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Magazine Aprile - Gli Amici di Luca

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10<br />

OLOGNA - E’ il risultato<br />

Bdella prima ricerca nazionale<br />

sul testamento biologico, presentata<br />

a Bologna dal sottosegretario<br />

alla giustizia Luigi Manconi e dall’anestesista<br />

che ha seguito Piergiorgio<br />

Welby, Mario Riccio. “Si<br />

tratta del primo stu<strong>di</strong>o rappresentativo<br />

dell’intero paese – spiega<br />

Luigi Manconi –. Ciò che fa riflettere,<br />

è che il livello <strong>di</strong> conoscenza<br />

dei me<strong>di</strong>ci sul tema è molto limitato”.<br />

Due secondo Manconi i no<strong>di</strong> da<br />

sciogliere intorno al testamento<br />

biologico: il consenso informato e<br />

“il dolore non necessario”. “Il<br />

testamento biologico – prosegue<br />

Manconi– è una <strong>di</strong>chiarazione anti-<br />

cipata della volontà del paziente<br />

sui trattamenti sanitari a cui non<br />

intende sottoporsi, espressa non<br />

nella prostrazione della malattia o<br />

prima <strong>di</strong> entrare in sala operatoria,<br />

ma nel pieno delle facoltà”.<br />

Volontà che,<br />

nel corso del<br />

tempo, può<br />

essere mo<strong>di</strong>ficata.<br />

Il 57%<br />

dei me<strong>di</strong>ci sottolinea<br />

inoltre<br />

che l’accanimentoterapeutico<br />

è una<br />

routine e un<br />

me<strong>di</strong>co su 4<br />

afferma che è<br />

pratica <strong>di</strong>ffusa<br />

sospendere le<br />

cure quando si<br />

valuta irrever-<br />

sibile la malattia.<br />

“Ci sono<br />

DIBATTITO<br />

Il Testamento Biologico<br />

I risultati <strong>di</strong> una ricerca nazionale ed una risoluzione prossimamente <strong>di</strong>scussa in Regione<br />

<strong>di</strong><br />

Gian <strong>Luca</strong> Borghi<br />

Consigliere regionale<br />

Assemblea Legislativa<br />

Regione Emilia-Romagna<br />

esercizio della libertà terapeuti-<br />

L'ca come espressione della sovranità<br />

dell'in<strong>di</strong>viduo sul proprio corpo:<br />

il <strong>di</strong>ritto, dunque, a scegliere il tipo <strong>di</strong><br />

cura ritenuto più adeguato al proprio<br />

organismo e alla propria infermità.<br />

Ritengo si debba partire da qui per<br />

affrontare il delicato tema del testamento<br />

biologico. Un tema che non<br />

attiene al solo ambito me<strong>di</strong>co ed<br />

etico-morale, ma anche alla responsabilità<br />

della politica. Ogni persona<br />

deve poter essere protagonista delle<br />

scelte riguardanti la propria salute e<br />

deve essere messa in grado <strong>di</strong> accettare<br />

così come rifiutare – “consenso<br />

informato” – l’intervento me<strong>di</strong>co e ciò<br />

che comporta, attraverso l’istituto<br />

della <strong>di</strong>chiarazione anticipata <strong>di</strong><br />

volontà.<br />

Ho potuto constatare personalmente<br />

il crescente interesse per questo tema<br />

nel corso <strong>di</strong> tre iniziative che ho promosso<br />

lo scorso primo marzo a Bologna,<br />

Modena e Reggio Emilia, a cui<br />

hanno partecipato Luigi Manconi,<br />

sottosegretario alla giustizia, e Mario<br />

Riccio, anestesista dell'Ospedale<br />

Maggiore <strong>di</strong> Cremona (colui che ha<br />

staccato il respiratore automatico <strong>di</strong><br />

Piergiorgio Welby).<br />

È stata l’occasione per presentare la<br />

prima ricerca italiana sul Testamento<br />

biologico commissionata da A buon<br />

<strong>di</strong>ritto - Associazione per le libertà e<br />

Diritto alla salute e libertà <strong>di</strong> scelta<br />

Luigi Manconi: “una normativa per la classe me<strong>di</strong>ca...”<br />

<strong>di</strong><br />

Elisabetta Norzi<br />

www.redattoresociale.it<br />

condotta da Enzo Campelli e Enza<br />

Lucia Vaccaro dell’Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma La Sapienza. Il sondaggio<br />

