletto vice-delegato
nazionale di Giovani Impresa.
Mantovanelli, allevatore
e tabacchicoltore a
Salizzole rappresenterà le
imprese guidate dagli under
28 di Coldiretti anche
nel Ceja, Comitato europeo
giovani agricoltori.
CONFCOMMERCIO
«Occorre modificare
la legge sui chioschi»
Con la stagione balneare
alle porte, Confcommercio
Veneto pone alla Regione
la prima questione
concreta della nuova legislatura.
Questione che riguarda
i chioschi. In sostanza,
la legge regionale
prevede il mantenimento
fino al 2015 delle concessioni
demaniali esistenti,
e un’ulteriore proroga in
presenza di lavori di ristrutturazione
o di investimenti
edilizi destinati al
miglioramento del servizio
che abbiano un valore
di 200 mila euro o più.
«Ora», dichiara il presidente
Fernando Morando
«è impensabile che in un
chiosco, date le dimensioni
ridotte, si possano investire
200 mila | o più in
opere edilizie. La nostra
richiesta è di modificare
la norma in quel punto».
PAGINA persona dei 10 destini di una candidata giusta da contrap- 04 APRILE
LE POLEMICHE SULLA PILLOLA ABORTIVA
Ru486: Zaia si rivolge alla commissione medica
Ma l’opposizione accusa: «Una buffonata sulla pelle delle donne»
VENEZIA. Bersagliato da più parti dopo l’altolà (poi
“rettificato”) alla pillola abortiva Ru486 nel Veneto, il
neo governatore Luca Zaia precisa di aver parlato come
«amministratore pubblico che deve avere a cuore la salute
delle donne» ed afferma che «su questo tema tutte
le posizioni hanno dignità e ragion d’essere, anche quelle
più distanti sul piano ideale e politico».
«L’aborto farmacologico»,
sostiene il leghista «ha in sé
rischi per la salute che non
sempre e non da tutti vengono
sottolineati. E io ritengo
di avere il dovere di proporre
alternative, proposte e percorsi
che non necessariamente
accolgano passivamente
quanto già stabilito da altre
istituzioni, ma possano comunque
risultare un miglioramento
rispetto alla situazione
attuale». «Ciò che mi
sta a cuore», insiste il governatore
«è la salute della donna,
in un contesto che abbia
al centro dei propri valori la
tutela della vita. Quando si
parla di pillola abortiva, in
ogni caso bisogna tener conto
che si tratta - come giustamente
fa il ministro Fazio -
di una terapia che va somministrata
in ambiente protetto.
Come si può mettere in discussione
la necessità che
giovani esistenze non venga-
no lasciate sole e in balìa di
fenomeni che potrebbero essere
davvero pericolosi in un
momento così drammatico
della loro vita?». C’è chi ha
letto in tale posizione un atteggiamento
subalterno alle
gerarchie ecclesiali: «La mia
coscienza è informata e ordinata
nel pensiero della Chiesa.
Ciò non solo non ostacola
l’essere un buon amministratore
pubblico, ma anzi ne
esalta la cura per la persona,
che vogliamo sempre di più
inserita nella comunità civile
e aiutata, non abbandonata,
dalle leggi dello Stato». In
conclusione: «Sottoporrò la
questione alla commissione
medica regionale, che ne valuterà
condizioni e modalità
di somministrazione».
Una correzione di retta,
quella di Luca, che ha convinto
l’opposizione. «E’ una
violenza nella violenza che i
leghisti Zaia e Cota si permet-
CGIL
«Accanimento
incomprensibile»
VENEZIA. La Cgil del
Veneto aderirà a tutte le
iniziative organizzate contro
l’annuncio del neogovernatore
Luca Zaia di
ostacolare la distribuzione
della pillola RU 486 negli
ospedali del Veneto.
«Stupisce», afferma la
Cgil «questo accanimento
del neogovernatore del Veneto
sulla Ru486 e un altrettanto
pesante silenzio
sui problemi che riguardano
la condizione reale di
migliaia di donne della regione.
