lontani nel tempo, che pur non facendo parte della storia “ufficiale”, hanno avuto un ruolo determinate nella costituzione della comune cultura locale. Gli ottimi risultati ottenuti dalla collaborazione avviata tra il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong> e i GAL, incoraggiano a seguire la strada <strong>di</strong> una programmazione integrata <strong>di</strong> qualità, che possa rivelarsi feconda <strong>di</strong> risultati a vantaggio dello sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità rurali, al fine <strong>di</strong> un miglioramento della qualità della vita e <strong>di</strong> una maggiore consapevolezza del bene comune. Ilio Liberati Assessore allo sviluppo economico e turismo <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>
Tutto ebbe inizio con il ban<strong>di</strong>to Fabrizio da Ripa Il territorio arnate, che comprende le località <strong>di</strong> Lidarno, S.Egi<strong>di</strong>o, Civitella d'Arna, Ripa, Pilonico Paterno, Pianello e Castel d'Arna, è costituito da basse colline situate nel territorio perugino ad est della città, tra i fiumi Tevere e Chiascio, al confine con i comuni <strong>di</strong> Assisi, Gubbio e Valfabbrica. In questo comprensorio il fenomeno del ban<strong>di</strong>tismo prima, e del brigantaggio poi, ha avuto una certa rilevanza fin dal me<strong>di</strong>oevo ma si è accentuato dopo il 1540, in seguito alla così detta “Guerra del Sale” quando <strong>Perugia</strong>, persa la sua autonomia comunale, si trasformò in semplice centro amministrativo <strong>di</strong> una vasta zona agricola dello Stato Pontificio. In modo particolare fu il castello <strong>di</strong> Ripa che, trasformandosi in ricettacolo <strong>di</strong> malviventi, <strong>di</strong>venne tristemente famoso tanto che si <strong>di</strong>ceva “se a Ripa si piantano i fagioli, nascono 1 ladri” . Questa triste fama, probabilmente, ebbe inizio quando un certo Fabrizio <strong>di</strong> Ripa, verso la seconda metà del 1500 “da povero conta<strong>di</strong>- 2 no era venuto un famoso ban<strong>di</strong>to” , egli operava con la sua banda composta da do<strong>di</strong>ci uomini, tutti a cavallo e ben armati, ai confini est del contado perugino. Nessuno sa come Fabrizio fosse <strong>di</strong>ventato ban<strong>di</strong>to, quello che è certo è che il 26 <strong>di</strong> aprile del 1584, con la sua banda, era tornato a Ripa dove aveva ucciso il dottor Marcantonio Ghiberti, colpendolo 3 a morte con due archibugiate ed oltre venti pugnalate . Le sue azioni ban<strong>di</strong>tesche <strong>di</strong>vennero così frequenti che il governo pontificio, per dargli la caccia, fu costretto ad assoldare anche truppe fiorentine. I primi risultati <strong>di</strong> tanto impegno si ebbero soltanto nell'ottobre del 1585 quando un drappello <strong>di</strong> cavalleggeri del duca <strong>di</strong> Fiorenza, dopo uno scontro con la banda del Fabrizio, riuscì ad uccidere tre malviventi le cui teste vennero appese presso la fontana maggiore <strong>di</strong> Peru- 4 gia . Tra omici<strong>di</strong> e grassazioni Fabrizio continuò le sue azioni ban<strong>di</strong>- 1 W. Corelli, La veri<strong>di</strong>ca e fantasiosa storia del brigante Cinicchia, <strong>Perugia</strong> 1992, p.63 2 A. Fabretti, Cronache della città <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>, Torino 1892, v. V, p. 108. 3 A. Fabretti, Cronache… cit., v. IV, p. 118. 4 A. Fabretti, Cronache…cit., v. V, p. 63.