Annalisa Favetti - Immediately

Anno III n.18 settembre-ottobre 2010 Pontemilvio 

Annalisa Favetti

Immediately 

strategies Revolution 

• corporate identity 

• media relations 

• gestione eventi 

• creativita’ 

• servizi di editing 

• comunicazione sportiva

liberi di creare 

Immediately elabora ed attua strategie di comunicazione per aziende; individua o, se necessario, crea l'evento 

più adatto per ottenere visibilità; gestisce i rapporti con i Media; elabora e realizza prodotti editoriali. 

www.immediately.it - immediately@immediately.it

42F 

CANTIERI DELLA LINEA B1 

piazzale Jonio 

via Scarpanto 

piazzale Jonio 

Legenda 

Viabilità ordinaria 

Viabilità locale 

cantiere Linea B1 

stazione Jonio 

Prati Fiscali Talenti 

viale Jonio Centro Informativo 

viale Tirreno 

VIALE JONIO 

Si sta lavorando nel tratto compreso 

fra via Scarpanto e via Pantelleria, 

all’altezza di via Veglia, 

per la realizzazione di opere di consolidamento del terreno 

relative alla Linea B1 della metropolitana di Roma 

Il cantiere occuperà il lato sud della carreggiata, come 

riportato nella mappa, fino al prossimo mese di dicembre, poi 

sarà trasferito sul lato opposto della strada per ulteriori 5 mesi 

cantiere Linea B1 

via Veglia 

BUS 

Ci scusiamo per il disagio 

viale Jonio 

C5 36F 

69 

piazza Capri 

63 

338 345 349 342F 

A partire dal 14 settembre 2010 nello spartitraffico centrale di viale Jonio, 

vicino al cantiere, apre la nuova sede del Centro Informativo della Linea B1 

viale Jonio 

Dipartimento mobilità e trasporti 

Municipio IV Roma Montesacro 

via Pantelleria 

Legenda 

Viabilità principale 

Viabilità locale 

viale Jonio

La viabilità ha subito le seguenti modifiche: 

• viale Jonio: nel tratto interessato dal cantiere, il traffico 

nei due sensi di marcia è indirizzato sulla carreggiata lato via 

Scarpanto, mentre la carreggiata lato via Veglia è ristretta e 

destinata unicamente alla viabilità locale 

Modifiche al trasporto pubblico di superficie: 

• linea 63 direzione largo Pugliese: nuova fermata su viale 

Tirreno in prossimità di piazzale Jonio. 

In direzione opposta, la linea 63 non ha subito variazioni. 

• la fermata bus Jonio/Pantelleria, direzione Prati Fiscali, 

è anticipata su viale Jonio in corrispondenza di via 

Pantelleria (linee 63, 69, 338, 342F, 345, 349, 36F, c5); 

• la fermata bus Jonio/Pantelleria, direzione Talenti, situata 

tra via Veglia e via Pantelleria, è momentaneamente sospesa 

(linee 63, 69, 338, 339, 342F, 345, 36F, c5) 

per info sui lavori: www.romametropolitane.it 

per info sul trasporto pubblico: www.agenziamobilita.roma.it ● www.atac.roma.it 

Dipartimento mobilità e trasporti 

Municipio IV Roma Montesacro

Sommario 

6 pontemilvio 

8 Copertina 

10 Intervista 

16 Social responsibility 

18 Gusto 

22 Teatro 

24 Legal 

25 Condominio News 

28 Roma News 

30 Make Up 

32 Fisco&the city 

34 Psicologia 

36 Roma com’era 

38 Mostra 

40 Dolce Vita 

44 Solidarietà 

46 Sport 

48 Arte 

30 

Ponte Milvio 

Anno III n. 18 - settembre-ottobre 2010 

Autorizzazione del Tribunale di Roma 

n. 124/2008 del 21 - 3 - 2008 

n. iscrizione al ROC 17682 del 27-11-08 

Editore 

Immediately s.r.l. 

sede legale via C. F. di Cambiano 82, Roma 

uffici via Crescenzio 103, Roma 

Direttore responsabile 

Giuseppe Costantini 

immediately@immediately.it 

Ufficio Commerciale e pubblicità 

rivista-pontemilvio@tiscali.it 

cell. 347 5856368 

Ideazione e realizzazione 

www.immediately.it 

Progetto Grafico e impaginazione 

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18 

40 

34 48 

Chiuso in redazione il 15 settembre 2010 

Stampa 

Romana Editrice srl 

via dell’Enopolio 37, San Cesareo (RM). 

