foto Mauro Topini - Campo de'fiori
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<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong>
SOMMARIO<br />
Editoriale:<br />
Genitori moderni .................................... 3<br />
Intervista:<br />
Il ciclone Hunziker ................................... 5<br />
Collezionismo:<br />
Il fascino malizioso della plastica............. 6<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Il contrasto tra acqua e vino......................7<br />
Suonare Suonare:<br />
La passione ci guadagna ........................10<br />
Monumenti - vita, vicende, restauri:<br />
Il Colosseo...............................................13<br />
Vita Cittadina..........................................14<br />
Cinema News:<br />
Dracula di Bram Stoker............................17<br />
Ecologia e ambiente:<br />
L’ambiente nell’immaginario collettivo......18<br />
Neuropsichiatria, Psicologia, Logopedia<br />
Psicopedagogia:<br />
Le parole dei sentimenti...........................19<br />
Info Pubblicità<br />
P.za .za della Liberazione 2<br />
01033 Civita Civita<br />
Castellana<br />
T. . 0761.513117<br />
0761.513117<br />
Attualità:<br />
Anche l’occhio vuole la sua parte.............21<br />
Sassacci: concerto in memoria di<br />
Gianni Colamedici....................................25<br />
La forza del cuore ...................................57<br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori:<br />
Orte...........................................................22<br />
La rubrica dei perchè:<br />
Perchè i binari dei treni vengono<br />
dipinti di bianco?.......................................27<br />
Come eravamo:<br />
Ivan Rossi, morire da eroe con<br />
la musica nel cuore...................................28<br />
Civitonici illustri:<br />
Franco Gradassai.....................................31<br />
Arte:<br />
Nino Caruso e Civita Castellana..............33<br />
Messaggi.................................................35<br />
Poeti:<br />
Ernesto Zuppante.....................................39<br />
Una “Fabrica” di ricordi:<br />
Pasquale Pacelli.......................................40<br />
Il Fumetto:<br />
Sky doll.....................................................42<br />
Campioni Sportivi:<br />
Perchè Coppi è più grande di Merckx......43<br />
L’angolo Cin Cin:<br />
Come progettare una cantina personale..45<br />
Album dei ricordi............................46 - 52<br />
Le storie di Max:<br />
Adriano Celentano....................................48<br />
Noel..........................................................51<br />
Un uomo venuto dal ceppo.......................54<br />
Karate Shotokan:<br />
Campionati Italiani WKC 2007..................55<br />
Annunci Gratuiti......................................58<br />
Selezione offerte immobiliari.................62<br />
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<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />
Genitori<br />
moderni<br />
Molti dei problemi della società<br />
attuale, sui quali, purtroppo, mi<br />
sono già soffermato più volte in<br />
precedenza, non nascono oggi,<br />
ma sono i frutti di un malessere<br />
che inizia a partire dalla fine<br />
degli anni ‘60. Il 1968, infatti,<br />
ha segnato la fine di un’epoca<br />
favolosa, che era iniziata con il<br />
dopoguerra, per approdare<br />
nell’Eldorado di quel periodo.<br />
Rimarginate le ferite del secondo<br />
conflitto mondiale, uno sco-<br />
di Sandro Anselmi<br />
nosciuto benessere tranquillizzava<br />
le famiglie che progettavano,<br />
allora, un futuro più roseo per i loro figli.<br />
L’acculturazione era comune e le scuole si riempivano di<br />
ragazzi motivati allo studio e consci di dover ottenere profitto,<br />
anche per ripagare i sacrifici della famiglia, che<br />
contava, così, di poter elevare il loro grado sociale.<br />
Ma in quell’anno fatidico, falsi miti, nuove correnti ideologiche,<br />
sconvolgevano una situazione che si era andata via via<br />
stabilizzando: la donna si emancipava, i costumi si facilitavano,<br />
la violenza si diffondeva, ed inevitabilmente la nuova<br />
generazione entrava in contrasto con quella dei genitori.<br />
Ricordo anch’io le discussioni con mio padre, allorché, giovane<br />
universitario, imbeverato di discorsi politici, trascinato<br />
dalle assemblee, portavo in famiglia le mie nuove idee. Si<br />
aggiungeva, poi, una tv che intanto abbandonava sani programmi<br />
educativi come il Musichiere e Lascia e Raddoppia,<br />
per propugnare prodotti sempre più scarsi e più amorali. I<br />
genitori, allora, per evitare che i loro figli potessero infrangere<br />
inevitabilmente quelle regole ormai diventate dure,<br />
allentavano pian piano la presa e lasciavano loro quella falsa<br />
libertà, che li avrebbe resi sempre più infelici, meno motivati,<br />
vuoti.<br />
Oggi, mentre il ministro della salute Livia Turco vuole controllare<br />
le scuole per dissuadere gli alunni (e ahimè anche<br />
qualche insegnante) dall’uso degli spinelli, una moltitudine<br />
di genitori le si scaglia contro per difendere la privacy e la<br />
libertà dei loro figli!!!...???<br />
Ma se non ci sono più regole neanche per difendere quella<br />
minima parte di società rimasta “perbene”, allora non sorprendiamoci<br />
che i nostri ragazzi operino tutta quella serie<br />
infinita di comportamenti che sfociano spesso nel delinquenziale!<br />
Se vogliamo cancellare a tutti i costi le regole, i valori, la<br />
morale, non biasimiamo la violenza dei minori sui minori, sui<br />
disabili; non facciamo finta di essere contriti per le stragi dei<br />
fine settimana; non storciamo il naso se vediamo bambine,<br />
di poco più di dieci anni, vestite in modo, a dir poco, indecente!!!<br />
LORO NON HANNO COLPE. Li abbiamo lasciati liberi di<br />
far male e di farsi male!!! Aiutiamoli, invece, a fargli prendere<br />
coscienza perché abbiano un futuro migliore, nella<br />
piena responsabilità e vera libertà.
di<br />
Maria Pia Carlucci<br />
Ho incontrato<br />
Michelle Hunziker<br />
solo telefonicamente<br />
ed è bastato a<br />
confermare ciò che<br />
poi si vede in televisione.<br />
Il suo<br />
“Ciaaao” dall’altra<br />
parte del ricevitore<br />
è esploso come se<br />
fossi stata una sua<br />
vecchia amica e che<br />
sentiva volentieri.<br />
Una Michelle come sempre allegra, piena<br />
di energia.<br />
Mi sono sentita subito travolta dal suo<br />
entusiasmo e dal suo generoso e coinvolgente<br />
modo di comunicare. Ma se è così<br />
nella vita non c’è alcun dubbio che lo sia<br />
anche sul palcoscenico.<br />
Leggete cosa ha risposto e se si è meritata<br />
un artistico “scudetto capitolino”.<br />
D.:Sei la protagonista del celebre<br />
musical “CABARET” che è stato in<br />
scena al Sistina di Roma fino al 17<br />
Giugno, ispirato al libro “Addio a<br />
Berlino” di Christopher Isherwood,<br />
che racconta l’avvento del nazismo in<br />
Germania.<br />
Si , Sally Bowles una ragazza di 19 anni,<br />
come tante, piena di voglia di vivere e di<br />
cantare, sua grande passione, che vuole<br />
“arrivare” ed è disposta a tutto, anche a<br />
rinunciare al grande amore e addirittura<br />
alla nascita di un figlio. Infatti Sally, a metà<br />
spettacolo, abortisce e vi assicuro che non<br />
è facile interpretare questo ruolo poiché io<br />
invece a 19 anni ho partorito.<br />
D.:Un impegno coraggioso.<br />
Un impegno molto coraggioso da parte<br />
mia ad accettarlo e del regista, Saverio<br />
Marconi, a propormelo. All’inizio ho detto<br />
no, anche perché il confronto con Liza<br />
Minelli, protagonista nell’omonimo film<br />
“Cabaret” del 1972, mi sembrava eccessivo.<br />
Poi dopo aver visto il musical e aver<br />
letto il libro mi sono ricreduta. Sally è un<br />
personaggio vero e soprattutto una donna<br />
che vive sentimenti, emozioni e paure<br />
come tutti. E quando si tratta di interpretare<br />
emozioni vere e sentimenti forti io<br />
sono lì pronta ad entrarci dentro con tutta<br />
me stessa.<br />
D.:Ci sono delle atmosfere particolari<br />
in questo spettacolo?<br />
La cosa bella è proprio quando il pubblico<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 5<br />
Il ciclone<br />
HUNZIKER<br />
entra al Sistina e viene catapultato in un<br />
ambiente anni 30, con luci e abat-jour dell’epoca,<br />
con arredi tipici di un night : il KIT<br />
KAT CLUB. Un rifugio per chi, in quel particolare<br />
periodo storico, pur di non vedere<br />
la realtà ed affrontarla, preferiva immergersi<br />
nella superficialità e flirtare con le<br />
ragazze del locale. Un messaggio che fa<br />
riflettere e che rispecchia ciò che stiamo<br />
vivendo oggigiorno. Però è anche uno<br />
spettacolo che fa molto ridere e vi invito a<br />
vederlo. Staccherò anche i biglietti per voi.<br />
Scherzo naturalmente.<br />
D.: Michelle, una milanese svizzera,<br />
come vive Roma?<br />
Roma è una città che adoro profondamente<br />
e amo veramente. Ora sono qui con la<br />
mia famiglia e ne approfitterò, come sono<br />
abituati da queste parti, mangiando<br />
soprattutto come una pazza.<br />
D.: Un posto romantico.<br />
Quando finisce lo spettacolo, molto spesso,<br />
indosso jeans e un paio di scarpe da<br />
tennis e dopo aver cenato passeggio tantissimo,<br />
vado in giro con gli amici, mi guardo<br />
intorno e tutto è bello e romantico o lo<br />
diventa... Roma ha sempre avuto questa<br />
magia su di me.<br />
D.: Conosci <strong>Campo</strong> dei Fiori?<br />
E’ una delle zone più amate di Roma ed i<br />
miei amici mi ci portano spesso, forse è il<br />
posto dove si vive meglio la “movida<br />
romana” e dove potete incontrarmi sempre<br />
…la notte. La vostra rivista la conosco<br />
da poco ma è fantastica!<br />
D.: Pizzeria o ristorante: consigliacene<br />
uno.<br />
Dipende, mangio di tutto ma soprattutto<br />
pesce. Vado volentieri da Cesaretto perchè<br />
si trova al centro, si può raggiungere a<br />
piedi dopo teatro, è una trattoria tipica<br />
romana. Ci sono pochissimi tavoli, c’è<br />
musica dal vivo. Si può stare tranquilli e<br />
soprattutto si mangia bene.<br />
D.: Difetti e pregi dei romani.<br />
I romani hanno la capacità di vivere la vita<br />
in modo divertente... Ho tantissimi amici<br />
romani con i quali mi faccio grassissime<br />
risate e poi …sono molto attratta dall’uomo<br />
romano. Per quanto riguarda i difetti<br />
dico solo che io da milanese sono abituata<br />
alla puntualità e a prendere appuntamenti<br />
di lavoro fin dalle 8,30 del mattino ma non<br />
so perché qui mi rispondono: come? Vuoi<br />
dire alle 20 e 30…<br />
Saluto Michelle e vi consiglio di andare in<br />
giro per Roma la notte : potreste incontrare<br />
il ciclone Hunziker.
6<br />
Quando, agli inizi<br />
del Novecento, il<br />
chimico statunitense<br />
di origini<br />
belghe, Leo<br />
Hendrik Baekeland,<br />
ottenne, per<br />
condensazione<br />
del fenolo con l’aldeide<br />
formica, un<br />
complesso organi-<br />
di Alfonso Tozzi co che da lui<br />
prese il nome di<br />
bachelite, non avrebbe certo immaginato<br />
che cento anni dopo il prodotto della sua<br />
invenzione, trasformandosi nel tempo,<br />
sarebbe stato immortalato in collezioni ed<br />
esposto in musei.<br />
Progenitori di questa straordinaria invenzione<br />
furono certamente: l’inglese<br />
Alexander Parkes il quale, nel 1861, realizzò<br />
una sostanza ottenuta dalla fusione di<br />
nitrato di cellulosa, naftalina e canfora,<br />
“flessibile, resistente all’acqua, colorabile,<br />
facile da lavorare” che chiamò “parkesina”,<br />
l’americano John Wesley Hyatt, un giovane<br />
tipografo alla costante ricerca di nuovi<br />
materiali a basso costo, creatore nel 1869<br />
della “celluloide” ottenuta con un composto,<br />
sempre a base di nitrato di cellulosa,<br />
ed infine nel 1899 i tedeschi Ernst Prische<br />
e Adholph Spitteler i quali, mescolando<br />
caseina e formaldeide, creano la “galatite”,<br />
aprendo così la via all’era neoplastica.<br />
Nei primi anni di vita la materia plastica,<br />
parkesina, celluloide, galatite, bakelite,<br />
servì quasi esclusivamente per imitare il<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
IL FASCINO MALIZIO<br />
SEDUCE ANCHE I COL<br />
un nuovo genere di antiquariato<br />
legno, l’ambra, la giada, la madreperla, l’avorio,<br />
il corallo ed ogni altro materiale<br />
costoso. Successivamente si realizzò della<br />
bigiotteria in materiale plastico, veri e propri<br />
“gioielli” di un certo pregio, creati spesso<br />
ad opera di grandi artisti e designer.<br />
La maggior parte di questi manufatti servì<br />
al puro consumo: quando si guastavano o<br />
semplicemente stancavano, li si buttava<br />
via.<br />
Ora, però, queste cose, rarefattesi col<br />
tempo, sono diventate materia di ricerca e<br />
di entusiasmante collezionismo, addirittura<br />
di culto se si pensa che per un oggetto di<br />
parkesina dell’era vittoriana, i collezionisti<br />
inglesi, e non solo loro, sarebbero disposti<br />
a corrispondere migliaia di sterline.<br />
I molti italiani e i moltissimi stranieri che si<br />
dedicano a questo tipo di raccolta, limitano,<br />
generalmente, le loro collezioni fino<br />
alla prima metà del secolo scorso: ricercano<br />
particolarmente oggetti fabbricati negli<br />
anni Venti e Trenta, quasi tutti trascurano,<br />
per ora, i prodotti in PVC dell’ultima generazione.<br />
Fra i grandi collezionisti italiani, un posto<br />
notevole lo occupa la veneta Anna<br />
Rabolini, la quale è riuscita a mettere<br />
insieme una raccolta di esemplari che<br />
vanno dalle ochette agli occhiali, ai portapenne<br />
da scrivania, ai pettini, ai portasigarette,<br />
ai fermacapelli, alle spille, ai rasoi a<br />
serramanico dei barbieri e ai tanti altri<br />
oggetti, tutti anteguerra e presenti con<br />
grande successo in una memorabile<br />
mostra che la Rabolini tenne per la prima<br />
volta a Palazzo Fortuny a Venezia negli<br />
anni Ottanta.<br />
Collezionista illustre del settore è il grande<br />
artista Renzo Arbore che vanta una bella<br />
raccolta di radio, molte delle quali in bakelite<br />
come la famosa Allocchio Bacchini del<br />
1940.<br />
Altri collezionisti italiani: Lando Lazzerini di<br />
Follonica, la romana Roberta Giannini la<br />
quale si dedica particolarmente alla raccolta<br />
di cucchiaini di plastica, il bresciano<br />
Aldo Bontempi affascinato dalle penne stilografiche<br />
Waterman’s, Mont Blanc e<br />
Parker dal 1890 al 1960, Paolo Lamandini<br />
di Sasso Marconi attratto dalle fiches dei<br />
casinò e Luigi Biglia di Borgosesia ricercatore<br />
di radio degli anni Venti, solo per<br />
citarne alcuni.<br />
E’ opportuno concludere queste note<br />
segnalando che a Pont Canadese, alla con-<br />
fluenza delle Valli dell’Orco e della Soana,<br />
esiste, realizzato dalla Sandretto<br />
Metalmeccanica, il “Museo delle Materie<br />
Plastiche” fra i più importanti del mondo,<br />
l’unico, degno di questo nome, in Italia.<br />
Nelle grandi sale di questa benemerita istituzione<br />
sono ordinatamente esposti<br />
migliaia di reperti: è possibile quindi conoscere<br />
ed ammirare i primi oggetti in celluloide,<br />
ebanite, caseina formaldeide, bakelite,<br />
PVC, polistirolo: dischi, microfoni,<br />
apparecchi radiofonici, <strong>foto</strong>grafici del<br />
periodo compreso fra gli anni Trenta e<br />
Sessanta ed inoltre telefoni in resina<br />
fenoaltea, uno dei primi esemplari di televisore<br />
americano del 1940, nonché scatole,<br />
occhiali, oggettistica varia.