Soprattutto in questo
momento di crisi in
cui manca sostegno al reddito
e all’occupazione femminile,
il supporto all’assistenza
familiare è stato tagliato
e in presenza di
sempre più ricorrenti casi
di violenza, molestie e di
ricatto sessuale anche nei
luoghi di lavoro».
Valdegamberi (Udc)
chiede al governatore
di proibirne
la distribuzione
tano un giorno di negare la
pillola abortiva e il giorno dopo
di rimangiarsi tutto. Sono
ignobili buffonate che violano
il corpo delle donne e il diritto
alla libera scelta di ogni
individuo», attacca l’esponente
del Pdci-Federazione
della Sinistra, Manuela Palermi.
«E’ bastata una notte
e i crociati Cota e Zaia hanno
perso gli spadoni. Forse si sono
accorti di essere senza
esercito, o forse hanno cominciato
a capire che un conto
è la campagna elettorale,
dove la Lega è maestra a sparare
slogan, un conto è governare
nel rispetto delle leggi»,
fa eco Fabio Evangelisti, vicepresidente
dell’Idv alla Camera.
Controcorrente il
consigliere regionale dell’Udc
Stefano Valdegamberi:
chiede al governatore che «si
adoperi per la revisione della
legge 194 e blocchi la distribuzione
della Ru486».
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vitabile il confronto con
quanto sta succedendo nella
Chiesa mondiale sul tema degli
abusi su minori da parte
di religiosi. «Gli uomini di
chiesa non sono assolutamente
un club di pedofili —
dice Gardin — Sono fatti gra-
LA TRIBUNA DI TREVISO
vi, certo, non c’è nessuna vo-
lontà di nasconderli né di
sminuirli. Il clero però soffre
delle generalizzazioni, non
va fatta di ogni erba un fascio.
E da parte della Chiesa
non c’è alcuna volontà di coprire
nessuno, attenti a non
(nel giorno del tradizionale
rito della lavanda dei piedi),
i chierici, i presbiteri, i diaconi
e tutti i religiosi della
Diocesi hanno devoluto l’offerta
per un fondo di solidarietà
alle famiglie in difficoltà.
«E’ un gesto di vicinanza verrà girato quanto raccol-
PAGINA alla 15 comunità — spiega il veto: «Si sta attivando con 04 APRILE
Il progetto si chiama «Cin-
que pani e due pesci». Il fondo
servirà ad aiutare chi
non ce la fa a pagare le bollette
e, più in generale, chi
fatica ad arrivare a fine mese.
INTERPRESS
scovo — e di attenzione a
chi ha bisogno, anche per
rendere meno crude le sperequazioni
di questa società».
Il vescovo elogia il lavoro
della Caritas Tarvisina, cui
molta aderenza alla situazione
attuale — spiega — Chi
accede agli aiuti non sono
più solo gli stranieri come
avveniva nel passato, ma
anche gli italiani. E c’è davvero
bisogno di aiuto». (l.c.)
Tassa disabili, i sindaci aprono all’associazione dei «duri»
Al centro la sentenza del Tar che impone di rivedere il livello di reddito minimo per l’esenzione
L’esecutivo della Conferenza
dei sindaci dell’Uls 9 apre
le porte alle famiglie contrarie
alla compartecipazione richiesta
ai disabili per frequentare
i Ceod e alla Fish,
la Federazione italiana sostegno
handicap regionale. L’incontro
avverrà giovedì in occasione
della seduta del «governo»
territoriale dell’azinheda
sanitaria.
L’occasione per discutere
della recente sentenza del
Tar Veneto che impone a
l’Uls 9 e sindaci di modificare
il regolamento sul livello
minimo di esenzione stabilito.
La soglia di reddito di
7.592 | per il 2008 sotto il quale
una famiglia è esentata
Protesta delle famiglie dei disabili
dal pagare il contributo (30
euro per chi percepisce la
pensioni di invalidità e di 90
per coloro che hanno anche
l’indennità di accompagnamento)
va infatti innalzata.
