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RASSEGNA STAMPA<br />
GIOVEDI’ 13 MAGGIO 2010<br />
TRIBUNA<br />
Falsi rimborsi, indagato Ruggeri<br />
Clan Bolzan, associazione per delinquere<br />
Ferie arretrate e part-time all’Usl 8 Convocato un tavolo unico con i sindacati<br />
GAZZETTINO DI TREVISO<br />
Dario: «Io in Regione? Solamente voci»<br />
PAGINA<br />
9<br />
17<br />
26<br />
8
TRIBUNA<br />
Falsi rimborsi, indagato Ruggeri<br />
Sono 5 i nuovi iscritti, tra loro anche il coordinatore regionale ai controlli<br />
Gli inquirenti stanno vagliando le posizioni di tutti i medici e i dirigenti<br />
della clinica rodigina<br />
CRISTINA GENESIN<br />
VENEZIA. Era stato un dirigente talmente bravo quando si trovava al<br />
comando del nucleo aziendale di controllo<br />
dell’Usl 18 di Rovigo da meritare<br />
una promozione. Ecco perché l’1<br />
luglio 2009 il dottor Igino Ruggeri,<br />
53 anni di Ferrara, viene chiamato a<br />
Venezia e incoronato coordinatore regionale<br />
per i controlli sanitari. Peccato<br />
che il suo nominativo figuri tra i dieci<br />
indagati della prima sanitopoli veneta.<br />
Per un reato gravissimo: concorso in<br />
truffa aggravata ai danni del Servizio<br />
sanitario nazionale.<br />
Una truffa per 8 milioni e 400 mila euro di indebiti rimborsi che, tra il<br />
2005 e il 2007, sarebbero finiti nelle casse della Casa di cura privata convenzionata<br />
«Santa Maria Maddalena» di Occhiobello. Rimborsi sborsati<br />
dalla Regione Veneto tramite l’Usl 18 di Rovigo, competente a vigilare<br />
con il suo nucleo aziendale di controllo. Proprio quel nucleo affidato alle<br />
sapienti mani di Ruggeri. Tra gli altri indagati i nuovi nomi sono quelli<br />
di quattro medici: Gilberto Pari, 55 anni di Rimini, esperto di terapia del<br />
dolore; Pino Sergi, 63 di San Giovanni in Persiceto (Bologna), chirurgo;<br />
Daniele Vecchi, 55 di Ferrara, chirurgo; Piero Simoni, 43 di San Lazzaro<br />
di Savena (Bologna), oculista. Indagati anche il presidente del consiglio<br />
di amministrazione della clinica che è pure uno degli azionisti Franco<br />
Pellegrini; l’amministratore delegato Vittorio Morello; il direttore sanitario<br />
Ettore Cichella e il dottor Maurizio Faggioli di Ferrara, responsabile<br />
del raggruppamento di Medicina interna. C’è anche un decimo inquisito<br />
ma sul suo nome c’è stretto riserbo, mentre al vaglio dei carabinieri del<br />
Nas di Padova ci sono le posizioni di almeno una decina di altri medici<br />
dipendenti della struttura privata. Carabinieri che, martedì mattina, hanno<br />
posto sotto sequestro preventivo la sede della clinica di Occhiobello in<br />
via Gorizia 2 e un distaccamento in viale Stazione, oltre a una serie di<br />
macchinari diagnostici di valore e ai conti correnti della società proprietaria<br />
presso la filiale di Ferrara della Banca Popolare di Verona e Novara.<br />
Ad ogni prestazione convenzionata corrisponde un DRG (codice) che individua<br />
l’entità del rimborso. L’indagine ha accertato che i DRG indicati<br />
nella scheda di dimissione ospedaliera non corrispondevano, in realtà,<br />
alle prestazioni effettivamente svolte ma si riferivano a prestazioni di<br />
