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Le basi anatomiche del danno propriocettivo negli esiti di ... - MediK

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STECCO LE BASI ANATOMICHE DEL DANNO PROPRIOCETTIVO NEGLI ESITI DI DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA<br />

Figura 1. – Retinacolo inferiore<br />

degli estensori, si evidenzia<br />

la chiara forma ad Y e la<br />

continuità con la fascia crurale<br />

e pe<strong>di</strong><strong>di</strong>a.<br />

lo: l’incisione è stata eseguita lungo la linea me<strong>di</strong>ana dall’apice <strong>del</strong>la<br />

rotula al II spazio metatarsale, quin<strong>di</strong> è stata asportata la cute per<br />

poter evidenziare il tessuto sottocutaneo e la fascia superficiale. Successivamente<br />

si è proceduto alla rimozione <strong>del</strong>la fascia superficiale<br />

per valutare la fascia profonda ed i retinacoli <strong>del</strong>la caviglia. Infine la<br />

fascia profonda è stata sollevata dai piani profon<strong>di</strong> per identificare le<br />

<strong>di</strong>verse inserzioni muscolari ed ossee. Per ogni soggetto sono stati<br />

prelevati dei campioni <strong>del</strong>la fascia profonda e dei retinacoli per lo<br />

stu<strong>di</strong>o istologico. Tutti i prelievi raccolti sono stati conservati in formalina<br />

al 4%, quin<strong>di</strong> inclusi in paraffina e poi allestiti eseguendo sia<br />

tagli paralleli che trasversali rispetto alla superficie. I vetrini così<br />

ottenuti sono stati poi colorati con ematossilina-eosina, van Gieson<br />

per le fibre elastiche, ed azan-Mallory per le fibre collagene. È stata<br />

inoltre eseguita una colorazione immunoistochimica con anticorpi<br />

anti-S100, specifica per le fibre nervose.<br />

Nella seconda fase sono stati valutati tramite risonanza magnetica<br />

nucleare (RMN) 20 soggetti (13M, 7F; età me<strong>di</strong>a 39,19 anni,<br />

DS±17,29) affetti da <strong>esiti</strong> (<strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a dal trauma: 9,9 mesi, range<br />

3-25 mesi) <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione <strong>del</strong>l’articolazione tibio-tarsica. Questi<br />

pazienti in particolare evidenziano sia all’esame obiettivo che come<br />

sintomi riferiti dal paziente una instabilità funzionale <strong>di</strong> caviglia,<br />

mentre non era osservabile nessuna lassità. Sono stati inoltre analizzati<br />

tramite RMN 4 soggetti volontari (4M, età me<strong>di</strong>a 26,25 anni,<br />

DS±0,5), non riferenti alla anamnesi traumi o altre patologie a carico<br />

<strong>di</strong> tale <strong>di</strong>stretto. Lo stu<strong>di</strong>o tramite RMN era stato inoltre eseguito, prima<br />

<strong>del</strong>le <strong>di</strong>ssezioni, su due arti amputati per cercare <strong>di</strong> valutare se il<br />

quadro <strong>di</strong> imaging avesse una reale corrispondenza con il quadro<br />

morfologico ottenuto con la <strong>di</strong>ssezione. Per ciascun soggetto la RMN<br />

è stata eseguita utilizzando <strong>di</strong>fferenti pesature e <strong>di</strong>fferenti piani <strong>di</strong><br />

taglio per in<strong>di</strong>viduare i retinacoli <strong>del</strong>la caviglia e le loro eventuali<br />

alterazioni, in particolare sono state scelte per questo protocollo le<br />

sequenze T1 pesate (TR/TE: 500/16 ms , flip angle 90°, spessore <strong>del</strong>le<br />

fette = 4 mm, gap = 0.4, FOV = 200), le sequenze T2-pesate con<br />

Figura 2. – La fascia crurale<br />

può essere separata facilmente<br />

dal piano muscolo-ten<strong>di</strong>neo<br />

sottostante, ad eccezione<br />

<strong>di</strong> alcuni punti <strong>di</strong> ancoraggio.<br />

soppressione <strong>del</strong> grasso (TR/TE: 3100/60 ms , flip angle 90°, spessore<br />