La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è del tutto gratuita e non retribuita

Beatrice Valente Covino fotografata da Stefano Micozzi 

Abbigliamento e calzature 

Via Ugo de Carolis, 84/b - outlet Via Ugo de Carolis, 85/b

copertina 

di Alessandra Stoppini 

NAnnalisa Favetti ha 

lavorato con gli attori 

più noti e famosi 

del cinema italiano 

quali Alberto Sordi e Michele Placido. 

Si è diplomata presso il Laboratorio 

di Esercitazioni Sceniche diretto 

da Gigi Proietti e ha lavorato prevalentemente 

in teatro, con frequenti e 

felici incursioni nel cinema, in televisione 

e pubblicità. Mentre si appresta 

a debuttare presso il Teatro Ghione alla 

fine di settembre con la commedia 

musicale Il testamento del Marchese 

del Grillo, incontriamo la simpatica e 

talentuosa attrice nel centro di Roma, 

sua città natale. “La mia famiglia è da 

sempre appassionatissima di teatro: 

quando ero piccola facevamo teatro 

amatoriale dentro casa! Mia madre 

scriveva, mio padre curava la regia”, 

ci confida Annalisa mentre dalla Casina 

Valadier Roma si osserva in tutto il 

suo splendore. “È questo il mio luogo 

preferito della città, quello al quale mi 

sento più legata”. 

8 pontemilvio 

Annalisa Favetti 

teatro mon amour 

Dal teatro in famiglia ai lavori con Proietti e Sordi. 

Annalisa Favetti racconta le sue passioni 

Annalisa, nel 1994 hai partecipato al 

film Nestore l'ultima corsa a fianco 

di Alberto Sordi. Che ricordi conservi 

di questo indimenticabile attore? 

Ricordo la sua dolcezza. Mi ha trattata 

sempre benissimo. Mi dava sempre 

un buffetto sulla guancia dicendomi 

“Brava, brava!”. Era il suo modo 

di fare. Interpretavo una suora di 

una casa di riposo. Sordi saltava una 

staccionata con un'agilità invidiabile 

e non era più un giovanotto! Che dire? 

Il suo era un mestiere infinito. La 

storia del film è molto bella e commovente 

ma anche amara. Sordi credeva 

molto in questo film dedicato al 

mondo degli anziani.

Hai lavorato in molti spettacoli teatrali 

diretta da Gigi Proietti e ti sei anche 

diplomata presso il suo Laboratorio. 

Proietti è un regista esigente? 

Ho debuttato con Gigi, mi sono diplomata 

nel '93, ero la più piccola di 

tutti. Sono stati due anni meravigliosi, 

fondamentali. Consiglio il suo Laboratorio 

ai giovani che desiderano 

intraprendere il mestiere di attore, è 

un biglietto da visita importantissimo. 

Dopo questi due anni, insieme a 

tutti gli altri ragazzi della scuola abbiamo 

partecipato ai suoi one man 

show. Proietti è geniale, ha sempre 

qualche idea nuova, ha molta fantasia 

e una grande sensibilità. Gigi è un 

grande attore di talento. Unisce insieme 

tecnica e talento. 

Hai partecipato a tante fiction di successo; 

citiamo Un papà quasi perfetto 

con Michele Placido... 

Mi piacerebbe lavorare ancora con 

Placido, non è solo un bravo attore 

ma un regista geniale, sa come guidare 

gli attori in scena. In questa fic- 

tion interpretavo il ruolo di una cassiera 

di un supermercato che s’innamorava 

di un personaggio della serie 

televisiva. Mi sono divertita molto in 

questa fiction. 

Quali sono le tue passioni? 

Ho frequentato il Liceo Artistico e 

quindi adoro il disegno. Mi piace la 

danza e studio canto, altra mia specialità. 

Stai per debuttare al Teatro Ghione 

con Il testamento del Marchese del 

Grillo. Di che cosa parla la commedia 

e quale parte interpreti? 

È una farsa inventata, firmata da Mario 

Scaletta e Melania Fiore su musiche 

del maestro Federico Capranica, 

per la regia di Gigi Palla e con un cast 

di eccezione: Carlo Croccolo, Toni 

Fornari, venti persone in scena e un 

corpo di ballo. A chi spetta l'eredità 

del Marchese del Grillo? Il Marchese 

ha designato come erede il figlio illegittimo 

Nino, un autentico bifolco. 

Io che interpreto una nobildonna russa 

trapiantata a Roma cerco di strappargli 

l'eredità, ma ci si mette di mezzo 

l'amore... Si canta e si balla tra leggenda 

e realtà. 

