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Argentovivo - dicembre 2009 - Spi-Cgil Emilia-Romagna

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spiritualità appartiene al mondo intimo<br />

e personale di ciascuno. Tutti, se interroghiamo<br />

la nostra storia e quella dei nostri<br />

genitori, o dei nostri nonni, sappiamo delle<br />

mille sfumature in cui questa spiritualità<br />

si è manifestata e continua a manifestarsi.<br />

Tutti sappiamo però che sempre, nel corso<br />

della storia dei popoli, questo bisogno<br />

di fede, questa aspirazione a un mondo di<br />

pace e di beatitudine dove non trovino più<br />

posto le miserie del mondo, dove finalmente<br />

sia resa giustizia, sono state strumentalizzate<br />

per separare, per marchiare, per<br />

scatenare guerre tra le più sanguinose e<br />

terribili. Forse il contributo più positivo<br />

che i nuovi migranti ci potrebbero regalare<br />

è proprio, come ci insegnano diverse<br />

esperienze di incontri o iniziative multireligiose<br />

che avvengono in angoli piccoli<br />

e sconosciuti di varie parti d’Italia, e in<br />

particolare nella nostra regione, un nuovo<br />

alto senso della spiritualità cercata nelle<br />

forme più diverse nelle quali si esprime<br />

nel mondo.<br />

I temi della memoria<br />

Lontano dall’Italia<br />

la Chiesa è povera<br />

Anna Guerzoni<br />

Della storia di Anna, nata a Caracas<br />

(Venezuela) nel 1960 da padre italiano<br />

(originario di Medolla - Mo) e madre<br />

venezuelana, abbiamo pubblicato<br />

un brano che ci ha testimoniato le motivazioni<br />

che l’hanno indotta a venire<br />

nel nostro Paese. La riflessione sulle<br />

differenze tra la situazione delle due<br />

“patrie”, in entrambe le quali lei dice<br />

di sentirsi comunque straniera, ci aiuta<br />

a vedere con i suoi occhi quello che<br />

non a tutti è sempre evidente.<br />

Secondo me la religione in Italia non è<br />

come in Venezuela, nonostante siano cattolici<br />

come qui. La Chiesa cattolica all’estero<br />

è più povera, più solidale, mentre in Italia<br />

è in prevalenza una forma per apparire.<br />

Io frequentavo la chiesa di Mirandola la<br />

Una veduta di Gerusalemme, città santa per tre religioni, con la moschea in primo piano<br />

domenica e sentivo vicino a me le persone<br />

che parlavano di tutto al di fuori della<br />

religione. Quando sono andata a Roma, ho<br />

visto il Vaticano ed i Musei con tante ricchezze<br />

e ho fatto il confronto con le chiese<br />

che frequentavo in Venezuela, gestite<br />

da frati veneti, che aiutavano gli indiani<br />

“Guaranà”, erano privi di tutto e vestivano<br />

con abiti vecchi e logori. Mi sono resa conto<br />

della grossa differenza che esiste tra le<br />

due chiese. Perciò qui in Italia ho smesso<br />

di andare in chiesa, mentre quando vado<br />

in Venezuela la frequento perché secondo<br />

me la vera Chiesa è quella.<br />

Testimonianza raccolta<br />

da Muriel Guglielmini, <strong>Spi</strong> Sassuolo (Mo)<br />

Un po’ cristiana<br />

un po’ ebraica<br />

un po’ musulmana<br />

Cristina Nuñez<br />

Ha 47 anni. È un’artista fotografa, nata<br />

a Figueras, un paesino in Catalogna,<br />

quasi al confine con la Francia e trasferitasi<br />

giovanissima a Milano dove<br />

risiede tuttora e lavora. Ha realizzato<br />

varie mostre in vari Paesi del mondo e<br />

negli ultimi anni si è indirizzata sempre<br />

di più verso quello che lei chiama<br />

un “lavoro sociale”: conduce laboratori<br />

con persone in difficoltà, alla ricerca<br />

di una propria identità, utilizzando<br />

l’autoritratto come cura di sé.<br />

Io sono stata battezzata cattolica però nella<br />

mia famiglia non erano grandi appassionati<br />

della Chiesa, anche se comunque si<br />

andava a messa, si faceva la prima comunione,<br />

ecc., ma niente di che. Poi in adolescenza<br />

c’è stato il rifiuto netto di questa<br />

cosa, in particolare del bigottismo; inoltre<br />

in quel periodo le mie sorelle erano tutte<br />

rivoluzionarie. Anche se io non ho partecipato<br />

molto alla scena politica, Dio per me<br />

non c’era proprio.<br />

Così fino ai 33 anni. A quell’età sono andata<br />

in Israele, a Gerusalemme. Sono andata<br />

lì per finire il mio libro sui sopravvissuti<br />

<strong>Argentovivo</strong> <strong>dicembre</strong> <strong>2009</strong><br />

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