<strong>del</strong>le fette = 4 mm, gap = 0,4, FOV = 200) e le sequenze Gra<strong>di</strong>ent<br />

Echo FFE (TR/TE: 507/18.41 in phase, flip angle 30°, slice thickness<br />

= 4 mm, gap = 0,4, FOV = 200) nei piani sagittale, frontale ed assiali.<br />

<strong>Le</strong> immagini sono state ottenute con una RMN <strong>di</strong> 1,5 Tesla (Philips<br />

Me<strong>di</strong>cal Systems, Gyroscan Intera, Best, The Netherlands), quin<strong>di</strong><br />

sono state trasferite ad una Sun workstation e sottoposte ad analisi<br />

multiplanare (MPR), che permette <strong>di</strong> visualizzare le immagini nei<br />

piani assiali, sagittali e coronali nella stessa finestra. <strong>Le</strong> misure sono<br />

state ottenute utilizzando un programma <strong>di</strong> analisi volumetrico (Voxtool<br />

3.0.54, Voxtool General Electric Me<strong>di</strong>cal Systems, Milwaukee,<br />

WI, USA).<br />

Risultati<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o anatomico è risultato che i retinacoli <strong>del</strong>la caviglia<br />

appaiono semplici rinforzi <strong>del</strong>la fascia crurale, non separabili dalla<br />

fascia stessa. Risulta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare dei limiti precisi, dal<br />

momento che essi “sfumano” nella fascia senza mostrare soluzioni <strong>di</strong><br />

continuità (Fig. 1). Si possono comunque riconoscere specifiche<br />

inserzioni ossee, che permettono <strong>di</strong> <strong>del</strong>imitare, sebbene in maniera<br />

imprecisa, i <strong>di</strong>fferenti retinacoli. Il retinacolo superiore degli estensori<br />

si forma a circa 3 centimetri prossimamente alla articolazione<br />

tibio-tasica. Esso appare come una lamina fibrosa trasversale che si<br />

inserisce lateralmente al perone e alla superficie prossimale <strong>del</strong> malleolo<br />

peroneale, mentre me<strong>di</strong>almente si inserisce alla cresta anteriore<br />

<strong>del</strong>la tibia ed alla superficie prossimale <strong>del</strong> malleolo me<strong>di</strong>ale, continuandosi<br />

con il periostio <strong>del</strong>le due ossa. Nella maggior parte dei<br />

casi il limite <strong>di</strong>stale è ben <strong>del</strong>imitabile, mentre prossimalmente si<br />

fonde senza soluzione <strong>di</strong> continuità con la fascia crurale.<br />

Il retinacolo inferiore degli estensori è sicuramente il retinacolo<br />

meglio visibile a livello <strong>del</strong>la caviglia (Fig. 2). Esso presenta una forma<br />

paragonabile ad una Y, si possono infatti <strong>di</strong>stinguere tre rami<br />

con decorso <strong>di</strong>fferente. Il punto <strong>di</strong> incontro tra i tre si pone appena<br />

<strong>di</strong>stalmente (1-2 cm) all’articolazione tibio-peroneale <strong>di</strong>stale, in particolare<br />

la porzione profonda <strong>del</strong> retinacolo a tale livello aderisce alla<br />

capsula articolare <strong>del</strong>l’articolazione tibio-tarsica. Da tale punto <strong>di</strong><br />

congiunzione si <strong>di</strong>partono due rami <strong>di</strong>vergenti che si portano verso<br />

la regione me<strong>di</strong>ale, ed un terzo che si porta verso la regione laterale.<br />

Dei due rami me<strong>di</strong>ali, uno presenta un decorso ascendente, fino ad<br />

inserirsi al malleolo me<strong>di</strong>ale (branca supero-me<strong>di</strong>ale), l’altro un<br />

2 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008

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