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
SO DELLA PLASTICA<br />
LEZIONISTI ITALIANI<br />
per la gioia di novelli plasticofili<br />
Attraversando le sale del museo si offrono<br />
agli occhi, certamente affascinati, del visitatore:<br />
giocattoli, articoli pubblicitari, roulette,<br />
strumenti di misura, articoli elettrici,<br />
un barometro di bakelite degli anni Trenta,<br />
bocce di resina rinforzata, palle da biliardo,<br />
un distributore di gomma da masticare<br />
di polistirene e tanti altri oggetti estremamente<br />
interessanti.<br />
Il quadro espositivo si arricchisce con<br />
“l’angolo” dedicato all’Inghilterra con originali<br />
spazzole dalle forme di animali e giocattoli<br />
degli anni Venti, Trenta e Quaranta,<br />
lampade, lanterne, ventilatori, bilance in<br />
resina ed altro ancora; completa il tutto la<br />
presentazione della plastica come ornamento<br />
e finitura: frullatori, shaker e, in<br />
abbinamento tra PVC e metallo, alcuni<br />
precursori dei moderni elettrodomestici,<br />
macchine da ufficio (calcolatrici in resina<br />
fenolica, <strong>foto</strong>copiatrici degli anni<br />
Cinquanta, proiettore cinematografico in<br />
fenolica e metallo), ed uno dei primi aspirapolvere.<br />
Tutti gli oggetti, alcuni di rara bellezza,<br />
raccontano un secolo di invenzioni, di<br />
ricerche, di realizzazioni, di brevetti che<br />
hanno cambiato il volto del pianeta e tutti<br />
prodotti con “il materiale che la natura<br />
aveva dimenticato di creare” e che oggi<br />
torna a rivivere anche in mostre come<br />
quella allestita recentemente a Maastricht<br />
in cui sono stati presentati opere d’arte,<br />
“gioielli” e oggetti di arredamento realizzati<br />
interamente in plastica o quella, ancora<br />
in corso, proposta dal Museo della Scienza<br />
di Londra “Plasticità-100 years of making<br />
plastics” che, attraverso l’esposizione di<br />
oggetti, descrive la nascita, gli sviluppi e il<br />
futuro della plastica, dalla bakelite fino ai<br />
nuovi materiali ecocompatibili “un viaggio<br />
tra scienza, tecnologia e costume” come<br />
assicura la pubblicità.<br />
7
8<br />
Acqua e vino, un dilemma secolare!<br />
Persino la Santità di Benedetto da Norcia<br />
fece entrare il vino nel Convento e il capo<br />
quarantesimo della Regula Monachorum,<br />
dedicata alla misura della bevanda stabilisce:<br />
“Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in<br />
un modo, chi in un altro ed è perciò che<br />
stabiliamo con una certa perplessità la<br />
misura del vitto altrui.<br />
“Nondimeno, avendo considerazione della<br />
debolezza dei più bisognosi, crediamo che<br />
basti per ciascuno un’emina di vino al giorno.<br />
“Quelli poi a cui Dio concede di sapersene<br />
astenere, siano convinti che ne riceveranno<br />
una particolare ricompensa.<br />
“Se poi la condizione del luogo o il lavoro<br />
speciale o il calore dell’estate richiedesse<br />
un supplemento, il superiore abbia facoltà<br />
di darlo, ma vigili attentamente perché<br />
nessuno giunga alla sazietà o all’ubriachezza.<br />
“Leggiamo, è vero, che il vino non è per i<br />
monaci: ma poiché ai monaci dei tempi<br />
nostri ciò non si può far comprendere,<br />
conveniamo almeno in questo, di non bere<br />
fino alla sazietà, ma moderatamente, perché<br />
il vino travia anche i saggi.<br />
“Quando poi le condizioni del luogo son<br />
tali che non si possa trovare neppure la<br />
suddetta misura, ma sene trovi molto di<br />
meno o addirittura nulla, benedicano Dio i<br />
monaci che vi abitano e non mormorino:<br />
di questo soprattutto li ammoniamo, che si<br />
tengano lontani da ogni mormorazione.<br />
Qualche commentatore ha espresso il proprio<br />
convincimento secondo il quale l’emina<br />
romana, corrispondente ad un quarto<br />
di litro, nell’idea di San Benedetto e della<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Roma che se n’è andata: luoghi<br />
Il contrasto tra acq<br />
sua Regula dovesse essere di misura superiore<br />
e che, comunque, il vino distribuito ai<br />
monaci dovesse essere sempre mescolato<br />
all’acqua, possibilmente calda.<br />
Tutto ciò richiama alla memoria di chi scrive<br />
una teoria espressa dall’amico Comm.<br />
Cleto Matteotti, autentico gentiluomo della<br />
Provincia di Trento, vero maestro di vita e<br />
nell’esercizio della professione, oltre che<br />
produttore di rinomati vini di quella<br />
Provincia, secondo il quale, mescolare l’acqua<br />
al vino ha unicamente lo scopo di rovinare<br />
sia l’acqua che il vino e, come egli<br />
stesso amava raccomandare, tale assunto,<br />
più che una semplice Teoria, è una Regola<br />
da applicare sempre rigorosamente.<br />
Fra la Regula di San Benedetto e la Teoria<br />
di Cleto Matteotti sono trascorsi ben quindici<br />
secoli, ma questo antichissimo dilemma<br />
ha sempre avuto per i romani un significato<br />
del tutto particolare, come ben testimoniano<br />
i versi del Poeta di Roma,<br />
Giuseppe Gioachino Belli:“…senz’acquasanta<br />
si. Ma senza vino…/ ma senza vino?<br />
Dio me ne guardi! / Nun avesse Iddio fatto<br />
antro che questo, / saria da ringrazziallo in<br />
ginocchione / e da mannà a fà fotte tutto<br />
er resto…”<br />
Peraltro, anche Trilussa condivide ampiamente<br />
e, nel sonetto dal titolo Acqua e<br />
vino, il Poeta cita il vino, ma dell’acqua<br />
nemmeno l’ombra:<br />
“Se certe sere bevo troppo e er vino / me<br />
ne fa quarchiduna de le sue, / benché sto<br />
solo me ritrovo in due / con un me stesso<br />
che me viè vicino / e muro - muro m’accompagna<br />
a casa / pè sfuggì da la gente<br />
ficcanasa.<br />
“Io, se capisce, rido e me la canto, / ma lui<br />
ce sforma e pè de più me scoccia: / Nun<br />
senti che te gira la capoccia? / Quanno la<br />
finirai de beve tanto? / E’ vero, dico, ma pè<br />
me è una cura / contro la noja e contro la<br />
paura.<br />
“Der resto tu lo sai come me piace! /<br />
Quanno me trovo de cattivo umore / un<br />
bon goccetto m’arillegra er core, / m’empie<br />
de gioia e me ridà la pace: / nun vedo più<br />
nessuno e in quer momento / dico le cose<br />
come me la sento.<br />
A mettere l’acqua impunemente miscelata<br />
al vino penserà ancora il Belli che, nel<br />
sonetto del 21 dicembre 1832, dal titolo<br />
Le cose create, fa bene intendere qual è il<br />
suo pensiero:<br />
“Ner monno ha ffatto Iddio ‘ggni cosa ddegna:<br />
/ ha ffatto tutto bbono e ttutto bello.<br />
/ bono l’inverno, ppiù bbona la leggna: /<br />
bono assai l’abbozzà, mmejjo er cortello.<br />
“Sortanto in questo cquì trovo lo smanco,<br />
/ che ppoteva, penzànnosce un tantino, /<br />
creacce l’acqua rossa e’r vino bbianco:<br />
“Perchè ar meno ggnisun oste assassino /<br />
mo nun vierìa co ttanta faccia ar banco / a<br />
vènnesce mezz’acqua e mmezzo vino.<br />
Una semplicistica trovata che indica chiaramente<br />
tutto l’assillo e tutta la preoccupazione<br />
dell’avventore che si appresta ad una<br />
bevuta con l’incombente pericolo di un<br />
probabile annacquamento. La fiducia,<br />
infatti, non dovette mai essere eccessiva<br />
nei confronti degli osti, al punto che un<br />
Bando del Conservatore, datato 3 novembre<br />
1656, vietava agli stessi e ad ogni altro<br />
rivenditore di vino di far commercio e di<br />
tenere i loro depositi e magazzini in locali<br />
prossimi a fontane, cisterne e pozzi.<br />
A tale proposito, persino nella biografia di<br />
Santa Francesca Romana, si legge:“…rapita<br />
in extasi et menata in visione ad vedere<br />
lo inferno, la Santa s’imbattè anche nelle
<strong>Campo</strong> de’ fiori 9<br />
, figure, personaggi<br />
ua e vino di<br />
misere anime de li tavernari, le quali stavano<br />
nello luoco de socto et erano messe<br />
in tre tini, delli quali uno ne era pieno de<br />
giaccio, l’altro de vino ardente, et l’altro<br />
pieno de aceto et de altre cose. Et per lo<br />
peccato de mascere l’acqua nello vino, era<br />
messa ciascheduna delle dicte misere<br />
anime nello tino dello giaccio et cacciata<br />
dalli demoni con grappi infocati, molto<br />
laniandola…”<br />
Della popolare Santa, nota a tutti i romani<br />
con il familiare vezzeggiativo di Ceccolella,<br />
si ricorda anche un famoso miracolo del<br />
vino, come è possibile leggere sotto uno<br />
degli affreschi della cosiddetta Casa delle<br />
Oblate a Tor de’ Specchi:“…avendo la<br />
Beata Francesca dato alli poveri una<br />
bocte, puoi miracolosamente fu trovata la<br />
dicta bocte piena de buono et optimo<br />
vino…”<br />
Il rapporto fra acqua e vino si mantenne<br />
sempre talmente intimo da finire per<br />
generare inevitabili malintesi, ne è autorevole<br />
testimone la Statua parlante del<br />
Facchino, ubicata in Via Lata, all’angolo<br />
con Via del Corso, la quale regge tra le<br />
braccia un barilotto all’epoca adoperato<br />
per il trasporto del vino, ma che è messo lì<br />
a buttar acqua.<br />
Roma da sempre vive nella doppia dimensione<br />
della terraferma e dell’acqua, elementi<br />
che costituiscono le caratteristiche<br />
peculiari dei romani. La città, attraversata<br />
dal Tevere, è abbellita da innumerevoli<br />
fontane grandi e piccole, realizzate da<br />
famosi architetti o da anonimi artisti; sono<br />
a tutti noti gli acquedotti che riforniscono<br />
Roma, ma molto probabilmente sono<br />
meno note le vicende collegate alla costruzione<br />
di alcuni di questi ed è certo che in<br />
pochi sanno che la loro realizzazione fu<br />
resa possibile grazie alle gabelle imposte<br />
sul vino.<br />
L’acquedotto voluto da Papa Paolo V,<br />
Camillo Borghese, 1605 - 1621, attinge da<br />
alcune sorgenti presso il Lago di<br />
Martignano e, con un tracciato lungo e<br />
sinuoso costeggiante parte del Lago di<br />
Bracciano, completa il suo percorso sul<br />
Gianicolo e nelle fontane di Piazza San<br />
Pietro. Un avviso datato 28 marzo 1609<br />
riporta la seguente notizia:“…riuscendo la<br />
spesa dei condotti dell’Acqua Paolina, che<br />
si conduce qua da Bracciano, maggior di<br />
quello si pensava da principio, per il denaro<br />
che deve contribuir il popolo si ragiona<br />
di metter l’impositione altre volte proposta<br />
di quattro giulii e mezzo per botte di vino<br />
romanesco a fine di farvi sopra un monte,<br />
per cavar ad un tratto il denaro, che bisogna<br />
per detti acquedotti, con li quali si<br />
verrà a rendere più che mai deliziosa questa<br />
città…”<br />
Nemmeno con la costruzione di Fontana di<br />
Trevi, sotto il Pontificato di Urbano VIII,<br />
Maffeo Barberini, 1623 - 1644, si salvò il<br />
vino, tanto che Pasquino malinconicamente<br />
commentava:“…Urban poi che di tasse<br />
aggravò il vino, ricrea coll’acqua il popol di<br />
Quirino…”.<br />
E’ sempre stata un’attrazione fatale quella<br />
esercitata dal vino nei confronti dei romani,<br />
vino uguale nettare e questi hanno<br />
sempre sofferto di nostalgia per i vini de<br />
na vorta:<br />
“…m’aricorderò sempr’a Marino, / indiove<br />
tutti l’anni annàmio fora d’ottobre a villeggià…<br />
“…li nun c’ereno vini misturati…<br />
“…bevevio un quartarolo, e dicevio: esci /<br />
e er vino esciva…”.<br />
Bevevio, cioè, bevevate, scriveva il Belli e<br />
Giggi Zanazzo testimonierà che un quartarolo,<br />
cioè la quarta parte di un barile, era<br />
la misura scolata da un carrettiere in una<br />
sola giornata, di lavoro ben s’intende.<br />
“…vale più un bicchiere di vino che tutta<br />
l’acqua del Tevere…<br />
“…badate ch’er bicchiere sia sempre<br />
pieno…<br />
“…l’acqua arovina li ponti mentre er vino è<br />
la zinna de li vecchi…”.<br />
Puoi credere, è Giggi Zanazzo che lo dice!<br />
Peraltro, il romano che caratterialmente è<br />
lontano da quelle compatte manifestazioni<br />
diffuse in altre parti d’Italia, in particolari<br />
momenti, è portato a far caciara e perciò<br />
gli si addice una fontanella che butta vino,<br />
anche se c’è da rischiare la pelle per arrivare<br />
fin sotto la cannella.<br />
Annota il cronista, noi crediamo con beneficio<br />
d’inventario, che in occasione della<br />
Riccardo Consoli<br />
Claudia Collesei<br />
trionfale presa di possesso di Papa<br />
Innocenzo X, Giovan Battista Pamphilj,<br />
1644 - 1655, i due leoni di granito, che<br />
fanno la guardia alla rampa capitolina, versarono<br />
l’uno vino bianco e l’altro rosso:<br />
“…con gran sollazzo del popolo che d’ogni<br />
sesso ed età correva con tazze e fiaschi a<br />
bevere allegramente, et altri a gara, et a<br />
forza di pugni s’avanzavano a farne acquisto<br />
con la panza e con boccali…”<br />
Altro molto bene documentato cronista, ci<br />
informa che, durante una festa in onore di<br />
Cola di Rienzo, persino il cavallo del<br />
Monumento Equestre a Marco Aurelio,<br />
allora ubicato in <strong>Campo</strong> Laterano, il primo<br />
agosto del 1347, “…dalla mattina all’arva,<br />
‘nfi a nona…”, gettò acqua e vino dalle<br />
narici.<br />
A Roma, città ricchissima di fontane, il contrasto<br />
acqua - vino si presenta in maniera<br />
assai più tangibile che non in altre città, al<br />
punto che si volle innalzare un tabernacolo<br />
a ricordo della confluenza di tanti acquedotti,<br />
identificato con il Mausoleo di Santa<br />
Costanza sulla Via Nomentana; le numerose<br />
scene di vendemmia raffigurate nelle<br />
decorazioni del sarcofago della Santa<br />
hanno fatto si che, per lunghi anni, questo<br />
fosse creduto e denominato Sepolcro di<br />
Bacco. Alla fine del Seicento, artisti fiamminghi<br />
e olandesi, in quel periodo residenti<br />
in gran numero a Roma, avevano fissato<br />
in questo luogo la sede di una speciale<br />
Associazione avente per scopo, oltre che il<br />
reciproco aiuto, quello di passare insieme<br />
e in allegria le ore libere da impegni di studio<br />
e lavoro; i soci raccomandavano che<br />
quelle feste dovessero terminare con un<br />
pellegrinaggio al cosiddetto Sepolcro di<br />
Bacco, dove all’alba veniva offerta alla divinità<br />
un’ultima libagione.
10<br />
Prologo<br />
Nella Primavera del<br />
1993 ……. a Ziano Di Fiemme<br />
(TN) …… in una cantina adibita a sala<br />
prove, alcuni amici, riuniti in una rock<br />
band, discutono … … motore, azione! Ciak<br />
si gira!<br />
Ma perché non organizziamo noi un<br />
concerto all’aperto?<br />
Gratis?<br />
Si !<br />
E dove?<br />
Beh. potremmo chiedere al comune il<br />
campetto di calcio….<br />
E chi facciamo suonare?<br />
Chiediamo ai gruppi qui nella valle,<br />
ce ne sono parecchi … solo che non<br />
suonano quasi mai in giro…<br />
E come lo chiamiamo?<br />
Vediamo un po’…..ma si! Suanrock<br />
!....Son a Suan … e l’ciamon<br />
Suanrock! ><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
di Carlo Cattani<br />
La passione ci guadagna<br />
Benedetta primavera del ’93,<br />
lassù tra le Alpi !<br />
Sono trascorsi 14 anni dalla posa<br />
della “prima pietra” della manifestazione<br />
musicale denominata<br />
Suanrock e l’entusiasmo, da parte<br />
di quel manipolo di amici “cantinari”<br />
non si è sopito, anzi … si rinnova e<br />
cresce di edizione in edizione con<br />
nuove idee che arricchiscono l’offerta<br />
dell’evento musicale che si rappresenta<br />
per tre giorni, sin dal 1993, alla fine<br />
del mese di luglio, nella cittadina di<br />
Ziano di Fiemme, una delle località<br />
Trentine che si adagiano nella Val di<br />
Fiemme. Quattordici anni di “messa in<br />
scena” rappresentano senz’altro, in<br />
Italia, un bel record per un evento musicale<br />
dedicato alla musica rock! Il mio<br />
ricordo va ad un’ altra manifestazione più<br />
longeva (dal 1987), AREZZO WAVE, ma<br />
quella è un’altra storia! Torniamo tra i<br />
monti e andiamo a fare un’escursione tra<br />
le….. rocce di SUANROCK, con una guida<br />
di eccezione, Michele Lauton, uno di quei<br />
“bravi ragazzi del ‘93”, che ci porterà dietro<br />
le quinte dell’organizzazione di SUAN-<br />
ROCK, ripercorrendo, per “SUONARE !<br />
SUONARE!”, gli esordi, le difficoltà, le<br />
finalità, le soddisfazioni …. a monte di<br />
questa manifestazione valligiana!<br />
L’intervista con Michele si è svolta all’inizio<br />
della primavera 2007 … ah la primavera<br />
centra sempre! Quindi, quando pubblicheremo<br />
questo articolo, la nuova edizione di<br />
“Suanrock” sarà in corso ma …… SIETE<br />
AVVISATI PER IL PROSSIMO ANNO!<br />
Carlo : ciao Michele: innanzitutto, sei già<br />
in grado di dirmi quando si aprirà il sipario<br />
della XIV edizione di Suanrock 2007?<br />
Michele:si Carlo, ti posso confermare<br />
che “Suanrock 2007” accenderà i<br />
riflettori dal 18 al 21 luglio … in<br />
genere facciamo coincidere il<br />
festival con l’ultimo weekend del<br />
mese di luglio, ma quest’anno, in<br />
quei giorni, ci saranno degli eventi<br />
in una località vicina e non<br />
vogliamo, per la buona riuscita di<br />
tutte le manifestazioni, creare distrazione<br />
di pubblico. Inoltre, quest’anno abbia-<br />
mo<br />
una<br />
novità:<br />
apriamo i cancelli<br />
mercoledì 18 ed ospitiamo “GIRO<br />
ROCK”, un concorso che si snoda attraverso<br />
varie località del Trentino; ma il nostro<br />
cast accenderà gli amplificatori ufficialmente<br />
dal 19 e, da lì in poi, si alterneranno<br />
decine di musicisti … ho qui per caso<br />
questo foglietto con il cast, fresco, fresco<br />
di selezione per la nuova edizione, te la<br />
leggo? Si si, te la leggo! Dunque, vediamo<br />
un po’ .. ah si, ecco la formazione, ehm<br />
..ehm, gli artisti: Chum, The Crying Of<br />
Angels, Fleim, Scarti Di Produzione,<br />
Cremini, Bad Company, Hate Machine,<br />
Kundali, Blues D.C., Outcry, Against The<br />
Neighbour Moquette, Carne Fresca, South<br />
Punk, Radio Fucecchio,The Gash, Inertia,<br />
Sorrisi Verticali, Atrio, Daian Street, Wing<br />
Dick, Rialzami Jeans, Brand New Hogfish,<br />
Sweet Rage….finiti !<br />
Carlo : dopo “sta faticaccia”, cerchiamo di<br />
ripercorrere i “days after” di quella primavera<br />
del 1993 … se ce la fai.<br />
Michele: cosa posso dirti degli inizi….<br />
beh, si, dopo la “folgorante idea primaverile”<br />
uscimmo dalla cantina chiedendoci:<br />
…. mi
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
se il Rock è di montagna<br />
viene da pensare a quanto dovemmo<br />
“scarrozzare” per richiedere tutti i permessi<br />
necessari a “metter su la baracca” …<br />
è proprio il caso di dir così, viste le attrezzature<br />
degli esordi …. servivano autorizzazioni<br />
del Comune, della Polizia<br />
Amministrativa di Trento …. della SIAE,<br />
etc.; la difficoltà fu rappresentata dal<br />
fatto che, eventi come quello da noi “pensato”<br />
non si erano mai svolti nel nostro<br />
Comune, così, quasi nessuno degli uffici<br />
interpellati aveva conoscenza del giusto<br />
iter da farci seguire; pertanto, fu un susseguirsi<br />
di rinvii e aggiornamenti con ciascuno<br />
degli enti ufficialmente preposti alle<br />
autorizzazioni, allo scopo di avere da loro<br />
la certezza di istruire una giusta pratica<br />
ed essere nella legge! Oggi sorrido pensando<br />
a quei tempi perchè, ora, in mezza<br />
giornata si preparano tutte le “scartoffie”<br />
e si inoltrano ai vari organi competenti<br />
senza particolari oneri burocratici! Ti dicevo<br />
che nel ’93 mettemmo su …..“la baracca”<br />
per la realizzazione dell’evento e ho,<br />
vivi nella memoria, alcuni particolari,<br />
come, ad esempio, il fatto di avere tirato<br />
su un chiosco per le birre grande come<br />
uno dei box utilizzati attualmente come<br />
servizi igienici ( eh eh ) …. e la cosa buffa<br />
è che non avevamo un frigo e i fusti della<br />
birra prima di essere attaccati alla spina li<br />
dovevamo far stazionare in una fontana<br />
del parco giochi vicino all’area concessaci.<br />
Non avevamo grandi mezzi: un palchetto<br />
montato dal Comune di Ziano ed il resto in<br />
prestito di qua e di là dalle varie Aziende<br />
turistiche … bontà loro … sempre “un grazie”<br />
per averci dato credito e contribuito a<br />
“spingere” la macchina organizzativa! Di<br />
quei tempi ricordo la “paura” della pioggia<br />
… nostra unica nemica …. nelle zone montane<br />
d’estate può capitare, più spesso, che<br />
il tempo muti e, quando cominciavano le<br />
prime gocce, dovevamo subito interrompere<br />
lo spettacolo e correre con i teli a<br />
coprire la strumentazione finché non smetteva<br />
….. solo un edizione non ha più smesso!!!<br />
…. e, accidenti, mi ricordo ancora<br />
come se fosse oggi, la scena di Mario<br />
(Zorzi) ed io, fradici a tenere i teli sul<br />
palco altrimenti le violente folate di vento<br />
ci avrebbero portato via tutto……. di fronte<br />
a noi tutta la gente che si aggrappava<br />
ai lembi del telone steso a copertura del<br />
mixer per impedirne … il decollo …. tempo<br />
due ore e si formarono dieci centimetri<br />
d’acqua ovunque … campo impraticabile!<br />
Quella è stata l’unica edizione .. uhmm… il<br />
1995 se la memoria non mi inganna, che è<br />
saltata ma che abbiamo recuperato due<br />
settimane dopo …. con il bel tempo! In<br />
un’altra delle primissime edizioni abbiamo<br />
avuto problemi di “ordine pubblico” con i<br />
Carabinieri che ci hanno fatto chiudere,<br />
purtroppo mentre suonava il gruppo degli<br />
ATRIO (nda: ATRIO è la rock band promotrice<br />
dell’idea di “Suanrock”, dove milita<br />
al basso l’amico Michele) a causa di<br />
alcuni tifosi al seguito di una squadra di<br />
calcio in ritiro estivo dalle nostre parti, che<br />
(prima parte)<br />
11<br />
ci assalirono durante lo svolgimento della<br />
manifestazione solo perchè uno della loro<br />
“cricca” aveva perso il portafoglio e ritenevano<br />
fosse stato derubato da noi locali<br />
….. pensa tu, una decina di quei teppisti<br />
hanno creato letteralmente il panico… ci<br />
siamo dovuti barricare dentro il tendone in<br />
attesa che i Carabinieri riuscissero a riportare<br />
la calma tra di loro… da parte nostra,<br />
il rapporto con le forze dell’ordine è sempre<br />
stato ottimo e di rispetto reciproco!<br />
Carlo : dai Michele, ancora qualche ricordo<br />
da “pioniere”<br />
Michele: dunque…si, la I° edizione di<br />
“Suanrock”, l’abbiamo svolta di domenica<br />
con la partecipazione di 6 gruppi; poi,<br />
dopo qualche anno, abbiamo rivisto la programmazione<br />
e ci siamo lasciati la domenica<br />
per smontare tutto …. diversamente<br />
il lunedì ci saremmo trovati spiazzati dagli<br />
ordinari impegni lavorativi di tutti noi componenti<br />
lo staff organizzativo. Tutto è cresciuto<br />
naturalmente negli anni e il clima<br />
caldo e familiare che si respirava nelle<br />
prime edizioni è rimasto quasi invariato<br />
fino ad oggi; una delle cose belle del<br />
“Suanrock”, è che in “quei giorni” ritrovi<br />
tutti….. amici che, magari, si sono sposati<br />
e hanno figli, che durante l’anno non vedi<br />
mai …ma stai sicuro che al “Suanrock”, li<br />
vedi.<br />
Continua a pag.12 ...
