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OLOGNA - E’ il risultato<br />
Bdella prima ricerca nazionale<br />
sul testamento biologico, presentata<br />
a Bologna dal sottosegretario<br />
alla giustizia Luigi Manconi e dall’anestesista<br />
che ha seguito Piergiorgio<br />
Welby, Mario Riccio. “Si<br />
tratta del primo stu<strong>di</strong>o rappresentativo<br />
dell’intero paese – spiega<br />
Luigi Manconi –. Ciò che fa riflettere,<br />
è che il livello <strong>di</strong> conoscenza<br />
dei me<strong>di</strong>ci sul tema è molto limitato”.<br />
Due secondo Manconi i no<strong>di</strong> da<br />
sciogliere intorno al testamento<br />
biologico: il consenso informato e<br />
“il dolore non necessario”. “Il<br />
testamento biologico – prosegue<br />
Manconi– è una <strong>di</strong>chiarazione anti-<br />
cipata della volontà del paziente<br />
sui trattamenti sanitari a cui non<br />
intende sottoporsi, espressa non<br />
nella prostrazione della malattia o<br />
prima <strong>di</strong> entrare in sala operatoria,<br />
ma nel pieno delle facoltà”.<br />
Volontà che,<br />
nel corso del<br />
tempo, può<br />
essere mo<strong>di</strong>ficata.<br />
Il 57%<br />
dei me<strong>di</strong>ci sottolinea<br />
inoltre<br />
che l’accanimentoterapeutico<br />
è una<br />
routine e un<br />
me<strong>di</strong>co su 4<br />
afferma che è<br />
pratica <strong>di</strong>ffusa<br />
sospendere le<br />
cure quando si<br />
valuta irrever-<br />
sibile la malattia.<br />
“Ci sono<br />
DIBATTITO<br />
Il Testamento Biologico<br />
I risultati <strong>di</strong> una ricerca nazionale ed una risoluzione prossimamente <strong>di</strong>scussa in Regione<br />
<strong>di</strong><br />
Gian <strong>Luca</strong> Borghi<br />
Consigliere regionale<br />
Assemblea Legislativa<br />
Regione Emilia-Romagna<br />
esercizio della libertà terapeuti-<br />
L'ca come espressione della sovranità<br />
dell'in<strong>di</strong>viduo sul proprio corpo:<br />
il <strong>di</strong>ritto, dunque, a scegliere il tipo <strong>di</strong><br />
cura ritenuto più adeguato al proprio<br />
organismo e alla propria infermità.<br />
Ritengo si debba partire da qui per<br />
affrontare il delicato tema del testamento<br />
biologico. Un tema che non<br />
attiene al solo ambito me<strong>di</strong>co ed<br />
etico-morale, ma anche alla responsabilità<br />
della politica. Ogni persona<br />
deve poter essere protagonista delle<br />
scelte riguardanti la propria salute e<br />
deve essere messa in grado <strong>di</strong> accettare<br />
così come rifiutare – “consenso<br />
informato” – l’intervento me<strong>di</strong>co e ciò<br />
che comporta, attraverso l’istituto<br />
della <strong>di</strong>chiarazione anticipata <strong>di</strong><br />
volontà.<br />
Ho potuto constatare personalmente<br />
il crescente interesse per questo tema<br />
nel corso <strong>di</strong> tre iniziative che ho promosso<br />
lo scorso primo marzo a Bologna,<br />
Modena e Reggio Emilia, a cui<br />
hanno partecipato Luigi Manconi,<br />
sottosegretario alla giustizia, e Mario<br />
Riccio, anestesista dell'Ospedale<br />
Maggiore <strong>di</strong> Cremona (colui che ha<br />
staccato il respiratore automatico <strong>di</strong><br />
Piergiorgio Welby).<br />
È stata l’occasione per presentare la<br />
prima ricerca italiana sul Testamento<br />
biologico commissionata da A buon<br />
<strong>di</strong>ritto - Associazione per le libertà e<br />
Diritto alla salute e libertà <strong>di</strong> scelta<br />
Luigi Manconi: “una normativa per la classe me<strong>di</strong>ca...”<br />
<strong>di</strong><br />
Elisabetta Norzi<br />
www.redattoresociale.it<br />
condotta da Enzo Campelli e Enza<br />