valore più alto per quanto riguarda la somma rimborsabile dalla Regione<br />
o a prestazioni aggiuntive mai effettuate, mentre talvolta mascheravano<br />
interventi estetici non a carico della sanità pubblica.<br />
PAGINA 9 13 MAGGIO<br />
PARLA MARCOLONGO<br />
«Così funziona la catena di controllo della<br />
spesa»<br />
Fino allo scorso anno si passavano al setaccio<br />
solo 3 pratiche su 100<br />
(RENZO MAZZARO)<br />
VENEZIA. Ma chi fa i controlli, soltanto i<br />
carabinieri? Lo chiediamo al direttore generale<br />
dell’Usl di Rovigo, Adriano Marcolongo,<br />
che ha fatto l’esecutore dell’ingiunzione della<br />
Corte dei Conti alla clinica privata di Occhiobello.<br />
«Certo che no. Esiste una delibera regionale,<br />
frutto di un accordo tra sistema pubblico<br />
e sanità privata».<br />
E cosa prevede?<br />
«Che venga costituito un nucleo di valutazione<br />
sull’appropriatezza dei ricoveri o sulle<br />
altre prestazioni. Con le modalità di intervento.<br />
Fino all’anno scorso i controlli erano per<br />
campione sul 3% del totale, adesso sono sul<br />
10%. Il primo livello di controllo riguarda la<br />
congruenza di alcuni parametri: nome, sesso,<br />
tipo d’intervento. Il secondo livello prevede<br />
l’esame della cartella clinica e la verifica delle<br />
prestazioni erogate, se sono coerenti con la<br />
codifica».<br />
Che cos’è la codifica?<br />
«E’ la diagnosi del medico, che ha un numero<br />
e rinvia ad un raggruppamento di diagnosi,<br />
in sigla Drg, il quale a sua volta ha un valore<br />
economico. Il tutto è legato da un meccanismo<br />
automatico, che noi andiamo a smontare. Verifica<br />
che abbiamo fatto ogni anno».<br />
Anche nella casa di cura di Occhiobello?<br />
«Certo».<br />
E le cose quadravano sempre?<br />
«No, ma succede anche tra aziende del sistema<br />
pubblico, non solo con il privato».<br />
E che si fa quando c’è disaccordo?<br />
«L’Usl discute con la controparte. Se il disaccordo<br />
permane, si va davanti al nucleo provinciale.<br />
Fino al terzo giudizio, quello di una<br />
commissione regionale».<br />
A Occhiobello ci sono Drg falsi per 8 milioni<br />
di euro. A voi cosa risultava?<br />
«Con questa Casa di cura abbiamo un contenzioso<br />
di 1,5 milioni di euro, individuato per<br />
conto nostro». A quando risale?.<br />
«Al periodo 2004-05».<br />
E non avete trovato una composizione?<br />
«Assolutamente no, neanche al terzo livello.<br />
Adesso siamo in sede processuale, si pronuncerà<br />
il giudice. E’ la dimostrazione che noi<br />
abbiamo fatto il nostro mestiere».<br />
Con risultati ben diversi.<br />
«Nel 2004-05 ai Nas risultavano 3,5 milioni<br />
di euro. Per arrivare a 8 devono aver esteso<br />
l’indagine al 2006-07. In ogni caso la differenza<br />
è dovuta al metodo di indagine: noi<br />
non possiamo chiedere il 40% delle cartelle,<br />
per esempio, o tutti i codici 39, poni caso. Dobbiamo<br />
stare nel campione del 3%, oggi 10».<br />
Le risulta che altri direttori generali abbiano<br />
problemi di questo tipo?<br />
«Non saprei».<br />
L’assessore regionale si è fatto sentire?<br />
«Mi ha chiamato subito, cercava di informarsi.<br />
Gli ho detto queste stesse cose».