12<br />
Conosco moltissime persone che mi interpellano<br />
per conoscere con anticipo i giorni<br />
di svolgimento del festival per potersi<br />
organizzare le ferie e non perdere l’evento!<br />
“Suanrock” è anche …. ROCK SOLIDALE!<br />
… da molti anni diamo ospitalità ad enti<br />
socialmente utili per aiutarli a raccogliere<br />
fondi: è il caso di EMERGENCY, che non<br />
manca mai con il suo stand; inoltre, invitiamo<br />
sempre un associazione di “alcolisti<br />
anonimi” che, oltre a far riflettere i giovani<br />
sull’abuso dell’alcool, porta un’ambulanza<br />
attrezzata per eseguire l’alcooltest alle<br />
persone che guidano, in modo da non farli<br />
mettere al volante se non sono “a norma<br />
di legge”. Ogni anno, poi, nella giornata<br />
del sabato, invitiamo per un pranzo “tutti<br />
insieme” i ragazzi “diversamente abili”<br />
dell’ANFASS di Cavalese ….grande allegria,<br />
uno spettacolo nello spettacolo! Inoltre,<br />
devolviamo una parte dell’incasso per aiutare<br />
la nostra chiesa o l’asilo: l’anno scorso,<br />
per esempio, abbiamo acquistato delle<br />
attrezzature ludiche da giardino per il<br />
parco dell’asilo; negli anni precedenti avevamo<br />
contribuito a finanziare dei lavori di<br />
ristrutturazione per la Canonica e per il<br />
Teatro di Ziano<br />
Carlo : …. insomma, la musica al<br />
“Suanrock” arriva anche alle “orecchie<br />
del cuore”! (www.suanrock.com)<br />
continua sul prossimo numero............<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori
di<br />
Cristina<br />
Collettini<br />
Il Colosseo:<br />
VIta, VICende, RestauRI<br />
.. continua dal n. 38<br />
Il Colosseo, che oggi<br />
consideriamo un<br />
“monumento” della<br />
romanità, è tale perché<br />
noi, così come altre<br />
generazioni, gli riconosciamo<br />
un particolare<br />
valore. Riconosciamo<br />
che è una testimonianza<br />
del passato, ma in più<br />
gli attribuiamo il valore<br />
di opera d’arte, prezioso documento degli<br />
usi e costumi di chi ci ha preceduto nella storia,<br />
di una cultura dove affondano le nostre<br />
stesse radici.<br />
Ancora oggi, circondato dai resti della Roma<br />
più antica e dalla caoticità della città contemporanea,<br />
il Colosseo si impone, con la<br />
sua maestosità, fra la gloria del passato che<br />
ha vissuto e le tracce ineluttabili del tempo<br />
che lo ha trasformato.<br />
La sua costruzione si deve ai tre imperatori<br />
Flavi: sotto Vespasiano (tra il 72 ed il 75<br />
d.C.) si costruisce fino al secondo ordine;<br />
suo figlio Tito (80) aggiunge il terzo ordine<br />
ed inaugura l’anfiteatro con spettacoli che<br />
durarono ben 100 giorni!! Infine, è con<br />
Domiziano (95) che si raggiunge l’assetto<br />
definitivo, con la costruzione degli ambienti<br />
ipogei ed il completamento dell’attico.<br />
L’Anfiteatro fu sede di grandi spettacoli,<br />
combattimenti e ludi gladiatori per circa<br />
quattro secoli (l’ultimo spettacolo risale al<br />
522!), durante i quali comunque non ebbe<br />
vita facile.<br />
Nonostante l’ottimo sistema di smaltimento<br />
delle acque, sembra che fin dall’inizio si<br />
cominciarono ad ostruire le cloache ed i collettori<br />
di raccolta negli ambienti ipogei,<br />
impedendone col tempo l’uso. Ma furono<br />
soprattutto gli incendi ed i terremoti ad incidere<br />
profondamente sulla sua architettura<br />
ed a causarne modifiche ed adattamenti.<br />
Il primo restauro importante, che interessò<br />
gli ipogei, si verificò sotto Antonino Pio (138-<br />
161), forse a causa dei dissesti provocati da<br />
un grande incendio che coinvolse l’intera<br />
città, distruggendo ben 40 insulae. Di gran<br />
lunga peggiore deve essere stato l’incendio<br />
del 217, se si pensa che i restauri si svolsero<br />
durante il governo di ben 4 imperatori. Al<br />
crollo di buona parte dell’attico si aggiunse<br />
la distruzione del portico colonnato di coronamento<br />
della cavea: colonne, capitelli,<br />
architravi rovinarono all’interno, lungo la<br />
cavea, provocando danni ingenti alle gradinate<br />
e al piano dell’arena.<br />
Nuovi danni, subito riparati, furono provocati<br />
dal terremoto del 262 e, nonostante un<br />
periodo intenso di grandi spettacoli, i successivi<br />
interventi di restauro, che coinvolsero<br />
l’arena, il podio e parte delle gradinate,<br />
sono documentati solo a seguito del terremoto<br />
del 429 e poi ancora dei due terremoti<br />
del 470 e del 484: a seguito di quest’ulti-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />
mo fu necessario rialzare di oltre 2 metri il<br />
piano dell’arena.<br />
La fine degli spettacoli al Colosseo significò,<br />
ahimè!, anche la fine degli interventi di<br />
restauro e manutenzione, quindi il suo progressivo<br />
abbandono e quello che per secoli<br />
era stato un luogo di gloria e di trionfo<br />
divenne dimora di animali e forse anche di<br />
banditi. Per cinque secoli la monumentale<br />
opera dei Flavi fu lasciata alla mercè del<br />
tempo, nè più vedrà tra le sue mura gli spettacoli<br />
per i quali era stato concepito.<br />
Nell’XI secolo, infatti, la sua destinazione<br />
d’uso cambia del tutto: a seguito di un<br />
incendio, la potente famiglia nobile romana<br />
dei Frangipane ne occupò buona parte, trasformandolo<br />
in una fortezza. Tale rimase la<br />
sua destinazione per molto tempo, con alterne<br />
vicende, rivalità e contese con il Senato,<br />
la Santa Sede e la famiglia degli Annibaldi.<br />
Fu il terremoto del 1349 a dare il colpo di<br />
grazia all’anfiteatro-fortezza: crollarono alcune<br />
delle arcate dell’anello esterno e, nel precario<br />
gioco degli equilibri, col tempo anche<br />
le arcate adiacenti a quelle distrutte cominciarono<br />
a cedere progressivamente. La proprietà<br />
era frazionata in tre parti e, secondo<br />
una prassi comune del periodo, i monumenti<br />
in disuso, anziché restaurati e valorizzati,<br />
divennero “cave” di estrazione di marmi e<br />
travertini fino a tutto il Rinascimento!<br />
Neanche il Colosseo riuscì a fuggire a questo<br />
destino: nel migliore dei casi, la spoliazione<br />
dei suoi materiali servì alla costruzione di<br />
quelli che col tempo sarebbero diventati<br />
splendidi monumenti di Roma. E’ con i<br />
marmi del Colosseo che Paolo II costruì<br />
Palazzo Venezia, con i suoi travertini venne<br />
restaurata la tribuna di San Giovanni. E poi<br />
ancora “ritroviamo il Colosseo” nella Loggia<br />
delle Benedizioni di San Pietro, nella chiesa<br />
di San Marco e nei grandi palazzi romani:<br />
Palazzo Farnese, della Cancelleria, Palazzo<br />
Senatorio e dei Conservatori e persino<br />
Palazzo Barberini!! Per non dimenticare che,<br />
nei periodi di maggior crisi economica, molti<br />
dei marmi del Colosseo finirono nelle fornaci<br />
per essere trasformati in calcina!!!<br />
Poco ci mancò che, sotto Sisto V (1585), non<br />
si arrivasse alla demolizione di un monumento<br />
ormai escluso dalla Roma di allora,<br />
ma che comunque il Papa cercò di adattare<br />
ai suoi scopi, affidandone a Domenico<br />
Fontana la ristrutturazione ma anche una<br />
sua completa trasformazione: secondo i progetti<br />
del Papa, il Colosseo sarebbe dovuto<br />
diventare una filanda , con laboratori, botteghe<br />
e persino le case degli operai!!<br />
Fortunatamente il progetto rimase sulla<br />
carta, a causa della morte del Papa, insieme<br />
ad ogni velleità di frenare il progressivo crollo<br />
delle strutture murarie.<br />
L’interesse per il Colosseo torna con<br />
Clemente X (1670-76), che fa tamponare le<br />
arcate interne del primo ordine ed affida a<br />
Bernini la progettazione di un tempio dedi-<br />
cato ai martiri, mai realizzato, al centro dell’arena.<br />
Un progetto simile verrà ripreso da<br />
Carlo Fontana, su commissione di Clemente<br />
XI (1700-21), anch’esso rimasto sulla carta.<br />
E’ con il terremoto del 1703 che crollarono<br />
alcune arcate del secondo anello, nel fronte<br />
verso il Celio, ed il materiale di risulta venne<br />
riutilizzato per la costruzione del porto di<br />
Ripetta!<br />
Il 1800 fu un secolo di rinnovato interesse<br />
per l’archeologia e per i monumenti antichi,<br />
durante il quale vennero intrapresi numerosi<br />
restauri, tra i quali anche gli interventi sul<br />
Colosseo che, durante il periodo della dominazione<br />
francese (1809-15), avrebbe dovuto<br />
far parte di un grande parco archeologico.<br />
Prese avvio quindi una serie di interventi in<br />
linea con una concezione del restauro<br />
moderna e sottesa al rigore scientifico, che<br />
non vennero meno con la caduta di<br />
Napoleone (e la fine della dominazione francese);<br />
la conservazione dell’anfiteatro stava<br />
a cuore a papa Pio VII che nominò un’apposita<br />
Commissione per i suoi restauri. Era<br />
necessario bloccare i crolli via via progressivi<br />
dell’anello esterno, dovuti alle precarie<br />
condizioni statiche. Fu quindi opera di Stern<br />
lo sperone di sostegno dell’estremità dell’anello<br />
esterno dalla parte del Celio. Ottimo<br />
dal punto di vista statico e rispettoso del<br />
monumento, questo intervento mostra<br />
un’incredibile “sensibilità” storica e artistica:<br />
i conci delle arcate sembrano “congelati” al<br />
momento del crollo, a denunciare apertamente<br />
la funzionalità dello sperone, quella di<br />
bloccare l’azione del tempo, di rallentarne il<br />
più possibile i segni.<br />
Diversa la logica del secondo sperone,<br />
costruito dal Valadier, a contrastare i crolli<br />
dell’altra estremità dell’anello esterno, uno<br />
sperone a gradoni, con la ricostruzione degli<br />
archi a decrescere dal basso verso l’alto, che<br />
si distingue dall’antico grazie all’uso di materiali<br />
differenti.<br />
Poiché anche l’anello interno risultava mancante<br />
di una parte, con gravi conseguenze di<br />
tipo statico, il papa Gregorio XVI (1831-46)<br />
fece ricostruire le sette arcate mancanti del<br />
primo ordine e le otto del secondo.<br />
Un grande progetto di restauro risale al 1978<br />
con notevoli interventi di consolidamento,<br />
iniezioni di resine epossidiche e barre d’acciaio,<br />
nel rispetto del monumento da una<br />
parte e delle esigenze del pubblico dall’altra.<br />
Oggi l’Anfiteatro Flavio è uno dei monumenti<br />
più visti al mondo ed ogni giorno torna ad<br />
accogliere fra le sue mura una folla numerosa<br />
di turisti che ne ammira le sue qualità<br />
artistiche, proprio come tanto tempo fa<br />
un’altra folla di nobili, politici, mercanti e<br />
schiavi esultava ed osannava i suoi eroi, in<br />
quelli che erano giorni di festa.
14<br />
Civita Castellana- Sassacci<br />
festa di San Luigi Gonzaga<br />
<strong>foto</strong> M. <strong>Topini</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vita C
ittadina<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 15<br />
Civita Castellana 10.06.2007<br />
Corpus Domini e infiorata- <strong>foto</strong> M. <strong>Topini</strong>
16<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vita Cittadina<br />
1-2-3 Giugno Civita Castellana<br />
PLAYFAIR 2007 Giornate Ecologiche sul Fiume Treja<br />
per il recupero, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio del Bacino del Treja<br />
manifestazione organizzata dai comuni di Calcata, Caste S.Elia, Civita Castellana, Faleria,<br />
Magliano Romano, Mazzano Romano, Monterosi, Nepi, insieme al Parco Regionale Valle del Treja<br />
4-5-6 Giugno PEREGRINATIO MARIAE<br />
La Statua della Madonna di Lourdes, benedetta da Papa Benedetto XVI l’11<br />
Febbraio, è stata ospitata dalla Diocesi di Civita Castellana presso la<br />
Cattedrale Santa Maria Maggiore.<br />
Numerosa l’affluenza dei fedeli per portare una preghiera, una supplica,<br />
anche per coloro che non hanno potuto.<br />
<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong><br />
Varie attività<br />
svolte durante la<br />
manifestazione<br />
<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong><br />
PLAYFAIR 2007<br />
conferenza<br />
“Cause delle mutazioni climatiche”<br />
con relatori d’eccezione<br />
coordinati dal<br />
Colonnello Mario Giuliacci
di<br />
M.Cristina Caponi<br />
Bram Stoker’s Dracula, Usa. Regia:<br />
Francis Ford Coppola. Interpreti: Gary<br />
Oldman, Winona Ryder, Antohony<br />
Hopkins, Keanu Reeves, Cary Elwes,<br />
Bill Campbell, Sadie Frost, Richard E.<br />
Grant, Monica Bellucci, Tom Waits.<br />
Sceneggiatura: James V. Hart.<br />
Fotografia: Michael Ballhaus.<br />
Produzione: Columbia Pictures,<br />
America Zoetrope, Osiris Film<br />
Production. Distributore: Columbia.<br />
Genere: Horror, drammatico. Durata:<br />
128 minuti.<br />
L’estate è alle porte. Purtroppo con l’arrivo<br />
della calda stagione, la programmazione<br />
all’interno del circuito cinematografico è<br />
sempre più scarsa e deludente.<br />
Per rinfrescarci, allora, spolveriamo un<br />
bell’ horror d’annata: Dracula di Bram<br />
Stoker e rendiamo, in tal modo, omaggio<br />
all’autore de Il Padrino e Apocalipse Now.<br />
Nel 1480 il cristiano Drakul si batte contro<br />
i Turchi ma, appreso del suicidio dell’amata<br />
moglie, rinnega Dio e diviene un vampiro.<br />
Secoli dopo, a Londra, incontra Mina e<br />
nota in lei un’inaudita somiglianza con la<br />
consorte defunta.<br />
In un turbine d’eros e tanatos, la manichea<br />
lotta contro le forze del male si risol-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 17<br />
DRACULA<br />
di Bram Stoker<br />
verà a favore del bene e Dracula perirà.<br />
Dracula, ovvero un uomo che volle sottrarsi<br />
alla caducità mortale, a cui la natura<br />
umana lo aveva predestinato. E il nosferatu,<br />
il non-morto delle leggende esoteriche<br />
sembra in parte esservi riuscito, aggiudicandosi<br />
una nicchia nel gran calderone<br />
dell’immaginario collettivo. A rinverdire i<br />
fasti dell’aristocratico vampiro transilvanico,<br />
intervenne nel 1992 una barocca opera<br />
filmica tratta dal romanzo di Bram Stoker<br />
e diretta dal cineasta Francis Ford<br />
Coppola.<br />
Nel prologo, si può intravedere una narrazione<br />
singolare data da due canali di<br />
comunicazione: l’immagine e la voice over,<br />
che si compenetrano fra loro come tessere<br />
di un gran mosaico. Dopo simile proemio,<br />
il lungometraggio adotta una forma<br />
diaristica e l’azione si trasferisce nella<br />
Londra di fine ‘800. Dalle ossessive tonalità<br />
rossastre che contraddistinguono i paesaggi<br />
rumeni si passa, di colpo, alla netta<br />
preponderanza cromatica di toni bluastri,<br />
visibile nelle sequenze ambientate nella<br />
city londinese. Ma la vermiglia tinta tornerà<br />
più volte lungo la pellicola come paradigma<br />
dello stesso Dracula e di un sesso<br />
avvelenato e necrofilo di cui egli è il profeta.<br />
In tale pellicola, Coppola “vampirizza” vari<br />
generi e stili filmici dando luogo a singolari<br />
ibridazioni (vedasi come esempio la<br />
scena dell’assalto alla diligenza sul modello<br />
di Ombre rosse). Sempre a livello visivo,<br />
il regista strizza l’occhio ad un classico<br />
della cinematografia espressionista tedesca<br />
come Nosferatu. Difatti, grazie alla<br />
sapiente illuminazione di Ballhaus, l’ombra<br />
del luciferino conte giganteggia lungo le<br />
mura del cupo maniero, fino a lasciare il<br />
suo corpo e avvicinarsi minaccevole alle<br />
vittime. Tra i protagonisti, il personaggio<br />
maggiormente delineato è quello della<br />
dolce Mina: ella riassume in sé le fobie<br />
sessuali dell’età Vittoriana e si pone, al<br />
principio, come doppio antitetico della sua<br />
maliziosa amica Lucy.<br />
Nel corso del plot, Mina cesserà di essere<br />
per gli uomini solo un oggetto passivo di<br />
sguardo e diverrà un vero deus ex machina<br />
della vicenda; infatti, sarà proprio lei a<br />
colpire a morte l’oramai inerte vampiro,<br />
ponendo fine al malefico anatema.<br />
La sequenza più intrigante è, tuttavia,<br />
esplicitamente metacinematografica e<br />
connessa allo statuto artistico della fabbrica<br />
dei sogni, che il regista ironizza facendo<br />
pronunciare alla sua eroina la frase “se<br />
cercate la cultura, visitate un museo”.<br />
Infine, nonostante il film goda di un cast<br />
stellare, di un budget di milioni di dollari e<br />
si sia accaparrato ben tre oscar, rimane un<br />
semplice blockbuster in cui uno stile trasbordante<br />
cozza con il kitsch più puro, fino<br />
a rasentare il ridicolo.