«L’irragionevolezza (della
soglia, ndr) — dice la sentenza
— è dovuta al fatto che
non si tiene conto delle concrete
condizioni di vita di
una famiglia che accolga al
suo interno una persona
svantaggiata». Allo stesso
tempo però la sentenza non
intacca l’impianto del nuovo
regolamento per l’accesso ai
Ceod: ribadisce la possibilità
per l’azienda sanitaria di richiedere
un contributo per
la compartecipazione vista
la crisi economica per le casse
di comuni e la loro difficoltà
a sostenere strutture sociali
come quelle destinate ai
disabili.
Una sentenza corposa e delicata.
L’incontro fra la
«giunta» dei sindaci, Fish e
Coordinamento sarà occasione
di confronto anche sulla
recente richiesta dei gruppi
di diventare interlocutori ufficiali
dei sindaci al pari del
Cpah, il Comitato provinciale
delle associazioni handicap,
finora l’unico soggetto
di rappresentanza delle famiglie
con le istituzioni, che
aveva approvato, ad aprile
2009, il tanto contestato contributo.
(l.c.)
dato risposte alle loro domande.
La mia missione è essere
rispettoso di tutte le parti».
La pillola Ru 486 «Non è
proibito a un politico dire
che trae ispirazione dal suo
essere cattolico — puntualizza
il vescovo di Treviso — e
questo non dovrebbe meravi-
gliare. Avere una fede ha delle
ripercussioni sul proprio
agire. Apprezzo poi che abbia
detto che rispetta quanto
è stato legiferato in Parlamento.
E’ la stessa posizione
della Chiesa, che non vuole
il massimo. La
re in modo ch
le tasse. «Cons
re le tasse è un
stazioni della
na — dice Ga
può considerar
ligente chi fro
danno di tutta
L’educazione
necessaria».
A Torino. M
din, fra due s
a Torino con
Diocesi, dai 20
fare visita alla

LA TRIBUNA DI TREVISO
che arriva da Montebelluna.
Il prevosto, don Cleto Bedin,
ha raccolto nella parrocchia
della Beata Vergine altri 10
mila euro e li ha mandati a
don Giovanni Gatto, mentre
il parroco di Biadene-Caona-
da, don Mariano, ha inviato
alla chiesa di Tempera una
scultura lignea di San Biagio.
«Ringrazio il sindaco Puppato,
l’assessore Cornuda, don
Cleto, don Mariano, tutti i
montebellunesi per quanto
MACCA
chia — dice don Giovanni —
Il sindaco mi telefonava di
continuo per sapere quando
mandare i soldi raccolti, ho
sempre risposto di tenerli lì
in attesa di individuare a qua-
le intervento destinarli. Ades-
PAGINA so ho deciso per un 27 campetto
04 APRILE
da calcio vicino alla chiesa.
L’area è a ridosso della zona
rossa e quindi c’erano difficoltà
tecniche da superare, faremo
un muro di contenimento
verso la zona rossa e potre-
BIANCHI
mo realizzarlo. Grazie anche
a monsignor Cleto Bedin, che
in silenzio ha raccolto 10 mila
euro e me li ha mandati, e
don Mariano, il parroco di
Biadene e Caonada, che mi
La proposta del comitato all’amministrazione comunale per risolvere la sosta selvaggia
Guarda vuole un park nel terreno dell’Usl
MONTEBELLUNA. Dal comitato
civico di Guarda arriva
una proposta all’amministrazione
comunale per risolvere
il problema dei parcheggi
nella zona del centro frazionale
e nella lottizzazione
di via delle Ginestre: acquisire
per perequazione il terreno
dell’Usl 9 che si trova a
sud del centro frazionale e
adibirlo a parcheggio. Quando
c’è qualche affollata manifestazione
nelle sede frazionale,
le auto vengono parcheggiate
anche lungo la pista
ciclabile di via Feratine.
E una volta che sarà aperto
anche il troncone est di via
Feratine le vetture sulla pista
ciclabile costituiranno
un grosso pericolo. Non sempre
facile è stata poi la convivenza
tra il traffico diretto al
Il consigliere
Flavio
Bacchiega
Auto parcheggiate su una ciclabile
campo sportivo di via delle
Ginestre e i residenti della zona.
