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uando ero più giovane <strong>di</strong>cevano che a 50 anni la<br />
Qvita cambia, si vedono le cose sotto un altro<br />
aspetto , non più grilli per la testa, insomma si torna a<br />
rivivere una vita più spensierata .<br />
Soccmel!!!!! (parola <strong>di</strong>alettale bolognese) che fortuna,<br />
cinque anni fa, alle soglie appunto dei miei 50 anni,<br />
una mattina uggiosa, mentre andavo a una visita <strong>di</strong><br />
controllo per una operazione al setto nasale, per strada<br />
mi fanno deviare per un incidente con intervento <strong>di</strong> elicottero,<br />
il primo pensiero era, speriamo non sia nulla<br />
<strong>di</strong> grave, poi sapendo che mio figlio era al lavoro,<br />
come appren<strong>di</strong>sta rappresentante, (finalmente aveva<br />
coronato un suo sogno, quello <strong>di</strong> lavorare in proprio da<br />
circa 2 mesi), decisi <strong>di</strong> chiamarlo per scrupolo,<br />
pensavo non sarà sicuramente coinvolto (fati<strong>di</strong>ca<br />
frase: “a noi non tocca mai”).<br />
Chiama una volta, due volte, pensi, sarà con un<br />
cliente, chiami e richiami, intanto incominciano<br />
a frullarti per la mente mille pensieri, poi...ti<br />
risponde una persona estranea. “Pronto?” e tu:<br />
“ma chi parla …?”. “Sono un carabiniere e lei<br />
chi è?”. “Il padre. Sono qua vicino, è successo<br />
qualcosa…?”. E lui: “Se ci può raggiungere è<br />
meglio”. Purtroppo in quel momento non c’è<br />
autovelox che tenga, tu arrivi ve<strong>di</strong> ... ve<strong>di</strong> una<br />
macchina accartocciata… è la sua, lo ve<strong>di</strong> in<br />
ambulanza… lo stanno rianimando, passano i<br />
minuti, tu non sai cosa fare, raccogli pezzi <strong>di</strong><br />
macchina in qua e là, ti guardano e pensano:<br />
“che fa, suo figlio è li e lui si preoccupa della<br />
macchina?”. Tu non hai il coraggio <strong>di</strong> chiedere<br />
come sta, poi ti <strong>di</strong>cono: “Ci raggiunga all’ospedale”.<br />
In macchina fra urla <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione e preghiere<br />
a Dio, vai a prendere la moglie al lavoro, ti guarda:<br />
Cosa è successo..?”. Il silenzio. Lei capisce<br />
le tue lacrime, tu le <strong>di</strong>ci: “E’ gravissimo, lo<br />
hanno rianimato sul posto …”. E corri, corri,<br />
corri.<br />
Da lì incomincia la tua nuova vita, dopo i cinquanta,<br />
lunghe attese fuori dalla rianimazione.<br />
Ogni volta che si apriva la porta, il tuo cuore<br />
sussultava, volevi sentirti <strong>di</strong>re: “Sig Mazzanti<br />
suo figlio si è ripreso”. E invece niente. I giorni<br />
passavano, ti <strong>di</strong>cevano: “E’ lì tra la vita e la<br />
morte…”. Ma tu, quando entravi a trovarlo, sentivi<br />
attraverso le macchine, che, a volte, a seconda delle<br />
domande che facevi, il battito del cuore cambiava, la<br />
misura del respiro variava, allora pensavi, ci sente ce<br />
la farà, ma i me<strong>di</strong>ci, che hanno bisogno <strong>di</strong> certezze, ci<br />
prendevano per visionari, (ma noi speravamo).<br />
Finchè un giorno in rianimazione si rompe un tubo<br />
dell’acqua, un incre<strong>di</strong>bile viavai, corri <strong>di</strong> qua corri <strong>di</strong><br />
là, tu ve<strong>di</strong> tutto questo e pensi al peggio, come te anche<br />
altre persone, per i loro cari, tutti a farsi domande,<br />
mobilitazione generale, cuore in gola, per 8 ore, alla<br />
fine, tutto rientra, tuo figlio non è più al suo posto,<br />
l’hanno spostato, che cu.., scusate che fortuna, è stato<br />
inondato da un tubo rotto principale e da quel momento,<br />
si fermò quella maledetta pressione endocranica<br />
che lo teneva in quello stato. Il giorno dopo il me<strong>di</strong>co<br />
<strong>di</strong>sse che era stato un miracolo, io gli risposi: “ Doc, si<br />
vede che per riprenderlo ci voleva una bene<strong>di</strong>zione<br />
cosi grande!”. Da allora, visto lo stato <strong>di</strong> coma e i<br />
pochi incoraggiamenti che avevamo per la sua ripresa,<br />
decidemmo che da lì bisognava partire, per recuperare<br />
nostro figlio, (la speranza è l’ultima a morire).<br />
I giorni passavano, Juri (mio figlio) fra problemi alle<br />
fratture, pie<strong>di</strong> storti, coliche renali, scambiate all’ini-<br />
TESTIMONIANZA 3<br />
Io spero, tu speri, egli spera, noi…<br />
Maurizio, Oretta e Juri ci spiegano la loro “ricetta <strong>di</strong> felicità”<br />
zio, per estensioni inconsce celebrali, dava a suo modo<br />
segnali, per comunicare che aveva del dolore, a volte,<br />
da alcuni me<strong>di</strong>ci ti sentivi <strong>di</strong>re: “Ma ..sente male?”.<br />
Molti pensano che nella fase <strong>di</strong> coma uno non senta<br />
niente, bisognerebbe che provassero loro, e dopo noi<br />
