SIENKIEWICZ

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deva treraante, e per non lasoiar scorgere nel suo spirito neppur Tombra
delia minaccia, sferzó di bel nuovo ii cavallo.
Le bianche mura d' Ariela, posta a meta delia sua via, si raostravano
intanto innanzi a lui, illuminate dagli ultimi raggi delia luna.
Passo di corsa innanzi al tempio di Mercurio che distava di poco
dalia citta. Appariva evidente che la grand catastrofe era gia nota,
poiche si vedeva innanzi a uello un movimento insolito di gente. Vinicio
infatti nel suo rapido passaggio scorse varii gruppi di person sui
gradini e tra le colonne. Tutti erano muniti di fiaccole e si raccoman-
darano alla protezione di uella divinita. Le strade pure erano popolate
e non gia silenziose e deserte come uelle d'Ardea, e sebbene quasi
tutti accorressero al tempio per delie vie traversali, pure anche sulla
strada principale raolti e molti furono a un pelo di stramazzare a terra,
sospinti dairirapeto del cavallo e del cavaliero. Questi udiva gridare
tutfattorno a lui :
— Roma arde! Roma non h pili che una fornaoe! Che gli Dei salvinO
Roma !
Ad un dato momeuto ii cavallo 8'impennó, ma la vigorosa mano di
Yinicio lo richiamó airordine, sicchó sostó innanzi alla casa ove lo attendeva
ii cavallo di ricambio. Quivi stavano radunati alcuni schiavi,
quasi attendendo ii loro signore, e ad un suo cenno s'affrettarono a preseiitargli
una cavalcatura piil fresca. Vinicio intanto, scorgendo avanzarsi
dieoi pretoriani armati, inviati probabilmente ad Anzio per portare
notizie delia capitale, aocorse ad essi.
— Qual 6 ii quartiere incendiato? — disse egli.
— Chi sei tu? — domandó ii decurione.
— Vinicio, un tribuno in armi, un ! augustiano Rispondi sul tuo 1 capo
ii Circo Mas-
— U fuoco cominció nelle botteghe che stanno presso
simo. AUorchó ricevemmo Tordine di partire, anche ii centro delia citta
era gia in fiamme.
— E Trastevere?
— Sin ad ora ii fuoco non v'6 giunto, ma si propaga eon una rapi-
ditk inaudita, e non c'ó modo di porvi ritegno. La gente muore bruciata
e soffoca dal fumo non havvi ;
scarapo alcuno.
n giovane tribuno sali sul nuovo cavallo e riprese la corsa vertiginosa.
S'avvi6 in tal modo verso Albano, lasciando alla sua destra Albalonga
ed ii magnifico suo lago. La strada che percorreva da Aricia
in poi, si stendeva ai piedi delia montagna da cui pareva limitato Torizzonte,
mentre Albano giaceva alFopposto declivio. Yinicio sapeva che
da quella ciraa non solo avrebbe visto Bovilla e Ustrina, ove Tattendevano
altri cavalli, ma eziandio Roma ; poichó dopo Albano si stendeva,
d'ambo i lati delia Via Appia, Tampia pianura delia Oampania ; lungo
a quella stavano solo gli archi degli acquedotti ; nulla avrebbe potuto
togliergli la vista.
— Dalia vetta potró scorgere le fiamme, — si disse egli, e spronó
di nuovo ii cavalo.
Ma ancor prima d'esser giunto alla cima, ii vento che gli soffiava in
volto gli porto un forte odore di bruciaticcio. Ad un tratto la vetta gli
apparve, ma circonfusa d'un riflesso dorato.
— l ii fuoco — ! pensó ii giovane.
Gik da un pezzo la notte aveva ceduto ii suo posto airaurora; e su
tutte le cime circostanti si mostrava quel bagliore roseo e dorato che
poteva provenire a\ dalie prime luci del giorno che dalie fiamme di
Roma. Raggiunto finalmente la cima, una vista spaventosa s'ofl'ri a' suci