Un nuovo parcheggio risolverebbe
entrambi i problemi.
«Da qualche anno — spiega
il presidente del comitato
civico di Guarda, Dino Bottin
— chiediamo di dotare di
maggiori parcheggi il centro
frazionale. I posti auto in dotazione
sono troppo pochi
per un centro che si è attiva-
to e si attiverà in servizi a favore
dei residenti. Il problema
sarà ancor più grave nel
momento in cui si aprirà il
nuovo tratto di via Feratine
verso la rotonda di via Risorgimento
in quanto i parcheggi
selvaggi diventeranno pericolosi
per la circolazione
delle auto. La soluzione che
proponiamo è che l’amministrazione
comunale faccia
proprio il terreno di proprietà
dell’Usl 9 a sud del centro
frazionale per adibirlo a
parcheggio risolvendo contestualmente
l’accesso al campo
del Milan Guarda ed evitando
il traffico in via delle
Ginestre. Purtroppo il piano
regolatore ha reso edificabile
il terreno, ma credo che
con la perequazione si possa
risolvere il problema». (e.f.)
Il consigliere indipendente chiede le dimissioni a Laura Puppato eletta in Regione
Bacchiega spinge sul commissariamento
«No alla reggenza di Franco Andolfato»
MONTEBELLUNA. «Andolfato non
è stato eletto sindaco dai montebellunesi,
eviti di fare il reggente e si torni
alle urne». Preme sulla soluzione
commissariamento Flavio Bacchiega,
consigliere eletto col Pne, diventato
indipendente e pronto a tornare
nella Lega di cui faceva parte nelle
due amministrazioni Zaffaina. Non
gli piace l’idea della decadenza da
sindaco di Laura Puppato, eletta in
consiglio regionale, decisa dalla maggioranza
per evitare che arrivi il
commissario. E non ne fa mistero.
«Se si ascolta la gente che già non approva
l’abbandono del loro sindaco
— afferma Bacchiega — ancor meno
condivide il fatto che Montebelluna
venga governata da qualcuno che
non ha scelto. Chi a suo tempo ha dato
mandato alla signora, in questo
modo sente tradita la fiducia che aveva
posto su una specifica persona.
Quello che vuol fare la maggioranza,
anche se la legge lo prevede, è un’alchimia.
Meglio sarebbe affidare la gestione
ordinaria a un commissario,
tanto più che in ogni caso sarebbe rispettato
quanto già pianificato per
l’anno in corso. Nell’ipotesi di dimissioni
immediate, si potrebbe aprire
la possibilità di nuove consultazioni
già in autunno. In caso contrario
Montebelluna subirà fino al prossimo
marzo un sindaco facente funzioni,
che non ha votato, non espressione
della volontà popolare e che verrebbe
considerato un abusivo». (e.f.)
ha fatto avere una bellissima
statua di San Biagio. L’abbiamo
collocata il giorno di San
Biagio ed è venuto anche il
vescovo, monsignor D’Ercole».
E manodopera è pronta a
PASQUETTA
Fiera primaverile
degli uccelli
Appuntamento domani
con la fiera primaverile
degli uccelli, organizzata
dalla Pro loco. Al parco
Manin ci saranno i canori
che gareggeranno in gorgheggi,
in piazza Negrelli
gli animali da cortile, piazza
Marconi ospiterà la mostra
dei fiori, ci saranno
trattori d’epoca, sul Sedese
il Corpo Forestale farà
vedere in azione le unità
cinofile. Si apre alle 6.
VILLA ONIGO
Il mito di Giorgione
svelato da Guiderzo
Martedì alle 20.30, a villa
Onigo a Trevignano, Mario
Guiderzo, direttore del
museo di Canova a Possagno,
parlerà di «Giorgione:
un enigma, un mistero,
un mito».
CINEMA ITALIA
Phil Taylor parla
di marketing
Mercoledì alle 21, al cinema
Italia, ci sarà Phil Taylor,
esperto di marketing
e nuove tendenze, parlerà
di fashion marketing.