Lucia Vaccaro dell’Università degli<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma La Sapienza. Il sondaggio<br />
ha coinvolto un campione<br />
composto da 266 me<strong>di</strong>ci, la maggioranza<br />
dei quali oncologi e anestesistirianimatori,<br />
operanti in 19 ospedali<br />
italiani <strong>di</strong>stribuiti in ogni area geografica<br />
della penisola. Questo in sintesi<br />
l’esito: solo il 10% dei me<strong>di</strong>ci italiani<br />
si <strong>di</strong>chiara contrario, mentre la metà si<br />
esprime favorevolmente. Il 40% invece<br />
non vuole o non sa pronunciarsi,<br />
anche perché poco informato sull’argomento.<br />
Scendendo nel dettaglio della ricerca,<br />
emerge una spaccatura nel proprio<br />
livello <strong>di</strong> consapevolezza della materia:<br />
il 42% degli intervistati lo giu<strong>di</strong>ca<br />
“scarso”, il 33% lo reputa “sufficiente”,<br />
mentre il 20% afferma <strong>di</strong> avere<br />
una buona preparazione sull’argomento.<br />
Solo in otto casi (3%) si<br />
<strong>di</strong>chiara un grado <strong>di</strong> informazione<br />
“approfon<strong>di</strong>to”. Esigua appare anche<br />
la <strong>di</strong>ffusione del tema come oggetto <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scussione tra gli<br />
operatori del settore e<br />
nel rapporto me<strong>di</strong>copaziente:<br />
solo il 47%<br />
<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver<br />
affrontato il tema con<br />
i colleghi, mentre il<br />
19% del campione ha<br />
avuto occasione <strong>di</strong><br />
partecipare a riunioni<br />
o convegni scientifici.<br />
Ma è soprattutto con i<br />
pazienti che non si<br />
<strong>di</strong>scute <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettive<br />
anticipate: appena il<br />
15% dei me<strong>di</strong>ci intervistati<br />
ne ha <strong>di</strong>scusso<br />
Luigi Manconi,<br />
sottosegretario alla Giustizia<br />
con gli ammalati, sebbene quasi la<br />
metà sostiene che con la dovuta pubblicizzazione,<br />
chiunque potrebbe<br />
essere interessato alla redazione del<br />
proprio testamento biologico.<br />
Alcuni elementi <strong>di</strong> riflessione riconducibili<br />
all’interrogativo: quali sono i<br />
casi in cui il testamento biologico va<br />
applicato? Il 7% degli intervistati<br />
sostiene che non vada applicato “in<br />
nessun caso”, il 35% che vada applicato<br />
solo in caso <strong>di</strong> stato vegetativo<br />
permanente, il 28% lo prefigura in<br />
relazione all’eventuale per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
coscienza in seguito a patologie<br />
inguaribili, l’11% in tutti i casi <strong>di</strong> incapacità<br />
del paziente, il 12% in tutti i<br />
casi <strong>di</strong> patologia che il paziente sia in<br />
grado <strong>di</strong> prefigurare.<br />
Un ruolo fondamentale tra i me<strong>di</strong>ci<br />
italiani lo assume il “fiduciario”, il<br />
soggetto terzo che in caso <strong>di</strong> sopravvenuta<br />
incapacità del paziente ne rappresenti<br />
la volontà rispetto ai trattamenti<br />
me<strong>di</strong>ci da assumere. Il 53%<br />
promuove questa figura, mentre i contrari<br />
non raggiungono<br />
il 30%. Significativo è<br />
anche il riferimento al<br />
fatto che questa figura<br />
consentirebbe <strong>di</strong> porre<br />
rime<strong>di</strong>o al problema<br />
della “<strong>di</strong>stanza temporale”<br />
fra il momento<br />
della redazione del<br />
testamento e quello<br />
della sua applicazione.<br />
Per quando riguarda il<br />
mio contributo in qualità<br />
<strong>di</strong> consigliere<br />
regionale, ho presentato<br />
in Assemblea Legi-<br />