TRIBUNA<br />
PAGINA 17 13 MAGGIO<br />
Il sostituto Claudio Pinto ha chiuso lunedì le indagini sul maxi buco all’Usl 9: in dieci verso il processo<br />
Clan Bolzan, associazione per delinquere<br />
La Procura: lei la mente, il fratello e Massimo Zanta i «procacciatori» di conti<br />
(SABRINA TOMÈ)<br />
L’inchiesta sul buco da 4 milioni di euro all’Usl 9 è finita. Lunedì il sostituto procuratore Claudio Pinto ha firmato<br />
l’avviso di chiuse indagini contestando a Loredana Bolzan, al fratello Luigi, alla moglie Stefania Donadi<br />
e all’amico Massimo Zanta, l’associazione per delinquere.<br />
Dopo quasi un anno e mezzo di indagini il sostituto procuratore Claudio Pinto ha chiuso l’inchiesta a carico<br />
di dieci persone. Le accuse più gravi - associazione per delinquere finalizzata al peculato aggravato - sono per<br />
il «clan» familiare dell’ex impiegata Pime Loredana Bolzan: oltre a lei, il fratello Luigi, la cognata e agente<br />
immobiliare Stefania Donadi e l’amico Massimo Zanta, anima dell’associazione Emergenzeoggi. Il gruppo<br />
si sarebbe appropriato, per l’esattezza, di 3 milioni 910 mila 953 euro e 25 centesimi. Mente della banda era<br />
Loredana Bolzan: lei avrebbe ideato il meccanismo per appropriarsi del denaro pubblico, di cui poteva disporre<br />
vista la sua funzione di assistente amministrativo. Il fratello Luigi e l’amico Massimo Zanta (quest’ultimo fino<br />
agli inizi del 2004) avrebbero fornito invece il supporto esterno con il compito di individuare i nominativi<br />
delle persone da far figurare quali dipendenti dell’azienda sanitaria locale; di individuare e accendere i conti<br />
bancari sui quali accreditare mediante bonifico le somme distratte. Stefania Donadi, infine, avrebbe consentito<br />
di figurare come dipendente dell’azienda sanitaria e avrebbe messo a disposizione della banda il conto corrente<br />
numero 203957 acceso presso la filiale di Istrana della banca Popolare di Vicenza. In quel conto sarebbe<br />
stata depositata la somma di 1 milione 878 mila 824 euro e 47 centesimi.<br />
Più lieve la contestazione agli altri indagati che devono rispondere di peculato in concorso, ma non<br />
dell’associazione per delinquere. Anna Fantin, Anna Martinelli e Gabriella Zanta avrebbero messo a disposizione<br />
dieci conti correnti (sei già esistenti, quattro nuovi) nel corso del 2003 presso la Cassa di Risparmio<br />
di Genova ed Imperia, filiale di Silea. La somma transitata è in questo caso di 414 mila 240 euro e 90 centesimi.<br />
Fausto Zorzan avrebbe fornito il suo conto aperto al Credito Cooperativo Monastier e Sile ricevendo 60 mila<br />
668 euro e 85 centesimi. L’operazione contestata risale al 28 ottobre 2003.<br />
Qualche giorno prima, il 30 settembre, vennero invece accreditati 63 mila 632 euro e 42 centesimi sul conto<br />
di Luigi Severin, presso l’agenzia 27 di Treviso, della Popolare Friuladria.<br />
Walter Pasqualin, marito della Bolzan, avrebbe infine «riciclato» la somma di denaro che lei gli consegnava<br />
tramite assegni e denaro contante. L’uomo avrebbe usato quei soldi investendoli nella sua ditta individuale,<br />
«In Arredamenti». All’ex impiegata del Pime viene inoltre contestato il fatto di aver alterato, soppresso, distrutto<br />
e occultato atti pubblici veri e in particolare la documentazione contabile allegata alle note di liquidazione<br />
degli stipendi dei medici Sai; i cedolini degli stipendi riferiti ai soggetti estranei all’azienda sanitaria; i<br />
documenti informatici corrispondenti.<br />
Chiusa l’indagine, ci sono ora venti giorni di tempo per i difensori per presentare le loro memorie. Loredana<br />
Bolzan, difesa dall’avvocato Luigi Fadalti, era già stata sentita in Procura, ma non è escluso un nuovo interrogatorio.<br />
Resta intanto aperto un fascicolo «parallelo» - fatti non costituenti reato - sulle posizione di altri soggetti che<br />
potrebbero aver avuto un ruolo nel maxi-buco all’Usl 9.