TEATRO DI FALZE’
Musica anni Sessanta
per Brain Family
L’associazione Brain Family
di Trevignano organizza
per il 10 aprile alle
20.30, al teatro di Falzè, il
concerto «Musica anni ’60
e...». Ingresso: 5 euro.
partire da Montebelluna se
don Giovanni ne avrà bisogno.
«L’assessore Edo Cornuda
mi ha sempre detto che se
avevo bisogno di tecnici e degli
uomini della protezione ci-
A MONTEBELLUNA Sussy spagnolita
20enne biondina peperi

IL CORRIERE DEL VENETO
PAGINA 1 04 APRILE
«Distribuiremo la pillola»
Il dibattito sollevato dal governatore Zaia non modifi cherà le decisioni già prese
Le Usl: Ru486 negli ospedali veneti a chi la richiede
VENEZIA— Pare destinato a restare un polverone politico senza ricadute pratiche il «mai nei nostri ospedali»
opposto da Luca Zaia alla pillola abortiva. Il governatore deve infatti fare i conti con la legge 194
del 1978, con l’autorizzazione concessa dall’Agenzia italiana del farmaco e con l’adesione già espressa dal
Veneto alle linee guida del Consiglio superiore di sanità. «E a queste noi ci atterremo— annuncia Valerio
Alberti, coordinatore dei direttori generali— sono le uniche indicazioni di riferimento ricevute e non credo
ne saranno emanate altre. Siamo tecnici chiamati a garantire un servizio al cittadino e questo faremo»

IL CORRIERE DEL VENETO
Le Usl: «Pillola abortiva a chi la richiede»
PAGINA 3 04 APRILE
La commissione sul farmaco: il Veneto ha già detto sì, non possiamo bloccarla nè limitarne l’uso
Da pagina 1 VENEZIA — Pare destinato a restare un polverone politico senza ricadute pratiche il «mai
nei nostri ospedali» opposto da Luca Zaia alla pillola abortiva, in distribuzione in Italia dal primo aprile.
Il governatore deve infatti fare i conti con la legge 194 del 1978, che concede il diritto all’aborto, con
l’autorizzazione al prodotto concessa dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e soprattutto con l’adesione
già espressa dal Veneto alle linee guida sulla somministrazione della Ru486 tracciate dal Consiglio superiore
di sanità. Il quale ritiene «necessario, al fine di garantire il rispetto della legge 194/78 su tutto il territorio
nazionale, che il periodo dell’interruzione volontaria di gravidanza medica avvenga in regime di ricovero
ordinario fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del concepimento».
In reparto In Italia l’uso della pillola abortiva Ru486 è consentito solo per uso ospedaliero. Il Css indica poi
la necessità del ricovero
Parere espresso il 18 marzo scorso e al quale la Regione si è allineata, tanto da inviare tali direttive a tutte le
aziende sanitarie. «E a queste noi ci atterremo — annuncia Valerio Alberti, a capo dell’Usl 3 di Bassano e coordinatore
dei direttori generali — sono le uniche indicazioni di riferimento ricevute e non credo ne saranno
emanate altre. Certo, la prudenza è d’obbligo su un tema cosè delicato, ma le posizioni politiche non devono
riguardarci, noi siamo tecnici chiamati a garantire un servizio al cittadino e questo faremo. Quando la Ru486
arriverà nei nostri ospedali la somministreremo nel rispetto della legge 194 e secondo le modalità indicate dal
Consiglio superiore di Sanità e recepite dal Veneto, cioè in regime di ricovero ordinario».
Insomma, impedire la distribuzione della pillola abortiva è impossibile, anche per la Commissione regionale
del prontuario dei farmaci invocata da Zaia. «La commissione può operare una selezione tra medicinali autorizzati
dall’Aifa con le medesime caratteristiche e funzioni in base ad efficacia, sicurezza e costo, perchè
ovviamente gli ospedali non possono comprarli tutti— spiega la dottoressa Giovanna Scroccaro, componente
della commissione —. Dodichè li inserisce nel prontuario regionale, che le aziende sanitarie sono tenute a
seguire nella stragrande maggioranza dei casi. Ma se c’è un medico che ritiene indispensabile per il bene del
paziente un medicinale non in elenco, la farmacia ospedaliera deve procurarglielo. La commissione non può
dunque bloccare la Ru486 per due motivi: non c’è un prodotto alternativo da preferirle e nel caso in cui un
ginecologo la ritenesse indispensabile per una donna, per esempio non sottoponibile all’aborto chirurgico,
bisognerebbe accontentarlo».