18<br />
di Giovanni Francola<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’ambiente<br />
nell’immaginario collettivo<br />
Spesso e volentieri molte persone sono<br />
convinte che tutelare l’ambiente sia un<br />
compito da delegare ad amministratori<br />
pubblici e politici.<br />
Credo che sia cosa più saggia fare una piccola<br />
analisi di riflessione.<br />
La nostra quotidianità è fatta di pensieri e<br />
di piccole azioni che possono involontariamente<br />
apportare piccoli colpi all’ambiente,<br />
senza neppure rendersi conto prima ancora<br />
che altri decidano per noi.<br />
In una società dove la cultura del tempo e<br />
del profitto è diventata la sola cosa importante<br />
per molti, è facile perdere di vista il<br />
problema ambiente.<br />
Al Pala Panini di Modena, Beppe Grillo inizia il suo spettacolo entrando a bordo del Sunny, lo scooter alimentato<br />
ad energia solare, ideato dal team di ricercatori di Fabrica di Roma di cui fa parte il nostro collaboratore<br />
Giovanni Francola. Sempre a Modena, Giovanni Francola ha incontrato la ricercatrice di fama<br />
mondiale, Dottoressa Antonietta Gatti, per lo studio di una serie di progetti legati all’inquinamento da<br />
polveri sottili.<br />
Proprio in questi giorni, portando avanti<br />
ricerche ambientali, ho avuto la voglia di<br />
andarmi a vedere come questo problema,<br />
o meglio come la natura, era considerata<br />
nella cultura degli Indiani d’America quando<br />
ancora erano liberi nelle loro terre.<br />
Devo dire che quello che più mi ha affascinato<br />
è il fatto di quanto rispetto avessero<br />
nei confronti di tutto il Creato, dalla semplice<br />
roccia all’albero, nel dare dei nomi a<br />
qualsiasi creatura come segno di riconoscimento<br />
e di ammirazione, nel continuo<br />
sentirsi debitori di tutto quello che, dalla<br />
notte dei tempi, la terra offriva loro per<br />
vivere.<br />
Ma poi la mano di altri uomini riuscì ad<br />
imporre loro regole e negazioni, al punto<br />
di sterminarli e ridurli a vivere in piccole<br />
riserve.<br />
A distanza di centinaia di anni da questi<br />
avvenimenti, l’uomo ha trasformato il proprio<br />
ambiente a suo piacimento, senza<br />
fare attenzione alle più banali leggi naturali<br />
e, soprattutto, senza chiedersi se queste<br />
mutazioni avrebbero portato danni<br />
irreversibili.<br />
Nessuno beve più dalle fontane o dalle<br />
acque sorgive perché c’è il pericolo che<br />
siano inquinate. Ma da chi?<br />
Tra le nuove generazione, in pochi sono a<br />
conoscenza dell’importanza nel rispettare<br />
le fasi lunari per la semina o il raccolto.<br />
Infondo la società offre loro prodotti agricoli<br />
già confezionati e acquistabili in ogni<br />
periodo dell’anno.<br />
E’ di notevole rarità trovare ancora che fa<br />
del pane in casa chi, con cura, prepara<br />
marmellate (che non hanno nulla da invidiare<br />
a quelle della grande distribuzione),<br />
ma poi assistiamo ad aventi che ci trovano<br />
impreparati perché abbiamo perso quello<br />
che di più naturale avevamo.<br />
Rituffarsi nel passato non serve a ridisegnare<br />
il nostro ambiente futuro, ma di<br />
certo ci rendiamo conto che la parola<br />
“sostenibile” ha sempre più senso.
della Dott.ssa<br />
Anna Maria Sambuci -<br />
Logopedista<br />
Nello sviluppo del<br />
mondo cognitivo<br />
infantile, la terapia<br />
logopedica stimola<br />
la memoria, la<br />
comprensione e la<br />
produzione del linguaggio,percorrendo<br />
fasi terapeutiche<br />
ben precise.<br />
L’aspetto più<br />
importante è quellolessicale-semantico.<br />
Nell’effettuare il bilancio dell’attività svolta,<br />
soprattutto nel caso dei disturbi più accentuati,<br />
ci siamo rese conto che, pur prendendo<br />
spunto dalle esperienze della vita<br />
del bambino per aiutarlo a sviluppare il linguaggio,<br />
a volte viene trascurato un settore<br />
molto importante: quello delle emozioni<br />
e dei sentimenti.<br />
Ne consegue che il patrimonio lessicale del<br />
soggetto relativo a questo ambito risulta<br />
spesso privo di quegli elementi linguistici<br />
necessari per esprimere adeguatamente<br />
stati d’animo e vissuti emozionali.<br />
Il bambino con disturbi del linguaggio,<br />
infatti, pur provando determinate sensazioni,<br />
non riesce a definirle verbalmente,<br />
in quanto ha difficoltà ad associare la<br />
parola astratta al suo significato.<br />
A seguito del comicato<br />
stampa pubblicato<br />
sull’ultimo numero di<br />
<strong>Campo</strong> de’ Fiori, questa<br />
Associazione rende<br />
noto che nell’ incontro avuto con il<br />
Direttore Generale della ASL di Viterbo,<br />
dott. Aloisio, resosi necessario dalle voci<br />
che circolavano in merito al futuro dell’<br />
ospedale Andosilla, che ci avevano indotto<br />
ad esternare le nostre preoccupazioni e<br />
quelle dei cittadini, ha preso atto delle<br />
assicurazioni fornite dal Dott. Aloisio.<br />
Il Direttore Generale, responsabile della<br />
sanità nella nostra provincia, e quindi della<br />
funzionalità dell’ Andosilla, ci ha assicurato<br />
che il nosocomio civitonico non subirà<br />
alcun declassamento e nessun taglio di<br />
posti letto nei vari reparti.<br />
Il reparto di Nefrologia verrà collegato a<br />
quello di Viterbo per avere una migliore<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 19<br />
CENTRO DI CONSULENZA<br />
Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,<br />
Psicopedagogica<br />
Via Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)<br />
T. 0761.517522<br />
Cell. 335.6984281-284<br />
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info@centroceral.com<br />
Le parole dei sentimenti<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Questo ci ha portato ad iniziare un lavoro<br />
che aiuta il bambino ad arricchire il mondo<br />
delle sue conoscenze e ad imparare ad<br />
esprimere le sue emozioni, usando un linguaggio<br />
competente.<br />
Affrontando i vari sentimenti nelle loro sfumature,<br />
con l’aiuto di vignette e disegni, si<br />
può favorire l’arricchimento lessicalesemantico<br />
e un miglioramento nella composizione<br />
scritta.<br />
Esercizi graduali nel riconoscimento dei<br />
sentimenti opposti favoriscono, attraverso<br />
la contrapposizione, una migliore comprensione<br />
del sentimento stesso.<br />
Il lavoro di riconoscimento lessicale, associazione<br />
dei sostantivi, degli aggettivi corrispondenti<br />
e dell’individuazione dei contrari,<br />
rafforza nel bambino la memoria lessicale<br />
e la coscienza della possibilità di<br />
poter esprimere il sentimento in tutte le<br />
sue sfumature, significati e intensità.<br />
Durante il percorso il bambino deve compiere<br />
una scelta logica tra varie opzioni<br />
proposte, secondo un criterio di causaeffetto.<br />
La drammatizzazione poi ci permette di<br />
esprimere, nelle vesti di qualcun altro,<br />
tutta una gamma di sentimenti che spesso<br />
nascondiamo o evitiamo di comunicare.<br />
La consapevolezza del proprio stato emotivo<br />
è fondamentale per vivere con<br />
coscienza le proprie esperienze. Aiutando<br />
funzionalità, mentre non subirà alcun<br />
declassamento il reparto di Dialisi che continuerà<br />
a funzionare regolarmente.<br />
Il Dott. Aloisio si è impegnato a risolvere il<br />
problema delle liste di attesa per il reparto<br />
di Radiologia e il potenziamento del servizio.<br />
Nello stesso atto azienzale presentato alla<br />
conferenza dei sindaci del territorio, non è<br />
previsto alcun taglio, nè ridimensionamenti<br />
ai vari reparti dell’Andosilla. Per quanto<br />
riguarda la sospensione dei lavori è stato<br />
assicurato che gli stessi riprenderanno a<br />
breve.<br />
A seguito di tutto ciò la nostra<br />
Associazione intende rassicurare i cittadini<br />
che il nostro ospedale continuerà a ricoprire<br />
un ruolo importante nel territorio con l’istituzione<br />
di nuovi servizi e con importanti<br />
nuove attrezzature. .<br />
A tale proposito comunichiamo che il ser-<br />
i bambini a dare un nome alle proprie<br />
emozioni, si aiutano ad usare la mente a<br />
servizio del cuore per garantire un maggiore<br />
benessere.<br />
vizio di Cardiologia è stato potenziato con<br />
un cicloergometro, un tappeto rotante<br />
elettronico per gli esami cardiologici sotto<br />
sforzo e un elettrocardiografo, con il contributo<br />
della Ceramica GALASSIA. Inoltre,<br />
a breve, entrerà in funzione un ecografo<br />
quadridimensionale di ultima generazione<br />
per il reparto di Ginecologia, acquistato<br />
con il contributo della Regione Lazio e<br />
della Ditta COLAVENE, che consentirà alla<br />
struttura di collocarsi in una posizione di<br />
avanguardia. Nello stesso reparto di<br />
Ginecologia verranno, quanto prima,<br />
installati condizionatori e televisori per<br />
migliorare la degenza delle persone ricoverate<br />
e degli operatori. Comunque la nostra<br />
Associazione, continuerà a seguire le<br />
vicende del nostro ospedale e trovare<br />
nuove risorse per il suo potenziamento.<br />
Civita Castellana lì 18.06.2007<br />
L’ Associazione Onlus<br />
Una mano al tuo ospedale
Separare la luce utile<br />
da quella dannosa<br />
E’ possibile con le lenti polarizzanti<br />
Non sempre la luce aiuta a vedere meglio. Una illuminazione troppo intensa,<br />
in alcune occasioni, può produrre più fastidio che utilità.<br />
Lo abbiamo sperimentato quando vogliamo vedere all’interno della vetrina di<br />
un negozio e l’immagine riflessa non ci permette di vedere bene, o quando,<br />
guidando, siamo distratti dai riflessi sul parabrezza e dalla luce che si riflette<br />
sul manto stradale.<br />
La luce fastidiosa, però, è in qualche modo “separabile” dall’altra.<br />
Quando viene emessa, la radiazione luminosa è caotica, ossia il raggio luminoso<br />
oscilla in tutte le direzioni; quando invece viene riflessa da superfici non<br />
metalliche, la luce si polarizza orizzontalmente.<br />
Gli occhiali con lenti polarizzanti bloccano la luce “cattiva”, ossia i riflessi che<br />
danno tanto fastidio durante la giornata, lasciando passare la luce “naturale”,<br />
quella che ci aiuta a vedere bene.<br />
I vantaggi di una lente polarizzante rispetto<br />
ad una comune lente colorata?<br />
.Aumento del contrasto visivo in città e nelle attività all’aria aperta<br />
.Miglioramento della percezione dei colori<br />
.Protezione al 100% dai raggi ultravioletti dannosi<br />
.Maggior comfort visivo<br />
.Minor affaticamento e più prontezza nella guida, grazie alla netta riduzione dei<br />
riflessi del manto stradale e di immagini parassite sul parabrezza..<br />
La lente polarizzata, in poche parole, fa vedere con maggior contrasto e con<br />
maggior comfort soprattutto in condizioni “critiche” ed è l’alleato ideale di chi<br />
guida o fa sport all’aria aperta, ma anche di chi mostra troppa sensibilità alla<br />
luce solare. Chiunque, con queste lenti, può apprezzare una qualità di visione<br />
davvero superiore.<br />
Quando la luce naturale (onde oscillanti in tutte le direzioni) colpisce una superficie riflettente<br />
in un determinato angolo, si polarizza (le onde oscillano orizzontalmente).<br />
La luce polarizzata orizzontalmente provoca un effetto di abbagliamento da riverbero.<br />
Il filtro polarizzante contiene dei cristalli di iodio, allineati in file verticali parallele che bloccano<br />
la luce orizzontale, eliminandone i riflessi intensi.<br />
Viterbo - Roma - Civita Castellana<br />
Vallerano - Porto D’Ascoli<br />
www.lisi-bartolomei.com<br />
Ad ogni età gli occhi sono sensibili<br />
e vulnerabili alla luce.<br />
Per preservare il loro benessere, Essilor propone<br />
una gamma completa di lenti correttive solari<br />
tra le quali trovare la soluzione più idonea<br />
alle proprie necessità.
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Anche l’occhio<br />
vuole la sua parte<br />
Il giorno 9 Giugno, presso l’Hotel Aldero di Civita Castellana, si è tenuto un corso interdisciplinare sul paziente oculistico.<br />
Il direttore, Dott. Renzo Ceccarelli, coadiuvato dai dottori E. Manuela Tomasello, A. Tasciotti, G. Conticelli e S. Luongo, e con l’ausilio di<br />
diversi specialisti intervenuti, quali i dottori Domenico Callea, Alessandro Masella, Laura Voccia, Francesco Bozzoni, Lorenzo Gionfra,<br />
Patrizia Palmieri, Donato Di Donato, Angela Del Prete ed il signor Gianni Piergentili, ha trattato ampliamente tutti i temi della materia.<br />
L’evento ha riscosso un ampio interesse oltre un lodevole successo, come, d’altronde, ci si aspettava.<br />
L’equipe del dottor Ceccarelli ha fatto, con l’occasione, il punto sulla situazione del suo operato presso il Centro Chirurgico Oculistico<br />
dell’Ospedale Andosilla di Civita Castellana, manifestando piena soddisfazione.<br />
Dall’inizio di quest’anno alla data del 9 Giugno, sono già stati effettuati oltre 200 interventi e la lista di attesa si allunga di giorno in giorno.<br />
Anche l’ambulatorio oculistico di Vignanello, recentemente inaugurato, sta ottenendo risultati insospettati.<br />
Ci complimentiamo volentieri con questa bella realtà.<br />
Dott.ssa E. Manuela Tomasello e Dott. Renzo Ceccarelli<br />
a sinistra<br />
la Dott.ssa<br />
Tomasello al lavoro<br />
con un paziente<br />
a destra<br />
l’equipe al lavoro<br />
Il Dott. Renzo Ceccarelli durante il corso<br />
tenuto il 9 Giugno<br />
21
22<br />
di Ermelinda Benedetti<br />
<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong><br />
... continua dal<br />
n. 38<br />
ITINERARIO<br />
TURISTICO Orte è<br />
una delle cittadine<br />
più ricche di storia e<br />
di arte di tutto il<br />
viterbese.<br />
Tra i resti più antichi,<br />
il famoso porto di<br />
Seripola, sul fiume<br />
Tevere, che, costruito<br />
nel V-VI secolo<br />
a.C., ebbe vita fino al XII-XIII secolo, divenendo<br />
dal 1000 dipendenza farfense. Le<br />
dimensioni delle strutture portuali stanno a<br />
dimostrare l’importanza del sito, che comprende<br />
le tracce di un centro residenziale,<br />
ove ancor oggi si possono ammirare segni di<br />
abitazioni, botteghe, terme e sono visibili le<br />
scannellature dei passaggi dei carri sulle<br />
strade, pavimentate con lastroni di pietra.<br />
Pregevoli sono anche i pavimenti a mosaico,<br />
un sistema attrezzato di rete fognaria e un<br />
pozzo profondo circa 30 metri. Molto interessante<br />
é una condotta in terracotta per convogliare<br />
una fonte di acqua verso le abitazioni<br />
e in una grandiosa fontana in peperino,<br />
destinata al pubblico. Il sistema di riscaldamento<br />
del pavimento delle terme rappresenta<br />
una delle più straordinarie scoperte: una<br />
tubatura sotterranea, composta da mattoni<br />
con marchio di fabbrica, era percorsa da<br />
acqua bollente per alimentare il calidarium<br />
termale. Nel II secolo a.C. venne costruito<br />
quello che può essere considerato uno dei<br />
primi ponti sul Tevere a Nord di Roma, il<br />
Ponte di Augusto, a cinque archi con torri,<br />
in sostituzione del preesistente ponte in<br />
legno dell’epoca di Pompeo Magno. Oggi<br />
rimangono solamente tre piloni monchi, poiché<br />
venne distrutto da una grande piena nel<br />
1524. Lungo le pareti del masso tufaceo,<br />
furono scavate, inoltre, ampie grotte nel vivo<br />
della rupe per farne una necropoli e di cui,<br />
ancor oggi, è possibile vedere dei colombari.<br />
La fontana Ipogea è anch’essa di epoca<br />
romana, in quanto è da considerarsi il terminale<br />
dell’antico acquedotto, e venne ancora<br />
sfruttata per molti secoli dopo, tanto che<br />
sono ancora visibili i segni lasciati sulle pietre<br />
del vascone dalle brocche delle donne, che<br />
andavano ad attingere acqua. Un custode,<br />
incaricato dai priori,<br />
aveva il compito<br />
di pulirla<br />
S.Biagio<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Orte<br />
S.Maria Assunta<br />
ed prirla, infliggendo pene severe a chi avesse<br />
osato sporcarla. Le forme attuali le sono<br />
state conferite nel ‘600. Tracce romane sono<br />
presenti anche nella centralissima Piazza<br />
della Libertà, anticamente il tipico Foro<br />
romano, poi chiamata Platea Sancte Marie e,<br />
dopo L’Unità d’Italia, Piazza Vittorio<br />
Emanuele. In essa sfociano le sette strade<br />
provenienti dalle sette contrade e sul punto<br />
d’accesso vi sono delle catene, che, già nel<br />
1400, avevano funzione di carattere giuridico.<br />
Per quanto riguarda gli edifici di carattere<br />
religioso, Orte conta diverse chiese, sparse<br />
su tutto il suo territorio. La principale è la<br />
Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente<br />
al IX secolo, modellata sull’antica<br />
Basilica Costantiniana di San Pietro in Roma.<br />
I danni irreparabili, causati dal tempo, e le<br />
esigenza di una popolazione che cresceva a<br />
vista d’occhio, portarono al suo restauro ed<br />
ampliamento nella prima metà del Trecento<br />
e ad uno successivo nella seconda metà del<br />
Cinquecento, per poi arrivare alla decisione,<br />
seppur sofferta, di demolirla e costruirne una<br />
completamente nuova. Questa fu terminata<br />
nel 1721, sotto il Pontificato di Innocenzo<br />
XIII, dopo un ventennio di lunghi lavori, portati<br />
avanti dagli architetti Castrachini e<br />
Bizzacchero. Aperta al culto e consacrata dal<br />
Vescovo Giovanni Franceso Tenderini, nello<br />
stesso anno fu realizzato il<br />
lineare coro in noce con<br />
venti scalini, su<br />
disegno di Padre<br />
Girolamo da<br />
Mestretta, che<br />
realizzò anche<br />
i disegni dei<br />
coretti e<br />
delle mostre<br />
degli<br />
organi,<br />
mentre la<br />
balaustra di<br />
marmo, che<br />
delimita l’abside<br />
dell’altare maggiore,<br />
fu donata dal<br />
Cardinale Ferdinando<br />
Le guide di C<br />
Nuzzi, di origine ortana. Posteriore è la facciata,<br />
di stampo barocco, i cui lavori furono<br />
iniziati nel 1898 e terminati tre anni dopo,<br />
conferendo alla Chiesa l’aspetto attuale.<br />
Al suo interno sono conservate le<br />
reliquie dei santi martiri compatroni<br />
e una pala d’altare, datata 1752 e<br />
realizzata per mano di Giuseppe<br />
Bottani, raffigurante la Madonna<br />
in gloria con gli otto santi martiri.<br />
La chiesa di San Pietro era originariamente<br />
addossata alla Rocca<br />
e quando, nel 1431, quest’ultima fu<br />
demolita, la chiesa venne distrutta con<br />
essa. Il nuovo edificio sacro dedicato a San<br />
Pietro fu costruito nel luogo dove si trova tutt’oggi,<br />
ed è da datare, dunque, alla prima<br />
metà del XV secolo, benché furono i successivi<br />
restauri del XVII e XVIII secolo a donargli<br />
l’attuale e definitivo aspetto. Conserva al<br />
suo interno una lapide in memoria del vescovo<br />
Leone e la pietra tombale della famiglia<br />
Leoncini. La chiesa di San Biagio, realizzata<br />
nel 1253, era originariamente romanica.<br />
Un atto notarile del 2 febbraio del 1291 attesta<br />
che la chiesa era una collegiata retta da<br />
un suo priore, affiancato da alcuni canonici.<br />
Circondata da giardini, torre e chiostro,<br />
aveva un pavimento a mosaico. Nel 1352 la<br />
chiesa e le case che la circondavano furono<br />
date in Commenda all’Ospedale romano di<br />
Santo Spirito in Saxia, il quale li trasformò in<br />
un collegio per l’assistenza agli infermi e ai<br />
bambini abbandonati. Nel 1613 questo fu<br />
chiuso e la chiesa, con tutti i suoi beni, fu<br />
assegnata alla Congregazione dell’ Annunziata,<br />
