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28<br />

FLORA<br />

Peonia officinale,<br />

il fiore dell’Olimpo<br />

Loredana Matonti<br />

loredana.matonti@regione.piemonte.it<br />

CONOSCIUTO FIN DALL’ANTICHITÀ PER LE SUE PROPRIETÀ CURATIVE, IL RARO<br />

E BELLISSIMO FIORE RAPPRESENTA IL SIMBOLO DEL PARCO MONTE SAN GIORGIO<br />

Poco sotto la cima del Monte San<br />

Giorgio si trova una delle sette stazioni<br />

del <strong>Piemonte</strong> dove cresce ancora spontanea<br />

la rara e bellissima Peonia<br />

(Paeonia officinalis). Pianta erbacea<br />

perenne, appartiene alla famiglia delle<br />

Peoniacee costituita dal solo genere<br />

Paeonia, molto diffusa come pianta ornamentale<br />

di cui esistono numerose varità<br />

sia erbacacee che arbustive, e che,<br />

a differenza della specie spontanea europea,<br />

sono anche molto profumate.<br />

La P. officinalis è alta fino a 60 cm, caratterizzata<br />

da un robusto e profondo<br />

rizoma fusiforme, con fusti lisci ed eretti<br />

con un unico grande fiore alla som-<br />

Fiore di peonia<br />

(foto R. Valterza)<br />

mità, privo di odore, di colore rossocremisi,<br />

che potrebbe contendere alla<br />

rosa lo scettro di regina dei fiori.<br />

Simbolo del Parco stesso, è una delle<br />

specie più belle e vistose della nostra<br />

flora, colpendo l’occhio anche del turista<br />

meno attento, grazie al colore smagliante<br />

e alle dimensioni dei fiori.<br />

Proprio per questo la sua sopravvivenza<br />

è minacciata da raccolte vandaliche<br />

e la specie è perciò protetta dalla legge<br />

in tutta Europa. Come spesso accade,<br />

le cose più belle sono le più effimere<br />

e, poiché non è rifiorente, chi<br />

vuole godere della sua seducente fioritura<br />

dovrà accontentarsi di ammirarla<br />

per poche settimane attorno a<br />

fine maggio-giugno.<br />

In Oriente, la peonia (in<br />

questo caso si tratta di<br />

altre specie, molto<br />

più grandi<br />

di quelle eu-<br />

ropee) era associata all’immortalità; la<br />

scorza delle radici veniva indicata come<br />

risolutiva contro i dolori mestruali e di<br />

ventre dopo il parto e per gli attacchi<br />

acuti di appendicite. Simbolo di eleganza<br />

e raffinatezza in Cina e in<br />

Giappone, era il fiore degli imperatori,<br />

i soli che potevano coltivarlo e coglierlo.<br />

Il nome del genere sembra derivi da<br />

Peone, medico greco dell’antichità, che<br />

secondo una delle versioni del mito,<br />

riuscì a guarire con questa pianta una<br />

ferita del dio Plutone. In segno di ringraziamento<br />

il medico fu trasfomato<br />

nella bellissima pianta. Secondo un’altra<br />

variante, Peone avrebbe fatto bere a<br />

Latona, in preda alle doglie del parto<br />

per far nascere Apollo e Artemide, il<br />

succo di un fiore ancora senza nome,<br />

che cresceva in abbondanza sulle pendici<br />

dell’Olimpo. Latona superò così facilmente<br />

il travaglio e diede felicemente<br />

alla luce i suoi bellissimi gemelli: per riconoscenza<br />

diede al fiore il nome dell’abile<br />

medico. L’epiteto specifico “officinalis”<br />

è indice delle sue proprietà curative,<br />

che tanto hanno contribuito a decimare<br />

la pianta a causa di raccolte indiscriminate.<br />

II filosofo greco Teofrasto<br />

(372-287 a.C.), noto anche per aver<br />

scritto le più importanti opere di botanica<br />

dell’epoca, affermò che per usi<br />

curativi i semi e le radici di peonia dovevano<br />

essere raccolti solo di notte,<br />

quando il picchio dorme: essendo la<br />

peonia una pianta consacrata a questo<br />

uccello, si correva altrimenti il rischio<br />

di essere sorpresi e beccati a<br />

morte! In Occidente i medici antichi<br />

la ritenevano una delle<br />

piante “cefaliche”, ovvero adatta

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