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associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d'italia - anaoai

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u b r i c h e<br />

AMICI DA RICORDARE<br />

CESARE RUBINI (Sezione di Trieste pallanuoto e<br />

pallacanestro)<br />

Chiude questa purtroppo lunga serie di ricordi uno dei più<br />

grandi <strong>atleti</strong> italiani ed internazionali: Cesare Rubini. Nato<br />

a Trieste il 2 novembre 1923 cresce come tanti “muli”<br />

della sua città tra la palestra della Ginnastica Triestina e la<br />

piscina dell’Ausonia, praticando contestualmente pallacanestro<br />

e pallanuoto. Sale gradatamente in entrambe le<br />

discipline e nel 1946 è azzurro di pallacanestro, secondo<br />

agli Europei di Genova. Contemporaneamente pratica la<br />

pallanuoto e tra il 1945 ed il 1955, giocando nell’Olona di<br />

Milano, diviene Campione d’Italia e Campione Europeo<br />

con la Nazionale. Nel 1948, convocato in entrambe le Nazionali<br />

per l’Olimpiade di Londra, opta per la pallanuoto<br />

e diviene Campione Olimpico. Continua nella pallanuoto<br />

vincendo sei scudetti, ottenendo un “bronzo” all’Olim-<br />

Magdalena, Simona e Yara tre fiori recisi<br />

I mesi di dicembre e gennaio scorso sono stati terribilmente<br />

crudeli nei confronti dello sport femminile italiano.<br />

Nell’affermare questa considerazione non ci riferiamo,<br />

purtroppo, all’aspetto agonistico, ma dobbiamo entrare<br />

nei misteri della vita.<br />

Come altro definire il decesso di tre giovanissime atlete,<br />

tutte minorenni con prospettive di successo nel mondo<br />

dello sport? Si tratta di Magdalena Ploner, figlia sedicenne<br />

dello sciatore azzurro di fondo in auge qualche<br />

anno fa, e della diciassettenne Simona Senoner, azzurra<br />

di sci di salto, morta in Germania mentre era in preparazione<br />

per i mondiali femminili della specialità. Quindi<br />

atleta già affermata ed in grado di migliorarsi.<br />

Terzo decesso riguarda l’uccisione della tredicenne Yara<br />

Gambirasio di Brembate (BG), sicura promessa della<br />

ginnastica ritmica dove già aveva espresso la certezza<br />

delle sue capacità. Ma in questo ricordo, peraltro raccolto<br />

dai media, non intendiamo fare paragoni di valenza<br />

tecnica, bensì unirle nel tragico contesto facendo solo<br />

alcuni riferimenti di natura casuale.<br />

La povera Magdalena mentre stava sciando “per divertimento”<br />

sulla pista della Val Gardena, ove risiedeva;<br />

quindi un itinerario che conosceva al meglio, forse a<br />

motivo di una giornata di caldo, si è disinvoltamente<br />

tolta il casco andando subito dopo ad incocciare la morte<br />

contro un palo. Costernazione di dolore del mondo<br />

dello sport. Il nostro Presidente Baraldi ha subito scrit-<br />

piade di Helsinki ’52 ed un altro all’Olimpiade di Melbourne<br />

’56. Nel basket, tra il 1956 ed il 1972 vince con la<br />

famosa Simmenthal Milano sette scudetti ed un titolo europeo<br />

con la Nazionale. Dopo aver registrato 39 presenze<br />

nella Nazionale di pallacanestro e 56 presenze in quella di<br />

pallanuoto, diviene allenatore di basket ottenendo 121<br />

scudetti ed un titolo europeo. Entrato nei ranghi federali<br />

come importante tecnico e dirigente <strong>nazionale</strong> ed inter<strong>nazionale</strong>.<br />

Nel 1944 viene eletto nella “Hall of Fame” del<br />

basket e nel 1999 in quella della “waterpolo”.In ambito<br />

italiano, viene insignito della Medaglia d’Oro al Valore<br />

Atletico come Atleta e del Collare d’Oro dello Sport Italiano,<br />

come Dirigente. Pur vivendo a Milano fino dagli<br />

anni quaranta, aveva sempre nel cuore la sua Trieste, che<br />

considerava “la più bella città d’Italia”, della cui Sezione<br />

Atleti Azzurri è stato socio fino dalla costituzione.<br />

to una lettera a papà Ploner, suo amico, esprimendogli<br />

il grande dolore proprio e di tutta l’Associazione. Lettera<br />

che ha avuto subito risposta da Ploner, commosso per<br />

il pensiero.<br />

Il decesso di Simona, ripetiamo saltatrice già affermata,<br />

ed in via di progresso, è avvenuto in Germania, dopo<br />

uno degli ultimi allenamenti pre gara di Coppa del<br />

Mondo. Decesso assolutamente inatteso a causa di un<br />

malore all’interno dell’Albergo ove era ospite la squadra<br />

italiana. Dolore improvviso e decesso immediato,<br />

tra il pianto delle amiche della Nazionale che mai<br />

avrebbero voluto trovarsi in quella situazione. Ci fermiamo<br />

qui perché al momento della stesura di queste righe<br />

non conosciamo come sia venuta quella incredibile<br />

— e ripetiamo — crudele morte.<br />

La povera Yara mentre usciva dalla palestra di Brembate,<br />

è stata rapita e non si sono avute sue notizie fino a<br />

che tre mesi dopo il suo corpo è stato trovato su di un<br />

prato a pochi km da casa sua. Non vogliamo entrare nel<br />

merito di cosa sia successo alla povera “<strong>azzurri</strong>na” Yara,<br />

perché per un caso così allucinante ci sono tuttora<br />

indagini ed accertamenti da parte della Legge. Anche<br />

per Yara ci fermiamo qui, con il cuore straziato.<br />

Non ci resta che esprimere da queste note la costernazione<br />

di tutta l’Associazione e di esternare alle famiglie<br />

delle tre ragazze il più sincero cordoglio. Addio ragazze,<br />

non vi dimenticheremo. (R.R.)

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