patologie – precisa Manconi – che<br />
producono dolori in<strong>di</strong>cibili. Esiste<br />
nel nostro paese un inau<strong>di</strong>to scialo<br />
del dolore che non viene visto<br />
come patologia, ma quasi come un<br />
dato ineliminabile, e virtuoso, dell’esperienza<br />
umana”. L’Italia<br />
si colloca<br />
infatti al<br />
penultimo<br />
posto in<br />
Europa per<br />
l’uso <strong>di</strong> antidolorifici<br />
a<br />
base <strong>di</strong> morfina.<br />
“La<br />
classe me<strong>di</strong>ca<br />
– sottolineal’anestesista<br />
Mario<br />
Ricci – ha<br />
bisogno <strong>di</strong><br />
una normati-<br />
va, perché il<br />
slativa una risoluzione che invita la<br />
Giunta regionale ad assumere specifiche<br />
iniziative nei confronti delle strutture<br />
sanitarie dell’Emilia-Romagna<br />
(all’interno dei percorsi terapeutici<br />
che garantiscono la qualità della cura<br />
e l’umanizzazione del trattamento<br />
sanitario, nel rispetto del principio <strong>di</strong><br />
partecipazione del paziente), che assicurino<br />
nella fase <strong>di</strong> sottoscrizione del<br />
‘Consenso informato’ da parte del<br />
paziente la possibilità <strong>di</strong> richiedere<br />
specifiche clausole che prevedano il<br />
rifiuto <strong>di</strong> tutti i trattamenti sanitari<br />
per i quali il paziente stesso non abbia<br />
espresso il proprio esplicito consenso.<br />
Al riguardo si fa riferimento ai principi<br />
sanciti dalla Costituzione in merito<br />
alla libertà personale e al <strong>di</strong>ritto alla<br />
salute, alla Convenzione <strong>di</strong> Oviedo<br />
del 1997, ratificata con legge nel 2001<br />
dal Parlamento italiano, al Trattato<br />
del 2004 che adotta una Costituzione<br />
europea, che in<strong>di</strong>vidua nel rispetto<br />
della ‘<strong>di</strong>gnità’ dell’essere umano il suo<br />
primo fondamentale <strong>di</strong>ritto.<br />
Il <strong>di</strong>ritto alla salute e la libertà <strong>di</strong> scelta<br />
terapeutica sono alla base della<br />
<strong>di</strong>gnità dell’essere umano: ritengo non<br />
sia più procrastinabile l’assunzione da<br />
parte del legislatore della responsabilità<br />
<strong>di</strong> tutelare l’integrità dell’essere<br />
umano nel suo pieno <strong>di</strong>ritto all’autodeterminazione.<br />
E tale <strong>di</strong>ritto passa<br />
anche attraverso il pieno rispetto del<br />
colloquio e del consenso informato e<br />
nel conseguente rispetto della libertà<br />
<strong>di</strong> pensiero, coscienza e religione.<br />
me<strong>di</strong>co si trova spesso in situazioni<br />
complesse in cui conoscere la<br />
volontà del paziente <strong>di</strong>venta fondamentale.<br />
Un principio, quello della<br />
volontà del paziente, sancito dalla<br />
Costituzione e dalla Convenzione<br />
<strong>di</strong> Oviedo del 1997, che però non<br />
ha mai visto decreti attuativi”.<br />
La risoluzione che verrà presentata<br />
dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna<br />
nei prossimi<br />
mesi cerca <strong>di</strong> colmare un vuoto<br />
nella legislazione nazionale,. “E’<br />
l’unica regione, per ora, che ha sollevato<br />
il tema in questi termini – ha<br />
concluso Manconi –. I prossimi<br />
passi a livello nazionale, invece,<br />
saranno quelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere in Parlamento<br />
la questione del testamento<br />
biologico. Il frutto della <strong>di</strong>scussione<br />
parlamentare, dovrà portare<br />
a decidere, in maniera con<strong>di</strong>visa,<br />
quali terapie fare rientrare, ovvero<br />
quali cure il paziente può chiedere<br />
<strong>di</strong> sospendere e quali no”.