a condizione che sopra il portale d’ingresso<br />
venissero collocati la doppia croce di<br />
Lorena e lo stemma dell’ospedale romano, e<br />
sopra l’altare la colomba raggiante, simbolo<br />
dello Spirito Santo. Dopo essere stata<br />
distrutta da un grave incendio avvenuto nel<br />
1754, la chiesa fu ricostruita tre anni dopo,<br />
secondo l’assetto attuale, ad unica navata,<br />
nonostante della precedente costruzione<br />
siano visibili il muro di destra e l’abside. Il<br />
destino volle che nel 1986 un secondo incendio<br />
danneggiasse l’interno della chiesa,<br />
riaperta al culto dopo soli due anni, grazie ai<br />
lavori immediati di giovani volontari. La<br />
chiesa di San Francesco era originariamente<br />
dedicata a Sant’Angelo ed era in stile<br />
romanico, con qualche accenno gotico, stando<br />
alla cripta rinvenuta negli anni Ottanta,<br />
che si riempì di macerie quando, nel 1695, fu<br />
demolita la parte superiore per costruire l’attuale<br />
edificio barocco, a navata unica.<br />
All’inizio del XIX secolo, subì un cambiamento,<br />
a seguito dell’arrivo della Compagnia<br />
della Misericordia, che tolse dall’altare maggiore<br />
il San Francesco per posizionarvi il seicentesco<br />
quadro della Madonna della<br />
Misericordia. La piazza di San Francesco<br />
ospitava, inoltre, una chiesa dedicata ai Santi<br />
Maurizio e Marciano, esistente già nel 1238,
<strong>Campo</strong> de’ fiori 23<br />
ampo de ’ fiori<br />
Palazzo Alberti<br />
sita dove si trova attualmente il giardino di<br />
Palazzo Manni. Nel 1441 venne affidata ai<br />
frati francescani del vicino convento, che, a<br />
loro volta, la consegnarono alla Misericordia.<br />
Ancora in piedi nel 1816, oggi é appena visibile<br />
il muro di cinta e alcuni resti delle antiche<br />
colonne. Eretta tra la chiesa di Santa<br />
Croce, chiamata in realtà chiesa del<br />
Crocifisso, la più antica del complesso e alla<br />
quale era annesso l’ospedale dei<br />
Convalescenti, e l’ex Palazzo della Comunità,<br />
la cui torretta della porta d’ingresso, che<br />
mantiene ancor oggi lo stemma, fu trasformata<br />
in campanile, per opera dei Padri<br />
Agostiniani, presenti ad Orte già dal 1278, è<br />
la chiesa di Sant’Agostino, in funzione dal<br />
1335. Tracce di affreschi rinascimentali sono<br />
presenti sulle sue pareti. Di notevole pregio è<br />
un crocifisso ligneo del Quattrocento e l’altare<br />
della Madonna del Rosario, realizzata nel<br />
1571 per mano del pittore Giorgio da Orte. Di<br />
particolare importanza anche l’altare della<br />
Cappella di Sant’Egidio, opera dell’architetto<br />
Veramici, anche lui ortano. Nel 1479 l’originaria<br />
chiesa di san Gregorio, databile,<br />
secondo la lastra di peperino in basso a<br />
destra sulla facciata, al IX secolo, crollò e fu<br />
ricostruita sulle sue stesse fondamenta. La<br />
chiesa e il monastero di Santa Maria di<br />
Loreto furono costruiti nel 1641, per volontà<br />
delle ultime due sorelle della prestigiosa<br />
famiglia Roberteschi. Sita nell’area<br />
dell’Ospedale dei raccomandati, la chiesa è<br />
tott’ora in funzione, mentre il monastero<br />
venne smesso al tempo di Napoleone.<br />
Frequentato un tempo da eremiti, il<br />
Santuario della Santissima Trinità ospitò<br />
San Bernardino di Siena nel 1426, che<br />
diede il nome al monte sul quale si erge.<br />
Scavato nel tufo, su una collina di fronte alla<br />
cittadina di Orte, conserva al suo interno<br />
affreschi risalenti al<br />
XIV e XV secolo, tra<br />
cui un dipinto della<br />
Madonna, donato<br />
alla città dall’autore<br />
Taddeo di Bartolo.<br />
Ivi venne poi<br />
costruito un Convento,<br />
oggi abbandonato,<br />
al contrario<br />
della chiesa, che tuttavia<br />
viene aperta<br />
soltanto in caso si<br />
festività solenni.<br />
Altro santuario è<br />
quello di Santa Maria<br />
delle Grazie,<br />
costruito nel 1521<br />
su una piccola cappella,<br />
esistente lì già<br />
da circa quattrocento<br />
anni. Nel 1579 fu<br />
affiancato il monastero<br />
dei padri<br />
Gerolimini, che divenne seminario e che fu<br />
ceduto alle monache Benedettine nel 1957.<br />
Orte è inoltre provvista di tre Musei. Il<br />
Museo Diocesano e d’Arte Sacra ha sede<br />
presso l’antica chiesa di San Silvesrto, il più<br />
vecchio edificio di tutta la città (metà dell’XI<br />
secolo), al centro dell’abitato. Alcuni ritrovamenti<br />
provengono da chiese locali giudicate<br />
non idonee per la loro conservazione. Tra di<br />
essi va sicuramente menzionato il prezioso<br />
frammento di mosaico della Madonna<br />
Bizantina, riconducibile, addirittura, al 705-<br />
707, dell’oratorio di Giovanni VII in San<br />
Pietro. Le tavole con fondo dorato del XII-XVI<br />
secolo testimoniano che pittori di scuola altolaziale,<br />
ma anche senese e umbra, lavorarono<br />
per diverso tempo a Orte. Altro oggetto<br />
degno di menzione è la Croce reliquiario di<br />
Vannuccio di Viva da Siena, firmata e datata<br />
1352. Il Museo delle Confraternite<br />
Riunite di Orte, invece, si trova nella sacrestia<br />
della chiesa di Santa Croce e conserva<br />
una bara del Cristo morto risalente al 1625 e<br />
altri suppellettili utilizzati, ancora, per la<br />
solenne processione del Venerdì Santo. Il<br />
Museo Civico Archeologico Comunale,<br />
infine, si trova nell’antica chiesa di<br />
Sant’Antonio e al suo interno sono esposti<br />
rinvenimenti degli scavi archeologici del territorio<br />
di Orte.<br />
Passeggiando per il centro si possono ammirare<br />
numerosi palazzi di importanti famiglie<br />
ortane, ben conservati. Palazzo Alberti<br />
alla Rocca fu eretto sulle rovine della stessa<br />
Rocca, costruita dal marchese Pietro, fratello<br />
di Papa Giovanni X (914-928), in seguito<br />
ad una fuga da Roma. La sua posizione<br />
era inaccessibile, poiché si erigeva su una<br />
rupe scoscesa ma fu occupata dagli Ungari,<br />
che la fecero diventare, per gli ortani, il simbolo<br />
della tirannia, spingendoli, così, ad una<br />
prima distruzione, non appena gli invasori se<br />
ne andarono. Venne ricostruita per opera del<br />
Cardinale Albornoz, che aveva il compito di<br />
restaurare il potere pontificio negli stati della<br />
Chiesa. Dopo lo Scisma d’Occidente, nel<br />
1417, Martino V la assegnò al nipote Antonio<br />
Colonna. Ma quattro anni dopo, alla morte<br />
del Pontefice, i cittadini, infuriati, la distrussero<br />
definitivamente. Verso la fine del XVI<br />
secolo, parte di quel territorio venne acquistato<br />
dalla famiglia Alberti di Arezzo, che vi<br />
costruirono, tra il 1598 e il1602, uno dei cinque<br />
propri palazzi della città. Dell’antica<br />
Rocca, infatti, rimangono solamente i sotterranei<br />
e l’ampio piazzale. La facciata è classicheggiante,<br />
con linee severe ed eleganti e in<br />
una sala, al piano nobile, sono ancora visibili<br />
affreschi del XVII-XVIII secolo. Della stessa<br />
famiglia era una residenza estiva piuttosto<br />
vasta, terminata di costruire nel 1701, chiamata<br />
Casino degli Alberti, dove si possono<br />
ancora ammirare ritratti dei più importanti<br />
personaggi della famiglia. Il Palazzo<br />
Comunale è già attestato a partire dal 1295<br />
e si affaccia sulla piazza di Santa Maria, dove<br />
sfociano le strade delle sette contrade. Sulla<br />
facciata sono distinguibili lo stemma di Papa<br />
Clemente VII Medici sulla destra, quello di<br />
Paolo III Farnese a sinistra e al centro, sopra<br />
il vecchio portale d’ingresso, l’antico stemma<br />
della città di Orte, costituito dal ponte a cinque<br />
arcate, sormontato dalle chiavi pontificie.<br />
Sulla destra della sede comunale, sorse,<br />
nei primi anni del XVII secolo, il Palazzo<br />
dell’orologio, denominato inizialmente<br />
Palazzo del Podestà. Sul lato sinistro della<br />
piazza, botteghe di artigiani e notai popolavano<br />
i portici, sostenuti da robuste colonne e<br />
capitelli romanici, affiancati dal Palazzo<br />
Neri-Roberti, già esistente nel 1305. Il<br />
Palazzo Roberteschi, il cui nucleo originario<br />
risale al XII secolo, subì ristrutturazioni<br />
tra il ‘400 e il ‘500, che gli conferirono le<br />
attuali forme rinascimentali. Il Palazzo<br />
Nuzzi fu eretto agli inizi del Settecento dal<br />
Cardinale ortano Ferdinando Nuzzi, Prefetto<br />
dell’Annona e Vescovo di Orvieto, su progetto<br />
dell’architetto Carlo Fontana. Con alcune<br />
sale ancora affrescate, a partire dall’Unità<br />
d’Italia divenne sede comunale. La casa di<br />
Giuda ha la classica struttura medievale e<br />
deve il suo nome al proprietario, un traditore<br />
della comunità, al quale vennero confiscati i<br />
beni. In seguito a lavori di consolidamento<br />
della rupe è stata scoperta una rete sotterranea<br />
di cunicoli, scavati nel tufo, formata<br />
da una galleria principale, da cui si<br />
dipartono una serie di diramazioni laterali.<br />
S. Silvestro
<strong>Campo</strong> de’ fiori 25<br />
Sassacci: Concerto dell’orchestra “Le Metamorfosi Musicali”<br />
in memoria di Giovanni Colamedici<br />
Giovanni Colamedici<br />
di Veronica Sorato<br />
Tutto è iniziato nell’Aprile 2004, quando in<br />
occasione del secondo concerto della solidarietà,<br />
promosso dal LIONS CLUB Falerii<br />
Veteres di Civita Castellana, Enrico<br />
Mazzoni (pianista) e Alberto Poli (violinista)<br />
decidono di chiamare intorno a sé una<br />
decina di amici musicisti per partecipare a<br />
questa lodevole iniziativa.<br />
Già durante le prove il feeling, non solo<br />
musicale, tra i componenti di questa neonata<br />
formazione, sarà sorprendente e troverà<br />
conferma, poi, nel successo di pubblico<br />
riscontrato al concerto che si è svolto<br />
nel Duomo di Civita Castellana il<br />
24.04.2004.<br />
Quella sera, inoltre, era presente al concerto<br />
il Maestro Giusto Cappone (violista<br />
nella Filarmonica di Berlino diretta da H.<br />
Von Karajan) che apprezzò molto il concerto<br />
e, dall’alto della sua esperienza,<br />
incoraggiò Alberto e Enrico ad intraprendere<br />
un cammino artistico con quel gruppo,<br />
offrendo la sua supervisione artistica e<br />
i suoi consigli per i quali l’orchestra tutta<br />
non smetterà mai di ringraziarlo, anche<br />
adesso che non è più tra noi.<br />
Si faceva strada, così, l’idea che quel giorno<br />
era germogliato qualcosa di speciale e,<br />
soprattutto, nulla di forzato.<br />
Insomma tutti sentivano che non poteva e<br />
non doveva finire lì, tutto il gruppo aveva<br />
una grande voglia di suonare ancora!<br />
E’ a questo punto che diventa cruciale la<br />
collaborazione con la famiglia Giovanni<br />
Colamedici.<br />
Enrico propone a Laura Colamedici e ai<br />
fratelli Adriana e Gianfranco un concerto in<br />
memoria del padre Giovanni (meglio cono-<br />
Da esperimento a evento irrinunciabile<br />
L’orchestra “Le Metamorfosi Musicali” con la famiglia Giovanni Colamedici<br />
sciuto come Gianni) da svolgersi a<br />
Sassacci nella chiesa San Luigi Gonzaga, in<br />
occasione dei festeggiamenti patronali.<br />
L’idea piace molto a Laura e a tutta la<br />
famiglia, soprattutto perché l’evento si<br />
svolge nella stessa chiesa dove tutta la<br />
comunità sassaccese e non solo, il 26<br />
Giugno 2001, si strinse attorno a loro nell’estremo<br />
saluto a Gianni e, poi, perché un<br />
concerto di musica “colta” a Sassacci,<br />
sarebbe stata un’iniziativa nuova, insolita<br />
e forse anche rischiosa… insomma una iniziativa<br />
degna del migliore imprenditore!<br />
Quale modo migliore, allora, per ricordare<br />
un imprenditore come Gianni?<br />
Il concerto si svolge il 17 Giugno 2004, il<br />
successo di pubblico è tanto grande quanto<br />
inaspettato, la scommessa è vinta, l’esperimento<br />
è riuscito tanto che la famiglia<br />
Colamedici, unitamente al parroco, Mons.<br />
Don Carlo Crucianelli, decide che questo<br />
deve diventare un appuntamento fisso collocato<br />
ad apertura dei festeggiamenti<br />
patronali.<br />
E’ cosi che quest’anno<br />
il concerto<br />
è giunto<br />
alla sua quarta<br />
edizione e ha<br />
confermato,<br />
negli anni, il<br />
gradimento da<br />
parte del pubblico.<br />
Anche<br />
per le “MetamorfosiMusicali”<br />
questo<br />
concerto, nell’arco<br />
dell’anno,<br />
rappresenta<br />
una data im-<br />
Il Maestro Giusto Cappone<br />
con Alberto Poli e<br />
Enrico Mazzoni<br />
portantissima, in questa occasione, infatti,<br />
l’orchestra instaura proficui rapporti con<br />
direttori, cori e solisti di chiara fama.<br />
Ricordiamo le collaborazioni con la Corale<br />
Polifonica “Santa Maria Maggiore”, con i<br />
direttori Maestro Piero Caraba, Maestro<br />
Antonio D’Antò e con i solisti Vladimiro<br />
Vagnetti (oboe) e, nell’ultima edizione, con<br />
la flautista romana Giuseppina Ledda.<br />
Possiamo dire che la famiglia Giovanni<br />
Colamedici ha tenuto a battesimo questa<br />
orchestra e ha dato il “la” all’attività concertistica<br />
delle Metamorfosi che ogni anno<br />
si fa sempre più densa.<br />
Enrico e Alberto, in qualità di fondatori e<br />
direttori artistici dell’orchestra, desiderano<br />
ringraziare la famiglia Giovanni<br />
Colamedici e saranno sempre onorati di<br />
ricordare, attraverso la loro arte, una persona<br />
che ha contribuito in maniera rilevante<br />
allo sviluppo industriale ed economico<br />
del territorio di Civita Castellana, dedicando<br />
tutta la sua vita al lavoro.
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
La rubrica dei perchè<br />
di Arnaldo Ricci<br />
Come tutti sappiamo, i treni corrono su<br />
binari metallici, posizionati sopra una base<br />
detta massicciata, costruita rispettando<br />
certi principi fisici che non è il caso di citare<br />
perché già trattato in articoli precedenti.<br />
Ebbene, i binari sono metallici e come<br />
tali sono soggetti a tutte le leggi della fisica<br />
dei metalli. Una di queste leggi riguarda<br />
la dilatazione termica lineare dei metalli<br />
(esiste anche quella volumetrica) enunciando<br />
che essa è tale, da essere direttamente<br />
proporzionale al campo di variazione<br />
della temperatura, alla lunghezza del<br />
solido considerato nonché ad un coefficiente<br />
numerico fisso proprio, del materiale<br />
metallico considerato.<br />
Tenendo presente la legge sopracitata, se<br />
non si adottassero particolari accorgimenti,<br />
i binari subirebbero una tale deformazione<br />
(specialmente in estate) che renderebbe<br />
pericoloso il transito dei treni.<br />
I principali accorgimenti attualmente adot-<br />
Perchè i binari dei treni<br />
vengono dipinti di bianco?<br />
tati (ne esistono anche altri) sono i<br />
seguenti:<br />
- utilizzare leghe di fusione che abbassano<br />
il coefficiente di dilatazione termica<br />
nella realizzazione dei metalli per binari.<br />
- lasciare degli spazi vuoti fra una sezione<br />
di binario e quello consecutivo.<br />
- dipingere i binari con una vernice di<br />
colore bianco, quando inizia la stagione<br />
calda, per riflettere il più possibile i raggi<br />
solari e di conseguenza abbassare la temperatura<br />
che gioca un ruolo fondamentale<br />
nella dilatazione lineare.<br />
Quando adesso vediamo i binari dipinti di<br />
bianco, sappiamo il perché.<br />
Buone vacanze a tutti e arrivederci al prossimo<br />
perché.<br />
Vita Cittadina<br />
Le partecipanti al concorso Miss Italia che hanno passato le selezioni<br />
provinciali a Manziana. 1° classificata Marta Moriggi di Roma, 2° classificata<br />
Eleonora Martino di Roma, 3° classificata Morena Starace di Roma,<br />
4°classificata Martina Pinti di Latina, 5°classificata Michela Di Francesco di<br />
Roma, 6°classificata Michela Giustini di Roma (<strong>foto</strong> M.<strong>Topini</strong>)<br />
27<br />
Saggio di fine anno<br />
alla Scuola<br />
Elementare Don<br />
Bosco di Civita<br />
Castellana<br />
(<strong>foto</strong> M.<strong>Topini</strong>)
28<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Come eravamo<br />
Ivan Rossi, morire da eroe con la musica nel cuore<br />
E’ ormai passato un<br />
mese: giornalisti,<br />
di Alessandro Soli<br />
telecronisti, telegiornali,<br />
ti hanno fatto<br />
conoscere a tutti,<br />
per il tuo eroico<br />
gesto sulla spiaggia<br />
di Noto, quando salvasti<br />
dei bagnanti in<br />
difficoltà sacrificando<br />
la tua vita.<br />
Anch’io, che non ti<br />
vedevo da tanti<br />
anni, voglio testimoniare in questo particolare<br />
“Come eravamo” le tue doti umane ed<br />
artistiche. Ti ricordi Ivan, quando ad appena<br />
nove anni frequentavi il corso di pianoforte<br />
presso il “Circolo culturale E. Medi”,<br />
qui a Civita Castellana? Arrivavi puntuale e<br />
preciso, col quaderno sottobraccio, accompagnato<br />
da mamma Rita, orgogliosa,<br />
come tutte le mamme, di questo “genietto”,<br />
che amava la musica e il canto più di<br />
tutti gli altri giochi. Ti ricordi, quando ai<br />
Sassacci, durante i festeggiamenti per la<br />
festa di San Luigi, partecipavi con succes-<br />
Ivan Rossi, a destra, con un dei suoi tanti amici<br />
Centro culturale Enrico Medi - 29.06.1987 saggio di pianoforte<br />
Ivan Rossi, secondo in basso da destra<br />
so all’ Usignolo d’Argento, il nostrano<br />
Zecchino d’Oro, ed eseguivi, tra gli applausi,<br />
pezzi di gente famosa come Massimo<br />
Ranieri?<br />
Ti ho sempre ammirato, anche con un pizzico<br />
di invidia, perché a differenza di mio<br />
figlio, tuo compagno di corso, tu hai continuato<br />
lo studio del pianoforte, era evidente<br />
che avevi la musica nel sangue. Non<br />
sapevo del tuo nuovo lavoro di animatore<br />
turistico, un lavoro ambito da moltissimi<br />
giovani, perché si ha l’opportunità di conoscere<br />
tanti luoghi e tanta gente che conta,<br />
e perché no, diventare magari come<br />
Fiorello (che ti ha ricordato nella sua trasmissione<br />
radiofonica). Era il realizzarsi dei<br />
tuoi sogni, tutti insieme: il cantare , il suonare,<br />
lo stare in mezzo a gente che si<br />
diverte, sempre allegra, e spensierata,<br />
come lo eri tu durante il carnevale civitonico.<br />
Il mio più grosso rammarico, caro Ivan,<br />
è quello di non averti più incontrato,<br />
avremmo parlato di te, soprattutto di te,<br />
che gli studi avevano salvato dal lavoro in<br />
fabbrica, destino di tanti tuoi coetanei,<br />
della tua scelta di vivere una nuova avventura.<br />
Ti ricordi Ivan, quando ai primi saggi<br />
di fine anno, là, al circolo “Enrico Medi”, io,<br />
presentatore per l’occasione, annunciavo<br />
la tua piccola esibizione e tu, come tutti gli<br />
allievi, emozionato e titubante, sedevi al<br />
pianoforte, mai così lungo e grande da<br />
nasconderti quasi completamente? La tua<br />
insegnante era lì, pronta ad intervenire ad<br />
ogni tua incertezza; poi alla fine l’applauso<br />
di tutti, di mamma Rita e papà Vittorio, di<br />
Don Mario e di tutti i presenti. Applausi:<br />
piccolo, grande, sonoro riconoscimento,<br />
che viene da sempre tributato ad artisti,<br />
atleti ed eroi, e tu Ivan ne hai ricevuti<br />
tanti, perché sei stato un artista, un atleta,<br />
un eroe! Ciao Ivan.<br />
Personaggio misterioso<br />
Di lato è riportata la <strong>foto</strong><br />
deformata di un famoso<br />
personaggio del mondo<br />
dello spettacolo. Sai dire<br />
di chi si tratta?<br />
I primi tre che indovineranno<br />
e si recheranno<br />
presso la redazione, riceveranno<br />
un simpatico<br />
omaggio offerto dal<br />
Centro Parati Selli.
