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SIENKIEWICZ

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— 408 — "<br />

Vinicio la contempló attraverso le lagrime che facevan velo ai suoi<br />

riusciva a discernere ii suo volto can-<br />

occhi. Malgrado 1' oscuritó egli<br />

dido come Talabastro, e le sue povere bracoia dimagrite. In ueiristante<br />

egli si senti invaso da un amore, acuto come uno spasimo, un amore,<br />

che scotendo la sua anima sino nelle sue piu remote latebre , gli infondeva<br />

rispetto e venerazione. Curvato ii capo , impresse un timido<br />

bacie sulForlo del inantello, su cui posava ció che di piu prezioso aveva<br />

al raondo.<br />

Ursus lo fissó a lungo, senza parole, finalmente tirandogli un lembo<br />

delia tonca gli chiese:<br />

— Signore, come giungesti sino qui? Vuoi salvarla?<br />

Vinicio s'alzó tontando di yincere la propria commozione.<br />

— Dimmi come! — rispose ii tribuno.<br />

— Credevo, che avresti trovati dei mezzi, o signore. Secondo me<br />

non ci sarebbe che una sola via....<br />

Gosi dicendo si volse verso 1' inferriata , presso cui si trovava ma<br />

,<br />

tosto soggiunse :<br />

— Da qui. Ma fuori ci sono i soldati.<br />

— Cento Pretoriani.<br />

— Sicchó non si passa?<br />

— No!<br />

— E come potesti entrare?<br />

II Ijicio corrugó la fronte, indi soggiunse :<br />

— Gon una tessera deirispettore delie oloache.<br />

Repentinamente si fermo quasi colpito da un'idea.<br />

— Per ii Galvario del Redentore! — esclamó. — Me ne rimango<br />

qui ! Essa , coUa mia tessera , awiluppandosi ii capo in un panno , ed<br />

awolgendosi in un mantello, riuscirk a fuggire. Pra i becchini hawi<br />

parecchi adolescenti, sicchó la sua figura<br />

toriani. Giunta in casa di Petronio, sark salva !<br />

Ma ii Licio scotendo tristamente ii capo, rispose :<br />

.,,<br />

non dara neirocchio ai Pre-<br />

— Essa mai vi acconsentirebbe, perch t'ama. Oltre a ció h malata,<br />

e non puó reggersi da sola. Se tu o Petrouio non riusciste a liberarla<br />

dalia prigione, chi mai lo potra?<br />

— Gristo soltanto!<br />

Tacquero entrarabi.<br />

— Gristo potrebbe saWare tutti i cristiani, -<br />

pensava<br />

ii Licio nella<br />

semplicit^ del suo cuore, — e poich^ non li salva, vuol dire che h sonata<br />

Tora del martirio e delia morte.<br />

Egli vi si rassegnava, per quanto concerneva lui; ma la sua anima<br />

si ribellava, pensando alle sofferenze di quella tenera fanciulla, cresciuta<br />

tra le sue braccia, e che amava piil delia propria vita.<br />

Vinicio tornó ad inginocchiarsi al 6anco di Licia. Doi raggi lunari,<br />

penetrando attraverso 1' inferriata, illuminavano colla loro luce pallida<br />

e scialba quella scena. Licia apri gli occhi, e ponendo la propria mano,<br />

ardente per la febbre, sul braccio di Vinicio disse :<br />

— lo ti veggo, sapevo che tu saresti venutol<br />

Afferrate le di lei mani, se le posó sulla fronte e sul cuore; indi<br />

8ollevando alquanto Tinferma, la strinse fra le proprie braccia.<br />

— Sono venuto, o diletta! Gristo ti protegga e ti salvi, o mia<br />

Licia!<br />

La voce gli venne meno, pareva che gli si volesse spezzare ii cuore,<br />

per amore e per spasimo. Ma tentó trattenersi, desiderando conservare<br />

le apparenze delia tranquillita, in sua presenza.

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