L’organismo regionale sul farmaco non può nemmeno cambiare le modalità di utilizzo. «Sono state già scelte
dalla Regione, che ha optato per la somministrazione in ricovero ordinario — ribadisce la Scroccaro —. Non
è percorribile neanche l’opzione di ridurre il numero dei centri abilitati all’uso della Ru486, come deciso per
altri farmaci, perchè la stessa non richiede competenze o attrezzature particolari. Ginecologi preparati ad eseguire
l’interruzione di gravidanza, chirurgica o medica che sia, ce ne sono in tutti gli ospedali. L’unico intervento
plausibile — conclude la dottoressa— è sollecitare le farmacie ospedaliere a registrarne ogni scatola,
così da impedirne l’assunzione al di fuori delle strutture sanitarie, con grave danno per la donna. Potremmo
imporre controlli molto stretti su ricevimento, gestione e conservazione della pillola».
I tecnici della Regione ricordano poi che la Ru486 è stata autorizzata dall’Emea, l’ente comunitario di certificazione
dei farmaci, in tutto il territorio Ue, e che quindi l’Aifa doveva recepirla a sua volta, altrimenti l’Italia
sarebbe entrata in contenzioso con l’Europa. Di conseguenza una Regione non può bocciare un prodotto approvato
da Emea e Aifa.

IL CORRIERE DELLA SERA
Malati sedotti dal successo
PAGINA 55 04 APRILE
Un nuovo medicinale per una grave malattia si è dimostrato così palesemente efficace che si è dovuto interrompere
in anticipo lo studio con cui lo si stava valutando, per motivi etici. Perché a quel punto sarebbe stato
scorretto non darlo anche ai malati del gruppo di controllo, ai quali viene somministrato un placebo. Un annuncio
del genere, quando capita, sembra una benedizione per tutti: i ricercatori, gli sponsor, le riviste scientifiche,
i giornalisti. Ma soprattutto sembra una ottima notizia per imalati, e infatti spesso le loro associazioni
intervengono per chiedere che il nuovo rimedio sia immediatamente disponibile e gratuito.
Ma è tutto oro vero? Sembra di no, perché la fretta di chiudere, appena i risultati appaiono positivi, porta a
valutare sistematicamente in eccesso i vantaggi che la nuova cura comporta, addirittura spesso raddoppiandone
l’entità rispetto al reale, secondo l’analisi di un gruppo di bio-statistici americani ed europei che hanno
pubblicato i loro dati su JAMA. Non solo: nei due terzi dei casi i benefici che risultano dai trial interrotti sono
una pura illusione, come risulta quando è possibile confrontarli con gli esiti di altri studi sullo stesso tema
condotti sino al termine previsto.
La cosa non stupisce gli esperti, anzi già due anni fa un ricercatore italiano, Giovanni Apolone del Mario
Negri, aveva puntato il dito su questo rischio con un’indagine specifica in campo oncologico.
Come mai allora la pratica del “trial interruptus” sta diventando sempre più frequente, tanto che sembra pianificata
a tavolino? Per esempio si coinvolgono negli studi più malati di quanti sarebbero necessari, o si prevedono
molte analisi dei risultati in corso d’opera. Così si rende massima la probabilità che, per una fluttuazione
del caso, a un certo punto appaia un vantaggio consistente a favore del medicinale in studio, che in realtà non
c’è o è minimo.
In questo modo non solo si risparmia tempo e denaro, ma si ottiene anche un effetto d’ annuncio di grande
impatto sui media. Per questo, come si diceva all’inizio, molti hanno da guadagnare da queste notizie, tranne
i malati, che rischiano poi di affidarsi a un bluff.