CIVITONICI ILLUSTRI<br />
Lo scultore civitonico FRANCO GRADAS-<br />
SAI, artista di notevole valore e spessore<br />
culturale, presenza artistica discreta ed<br />
appartata, nasce a Civita Castellana nel<br />
1939.<br />
Compie gli studi artistici a Roma presso il<br />
Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di<br />
Via Ripetta.<br />
E’ l’autore celebrato e conosciuto di alcune<br />
importanti opere conservate a Civita<br />
Castellana: il Busto di Enrico Minio, collocato<br />
nel Palazzo Comunale, il monumento<br />
al Bersagliere in località San Giovanni e la<br />
statua di San Lorenzo Martire in via Attilio<br />
Bonanni, posta nell’area antistante la chiesa<br />
omonima.<br />
Nel Busto celebrativo di Enrico MINIO,<br />
sindaco di Civita Castellana dal 1948 al<br />
1963 e Senatore della Repubblica Italiana,<br />
lo scultore attraverso l’uso sapiente dei<br />
volumi e della luce, crea un’opera scultorea<br />
dove la perfetta descrizione anatomica<br />
dei caratteri principali del volto e della<br />
figura si combina ad un uso sapiente del<br />
materiale lapideo.<br />
E’ un volume<br />
possente e<br />
dinamico<br />
dove nella<br />
perfetta<br />
levigatura<br />
delle superfici,<br />
la luce<br />
penetra all’interno<br />
dei piani<br />
incurvati<br />
quasi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 31<br />
FRANCO GRADASSAI<br />
di Enea Cisbani<br />
penetrando la superficie cristallina del<br />
marmo nero.<br />
La perfetta forma geometrica<br />
della figura è necessaria<br />
anche in rapporto al concetto:<br />
non vuole descrivere di<br />
fantasia Enrico Minio<br />
ricorrendo a<br />
forme irreali<br />
quasi caricaturali,<br />
ma conferirgli<br />
una forma e una<br />
sostanza simbolica<br />
ed emblematica<br />
al tempo stesso.<br />
Una statua come<br />
nei tempi antichi,<br />
tesa ad insegnare<br />
le virtù morali e<br />
politiche del personaggio.<br />
Nel Monumento al Bersagliere in località<br />
San Giovanni, Gradassai non ricorre a<br />
forme consuete, ma all’uso sapiente di<br />
forme geometriche che nella loro intensa<br />
frammentazione e concatenazione esprimono<br />
la drammaticità di un evento storico<br />
e la tragedia di una generazione scomparsa<br />
tragicamente nel secondo conflitto<br />
Mondiale.<br />
Nel Monumento a San Lorenzo in via<br />
Bonanni, pone il Santo e le figure adoranti<br />
su di un alto basamento e nell’area antistante<br />
la chiesa, al fine di accentuare la<br />
visione scenografica del monumento stesso.<br />
Le figure del Santo e degli adoranti non<br />
sono descritte nei loro dettagli anatomici,<br />
ma rese plastiche e possenti attraverso<br />
volumi geometrici netti e perfettamente<br />
levigati, in una perfetta mediazione tra<br />
spazio terreno e religioso.<br />
La luce viene raccolta dai volumi e dagli<br />
spazi ben modellati ad accentuare il simbolismo<br />
evidente nella composizione religiosa<br />
Le opere civitoniche di Gradassai, ampiamente<br />
studiate e meditate, vogliono “insegnare”<br />
e rappresentare le virtù morali ed<br />
ideali del personaggio che si vuol rappresentare,<br />
secondo tecniche, modi e consuetudini<br />
tipici della scultura antica e classica<br />
in particolare.<br />
Un uso sapiente della tecnica<br />
scultorea che rimanda<br />
ai tempi<br />
antichi e al<br />
lavoro di<br />
bottega.<br />
La scultura è pratica artistica lunga e faticosa<br />
e l’opera deve essere studiata e meditata,<br />
quasi vissuta in una lotta con il materiale<br />
lapideo stesso.<br />
Caratteri quelli descritti che troviamo nello<br />
scultore civitonico e nelle sue più importanti<br />
realizzazioni.<br />
Le sculture di Gradassai rifuggono tuttavia<br />
da una scontata ricerca artistica e idealizzazione,<br />
ma si affermano in maniera autonoma<br />
nella loro intrinseca e particolare<br />
bellezza.<br />
La produzione scultorea dell’artista civitonico<br />
ha il pregio di conservare intatta la<br />
bellezza fuori dal tempo delle sue opere<br />
dal sapore “antico” e “classico”, dove<br />
forma e tecnica si fondono mirabilmente.<br />
In una fase storica come quella attuale<br />
dove la pratica scultorea “classica” è ormai<br />
assente e dimenticata,<br />
l’importanza<br />
di Gradassai scultore<br />
e’ sempre<br />
più netta perché<br />
afferma l’importanza<br />
della tecnica<br />
antica in una<br />
fase artistica che va<br />
sempre più disconoscendo<br />
la cultura<br />
dell’arte classica e<br />
antica.
di Enea Cisbani<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
NINO CARUSO<br />
Nel 1954 ASSEN PEYKOF, celebre scultore<br />
bulgaro, conclude la serie dei grandi artisti<br />
italiani come Sante CIANI, Renato GUTTU-<br />
SO e Luigi MONTANARINI, per citare i<br />
nomi più illustri, che hanno operato nel<br />
nostro centro, lasciando a testimonianza<br />
del loro passaggio opere in ceramica di<br />
notevole spessore artistico e culturale.<br />
Il 1987 è un anno importante per Civita<br />
Castellana in quanto segna il ritorno sulla<br />
ribalta artistica locale, dopo più di trent’anni,<br />
di un importante e celebrato ceramista<br />
come NINO CARUSO (1928), le cui<br />
opere in ceramica sono conservate nei più<br />
importanti musei americani, francesi e<br />
giapponesi.<br />
Nel Settembre del 1987, nel Forte Sangallo<br />
di Civita Castellana si tiene un’importante<br />
Mostra Antologica delle sue opere,<br />
patrocinata dall’Amministrazione Comunale,<br />
dove vengono esposte le sue realizzazioni<br />
monumentali in terracotta come<br />
portali e strutture decorative, basate sull’impiego<br />
costante e meditato di elementi<br />
modulari in ceramica realizzati con impasti<br />
a base di argilla colorata e ingobbiata.<br />
Nell’esposizione civitonica le opere in ceramica<br />
di Caruso, dove modelli formali derivati<br />
dagli Etruschi si fondono con materiali<br />
e tecniche di lavorazione innovative, si<br />
sublimano con le possenti architetture del<br />
Sangallo creando effetti scenografici di<br />
assoluto livello artistico.<br />
L’esposizione del 1987 segna una tappa<br />
e Civita Castellana<br />
fondamentale nel cammino artistico<br />
di Caruso dove abbandonati<br />
modelli formali ormai<br />
desueti e sorpassati si concentra<br />
sull’utilizzo di strutture<br />
modulari che, opportunamente<br />
distribuite e correlate, creano<br />
cornici decorative, portali scenografici<br />
e pavimentazioni,<br />
dove tradizione storica e<br />
modernità si fondono mirabilmente.<br />
Nella recinzione/scultura del<br />
<strong>Campo</strong> I° Maggio, l’impiego<br />
di sculture modulari in grès<br />
smaltato bianco, combinate con<br />
l’uso magistrale e sapiente del<br />
tufo a faccia-vista, crea un contesto<br />
artistico e ambientale di<br />
rara bellezza e suggestione.<br />
L’opera civitonica trova il suo<br />
fondamento nelle analoghe realizzazioni<br />
di Ferrara e<br />
Castellamonte, dove l’opera<br />
in ceramica non è più relegata<br />
all’interno di uno spazio costruito,<br />
ma esce dai contesti tradizionali e si<br />
lega all’ambiente naturale diventando<br />
recinzione, panchina e gioco per bambini.<br />
L’opera del <strong>Campo</strong> 1° Maggio è il fondale<br />
scenografico di via Mazzini e il completamento<br />
architettonico di uno spazio naturale,<br />
vero “polmone verde” di Civita<br />
Castellana e delle<br />
zone urbane di<br />
recente espansione.<br />
Così scrisse Nino<br />
Caruso: “………se<br />
l’artista è informato<br />
a tempo<br />
debito dell’esistenza<br />
di un prodotto<br />
ceramico<br />
che abbia certe<br />
caratteristiche<br />
funzionali ed estetiche,<br />
che possano<br />
rispondere<br />
alle sue esigenze,<br />
egli potrà<br />
tenerne conto<br />
nella progettazione<br />
degli spazi<br />
che vuole caratterizzare<br />
con il<br />
prodotto ceramico.<br />
Il risultato<br />
sarà certamente<br />
una maggiore<br />
33<br />
unità tra opera ceramica e opera<br />
architettonica. ……..si tratta di elementi<br />
ripetitivi che nel loro assemblaggio<br />
costituiscono un particolare<br />
effetto di superficie e di colore che,<br />
posti in posizione diversa, possano<br />
offrire infinite possibilità di variazione.”<br />
Grafico, scultore, ceramista, artista multiforme<br />
e poliedrico, Nino Caruso è il più<br />
importante ceramista italiano affermato a<br />
livello nazionale ed internazionale.<br />
Le sue opere in ceramica più note, basate<br />
sull’impiego di strutture modulari, si trovano<br />
in Italia nella Chiesa Evangelica di<br />
Savona progettata con l’Architetto Carlo<br />
Aymonino nel 1967 e a Gubbio nella Piazza<br />
dei Consoli.<br />
In Francia nella metropolitana di Marsiglia<br />
e di Parigi.<br />
In Giappone, a Tokyo, i suoi rivestimenti<br />
modulari ornano gli ingressi delle più<br />
importanti società finanziarie.<br />
Fondamentali i suoi rapporti con la ceramica<br />
orientale tanto da diventare negli anni<br />
’80 l’ambasciatore della Ceramica Raku in<br />
Italia, creando un laboratorio-scuola a<br />
Roma, attualmente il più importante centro<br />
studi per la ceramica artistica.<br />
Per Civita Castellana Nino Caruso è il grande<br />
ceramista che, con le sue realizzazioni,<br />
ha segnato il cammino artistico e culturale<br />
del nostro centro.
Buon compleanno ad<br />
Andrea Vona di Roma<br />
che il 28 Giugno ha<br />
compiuto gli anni. Con<br />
affetto. Massimiliano e<br />
Maria Cristina<br />
Tanti auguri a<br />
Emma e<br />
Gianmaria<br />
Lucarelli di<br />
Ronciglione<br />
che compiono<br />
1 anno il 13<br />
Luglio e 3<br />
anni il 7<br />
Agosto, dalla<br />
mamma,<br />
il papà, i<br />
nonni e gli zii<br />
Messaggi<br />
Tanti auguri a<br />
Angela Agostini<br />
per i suoi 40 anni,<br />
dalle nipoti Elisa e<br />
Eliana.<br />
Tantissimi auguri di Buon<br />
Compleanno al piccolo<br />
Andrea Pistola che ha<br />
compiuto 1 anno<br />
il 5 Luglio, dai nonni Lidia e<br />
Vittorio, dagli zii Roberto<br />
e Nicoletta, dalla mamma<br />
Veronica e il papà<br />
Alessandro.<br />
Tanti auguri a<br />
Benedetta Manocchio<br />
che ha compiuto 6 anni il 1° Luglio,<br />
da mamma, papà, lella Beatrice e<br />
dalle nonne. A Daniela e Sauro che il 18 Luglio, con il loro amore,<br />
coronano 25 anni di matrimonio.<br />
Un mondo d’auguri dagli amici del “BRINDISI”<br />
La redazione di <strong>Campo</strong> de’
Tanti auguri a Eleonora Iengo che l’ 8 Luglio<br />
compie 5 anni. Auguri dai genitori, i nonni e la<br />
sorellina Maria Francesca.<br />
Il piccolo Francesco Latini compie<br />
tre mesi, auguri dalla mamma, il papà,<br />
i fratelli, i nonni, gli zii e i cuginetti.<br />
Tanti auguri a Nicola Bevilacqua<br />
per i suoi 50 anni dal<br />
GRUPPO SALSERO<br />
fiori si associa agli auguri<br />
Tantissimi<br />
auguri a<br />
Martina Zannotti<br />
che il 30 Luglio<br />
compie 14 anni,<br />
da mamma, papà,<br />
il fratello,<br />
i nonni, gli zii, le<br />
zie e i cugini.<br />
Un abbraccio<br />
particolare da<br />
zio Massimo e<br />
zia Cristina.<br />
Tanti auguri a Nicola<br />
Bevilacqua che compie<br />
50 anni il 7 Luglio, dalla<br />
moglie, le figlie, il<br />
figlio, il genero, la<br />
mamma e il piccolo<br />
nipotino Manuel con<br />
tanto amore da<br />
tutti noi.<br />
Tantissimi auguri a Eliana Ridolfi che il<br />
1° Luglio ha compiuto 18 anni, dalla<br />
mamma, il papà, la sorella e Sam.