TRIBUNA<br />
PAGINA 26 13 MAGGIO<br />
Ferie arretrate e part-time all’Usl 8 Convocato un tavolo unico con i sindacati<br />
ASOLO. Positivo l’incontro ieri mattina tra la direzione dell’Usl 8 e i sindacati sulla questione delle ferie arretrate<br />
e sul part time. Spianata la strada dalla convocazione di un tavolo unico per tutte le sigle sindacali, si è<br />
andati ad approfondire i problemi.<br />
Era una condizione prioritaria posta da Cgil e Cisl quella della convocazione di un tavolo unico anziché separati.<br />
E la richiesta è stata accolta. Così è stato possibile andare al nocciolo delle questioni. Prima di tutto sulla<br />
questione delle ferie arretrate. «Sulla questione delle ferie il clima si è stemperato - spiega Ivan Bernini, della<br />
Cgil - c’è stato l’impegno da parte della direzione generale di definire delle regole sulle situazioni di criticità<br />
e di elaborare un piano per il rientro, da concordare con le organizzazioni sindacali non appena sarà certo il<br />
numero di giornate di ferie arretrate». Anche sul part time, pur non potendoci essere novità fino a quando non<br />
ci sarà il collegato al lavoro, sono stati fatti dei passi avanti. «Noi abbiamo fatto delle proposte - dice Ivan<br />
Bernini - sulle quali il direttore generale ha detto che val la pena di riflettere. Quindi direi che è stato un incontro<br />
positivo». (e.f.)
IL GAZZETTINO DI TREVISO<br />
PAGINA 8 13 MAGGIO<br />
L FUTURO DEL DIRETTORE<br />
Dario: «Io in Regione? Solamente voci»<br />
(mzan) «Vorrei sapere chi mette in giro queste voci». Claudio Dario liquida con una battuta le domande<br />
su un suo approdo ai vertici della sanità veneta: il direttore generale<br />
dell’Usl 9 sarebbe tra i papabili successori del segretario regionale<br />
alla Sanità Giancarlo Ruscitti.<br />
«Non c’è nulla di concreto, nemmeno dei contatti. Io continuo a<br />
perseguire gli obiettivi fissati all’inizio del mio mandato (in scadenza<br />
a fine 2012, ndr). E poi non è detto che l’incarico debba andare al direttore<br />
generale di un’azienda sanitaria. Peraltro i segretari sono stati<br />
prorogati di sei mesi: la successione non è questione di ore».<br />
Il numero uno dell’Usl 9 non raccoglie neppure le polemiche sugli<br />
«squilibri» tra sanità trevigiana e veronese: «Si tratta di un dibattito<br />
preliminare che farà da base alla futura programmazione della nuova<br />
amministrazione».<br />
Era stato il consigliere regionale Diego Bottacin a sollevare il caso:<br />
secondo i suoi calcoli, oltre al divario di ospedali (17 nel veronese,<br />
6 nel trevigiano), nel 2009 ogni abitante della Marca ha potuto contare<br />
su un finanziamento da Venezia di 1460,79 euro, un centinaio in<br />
meno rispetto ai 1564,10 scaligeri.<br />
La Regione, inoltre ha ripianato 8.519.000 euro di deficit delle<br />
tre Usl locali (poco meno di 10 euro pro capite), contro gli oltre 131<br />
milioni necessari per portare in pareggio i conti delle tre «consorelle»<br />
veronesi (144,57 euro a testa).