Gli autori su JAMA propongono di fissare limiti più stringenti alle interruzioni delle ricerche, per impedire
troppi abbagli. Ma forse, per smontare il meccanismo, bisognerebbe agire a monte. Nella logica corrente le
sperimentazioni sono condotte soprattutto per immettere sul mercato nuovi prodotti. In una prospettiva diversa,
nella quale i ricercatori rispondano in primo luogo allo scopo di migliorare la salute (e solo secondariamente
il fatturato degli sponsor), sarebbe più agevole decidere eticamente di non interrompere uno studio apparentemente
già positivo, pur di non perdere l’occasione di conoscere quanto vale davvero la cura in questione.

IL CORRIERE DELLA SERA
Vittorie e sconfitte delle regioni
In calo sia le buone abitudini, sia la qualità dell’assistenza
PAGINA 62 04 APRILE
Insoddisfatti Dal Sud, le critiche maggiori al Servizio sanitario. Spesa più alta, ma cure inadeguate
Gli italiani sono ancora in buona salute, ma cominciano a risentire di un’assistenza sanitaria non sempre
di qualità, almeno in alcune regioni. I più penalizzati
ancora una volta sono i pazienti meridionali, che si
dichiarano insoddisfatti del Servizio sanitario nazionale.
Lo evidenzia il 7° Rapporto Osservasalute, redatto
dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni
italiane, che ha sede all’Università Cattolica di Roma.
Secondo i dati, rispetto all’anno scorso aumentano gli
italiani in sovrappeso — oltre 1 su 3 — soprattutto al
Sud; si continua a fare poco sport — in media solo 1
su 5 svolge regolare attività fisica — e la sedentarietà
aumenta man mano che si scende da Nord verso il
Meridione. Complice la crisi economica, cambiano
le abitudini a tavola e si abbandona la dieta mediterranea.
«Compriamo più cibi spazzatura e meno cibi salubri,
come pesce e ortaggi» fa notare il coordinatore
dell’Osservatorio, Walter Ricciardi, direttore dell’
Istituto di igiene dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma. Secondo il rapporto, poco più di 5
connazionali su 100 consumano ogni giorno le cinque porzioni di frutta e verdura raccomandate dagli esperti.
«Se abitudini sbagliate come alimentazione non corretta, scarsa attività fisica e fumo sono simili un po’
dappertutto, le conseguenze si registrano soprattutto nelle regioni meridionali, sempre più in difficoltà nel
dare risposte ai cittadini sia in termini diagnostico-terapeutici sia come prevenzione» sottolinea il coordinatore
dell’Osservatorio.
Nelle regioni virtuose, invece, stanno dando i loro frutti le politiche di prevenzione dei fattori di rischio
cardiovascolari e gli screening per prevenire i tumori, o almeno diagnosticarli il prima possibile. «Ciò che
più sorprende è come questo scarto tra regioni si stia traducendo velocemente in un peggioramento delle
condizioni di salute dei cittadini». E al Sud sono in aumento le malattie cardiovascolari, ma anche i tumori.
«Ancora più grave — continua Ricciardi — è che dei chirurghi, invece di scegliere il migliore intervento in
base alle evidenze scientifiche, siano costretti a fare una mastectomia totale quando potrebbero farla parziale
perché a chiederlo sono le stesse donne. Il motivo? Dovrebbero poi fare la radioterapia, ma i centri più vicini
sono a 200 chilometri».
E tocca a volte andare fuori regione non più solo per gli interventi chirurgici, ma anche per avere accesso a
farmaci innovativi. Come dare risposte adeguate e tempestive alle esigenze di salute dei pazienti? «Bisogna
migliorare l’organizzazione e la gestione dell’assistenza — sottolinea Ricciardi —. Del resto, le regioni del
Nord spendono per l’assistenza sanitaria meno del 7,5% del reddito prodotto internamente (in Lombardia il
4,9%); al contrario, quelle del Sud riservano alla sanità più dell’8,5% (in Sicilia il 10,5%). Ma alla maggiore
spesa non corrisponde una maggiore soddisfazione».