Tanti auguri di compleanno a<br />
Massimiliano Masci di Roma<br />
che il 9 Luglio festeggia<br />
gli anni.<br />
Un bacio da parte degli amici<br />
Massimiliano e Maria<br />
Tanti auguri a<br />
Barbara e Roberto<br />
Pantaleo che il<br />
28 Giugno hanno<br />
festeggiato 26 e<br />
24 anni, da mamma,<br />
papà e gli amici<br />
Tantissimi auguri a Chiara Aballe<br />
che il 21 Luglio compie 7 anni, dalla<br />
mamma, il papà, il fratello e il team<br />
Dust Devils<br />
Cristina Tanti auguri a Serena<br />
Martani che il 17 Luglio<br />
compie 18 anni, dalla<br />
mamma Marina, il papà<br />
Piero, la sorella Alessia, i<br />
nonni Lido, Sira, Eneide,<br />
Giuseppe e zio Roberto<br />
“Finalmente alla meta!!<br />
il 26 giugno ti sei laureato<br />
in disegno industriale ed<br />
ormai dobbiamo chiamarti<br />
Dottore!!<br />
Auguri e congratulazioni a<br />
Tranzi Stefano da tutto il<br />
clan al completo: Mamma,<br />
Papà, Daniele, Anna,<br />
Simona ,Giuliano, Valentina,<br />
Simone e Filippo...”<br />
Tanti auguri a Cristina Valeriani che il 24<br />
Luglio compie gli anni e<br />
festeggia l’onomastico, dalla mamma, il fratello,<br />
la cognata e i nipoti Serena, Mirko,<br />
Luca e Ivanho.<br />
La redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori si associa agli auguri
Tantissimi auguri a Claudio Ricci<br />
e Ilaria Francescangeli di Corchiano<br />
che si sono sposati il 10 giugno.<br />
Un abbraccio dalle vostre care amiche<br />
Eleonora, Valentina e Tamara, con<br />
l’augurio di una vita insieme lunga<br />
e serena.<br />
Tanti auguri a Franca che<br />
compie gli anni il 17 Luglio, dal marito,<br />
Barbara, Tiziana, Claudio e Riccardo<br />
Tanti auguri a Sandro e Simonetta Damiani<br />
che il 10 Luglio festeggiano il loro<br />
25° di matrimonio, dai figli Alessandra e Mirella<br />
e da tutti i parenti<br />
Tanti auguri a Giulia<br />
Giove che compie 3 anni<br />
il 9 Luglio, dai genitori,<br />
i nonni e gli zii.<br />
Tanti auguri a Paolo e<br />
Carlo Mecucci che il 17<br />
Luglio compiono 50<br />
anni, da zia Anna e i<br />
cugini Cristina e Marco<br />
ai due gemelloni Gianni e Riccardo che il 4 Luglio<br />
hanno compiuto 26 anni... ... da Tiziana
Tanti auguri a Martina <strong>Topini</strong> che il<br />
26 Giugno ha compiuto 9 anni,<br />
da mamma Cristina e papà <strong>Mauro</strong><br />
Tanti auguri a Katia e Francesco<br />
che si sono uniti in matrimonio il 23 Giugno,<br />
da Laura, Massimo, Simona, Sandro, <strong>Mauro</strong>,<br />
amici e parenti<br />
Ricordi si, ma anche tanta allegria, vivacità, dinamismo e solidarietà. Cosi hanno festeggiato a Civita Castellana quelli nati nel<br />
1952. Si sono ritrovati tutti al ristorante. In tutto quasi sette ore trascorse tra buona cucina, musica dei mitici anni 70 e 80,<br />
esibizioni canore e strumentali. A tutto questo, hanno fatto da contorno scatenati balli di gruppo.<br />
Lo spirito gioviale, amichevole, cordiale e scanzonato dei partecipanti, ha trascinato in pista anche i più timidi e timorosi della<br />
compagnia tra una portata e l’altra e qualche bicchiere di vino.<br />
A tutti è stato regalato un cappellino e un diploma - ricordo di partecipazione. Dell’appuntamento si è interessato il network<br />
nazionale Radio 24, con una diretta radiofonica della trasmissione “ Chi trova un amico trova un tesoro”; alcuni dei protagonisti<br />
della serata hanno raccontato gli aneddoti più simpatici dei loro primi ....cinque anni. L’apoteosi è stato il brindisi finale davanti<br />
alla torta e bottiglie di spumante, con gli auguri di ritrovarsi ancora insieme.<br />
Quelli del 1952, hanno raccolto anche dei fondi che sono stati consegnati all’associazione “ Una mano al tuo ospedale” a dimostrazione<br />
della loro grande sensibilità . L’applauso finale è stato per gli organizzatori che non hanno lasciato nulla al caso:<br />
insomma sono stati perfetti. Bravi. Ugo Baldi
di Ermelinda Benedetti<br />
È’ il signor Ernesto Zuppante a venirmi a cercare,<br />
dopo aver letto Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori, dedicata<br />
al suo paese d’origine, Orte. Mi propone di inserire<br />
nella seconda parte dell’articolo la <strong>foto</strong> di un suo<br />
quadro, che rappresenta le tappe storiche più significative<br />
dell’antico borgo medievale, commentate in<br />
versi, interamente realizzato da lui. Gli avanzo, così,<br />
una controproposta: scrivere un articolo dedicato a<br />
lui, ai suoi quadri e alle sue poesie. È una persona<br />
semplice, orgogliosa dei suoi frutti, ma comunque<br />
modesta. È un autodidatta, sia nella pittura che nella<br />
scrittura e proprio la mancanza di una formazione<br />
scolastica in tali ambiti lo ha spinto a guardarsi intorno<br />
e a cercare, per poter formare un proprio stile,<br />
molto originale nella pittura e piuttosto sarcastico,<br />
ma anche profondo, nella poesia. La maggior parte<br />
dei suoi quadri é a tema storico-sociale locale.<br />
Zuppante, infatti, impressiona sulle sue tele ad olio<br />
scene di vita ortana ormai del passato, che fanno<br />
parte dei suoi ricordi d’infanzia, quasi a voler far<br />
conoscere alle nuove generazioni quella Orte, sana e<br />
genuina, scomparsa e a spingere i più anziani a non<br />
dimenticare, a rallegrarsi dei bei tempi passati. Usa<br />
dei colori pastello compatti e luminosi, eliminando le<br />
ombre attraverso una gradazione del colore che<br />
parte dal bianco e arriva man mano al cromatismo<br />
della tinta desiderata, distinguendo i suoi lavori dal<br />
genere più classico e permettendogli di definirsi “un<br />
espressionista simbolico, con punte di naif, ma con<br />
una mentalità diversa”. Ma a rendere ancora più particolari<br />
i suoi quadri e soprattutto a conferire loro un<br />
tocco originale e del tutto personale é l’impiego di<br />
altri materiali applicati sulle sue tele: legno, carta,<br />
stoffa e carta stagnola, usata, in particolar modo, nei<br />
punti di luce, per dare un senso ed un effetto di<br />
grande luminosità e brillantezza, che attraversa tutto<br />
il dipinto. Molte delle sue opere sono, poi, racchiuse<br />
in una sorta di cornice realizzata con pezzi di iuta,<br />
che, sagomati a mo’ di profilo di case e applicati<br />
nella parte superiore del dipinto, sembrano voler<br />
abbracciare e custodire un tempo antico, passato. “Il<br />
mio dono -mi dice, infatti- non è tanto quello di<br />
saper ben dipingere con i colori, quanto quello dell’originalità.<br />
L’importante è impressionare l’dea sulla<br />
tela, prima che sfugga dalla mente. Io non ritraggo<br />
tanto soggetti, ma dipingo idee. Una volta, ad esempio,<br />
scendendo in cantina, vidi delle piccole botti. Le<br />
presi e le disposi per bene. Poi feci uscire, da una di<br />
esse, una ragazza e iniziai a dipingere. Intitolai il<br />
quadro La Venere dei botticelli e venne acquistato<br />
immediatamente”. Come si può ben capire ha una<br />
grande fantasia e un gran senso dell’humor Ernesto<br />
e spesso le sue poesie nascono proprio da questo e<br />
trovano terreno fertile nella polemica e nella satira,<br />
a volte destinata al suo paese al quale, per l’appunto,<br />
è molto legato. Ha un po’ trascurato la sua passione<br />
per lo scrivere, dedicandosi di più alla pittura,<br />
ma, in particolari stati d’animo, è riuscito a tirar fuori<br />
la parte più profonda, sensibile e nascosta della sua<br />
anima, immortalandola abilmente nei versi, come è<br />
possibile costatare nella poesia intitolata Un giorno<br />
sul monte La Verna. Ora é riuscito a conciliare l’arte<br />
poetica con quella pittorica, perché spesso mentre<br />
sta dipingendo, la sua mente trasforma i pensieri in<br />
veri componimenti.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Ernesto Zuppante<br />
Pittore e Poeta di una Orte scomparsa<br />
Troppo e troppo poco<br />
39<br />
Un giorno sul monte La Verna<br />
-Commare mia, do’ vai così de corza,<br />
L’audato sii…mi’ Signore<br />
ce sta quarcuno che te corre appresso?<br />
Laudato sii… laudato.<br />
Mettete a sede, posa quella borza<br />
Recita ancora il vento,<br />
e dimme si che diavolo è successo.<br />
tra i lecci canuti de La Verna<br />
-Mì fijo Alberto, l’ho viziato troppo,<br />
sopra le rocce in perenne estasi,<br />
nun ce commatto più tant’è ‘gnorante!<br />
i monti di Francesco.<br />
Si l’acchiappo sta certa che l’accoppo, Le nuvole, che pure li conoscono,<br />
così le sconte inzieme tutte quante.<br />
si abbassano ogni volta,<br />
Beata te, commare mia, che c’hai<br />
per udirli di nuovo.<br />
un fijo bono che me pare un Zanto.<br />
Poi li portano per il mondo,<br />
Sta sempre a casa, nun combina guai…<br />
lasciandoli cadere,<br />
aveccelo così certo ch’è un vanto!<br />
parola per parola,<br />
- Ma che vanto commare benedetta!<br />
goccia a goccia.<br />
ho sbajato pur’io co’ PierFrancesco. “Eleganti siate, senza vestiti sontuose,<br />
L’ho commannato troppo a la bacchetta<br />
dimessi, con dignità,<br />
e adesso pare fijo de ‘n tedesco.<br />
siate ricchi senza denari,<br />
Devo daje ‘n poco più de spago,<br />
poveri, munifici di carità,<br />
faje conosce questo monno infame, semplici, eruditi di divina sapienza,<br />
invece mai ‘na lira, mai ‘no svago,<br />
umili, forti della verità,<br />
tu dici un Zanto? Io direi un Zalame!<br />
forti con la dolcezza nell’anima,<br />
Da’ retta a me, guardamoce nell’occhi,<br />
consapevoli dell’esistenza<br />
ognuna vedi c’ha le pecche sue.<br />
con la letizia nel cuore”.<br />
Avemo combinato du’ pastrocchi,<br />
Nella pace sovrana,<br />
comma’, c’avemo torto tutt’e due.<br />
con gli occhi nell’infinito<br />
affido al vento<br />
la mia muta preghiera.<br />
Per questo Santo immenso che ci ha donato,<br />
laudato sii, mi’ Signore,<br />
laudato sii…laudato.<br />
Vita contadina la sera<br />
Orte - La Piazza
40<br />
di Sandro Anselmi<br />
Sono andato a trovare Pasquale per poter<br />
scambiare, con immenso piacere, quattro<br />
chiacchiere e lui e m’ha accolto, come<br />
sempre, con la sua cordialità e la sua cortesia.<br />
Questo ragazzo del ‘13 ha accompagnato<br />
molti fatti della mia vita, tanto che i<br />
suoi saggi consigli di un tempo guidano,<br />
ancora oggi, molte mie valide scelte. Gli<br />
anni anagrafici sono tutti lì, non si possono<br />
nascondere, ma la vera età, quella biologica,<br />
gliene sconta sicuramente tanti. Di<br />
lui mi sorprende la lucidità, la buona forma<br />
fisica, ma, soprattutto, lo spirito, la saggezza<br />
ed il suo equilibrio eccezionale.<br />
Eppure Pasquale ne ha passate tante…fino<br />
a perdere il suo amatissimo figlio Carlo,<br />
mio incomparabile amico. Di Carlo, voglio<br />
parlare nel prossimo numero e, questa, è<br />
una promessa che faccio a me stesso perché<br />
avevo pensato tante volte di ricordarlo,<br />
ma un nodo alla gola, un dolore al<br />
cuore, mi costringevano all’inerzia e la<br />
malinconia dei ricordi assorbiva tutti i miei<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
pensieri ed allontanava la penna dal foglio.<br />
Ora che anche un altro suo grande amico<br />
è lassù, mio fratello <strong>Mauro</strong>, è come se il<br />
dolore amplificato, sublimato, avesse purificato<br />
la mia anima. Questa catarsi mi ha<br />
liberato da una paura indefinibile: la paura<br />
di non esser degno di svelare agli altri i<br />
sentimenti di un’amicizia unica, preziosa…<br />
Torniamo a Pasquale.<br />
Come per un tacito accordo allontaniamo l’<br />
argomento che occuperebbe interamente i<br />
nostri pensieri ed incominciamo a parlare<br />
di lui.<br />
Fino alla partenza per il militare, nel 1933,<br />
la sua vita di paese non si discosta molto<br />
da quella dei suoi coetanei. Erano quelli i<br />
tempi in cui non mancavano certo i sacrifici<br />
per poter condurre un’esistenza dignitosa.<br />
Viene destinato al centro aeronautico di<br />
Padova, poi trasferito all’aeroporto di<br />
Venezia, con incarico di primo aviere nella<br />
Una “Fa<br />
Personaggi, storie e im<br />
Pasquale Pacelli: storia di un im<br />
143° squadriglia di ricognizione marittima.<br />
Congedato nel Dicembre del ’36, viene<br />
assunto in comune come applicato di<br />
segreteria.<br />
L’anno successivo è costretto ad abbandonare<br />
il suo posto di lavoro per partire alla<br />
volta dell’Albania.<br />
Fatto prigioniero dai Tedeschi e portato a<br />
Stoccarda, vi resta fino all’Agosto del<br />
1945, quando viene liberato.<br />
Riprende il suo posto di lavoro al fianco del<br />
segretario, ragionier Angelo Di Maggio.<br />
Gli impiegati comunali di quel tempo erano<br />
soltanto due: Pasquale, appunto, e<br />
Marciano Capitoni allo stato civile.<br />
D’altronde tutto l’organico era ridotto al<br />
minimo. C’erano due guardie civiche:<br />
Gualdo Anselmi e Francesco Ponti; una<br />
guardia campestre: Luigi Ricci e un guardia<br />
boschi; tre netturbini: Gaetano<br />
Fochetti, Matteo Campana e “Bagata”; un<br />
banditore: “Lunetto”; un custode del cimitero:<br />
Lorenzo Giovagnoli, che abitava in<br />
Pasquale con la moglie Iris
ica” di ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 41<br />
magini di Fabrica di Roma<br />
piegato comunale dell’ “altro secolo”<br />
Pasquale ed io ... militare<br />
...con il nipotino Saverio<br />
loco con tutta la famiglia.<br />
Il sindaco era il Conte Federico Pucci della<br />
Genga.<br />
Il comune, all’epoca, era abbastanza ricco<br />
perché riscuoteva la “corrisposta” da tutti i<br />
conduttori dei terreni di sua proprietà, e,<br />
perciò, tutti i suoi beni, compresa la legna<br />
dei boschi e l’erba dei pascoli, venivano<br />
battuti all’asta, addirittura con cadenze<br />
settimanali.<br />
Tutti i ruoli di riscossione dell’imposta sulle<br />
famiglie, sul bestiame e per le arti e<br />
mestieri, venivano rigorosamente redatti a<br />
mano e consegnati all’esattoria. Tutto questo<br />
per un paese che già contava circa<br />
3.300 anime.<br />
Sembra impensabile che, con un così scarso<br />
organico, si potesse avere una gestione<br />
oltremodo precisa ed efficiente.<br />
Pasquale resterà al lavoro fino al 1979<br />
quando, per raggiunti limiti di età, andrà in<br />
pensione e, si può ben dire, che lui fa<br />
parte di una generazione di uomini in via<br />
di estinzione, ma questo non mi sorprende<br />
vedendo com’ è ancora oggi.<br />
Ogni paragone all’attualità, proprio non<br />
regge!<br />
Quando non avevo ancora vent’anni, ebbi<br />
modo di apprezzare personalmente la sua<br />
grande disponibilità.<br />
Ero stato incaricato di fare il censimento<br />
della popolazione, poi quello dell’agricoltura<br />
e delle forze del lavoro e, allora,<br />
andavo spesso ad appoggiarmi nel suo<br />
ufficio, quello giù in fondo, vicino alla stanza<br />
del sindaco.<br />
Lì mi sentivo proprio a mio agio, tanto che,<br />
dovendo prendere pratica con la macchina<br />
da scrivere per prepararmi ad un concorso,<br />
Pasquale mi cedeva volentieri la sua,<br />
quando non doveva usarla.<br />
Allora battevo più volte le preghiere come<br />
il Padre Nostro e l’Ave Maria perchè avendole<br />
a memoria, non perdevo tempo nel<br />
copiare altri testi.<br />
Mi sembra di vedere ancora, dalla sua<br />
finestra, i tetti di Fabrica che facevano da<br />
sfondo, e di sentire la sua voce che, alle<br />
due, diceva:<br />
“Andiamo Sandro che è ora di pranzo”.<br />
... con la figlia Sandra
42<br />
di<br />
Daniele Vessella<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il Fumetto<br />
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />
Soggetto e sceneggiatura<br />
di<br />
Alessandro Barbucci<br />
& Barbara Canepa<br />
Disegni di<br />
Alessandro Barbucci<br />
- Colori di Barbara<br />
Canepa<br />
Sky Doll costruisce<br />
la sua struttura tra<br />
avventura e misticismo;<br />
grazie a queste<br />
due componenti,<br />
miscelate ad arte da Alessandro e Barbara,<br />
è un prodotto che affascina e rende chi lo<br />
legge quasi “schiavo” dei suoi personaggi.<br />
E sono proprio le vicissitudini dei personaggi<br />
che ammaliano, in una storia che<br />
spezza i cliché della fantascienza per riutilizzarli<br />
in modo inedito. Infatti, già nella<br />
prima tavola, la protagonista si rivolge a<br />
Dio… un Dio rappresentato dal suo proprietario<br />
che rifiuta la richiesta di Noa per<br />
continuare a soddisfare i piaceri della<br />
carne derivanti dalle skydoll, che non sono<br />
altro che bambole con l’unico compito di<br />
accontentare il proprietario per ogni tipo di<br />
piacere. Le skydoll, infatti, funzionano grazie<br />
a una chiave che le infonde la carica<br />
per vivere e chi possiede tale oggetto può<br />
decretare la vita o la morte delle bambole.<br />
Inoltre, per poter peccare in santa pace, le<br />
skydoll hanno un inibitore di memoria che<br />
“Sky doll”<br />
le costringe a dimenticare molte delle cose<br />
che le sono imposte, questo fa disperdere<br />
anche le loro personalità. Con questo incipit,<br />
lo sviluppo della trama insiste nel dare<br />
spazio a riflessioni profonde, a volte date<br />
da una sola vignetta altre da semplici<br />
sguardi. In questo, è impeccabile l’espressività<br />
di Noa, resa dalla straordinaria matita<br />
di Alessandro. L’attenzione è puntata su<br />
Noa che, sentendosi diversa dalle normali<br />
skydoll, vuole sviluppare una sua identità<br />
e non essere sfruttata come le altre bambole<br />
che, non essendo considerate vere<br />
donne, possono essere usate come oggetti<br />
sessuali dagli uomini senza farli cadere<br />
nel peccato, salvando così la faccia in una<br />
società bigotta e puritana.<br />
Noa vuole sentirsi viva, anche a costo di<br />
non dimenticare i ricordi spiacevoli, poiché<br />
grazie anche ad essi, può avere coscienza<br />
della propria umanità. In questo scenario,<br />
prendono vita due papesse: Agape e<br />
Lodovica, due sorelle. La prima, misteriosamente<br />
scomparsa dopo un attrito con la<br />
sorella, incarna il potere spirituale. La<br />
seconda rappresenta quello carnale ed è<br />
un’impostora della peggior specie, visto<br />
che effettua falsi prodigi per stupire e soggiogare<br />
la cittadinanza sotto i suoi comandi<br />
e ha reso fuorilegge il culto dell’icona di<br />
Agape, mai dimenticata da una fetta del<br />
popolo. Come nel nostro medioevo, il<br />
potere ecclesiastico influenza anche quello<br />
economico e politico ed è fondato sul<br />
timor di Dio. E Noa sembra avere un legame<br />
con Agape… Le scene di sesso non<br />
sono mai esplicite e, quindi, possiamo considerare<br />
Sky Doll un fumetto che tratta<br />
temi adulti, ma adatto a tutte le età per<br />
rilassarsi in compagnia di Noa e, magari,<br />
farci qualche riflessione sopra. Il tutto è<br />
accompagnato da un tratto morbido, che<br />
strizza l’occhio al mondo Disney e a quello<br />
manga e dai colori dalle tonalità fredde<br />
che donano al fumetto un’atmosfera notturna<br />
e magica: una gioia per gli occhi e<br />
per la mente, insomma!