Teatro, fiction, televisione, cinema diversi 

generi di spettacolo. Da quali di 

questi ti senti più attratta? 

Sicuramente il teatro è il genere che 

amo di più in assoluto, anche perché 

mi ha formato. Ho fatto ben quattro 

anni di teatro con la compagnia storica 

Attori e tecnici, guidata da Attilio 

Corsini al Teatro Vittoria. Con questa 

compagnia ho fatto Rumori fuori 

scena di Michael Frayn, Le invasioni 

barbariche ed altro ancora. Un'altra 

figura importante per me è stato 

Alessandro Benvenuti con il quale ho 

interpretato il film, Ti spiace se bacio 

mamma? Mi scelse dopo il provino e 

ha contribuito a valorizzarmi. A questo 

punto della mia carriera però avrei 

il desiderio di fare più esperienza 

sul grande schermo. 

Il testamento del Marchese Del Grillo 

Da martedì 28 settembre al Teatro Ghione di Via delle Fornaci in 

Roma grande appuntamento con gli appassionati del musical italiano 

d’autore che potranno assistere ad una delle primissime tappe laziali 

de “IL TESTAMENTO DEL MARCHESE DEL GRILLO”,commedia musicale 

firmata da Mario Scaletta e Melania Fiore su musiche del maestro 

Federico Capranica e regia di Gigi Palla con un cast di eccezione che 

vede in scena Carlo Croccolo, Enzo Garinei, Toni Fornari, Stefano 

Ambrogi e Annalisa Favetti, Pietro Romano,Serena D’Ercole,Melania 

Fiore e Vincenzo de Luca oltre al corpo di ballo composto da sette 

ballerini su coreografie di Evelyn Hanack, costruite nell’originalissima 

scenografia di Andrea Bianchi, colorate dai costumi di Graziella Pera 

e dal disegno luci di Marco Palmieri. 

copertina 

pontemilvio 9

intervista 

Andrea Vianello 

il giornalismo come impegno 

e passione 

Giornalista, conduttore radiofonico 

e televisivo aperto e simpatico, dalla forte 

personalità. 


Nel 2004 ha raccolto il testimone 

da Piero Marrazzo 

iniziando a condurre 

Mi manda Rai Tre. Nei sei anni 

di trasmissione Andrea Vianello ha 

ampiamente dimostrato le sue grandi 

capacità di tenere in mano situazioni 

difficili e impegnative, grazie 

anche al suo impegno costante e ad 

una redazione competente e attiva 

che l’ha affiancato. Ora il giornalista 

sta per salpare verso una nuova avventura 

televisiva, dove metterà alla 

prova ancora una volta le sue doti di 

giornalista e conduttore sempre al 

centro della notizia e dalla parte del 

telespettatore. 

10 pontemilvio 

Vianello, com'è nata la Sua passione 

per il giornalismo? 

Già da ragazzo amavo molto scrivere; 

ho sempre avuto questa passione e

“Partii da giovane e sprovveduto cronista per Taurianova. Ricordo che mi 

aggiravo da solo con il registratore. Me la cavai. Fu una bella scuola di vita...” 

detto fra noi, avrei voluto fare lo scrittore... 

però mi sembrava un'ambizione 

troppo alta e quindi quando mi 

chiedevano “che mestiere vorresti fare?” 

rispondevo “il giornalista”, perché 

credevo fosse più realistico. A forza 

di dirlo me ne sono convinto, anche 

perchè m’interessavo fin da bambino 

alle notizie, ai giornali. Ricordo che ritagliavo 

pagine della politica e le mettevo 

su di un quaderno. Ho avuto sempre 

questo gusto del dire per primo la 

notizia agli altri, che forse è l'essenza 

del giornalismo. Quindi mi sono messo 

in testa questo sogno e ho cominciato 

a frequentare Lettere, cercando 

di metterlo in pratica. 

Che ricordi conserva del concorso Rai 

per essere assunto come praticante 

giornalista? 

Fu un po' un terno al lotto. Allora faticavo 

facendo lavoretti di qui e di là, 

quel precariato che purtroppo adesso 

accomuna tanti giovani colleghi. 

Poi tutto a un tratto capitò quest’occasione 

che sembrava quasi impossibile. 

Però ci provai; eravamo in tantissimi 

presso l'Hotel Ergife a Roma. 

Ma non ci speravo granché. Attesi. 

Passarono tanti mesi che mi dimenticai 

completamente la vicenda. 

