SIENKIEWICZ

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vane patrizio col suo seguito, tan to piii numerose lucevano le lanterne,
e tanto piu aumentava la folia delio person. Alcune cantavano a bassa
voce, e come parve a Yinicio, delio melodie piutosto melanconiche. Alle
volte ualche singola parcia, o una frase intera colpiva ii loro orecchio,
come: "Se tu dormi, — de3tati!„ oppure: "Alzati o vivi;„ ed ii noine
di Cristo era sempre ripetuto dagli uorniai e dalie dotine.
Yinicio prestava poc attenzione a tali parole, etisendo tutto preoccupato
dal pcusiero, che una di uelle ner figur awebbo potuto essere
Licia. Qualcuno incontrandolo gli disse: "La pace sia tecoI„ oppure:
"Gloria a Cristo !„ ed egii fu assalito da una viva inuietudine,
ed ii suo cuore si dette a battere eon iuusitata viulenza, serabrandogli
udire la voce di Licia. Ad ogni istante credeva di scorgere nelToscurita
la figura di lei ed i suoi movimenti, sicchó dopo parecchie di tali
delusioni comincio a dubitare dei propri occhi. La via gli apparve in- ^
terminabile, e sebbene conoscesse i luoghi, pure, awolto in uelle te-
dire dove si trovava. Di continuo
nebre profonde, non avrebbe potuto
urtavano contro dei ruderi di mura o di capanne, la cui esistenza ne:
pressi delia citta, egli^ompletaraente ignorava- Alla fine la luna suarció
un denso strato di nubi, che sino allora raveva ricoperta, illuminando
quella squallida localita^ molto meglio di uanto non avessero
potuto farlo le fioche lanterne. In distanza brillava una specie di fuoco,
o un chiarore di face. Yinicio si volse a Ghilone.
— E uello TOstriano? — chiese.
Ghilone, su cui la notte, la lontananza dalia cittA, le raisterios©
figur che gli si aggiravano intorno, producevano una strana impressione,
rispose eon voce aluanto treraolante:
— Non lo so, o signore, non sono mai stato airOstriano. Peró mi
par che potrebbero adorare ii loro Dio anche un po' piil vicino alla citta.
Ma sentendo ii bisogno di parlare, per darai un po' di coraggio, continuo
dopo ualche minuto:
— Si raccolgono come dei malfattori; peró ad easi 6 proibito ucci-
dere, almeno se uel tal Licio non mi ha spudorataraente ingannato.
Yinicio, i cui pensieri erano tutti rivolti a Licia, non pote a meno
di restar sopreso per tutta uella cautela, per tutto quel mistero, eon
cui si riunivano i suoi correligionari, per ascoltare ii loro sommo sacerdote.
Sicchó disse :
— Come tutte le religioni, uella pure ha i suoi seguaci fra noi. I
cristiani sono una setta ebraica, e perchó dunue si riuniscono qui,
raentre in Trastevere vi sono terapii, in cui gli ebrei offrono i loro sacrifizi
alla chiara luce dei sole?
— Gli ebrei, o signore, sono i loro peggiori nemici; ho inteso che
prima che ii Cesare attuale salisse al trono, stava |)er iscoppiare una
guerra fra essi ed i cristiani. Lo ribellioni ch'ebbero luogo, costrinsero
Claudio Cesare ad espellere tutti gli ebrei; ma tale editto ora non 6
pili in vigore. I cristiani, come sai, si nascondono agli ebrei ed al popolo,
che li accusa di orrendi delitti e li odia.
ii cui timore aumentava
Proseguirono in silenzio, finchó Ghilone,
uanto piu s'aIlontanava dalia citti, riprese:
— Uscendo dal negozio d'Euricio, noleggiai presso un barbiere una
sicchó non mi riconosce-
parrucca e nelle narici mi posi due fagioi ,
ranno, o almeno riconoscendorai non mi uccideranno. Essi non sono
cattivi, anzi, sono piuttosto onesti, io li stirao e li amo.
— Tu cerchi di cattivarteli eon elogi anticipaii, — rispose Yinicia
Erano giunti in un viottolo remoto, fioncheggiato da fosse e attra-