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Magazine Aprile - Gli Amici di Luca

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che simula il linguaggio televisivo. I giornalisti utilizzano <strong>di</strong>verse strategie<br />

linguistiche per riprodurre lo stile della “conversazione”: strategie tipografiche<br />

(uso <strong>di</strong> font <strong>di</strong>versi e <strong>di</strong> layout particolari, come il virgolettato), per<br />

interrompere l’uniformità e la monotonia visiva del <strong>di</strong>scorso<br />

scritto; un registro generalmente<br />

informale e colloquiale, con<br />

metafore, espressioni i<strong>di</strong>omatiche,<br />

cliché per ricreare “l’illusione” del<br />

<strong>di</strong>scorso parlato. Si segnala la frequente<br />

centralità della testimonianza<br />

<strong>di</strong>retta <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e del personale sanitario:<br />

per il quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>venta importante<br />

dare “voce ai protagonisti” dell’evento<br />

<strong>di</strong> cronaca, <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> essere là dove i fatti succedono e garantendosi<br />

un approccio competente e autorevole. E’ interessante rilevare tuttavia<br />

che non si parla molto <strong>di</strong> comportamenti scorretti, né si dà maggior<br />

spazio a consigli sui comportamenti più adeguati ai fini preventivi. In pratica,<br />

è assolutamente ignorata la <strong>di</strong>mensione della prevenzione, sia all’interno<br />

degli articoli che nella tematizzazione delle pagine dove questi articoli<br />

sono collocati. Le parole colte o troppo tecniche sono generalmente evitate,<br />

o utilizzate senza il necessario approfon<strong>di</strong>mento, con una tendenza all’iperinformatività<br />

che va a scapito della correttezza <strong>di</strong>vulgativa. Per esempio, vi<br />

è raramente sui quoti<strong>di</strong>ani una chiara demarcazione tra gli sta<strong>di</strong> del coma.<br />

Questo porta gli articoli <strong>di</strong> giornale a confondere spesso coma e stati vegetativi,<br />

<strong>di</strong>vulgando notizie fortemente imprecise e alimentando una associazione<br />

implicita tra lo stato <strong>di</strong> coma e i <strong>di</strong>battiti sull’eutanasia. Si osserva la<br />

tendenza a pubblicare la durata dello stato <strong>di</strong> coma, là dove secondo la<br />

me<strong>di</strong>cina il coma supera raramente i 30 giorni. Semplificazione della termi-<br />

nologia ed eccessiva morbosità per il catastrofismo sembrano dominare<br />

pertanto questo aspetto della comunicazione.<br />

Il risveglio dal coma viene spesso associato alla resurrezione, alla rinascita,<br />

al miracolo. Il coma nella sua <strong>di</strong>mensione onirica è qualcosa <strong>di</strong> misterioso e<br />

affascinante, una sfida estrema alla morte; le notizie subiscono ovviamente<br />

una torsione, e vengono rimodellate all’interno <strong>di</strong> questa struttura narrativa,<br />

completamente epurata dal <strong>di</strong>scorso scientifico. L’uso dell’analogia è<br />

favorito dal carattere <strong>di</strong> irrazionalità e apparente a-scientificità che caratterizza<br />

la comunicazione del coma. In particolare le metafore più frequenti<br />

riguardano il “lungo sonno”, “la caduta agli inferi”, “la prigione”, “l’assenza<br />

<strong>di</strong> luce”,“la lotta per la vita”,“la resurrezione”,“la rinascita”,“il viaggio”,<br />

“la luce”, e l’accostamento con la favola della “bella addormentata”. I quoti<strong>di</strong>ani<br />

si avvicinano al linguaggio televisivo. Nell’intento <strong>di</strong> conquistare<br />

nuovo pubblico <strong>di</strong> classe me<strong>di</strong>a, in<strong>di</strong>viduato nel pubblico televisivo, la stam-<br />

RICERCA 21<br />

pa quoti<strong>di</strong>ana italiana si popolarizza, riservando uno spazio più ampio alla<br />

sfera del privato e rielaborando in chiave <strong>di</strong> giornalismo (e racconto) popolare<br />

storie <strong>di</strong> coma e <strong>di</strong> risvegli. La velocizzazione porta i giornali a cambiare<br />

con ritmo incessante le notizie <strong>di</strong> cui parlare. Le notizie hanno una<br />

vita breve, pertanto si selezionano notizie che acquistano rapidamente significatività.<br />