ha coinvolto un campione<br />

composto da 266 me<strong>di</strong>ci, la maggioranza<br />

dei quali oncologi e anestesistirianimatori,<br />

operanti in 19 ospedali<br />

italiani <strong>di</strong>stribuiti in ogni area geografica<br />

della penisola. Questo in sintesi<br />

l’esito: solo il 10% dei me<strong>di</strong>ci italiani<br />

si <strong>di</strong>chiara contrario, mentre la metà si<br />

esprime favorevolmente. Il 40% invece<br />

non vuole o non sa pronunciarsi,<br />

anche perché poco informato sull’argomento.<br />

Scendendo nel dettaglio della ricerca,<br />

emerge una spaccatura nel proprio<br />

livello <strong>di</strong> consapevolezza della materia:<br />

il 42% degli intervistati lo giu<strong>di</strong>ca<br />

“scarso”, il 33% lo reputa “sufficiente”,<br />

mentre il 20% afferma <strong>di</strong> avere<br />

una buona preparazione sull’argomento.<br />

Solo in otto casi (3%) si<br />

<strong>di</strong>chiara un grado <strong>di</strong> informazione<br />

“approfon<strong>di</strong>to”. Esigua appare anche<br />

la <strong>di</strong>ffusione del tema come oggetto <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scussione tra gli<br />

operatori del settore e<br />

nel rapporto me<strong>di</strong>copaziente:<br />

solo il 47%<br />

<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver<br />

affrontato il tema con<br />

i colleghi, mentre il<br />

19% del campione ha<br />

avuto occasione <strong>di</strong><br />

partecipare a riunioni<br />

o convegni scientifici.<br />

Ma è soprattutto con i<br />

pazienti che non si<br />

<strong>di</strong>scute <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettive<br />