Secondiano Zeroli<br />
di Sandro Anselmi<br />
Ho ricevuto con piacere una pubblicazione<br />
dell’amico Secondiano Zeroli sul confronto<br />
di due grandi campioni del ciclismo:<br />
Fausto Coppi ed Eddy Merckx.<br />
Ho apprezzato la precisione con cui è stato<br />
stilato il loro palmares, che annovera con<br />
dovizia di particolari le tappe della loro fulgida<br />
carriera in ordine cronologico.<br />
Secondiano, con il quale ho condiviso la<br />
meravigliosa esperienza televisiva a Tele<br />
Radio Punto Zero negli anni ’70-’80, oltre<br />
ad aver svolto una ricerca accurata e puntuale<br />
dei fatti, spinto dalla passione per<br />
questo sport, esprime dei giudizi personali<br />
che arricchiscono il semplice lavoro di<br />
cronaca.<br />
Questo, del resto, non mi sorprende, perché<br />
conosco la professionalità di<br />
Secondiano, con il quale ci incontravamo<br />
spesso negli studi televisivi, dove io curavo<br />
una mia rubrica quotidiana e lui conduceva<br />
il telegiornale.<br />
Così nasceva, insieme alla stima reciproca,<br />
una profonda amicizia che, ancora oggi,<br />
dura.<br />
Oltre all’insegnamento, Secondiano si è<br />
sempre occupato di giornalismo, tanto da<br />
scrivere anche su testate nazionali.<br />
Mi fa onore ricordare, inoltre, che è un<br />
grande estimatore di <strong>Campo</strong> de’ fiori.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 43<br />
Perchè Coppi è<br />
più grande di Merckx<br />
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’angolo ... cin cin di Letizia Chilelli<br />
Come progettare una cantina personale<br />
Chiunque sia appassionato di vini sogna di<br />
“progettarsi” una cantina personale, problema<br />
non semplice perché bisogna<br />
disporre di un locale idoneo, oppure ripiegare<br />
su altre soluzioni, compresa quella di<br />
tenere i vini in appartamento.<br />
Con un minimo di attenzione e di buona<br />
volontà, una cantina da amatore può essere<br />
realizzata da chiunque, a patto di essere<br />
costanti, perché a volte nella nostra<br />
cantina sono custoditi piccoli tesori che<br />
sarebbe sbagliato ed antieconomico lascia<br />
rovinare.<br />
Una cantina ideale, dovrebbe trovarsi nel<br />
sottosuolo, che offre sufficiente garanzia<br />
rispetto agli sbalzi climatici.<br />
Inoltre deve essere esposta a Nord; il fresco<br />
continuo, in qualsiasi stagione ci si<br />
trovi, è il primo requisito di ogni cantina.<br />
La temperatura ideale può variare tra i 12<br />
e i 15°C; non deve mai scendere troppo e<br />
ovviamente neanche salire.<br />
Bisogna sempre tener a mente che il vino<br />
è una sostanza viva, molto sensibile e che<br />
soffre terribilmente gli sbalzi di temperatura<br />
troppo bruschi.<br />
Per questo il cantiniere esperto cerca di<br />
conservarlo nelle migliori condizioni possibili,<br />
fino al momento in cui sarà portato in<br />
tavola.<br />
La cantina scavata in profondità è dunque<br />
la migliore, perché in un sottosuolo ben<br />
protetto, ma anche opportunamente<br />
arieggiato, la temperatura media si aggira<br />
sui valori che ho indicato prima.<br />
La collocazione sotterranea può essere<br />
negativa solo nel caso in cui la cantina si<br />
trovi vicino ad una caldaia per il riscaldamento<br />
o alle tubazioni che distribuiscono<br />
l’acqua calda; in questo caso è meglio<br />
rinunciare durante l’inverno a tenervi una<br />
scorta di vini.<br />
Nel sottosuolo, si presume anche che la<br />
nostra cantina sia isolata da fonti eccessive<br />
di rumore, che sappiamo trasmette<br />
all’aria forti vibrazioni, vere nemiche delle<br />
nostre bottiglie perché ne alterano gli<br />
equilibri interni.<br />
Con ciò, voglio dire che le cantine ubicate<br />
accanto ai garages presentano non pochi<br />
pericoli! Altre minacce sono rappresentate<br />
dal traffico, se la cantina è troppo vicina ad<br />
una strada molto frequentata, oppure dai<br />
binari di una ferrovia, oppure come oramai<br />
avviene nelle grandi città dalle linee della<br />
metropolitana.<br />
Ci sono poi i motori degli ascensori, i compressori<br />
dei frigoriferi ed altri inconvenienti<br />
di cui è sempre meglio tener conto,<br />
anche se non è il caso di scoraggiarsi, perché<br />
si può ricorrere tranquillamente all’aiuto<br />
dei pannelli isolanti. Come ho già detto<br />
prima, la cantina deve essere arieggiata,<br />
in continuazione; occorre però che la ven-<br />
45<br />
tilazione sia moderata, tale da consentire<br />
il passaggio attraverso opportune aperture,<br />
di lievi correnti d’aria.<br />
Per ottenere una buona ventilazione si<br />
può anche ricorrere ad impianti di condizionamento<br />
d’aria, ma spesso si tratta di<br />
una soluzione ancora piuttosto costosa.<br />
La cantina non deve avere finestre troppo<br />
grandi che lascino entrare la luce diurna,<br />
o ancora peggio, i raggi del sole!<br />
L’ambiente deve essere buio, o attraversato<br />
da una luce molto fioca.<br />
Il vino teme la luce, ecco perché molte<br />
bottiglie hanno un colore marrone scuro,<br />
quasi nero, e altre sono verdi con maggiore<br />
o minore intensità di colore.<br />
Non si devono mettere in cantina impianti<br />
di illuminazione elettrica con lampade<br />
usate negli appartamenti.<br />
Migliore è l’illuminazione indiretta e, in<br />
ogni caso, con lampade con basso voltaggio.<br />
Mi è capitato di vedere in alcune vecchie<br />
cantine lombarde lampade con filamenti di<br />
carbone che illuminano senza scaldare.<br />
In ogni caso è importante, oserei dire<br />
categorico che il vino non venga “infastidito”<br />
con lampade di grossa portata o<br />
ancora peggio con fari o faretti che ricordano<br />
molto i set cinematografici!<br />
...continua sul prossimo numero
46<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Civita Castellana anno scolastico 1965 - Istituto Elementare XXV Aprile<br />
<strong>foto</strong> della signora Sandra Vaccarelli<br />
Civita Castellana anno scolastico 1966 - 4° elementare<br />
<strong>foto</strong> del signor Giorgio Cimarra<br />
Albu<br />
Se vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
m dei ricordi<br />
Fabrica di Roma anno scolastico 1960-61 II elementare femminile<br />
Maestra Annunziata Cencelli - <strong>foto</strong> di Anna Francola<br />
1925-1995 i settantenni di Caprarola<br />
pubblicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno subito restituite.<br />
47
48<br />
Le storie<br />
di Max<br />
Esce subito<br />
dopo, nell’estate<br />
del ’58, un<br />
altro long-play<br />
di Adriano che<br />
comprende altri<br />
quattro brani di<br />
rock’n’roll: “Tell<br />
me that you<br />
love me”, “The<br />
di Sandro Anselmi<br />
stroll”, “Man<br />
Smart” e “I love you baby”. Gurtler, a questo<br />
punto, lo toglie all’etichetta Music e lo<br />
passa alla Jolly. I cantanti che vanno per la<br />
maggiore in quel momento, sono proprio<br />
gli urlatori come Tony Dallara, Joe Sentieri,<br />
Jenny Luna e Baby Gate (Mina). La scuola<br />
genovese, invece, aveva cantautori più<br />
moderati, più romantici, come Gino Paoli,<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Adriano C<br />
Origini artistiche dei nostri ca<br />
Luigi Tenco, Umberto Bindi, Sergio Endrigo<br />
e Giorgio Gaber (anche se quest’ultimo<br />
restava fra il rock e il melodico).<br />
I primi successi di Adriano in lingua italiana<br />
sono del 1959: “Il ribelle”, “Ciao ti dirò”<br />
e “Il tuo bacio è come un rock”, brano con<br />
il quale vince il festival di Ancona.<br />
Oltre i successi in campo musicale,<br />
Adriano inizia in quell’anno a varcare la<br />
soglia del cinema con le prime tre interpretazioni.<br />
I registi Lucio Fulci e <strong>Mauro</strong><br />
Morassi lo vogliono protagonista ne’ “I<br />
ragazzi del Juke Box”, “Juke Box urli d’amore”<br />
e “Urlatori alla sbarra”.<br />
Lo stesso Fellini si interesserà di lui per<br />
chiamarlo ne’ “La dolce vita”, “Teddy Girl”,<br />
“Impazzivo per te”, “Personalità”, “La gatta<br />
sul tetto che scotta” (ispirato all’omonimo<br />
film con Elisabeth Tylor e Paul Newman) e<br />
“Furore”. Al festival di Sanremo del 1961<br />
conquista il secondo posto con “24 mila<br />
baci” e per potervi partecipare, siccome<br />
era militare, interviene il Ministro della<br />
Difesa Giulio Andreotti, che si troverà<br />
osteggiato dai colleghi parlamentari per il<br />
comportamento “oltraggioso” del cantante<br />
durante la sua esibizione. Infatti, l’attacco<br />
iniziale “Amami ti voglio bene”, era stato<br />
studiato in modo che il cantante iniziasse<br />
la sua performance girato di spalle al pubblico,<br />
per poi voltarsi di scatto all’inciso.<br />
L’anno 1961 sarà una carrellata di successi<br />
e i dischi che conquisteranno le vette<br />
delle classifiche saranno: “Non esiste l’amor”,<br />
“Nata per me”. Questi sono i primi<br />
tentativi melodici del cantante e quest’ultimo<br />
pezzo arriverà secondo nella<br />
Canzonissima 1961 dietro a “Bambina<br />
bambina” di Tony Dallara. Il 45 giri de’ “Il<br />
tuo bacio è come un rock” e “24 mila baci”,<br />
è oggi uno dei dischi più ricercati dai collezionisti.<br />
A questo punto, lusingato dai continui<br />
successi, Celentano fonda una sua<br />
etichetta che chiamerà “Clan Celentano”.<br />
La Jolly approfitterà di questo periodo di<br />
transizione per immettere sul mercato<br />
alcune sue incisioni inedite: “Si è spento il<br />
sole”, “A New Orleans” e “Una notte vicino<br />
al mare”.<br />
continua sul prossimo numero....
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
elentano<br />
ntautori e cantanti più famosi<br />
49
<strong>Campo</strong> de’ fiori 51<br />
Cari amici<br />
la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure.<br />
Conservate gli inserti e... buona lettura<br />
dai vostri Cecilia e Federico<br />
IL PERSONAGGIO MISTERIOSO<br />
Di lato è riportata la<br />
<strong>foto</strong> deformata di una<br />
famosa attrice. Sai dire<br />
di chi si tratta?<br />
I primi 5 indovineranno<br />
e si recheranno<br />
presso la redazione,<br />
riceveranno un simpatico<br />
omaggio offerto<br />
dalla profumeria Paolo<br />
e Concetta<br />
soggetto e testo Sandro Anselmi<br />
continua sul prossimo numero...
52<br />
INDOVINELLO<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album d<br />
Civita Castellana anno scolastico 1977-78.<br />
Nati nel 1971 - <strong>foto</strong> della Sig.ra Andreina Marcelli<br />
Parla senza bocca<br />
ti batte e non ti tocca,<br />
corre senza piedi<br />
passa e non lo vedi<br />
Avete risolto l’indovinello ??<br />
Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione<br />
in redazione, riceverà un simpatico<br />
omaggio offerto dalla<br />
GIOIELLERIA SPERANDIO
<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />
ei ricordi<br />
Fabrica di Roma I° elementare anno scolastico 1982-83<br />
Se vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e<br />
riceverete un simpatico omaggio.<br />
Se desiderate vedere pubblicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la<br />
redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori,<br />
esse vi verranno immediatamente restituite.
54<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Un uomo venuto dal ceppo<br />
di<br />
Ermelinda Benedetti<br />
Voglio scrivere queste<br />
poche righe per<br />
affidare alla memoria<br />
il ricordo di<br />
Alfonso Ferri, uno<br />
degli ultimi falegnami<br />
vecchio stampo,<br />
scomparso il 16<br />
giugno, all’età di<br />
ottantacinque anni.<br />
Alfonso, primo di<br />
tre fratelli, nasce a<br />
Corchiano il 12 Novembre 1922. Terminata<br />
la quinta elementare, inizia a frequentare<br />
la piccola bottega del padre, Peppino,<br />
soprannominato “gatto sorianese”. Allo<br />
scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è<br />
chiamato alle armi, ma grazie al suo<br />
mestiere, non viene mandato a combattere<br />
al fronte. Quando torna a casa, inizia ad<br />
occuparsi dei terreni di famiglia e allo stesso<br />
tempo aiuta il padre in falegnameria.<br />
Nel 1950, a 28 anni, parte in treno alla<br />
volta della fiera di Milano, inaugurata da<br />
De Gasperi, dove rimane affascinato da un<br />
nuovissimo macchinario da falegname, la<br />
“combinata”, che gli avrebbe senz’altro<br />
permesso di produrre molto di più e in<br />
minor tempo , considerando che lavorava<br />
ancora tutto esclusivamente a mano.<br />
Vorrebbe acquistarla, ma 300.000 mila lire<br />
sono veramente troppe per lui! Così, il proprietario,<br />
pieno di speranze in questo<br />
ragazzo che “doveva ricostruire l’Italia”, gli<br />
permette di prenderla e pagarla a rate.<br />
Lavora ininterrottamente per saldare il<br />
debito, e il primo incarico che ottiene grazie<br />
ad essa, è la realizzazione degli infissi<br />
del nascente asilo parrocchiale del suo<br />
paese. Giunto quasi quarant’ anni, si convince<br />
che è arrivato il momento di mettere<br />
su famiglia e nel 1960 sposa Anna Ferri,<br />
giovane maestra di scuola elementare del<br />
luogo, dalla quale ha tre figli. Nel frattempo,<br />
grazie ad una conoscenza influente,<br />
inizia a lavorare per la Sovrintendenza dei<br />
Beni Culturali dell’Etruria Meridionale.<br />
Esegue grandi opere per il Museo di Villa<br />
Giulia, il Museo Archeologico Romano, il<br />
Locus Feroniae di Capena, il Museo delle<br />
Arti e delle Tradizioni Popolari all’Eur,<br />
l’Ambasciata Inglese.<br />
- di lato il signor Alfonso Ferri in una<br />
recente <strong>foto</strong><br />
- sotto il signor Ferri nel giorno del suo<br />
matrimonio con Anna<br />
Lavora molto anche qui in zona, realizzando,<br />
in particolar modo, il grande portone<br />
dell’ingresso principale e gli infissi interni<br />
del Forte Sangallo di Civita Castellana e il<br />
portone e la croce lignea, posta ora nell’abside,<br />
della chiesa di San Biagio, a<br />
Corchiano. Tutto questo anche grazie<br />
all’aiuto del padre, finché fu in vita, e del<br />
fratello, Lelle, con i quali collaborava nella<br />
falegnameria di famiglia. Paolo, uno dei<br />
suoi figli, lo definisce, secondo una moderna<br />
espressione inglese, un “self made<br />
man”, cioè un uomo fatto da sé, un<br />
imprenditore nato, che, oltre al suo lavoro<br />
di falegname, ha sempre amato la campagna<br />
ed era molto orgoglioso di tutto ciò<br />
che riusciva a fare. Un saluto, allora, a<br />
quell’uomo dalle mani grandi, un saluto ad<br />
uno di quegli ultimi uomini veramente<br />
“venuto dal ceppo”, come si definiscono i<br />
falegnami nel loro ambiente.<br />
Il portone d’ingresso del Forte Sangallo<br />
realizzato da Alfonso Ferri
Sabato 23 e Domenica 24 Giugno si sono<br />
svolti a Bergamo i campionati mondiali di<br />
karate WKC 2007. Erano presenti le rappresentative<br />
di 30 Nazioni provenienti da tutto il<br />
mondo (Usa, Sud Africa, Irlanda, Inghilterra,<br />
Spagna, Slovenia, Romania, Germania, etc)<br />
che si sono date battaglia in due giorni di<br />
intense competizioni. A tenere alti i colori<br />
azzurri, due atleti dell’Okinawa Sporting<br />
Club, Fabio Mercuri (Kumite Sambon – 68Kg)<br />
e Gianluca Bernardi (Kumite Ippon). Ottima<br />
la prova di entrambe gli atleti alla prima presenza<br />
ad un mondiale.<br />
Infatti, Fabio Mercuri esce al secondo turno,<br />
dopo una sconfitta di misura (4-3), in un<br />
combattimento viziato da qualche giudizio<br />
arbitrale discutibile, che però non cancella<br />
l’ottimo incontro disputato, in cui ha dato<br />
prova di alte capacità tecniche. Da sottolineare<br />
la prestazione di Gianluca Bernardi che<br />
ha nettamente vinto su una serie di avversari<br />
e dato filo da torcere al neo campione del<br />
mondo, conquistando un meritato quinto<br />
posto!!!!!! Grandissimi complimenti a Fabio e<br />
Gianluca da tutti gli amici dell’Okinawa<br />
Sporting Club che confidano in un futuro<br />
ricco di successi !!!<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
CAMPIONATI ITALIANI WKC 2007<br />
Mondiale WCK 2007 G.L.Bernardi, il M°Mercuri e<br />
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55<br />
Esami di fine anno sportivo<br />
Sabato 16 Giugno si sono svolti, presso la<br />
sede dell’Okinawa Sporting Club, gli esami<br />
per il passaggio di cintura (kyu). Sono stati<br />
promossi al grado di cintura gialla: Melissa<br />
Latino, Diego Compagni, Ginevra Cavalieri,<br />
Camilla Guimaraes, Giulia Sansonetti, Daniel<br />
Febi, Simone Sansonetti, Giordano Riganelli,<br />
Aurelio Molinaro, Natalia Tychinova.<br />
Cintura arancione: Hariz Baltik, Alessio<br />
Devenanzi, Michela Accettone, Gaia Biancini.<br />
Cinture verde e blu: Alessia De Federicis,<br />
Pietro Daddario, Armando Strada, Federico<br />
Sciarrini. Cinture blu e marroni: Fabio<br />
Filippelli, Cosmin Rocovita, Andrea Sestili,<br />
Stefano Vitali.
56<br />
NATI<br />
Corchiano<br />
Francesco Anselmi 01.06.2007<br />
Giuseppe Cardini 24.05.2007<br />
Veronica Ceccarelli 27.03.2007<br />
Sabrina Cotronè 20.03.2007<br />
Elena Crescenzi 07.06.2007<br />
Cristian De Acutis 13.03.2007<br />
Leonardo Fiorani 30.05.2007<br />
Stefano Fiorentini 20.03.2007<br />
Gabriele Isanti 01.06.2007<br />
Alexandro Stefano Lica 14.06.2007<br />
Maria Isabella Pavel 09.06.2007<br />
David Sabbatini 02.04.2007<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
MATRIMONI<br />
Corchiano<br />
Eugenio Atostini/ Lenuta Mihaela Chirosca<br />
Antonio Troncarelli/ Emanuela Marini<br />
Claudio Bertollini/ Maria Delgrosso<br />
Claudio Ricci/ Ilaria Francescangeli<br />
Alessio Romano/ Anna Bracci<br />
Gian Paolo Faleschini / Anna Landolfi<br />
DECEDUTI<br />
Corchiano<br />
Maria Agostini 20.05.2007<br />
Romolo Benedetti 13.04.2007<br />
Assunta Benincasa 23.05.2007<br />
Clara Bucci 28.04.2007<br />
Carlo Carrer 05.04.2007<br />
Albino Cotronè 07.05.2007<br />
Anna Maria Crescenzi 04.05.2007<br />
Alfonso Ferri 16.06.2007<br />
Emiro Giustozzi 23.04.2007<br />
Marisa Liberati 11.05.2007<br />
Elia Menicacci 02.05.2007<br />
Giuseppe Moretti 27.05.2007<br />
Simona Rita 15.05.2007<br />
Mario Segatori 29.05.2007<br />
Valeria Tempestini 30.03.2007<br />
Pietro Tiburzi 18.05.2007<br />
Margherita Urbani 13.05.2007
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
La forza del cuore<br />
di Erminio Quadraroli<br />
Solidarietà: un termine che di per se dice poco … una<br />
parola che, se parte dal Cuore e si trasforma in virtù, può<br />
diventare un potente strumento per agevolare il cammino<br />
degli altri.<br />
Facendo eco a questo profondo sentimento d’Amore, lo<br />
scorso maggio, presso il Ristorante Fiorò, si è svolta la<br />
serata di Gala organizzata dalla Sezione Femminile della<br />
CRI di Ronciglione e Sutri alla quale ha preso parte come<br />
ospite d’onore l’Avvocato Maurizio Scelli noto alle cronache<br />
internazioni per le sue missioni umanitarie e non<br />
solo.<br />
Immersi nella splendida cornice offerta dal Lago di Vico,<br />
il Presidente Provinciale della CRI Egidio Manzoni, quello<br />
del Comitato locale Enrico Lotti, l’Ipettrice provinciale di<br />
Rieti Luisella Di Marco e le Infermiere volontarie di<br />
Viterbo, hanno apprezzato le parole dell’Ispettrice della<br />
CRI di Ronciglione Olympia D’Onofrio Bucossi la quale ha relazionato sulla centralità e l’importanza della Sezione locale che opera con<br />
convinzione per portare aiuto ai bisognosi.<br />
Grande stima per l’eccellente operato è stata espressa anche dalle autorità civili intervenute alla cena. Tra loro spiccano i nomi dell’ex<br />
Sindaco di Ronciglione Giancarlo Bianchini, della Senatrice Laura Allegrini, del Vice Presidente della BCC di Ronciglione Sandro Altissimi<br />
e delle Presidenti del MIOCA e del FIDABA Zanobbi e Mercanti.<br />
La serata si è poi conclusa nella consapevolezza che la Solidarità si genera dal Cuore e che se più persone imparassero ad ascoltarlo,<br />
probabilmente si potrebbe fare di più.<br />
Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi di Luglio 2007<br />
01 Luglio - Farmacia Municipale Via Ferretti Tel. 0761.513002<br />
08 Luglio - Farmacia Municipale Via Santa Felicissima Tel. 0761.514680<br />
15 Luglio - Farmacia Filizzola C.so B. Buozzi Tel. 0761.513087<br />
22 - Farmacia Municipale Via Ferretti Tel. 0761.513002<br />
29 - Farmacia Filizzola Tel. 0761.513087<br />
Benzinai Civita Castellana aperti nei giorni festivi di Luglio 2007<br />
01 Luglio - Tamoil Via Flaminia, IP Circonvallazione, Agip Via Belvedere Falerii Veteres<br />
08 Luglio - Api Via Flaminia Borghetto, Enerpetroli SS 311 Nepesina, Api Via Corchiano<br />
15 Luglio - Schell Via Flaminia, Tamoil Via Falisca<br />
22 Luglio - Esso Via Flaminia, Agip Via Terni<br />
29 Luglio - Tamoil Via Flaminia, IP Circonvallazione, Erg Via Nepesina, Q8 Via Terni<br />
57
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ERRATA CORRIGE<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori n° 38: Antonio Guglielmo: un atletico poeta.<br />
La nostra collaboratrice Ermelinda Benedetti si scusa con i lettori per aver riportato in modo<br />
errato quanto appreso nell’intervista con il signor Guglielmo. La poesia intitolata La viola e<br />
la farfalla, a lui attribuita, è una delle tante rivisitazioni di poesie di autori famosi che<br />
Guglielmo ama stranamente fare. Il componimento in questione, infatti, può essere considerato<br />
una italianizzazione del più famoso La violetta e la farfalla, del poeta romanesco<br />
Trilussa.<br />
Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras<br />
Patrocinante in Cassazione, ha stipulato una convenzione con<br />
<strong>Campo</strong> de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto<br />
a n. 3 consulenze gratuite.<br />
Per informazioni rivolgersi in redazione<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina,<br />
Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola,<br />
Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese,<br />
Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto,<br />
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Periodico Sociale di<br />
Arte, Cultura<br />
ed Attualità edito<br />
dall’Associazione<br />
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Fondatore:<br />
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Direttore Editoriale:<br />
Sandro Anselmi<br />
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Segretaria di<br />
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