Paradossalmente, le notizie <strong>di</strong> risveglio dal coma rispondono<br />

bene a questi criteri: anche se riguardano un percorso <strong>di</strong> sofferenza e <strong>di</strong><br />

trasformazioni lente e impercettibili.<br />

Ovviamente, anche se le fonti e i temi della stampa si rivelano sempre molto<br />

simili, ogni testata sviluppa uno stile personalizzato ed una modalità in<strong>di</strong>viduale<br />

per rivolgersi al pubblico.<br />

Il Resto del Carlino è il quoti<strong>di</strong>ano che ha accordato uno spazio e un peso<br />

maggiore ai “risvegli dal coma”. Se si considera la collocazione degli articoli<br />

per impaginazione, nel confronto comparato con le altre testate infatti<br />

questa testata riserva il numero maggiore <strong>di</strong> prime pagine e <strong>di</strong> notizie in<br />

primo piano ai risvegli. Il dato è interessante se si considera che il quoti<strong>di</strong>ano<br />

bolognese si rivolge a un pubblico me<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> fascia non colta, per il<br />

quale è ipotizzabile che il “risveglio dal coma” venga selezionato per il suo<br />

carattere <strong>di</strong> eccezionalità e curiosità.<br />

Ma soprattutto Il Resto del Carlino ha reso più evidente la marca della propria<br />

linea e<strong>di</strong>toriale, secondo un in<strong>di</strong>rizzo che qui si intende, in senso critico,<br />

molto problematico: attraverso strategie sensazionalistiche, una titolazione<br />

gridata, un supporto informativo teso a colpire emotivamente e un<br />

frequente richiamo al miracolismo, il giornale tenta <strong>di</strong> conquistare il pubblico<br />

popolare più vasto; contemporaneamente, nella costruzione del <strong>di</strong>scorso<br />

sul coma, si fornisce una interpretazione ideologica <strong>di</strong> uno dei temi<br />

più appetibili per i giornali oggi, l’eutanasia. L’associazione tra risvegli ed<br />

eutanasia è molto problematica, ma <strong>di</strong>ffusa: per esempio, quando i “risvegli<br />

dal coma” dopo un periodo prolungato vengono usati come “giustificazione”<br />

contro la sospensione delle cure ai malati terminali. Sui quoti<strong>di</strong>ani<br />

italiani, nel corpus considerato, gli esempi forniti dai risvegli (in primo<br />

luogo quello <strong>di</strong> Salvatore Crisafulli) vengono spesso comparati al caso <strong>di</strong><br />

Terry Schiavo.<br />

Lo spazio de<strong>di</strong>cato alle notizie per l’approfon<strong>di</strong>mento è sod<strong>di</strong>sfacente, ma i<br />

quoti<strong>di</strong>ani riempiono questa superficie <strong>di</strong> illustrazioni, prospetti, sottotitoli<br />

e sommari, per cui l’estensione molto spesso va a scapito della profon<strong>di</strong>tà<br />

informativa.<br />

Le illustrazioni sono soprattutto foto e/o immagini realistiche piuttosto che<br />

<strong>di</strong>segni e/o riproduzioni: rappresentano per lo più i protagonisti della<br />

vicenda, i famigliari e i me<strong>di</strong>ci che hanno assistito i pazienti durante il periodo<br />

<strong>di</strong> coma, in linea con la personalizzazione della notizia oggetto <strong>di</strong><br />

cronaca. Si tratta <strong>di</strong> immagini che mettono in scena gli acca<strong>di</strong>menti, focalizzandosi<br />

sui soggetti, i loro volti e i loro gesti atipici, che veicolano imme<strong>di</strong>atamente<br />

una reazione emozionale e alludono a una storia personale, alla<br />

<strong>di</strong>mensione in<strong>di</strong>viduale che ogni acca<strong>di</strong>mento presenta.<br />

Prevale il modello del servizio giornalistico tra<strong>di</strong>zionale, con un numero<br />

significativo <strong>di</strong> notizie brevi, a <strong>di</strong>mostrazione del fatto che la notizia <strong>di</strong><br />

“risveglio dal coma” acquista valore <strong>di</strong> curiosità, per mezzo <strong>di</strong> evidenti semplificazioni,<br />

ed è sintetizzabile come spot news che non necessita <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.<br />

Vi è una scarsa incidenza <strong>di</strong> altri generi giornalistici (interviste,<br />

inchieste, reportage).<br />

Per concludere, nell’informazione sul coma resistono una tendenza al sensazionalismo<br />

ed alla superficialità, una confusione terminologica grave, lo<br />

stereotipo del risveglio improvviso e pro<strong>di</strong>gioso. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca<br />

confermano che la denuncia posta dalla Carta <strong>di</strong> Impegni “Comunicare il<br />

coma” è valida e deve essere sostenuta, con una attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del<br />

documento. Pertanto si è pensato <strong>di</strong> operativizzare ulteriormente la <strong>di</strong>vulgazione<br />

della Carta <strong>di</strong> impegni con l’implementazione <strong>di</strong> un sito web specifico,<br />

www.comunicareilcoma.it; si è ritenuto opportuno lavorare a uno strumento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione della Carta <strong>di</strong> impegni, un sito internet che possa<br />

fornire una stabile collocazione al documento, là dove i giornalisti spesso<br />

raccolgono informazioni, per creare un contatto e proseguire un percorso <strong>di</strong><br />

reciproca educazione.<br />

Davide Simoni ha <strong>di</strong>scusso birllantemente la sua tesi e si è laureato<br />

"Dottore in Scienze della Comunicazione".<br />

A lui un affettuoso augurio da tutti noi.

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