anticipate: appena il<br />

15% dei me<strong>di</strong>ci intervistati<br />

ne ha <strong>di</strong>scusso<br />

Luigi Manconi,<br />

sottosegretario alla Giustizia<br />

con gli ammalati, sebbene quasi la<br />

metà sostiene che con la dovuta pubblicizzazione,<br />

chiunque potrebbe<br />

essere interessato alla redazione del<br />

proprio testamento biologico.<br />

Alcuni elementi <strong>di</strong> riflessione riconducibili<br />

all’interrogativo: quali sono i<br />

casi in cui il testamento biologico va<br />

applicato? Il 7% degli intervistati<br />

sostiene che non vada applicato “in<br />

nessun caso”, il 35% che vada applicato<br />

solo in caso <strong>di</strong> stato vegetativo<br />

permanente, il 28% lo prefigura in<br />

relazione all’eventuale per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

coscienza in seguito a patologie<br />

inguaribili, l’11% in tutti i casi <strong>di</strong> incapacità<br />

del paziente, il 12% in tutti i<br />

casi <strong>di</strong> patologia che il paziente sia in<br />

grado <strong>di</strong> prefigurare.<br />

Un ruolo fondamentale tra i me<strong>di</strong>ci<br />

italiani lo assume il “fiduciario”, il<br />

soggetto terzo che in caso <strong>di</strong> sopravvenuta<br />

incapacità del paziente ne rappresenti<br />

la volontà rispetto ai trattamenti<br />

me<strong>di</strong>ci da assumere. Il 53%<br />

promuove questa figura, mentre i contrari<br />

non raggiungono<br />

il 30%. Significativo è<br />

anche il riferimento al<br />

fatto che questa figura<br />

consentirebbe <strong>di</strong> porre<br />

rime<strong>di</strong>o al problema<br />

della “<strong>di</strong>stanza temporale”<br />

fra il momento<br />

della redazione del<br />

testamento e quello<br />

della sua applicazione.<br />

Per quando riguarda il<br />

mio contributo in qualità<br />

<strong>di</strong> consigliere<br />

regionale, ho presentato<br />

in Assemblea Legi-<br />

patologie – precisa Manconi – che<br />

producono dolori in<strong>di</strong>cibili. Esiste<br />

nel nostro paese un inau<strong>di</strong>to scialo<br />

del dolore che non viene visto<br />

come patologia, ma quasi come un<br />

dato ineliminabile, e virtuoso, dell’esperienza<br />

umana”. L’Italia<br />

si colloca<br />

infatti al<br />

penultimo<br />

posto in<br />

Europa per<br />

l’uso <strong>di</strong> antidolorifici<br />

a<br />

base <strong>di</strong> morfina.<br />

“La<br />

classe me<strong>di</strong>ca<br />

– sottolineal’anestesista<br />

Mario<br />

Ricci – ha<br />

bisogno <strong>di</strong><br />

una normati-<br />

va, perché il<br />

slativa una risoluzione che invita la<br />

Giunta regionale ad assumere specifiche<br />

iniziative nei confronti delle strutture<br />

sanitarie dell’Emilia-Romagna<br />

(all’interno dei percorsi terapeutici<br />

che garantiscono la qualità della cura<br />

e l’umanizzazione del trattamento<br />

sanitario, nel rispetto del principio <strong>di</strong><br />

partecipazione del paziente), che assicurino<br />

nella fase <strong>di</strong> sottoscrizione del<br />

‘Consenso informato’ da parte del<br />

paziente la possibilità <strong>di</strong> richiedere<br />

specifiche clausole che prevedano il<br />

rifiuto <strong>di</strong> tutti i trattamenti sanitari<br />

per i quali il paziente stesso non abbia<br />

espresso il proprio esplicito consenso.<br />

Al riguardo si fa riferimento ai principi<br />

sanciti dalla Costituzione in merito<br />

alla libertà personale e al <strong>di</strong>ritto alla<br />

salute, alla Convenzione <strong>di</strong> Oviedo<br />

del 1997, ratificata con legge nel 2001<br />

dal Parlamento italiano, al Trattato<br />

del 2004 che adotta una Costituzione<br />

europea, che in<strong>di</strong>vidua nel rispetto<br />

della ‘<strong>di</strong>gnità’ dell’essere umano il suo<br />

primo fondamentale <strong>di</strong>ritto.<br />

Il <strong>di</strong>ritto alla salute e la libertà <strong>di</strong> scelta<br />

terapeutica sono alla base della<br />

<strong>di</strong>gnità dell’essere umano: ritengo non<br />

sia più procrastinabile l’assunzione da<br />

parte del legislatore della responsabilità<br />

<strong>di</strong> tutelare l’integrità dell’essere<br />

umano nel suo pieno <strong>di</strong>ritto all’autodeterminazione.<br />

E tale <strong>di</strong>ritto passa<br />

anche attraverso il pieno rispetto del<br />

colloquio e del consenso informato e<br />

nel conseguente rispetto della libertà<br />

<strong>di</strong> pensiero, coscienza e religione.<br />

me<strong>di</strong>co si trova spesso in situazioni<br />

complesse in cui conoscere la<br />

volontà del paziente <strong>di</strong>venta fondamentale.<br />

Un principio, quello della<br />

volontà del paziente, sancito dalla<br />

Costituzione e dalla Convenzione<br />

<strong>di</strong> Oviedo del 1997, che però non<br />

ha mai visto decreti attuativi”.<br />

La risoluzione che verrà presentata<br />

dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna<br />

nei prossimi<br />

mesi cerca <strong>di</strong> colmare un vuoto<br />

nella legislazione nazionale,. “E’<br />

l’unica regione, per ora, che ha sollevato<br />

il tema in questi termini – ha<br />

concluso Manconi –. I prossimi<br />

passi a livello nazionale, invece,<br />

saranno quelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere in Parlamento<br />

la questione del testamento<br />

biologico. Il frutto della <strong>di</strong>scussione<br />

parlamentare, dovrà portare<br />

a decidere, in maniera con<strong>di</strong>visa,<br />

quali terapie fare rientrare, ovvero<br />

quali cure il paziente può chiedere<br />

<strong>di</strong> sospendere e quali no”.

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