la tribuna di treviso - Azienda ULSS 8
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IL CORRIERE DEL VENETO<br />
Le Usl: «Pillo<strong>la</strong> abortiva a chi <strong>la</strong> richiede»<br />
PAGINA 3 04 APRILE<br />
La commissione sul farmaco: il Veneto ha già detto sì, non possiamo bloccar<strong>la</strong> nè limitarne l’uso<br />
Da pagina 1 VENEZIA — Pare destinato a restare un polverone politico senza ricadute pratiche il «mai<br />
nei nostri ospedali» opposto da Luca Zaia al<strong>la</strong> pillo<strong>la</strong> abortiva, in <strong>di</strong>stribuzione in Italia dal primo aprile.<br />
Il governatore deve infatti fare i conti con <strong>la</strong> legge 194 del 1978, che concede il <strong>di</strong>ritto all’aborto, con<br />
l’autorizzazione al prodotto concessa dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e soprattutto con l’adesione<br />
già espressa dal Veneto alle linee guida sul<strong>la</strong> somministrazione del<strong>la</strong> Ru486 tracciate dal Consiglio superiore<br />
<strong>di</strong> sanità. Il quale ritiene «necessario, al fine <strong>di</strong> garantire il rispetto del<strong>la</strong> legge 194/78 su tutto il territorio<br />
nazionale, che il periodo dell’interruzione volontaria <strong>di</strong> gravidanza me<strong>di</strong>ca avvenga in regime <strong>di</strong> ricovero<br />
or<strong>di</strong>nario fino al<strong>la</strong> verifica del<strong>la</strong> completa espulsione del prodotto del concepimento».<br />
In reparto In Italia l’uso del<strong>la</strong> pillo<strong>la</strong> abortiva Ru486 è consentito solo per uso ospedaliero. Il Css in<strong>di</strong>ca poi<br />
<strong>la</strong> necessità del ricovero<br />
Parere espresso il 18 marzo scorso e al quale <strong>la</strong> Regione si è allineata, tanto da inviare tali <strong>di</strong>rettive a tutte le<br />
aziende sanitarie. «E a queste noi ci atterremo — annuncia Valerio Alberti, a capo dell’Usl 3 <strong>di</strong> Bassano e coor<strong>di</strong>natore<br />
dei <strong>di</strong>rettori generali — sono le uniche in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> riferimento ricevute e non credo ne saranno<br />
emanate altre. Certo, <strong>la</strong> prudenza è d’obbligo su un tema cosè delicato, ma le posizioni politiche non devono<br />
riguardarci, noi siamo tecnici chiamati a garantire un servizio al citta<strong>di</strong>no e questo faremo. Quando <strong>la</strong> Ru486<br />
arriverà nei nostri ospedali <strong>la</strong> somministreremo nel rispetto del<strong>la</strong> legge 194 e secondo le modalità in<strong>di</strong>cate dal<br />
Consiglio superiore <strong>di</strong> Sanità e recepite dal Veneto, cioè in regime <strong>di</strong> ricovero or<strong>di</strong>nario».<br />
Insomma, impe<strong>di</strong>re <strong>la</strong> <strong>di</strong>stribuzione del<strong>la</strong> pillo<strong>la</strong> abortiva è impossibile, anche per <strong>la</strong> Commissione regionale<br />
del prontuario dei farmaci invocata da Zaia. «La commissione può operare una selezione tra me<strong>di</strong>cinali autorizzati<br />
dall’Aifa con le medesime caratteristiche e funzioni in base ad efficacia, sicurezza e costo, perchè<br />
ovviamente gli ospedali non possono comprarli tutti— spiega <strong>la</strong> dottoressa Giovanna Scroccaro, componente<br />
del<strong>la</strong> commissione —. Do<strong>di</strong>chè li inserisce nel prontuario regionale, che le aziende sanitarie sono tenute a<br />
seguire nel<strong>la</strong> stragrande maggioranza dei casi. Ma se c’è un me<strong>di</strong>co che ritiene in<strong>di</strong>spensabile per il bene del<br />
paziente un me<strong>di</strong>cinale non in elenco, <strong>la</strong> farmacia ospedaliera deve procurarglielo. La commissione non può<br />
dunque bloccare <strong>la</strong> Ru486 per due motivi: non c’è un prodotto alternativo da preferirle e nel caso in cui un<br />
ginecologo <strong>la</strong> ritenesse in<strong>di</strong>spensabile per una donna, per esempio non sottoponibile all’aborto chirurgico,<br />
bisognerebbe accontentarlo».<br />
L’organismo regionale sul farmaco non può nemmeno cambiare le modalità <strong>di</strong> utilizzo. «Sono state già scelte<br />
dal<strong>la</strong> Regione, che ha optato per <strong>la</strong> somministrazione in ricovero or<strong>di</strong>nario — riba<strong>di</strong>sce <strong>la</strong> Scroccaro —. Non<br />
è percorribile neanche l’opzione <strong>di</strong> ridurre il numero dei centri abilitati all’uso del<strong>la</strong> Ru486, come deciso per<br />
altri farmaci, perchè <strong>la</strong> stessa non richiede competenze o attrezzature partico<strong>la</strong>ri. Ginecologi preparati ad eseguire<br />
l’interruzione <strong>di</strong> gravidanza, chirurgica o me<strong>di</strong>ca che sia, ce ne sono in tutti gli ospedali. L’unico intervento<br />
p<strong>la</strong>usibile — conclude <strong>la</strong> dottoressa— è sollecitare le farmacie ospedaliere a registrarne ogni scato<strong>la</strong>,<br />
così da impe<strong>di</strong>rne l’assunzione al <strong>di</strong> fuori delle strutture sanitarie, con grave danno per <strong>la</strong> donna. Potremmo<br />
imporre controlli molto stretti su ricevimento, gestione e conservazione del<strong>la</strong> pillo<strong>la</strong>».<br />
I tecnici del<strong>la</strong> Regione ricordano poi che <strong>la</strong> Ru486 è stata autorizzata dall’Emea, l’ente comunitario <strong>di</strong> certificazione<br />
dei farmaci, in tutto il territorio Ue, e che quin<strong>di</strong> l’Aifa doveva recepir<strong>la</strong> a sua volta, altrimenti l’Italia<br />
sarebbe entrata in contenzioso con l’Europa. Di conseguenza una Regione non può bocciare un prodotto approvato<br />
da Emea e Aifa.