facciamo le domande. Ma abbandoniamo questo tasto<br />
dolente. Tutti questi segnali nella maggior parte <strong>di</strong><br />
essi erano da noi genitori interpretati nel migliore dei<br />
mo<strong>di</strong>, ma ti sentivi sempre <strong>di</strong>re, è un caso, oppure ci<br />
prendevano per visionari. Però quasi sempre le nostre<br />
visioni, prima o poi, si manifestavano per quelle che<br />
erano, cosi avevamo capito, che, maggiormente era<br />
compito nostro, col nostro amore con la A maiuscola,<br />
che dovevamo aiutarlo.<br />
Secondo noi, Juri da un punto <strong>di</strong> vista cognitivo, era<br />
molto presente, ci sembrava come se fosse <strong>di</strong>etro ad un<br />
vetro, dove lui ti sente, ma non riesce a parlarti, se non<br />
con gesti tutti da interpretare, per questo che noi dovevamo<br />
capire a tutti i costi (per fortuna esistono le<br />
mamme che con il loro - io lo chiamo decimo senso -<br />
capiscono anche solo con lo sguardo).<br />
Tutto questo doveva comunque essere fatto con lo spirito<br />
giusto, sempre sorridenti, senza far sentire il tuo<br />
stato d’animo triste, perché la sua sensibilità secondo<br />
me , funzionava anche telepaticamente. Infatti vedevi<br />
il suo sguardo che cambiava se tu un momento prima<br />
avevi pianto, per un qualsiasi motivo, (in quel periodo,<br />
subimmo cambiamenti <strong>di</strong> lavoro, gli stipen<strong>di</strong> servivano<br />
per pagare il mutuo, ecc…), per fortuna stavo in<br />
quel periodo leggendo libri sulla motivazione, e mi<br />
ricordo una frase letta che mi è rimasta impressa fortemente<br />
“C’è solo un modo per essere felici ed è <strong>di</strong><br />
smettere <strong>di</strong> agitarsi per cose che si trovano al <strong>di</strong> là<br />
del nostro potere d’intervento”. Nello stesso tempo<br />
sognavo sempre che io e Oretta (moglie) scalavamo<br />
una montagna molto fangosa, dove la vetta però si<br />
avvicinava, ma senza raggiungerla (che fatica mi sve-<br />
gliavo già stanco) da allora capivo che forse con tanta<br />
pazienza e speranza, ce la potevamo fare. Colpo <strong>di</strong><br />
scena, ci vengono proposte, delle attività per Juri, che<br />
potevano stimolare qualcosa, arteterapia, musicoterapia,<br />
noi pensiamo sono pazzi, cosa centra questo, con<br />
il recupero della persona? Entrano in scena Fulvio,<br />
Maria, Elena (<strong>Gli</strong> amici <strong>di</strong> <strong>Luca</strong>), ci parlano della loro<br />
esperienza, noi pensiamo, che persone fantastiche, ci<br />
viene una carica addosso, non ve<strong>di</strong>amo l’ora <strong>di</strong> incominciare,<br />
ci presentano persone meravigliose (non credevamo<br />
esistessero), Mauro, Laura, Stefano, Alessandra,<br />
Lucia, con loro incomincia una storia fantastica, ci<br />
avevano dato il via alla speranza, avevamo capito che<br />
qualsiasi esperienza è valida se serve al recupero.<br />
Da allora provammo agopuntura, massaggi<br />
shiatsu, (mi sono iscritto ad un corso visto l’importanza<br />
che può aver sulla salute fisica), naturopatia,<br />
craniosacrale. A tutt’oggi Juti sta facendo<br />
fisioterapia, logope<strong>di</strong>a, idroterapia, ascolta<br />
mattina e sera, da due anni, una cassetta preparata<br />
da una psicologa Iole ( e qui c’è lo zampino<br />
<strong>di</strong> Dio) per il recupero della memoria, ma in particolare<br />
è <strong>di</strong>ventato un attore del gruppo teatrale,<br />
<strong>Gli</strong> amici <strong>di</strong> <strong>Luca</strong>. Oggi dopo cinque anni quando<br />
ve<strong>di</strong> Juri che a ogni spettacolo ci sono novità,<br />
<strong>di</strong>ce alcune frasi con il suo microfono, balla sulla<br />
carrozzina con la sua partner, o se ne va spingendosi<br />
con la mano la carrozzina, ti sale il<br />
groppo alla gola. Allora tu pensi, quanta fatica,<br />
ma la sod<strong>di</strong>sfazione è tanta e la speranza <strong>di</strong><br />
migliorare non è finita.<br />
Noi vorremmo <strong>di</strong>rvi: non date per perso niente,<br />
perché, per nostra esperienza, nessuno conosce la<br />
verità, e come si <strong>di</strong>ce: “LA SPERANZA E’<br />
L’ULTIMA A MORIRE”.<br />
CIAO SORRIDETE c’è sempre qualcuno che<br />
pensa a voi e la vita vi sembrerà migliore (tanto è<br />
successo e non si può tornare in<strong>di</strong>etro) per cui<br />
sempre avanti .<br />
CON AFFETTO<br />
MAURIZIO ORETTA JURI<br />
Alcune nostre frasi ad effetto<br />
Se mi lascio prendere la mano dalla<br />
situazione, sono finito .<br />
Guida tu i mie passi: non ti chiedo <strong>di</strong><br />
vedere l’orizzonte lontano. Un passo<br />
mi basta.<br />
Chiedetevi: cosa può capitare nel<br />
peggiore dei casi ?<br />
Preparatevi a rassegnarvi,<br />
se non ci sono alternative .<br />
Poi cercate <strong>di</strong> migliorare con calma la<br />
situazione a partire dal peggio .