Un giorno trovai nella mia segreteria 

telefonica un messaggio che mi avvisava 

che avevo superato lo scritto: e- 

ravamo passati, mi sembra, in 150, ed 

i posti disponibili dopo la prova orale 

erano 25. Pensai ad uno scherzo di 

qualche amico, perché mi sembrava 

impossibile. Invece era vero! Arrivò il 

giorno della prova orale. La commissione 

incuteva timore; il presidente 

era Sergio Zavoli. C'erano tanti bravi 

giornalisti e la commissione era di altissimo 

profilo. La mia parlantina e una 

certa mia bravura nel ricordare le 

cose mi permisero di fare una bella 

figura e così passai. Diventai un praticante 

Rai, fui assunto nel dicembre 

del 1990. Ci mandarono a fare un corso 

come gli studenti, otto ore al giorno. 

Eravamo un gruppo composto da 

25 giovanotti di varie provenienze. 

Parlavamo tutti lingue strane, la Rai 

infatti in quel momento volle privilegiare 

chi portava delle lingue inusuali: 

io parlavo portoghese, mi ero 

laureato in letteratura brasiliana. In 

quel gruppo c'era una collega che 

vorrei ricordare: Ilaria Alpi. Iniziammo 

quest'avventura in questo strano 

mondo che è la Rai, poi finimmo al 

Giornale Radio. Un direttore lungimirante 

e di grandissimo talento che 

era Livio Zanetti ne prese tanti di 

quella nidiata, tra cui me … 

L'esperienza radiofonica è stata decisiva 

per la Sua formazione professionale? 

pontemilvio 11


È stata decisiva e fondamentale per 

tutto, anche per la mia crescita personale. 

Trovo che la radio sia un mezzo 

bellissimo, mi arrabbio quando 

qualcuno dice che è una scuola per 

arrivare in televisione! La radio ha 

un’importanza pari alla televisione, 

è un mezzo completamente diverso, 

e forse anche più bello della televisione. 

Gli anni della radio sono stati 

indimenticabili! Ho avuto la fortuna 

anche lì di incontrare le persone giuste, 

come ad esempio Livio Zanetti, 

grande ex direttore dell'Espresso e 

straordinario giornalista. Non conosceva 

la radio e con umiltà si mise a 

impararla, ma insegnava giornalismo 

in ogni momento. Pochi mesi il 

mio arrivo, mi lanciò come inviato 

mandandomi in Calabria. Partii da 

giovane e sprovveduto cronista per 

Taurianova. Ricordo che mi aggiravo 

da solo con il registratore. Me la cavai. 

Fu una bella scuola di vita, mi 

buttò in mezzo al mare e non affogai. 

Incontrai anche uno strepitoso 

Caporedattore della cronaca, Duccio 

Guida, che m’insegnò tanto. La radio 

è stata per me più che una scuola … 

inoltre ho incontrato lì anche mia 

moglie, quindi è stata decisiva anche 

per la mia vita privata. 

Come inviato speciale per il GR1 ha 

seguito i casi italiani di cronaca più 

clamorosi. Qual è stato quello che 

l'ha più colpito? 

La strage Borsellino. Ero stato in Sicilia 

molte volte quell'anno, il terribile 

'92, per la morte di Salvo Lima e 

per la strage di Capaci. Ritornai giù 

dopo la morte del giudice Paolo Borsellino 

e degli agenti di scorta. Ero di 

turno al giornale radio quando uscì 

la notizia e fui il primo a darla correndo 

in studio a Roma con la voce 

rotta dall'emozione. Ancora adesso 

quella registrazione viene spesso usata, 

perché era stato il primo annuncio 

della strage. Condussi quel GR 

delle 19 e partii la sera stessa. Lavorai 

tutta la notte; ho un ricordo molto 

forte di quei giorni. A Palermo c’era 

un caldo torrido, la città era in ginocchio. 

Si percepiva tra i colleghi dei 

poliziotti uccisi e tra i magistrati una 

forte rabbia. Emblema di quei giorni 

fu la famosa frase del giudice Antonino 

Caponnetto “È finito tutto!”. 

Fu una settimana di passione, di 

grande dolore ma anche di grande 

amore. Proprio in quei giorni mentre 

la speranza stava morendo iniziò 

la Palermo delle lenzuola bianche, 

quella Palermo che non voleva cedere 

di fronte alle stragi mafiose. È 

stata per me la trasferta più emozionante, 

più intensa. 

Enigma, programma sui tanti misteri 

mai risolti della storia, è un'idea 

insolita per intrattenere il telespettatore 

divulgando e facendo cultura. 

Cosa ne pensa? 

È stato un progetto che è nato da un 

gruppo di lavoro brillante: Pasquale 

D'Alessandro, uno dei più bravi uomini 

di televisione che io abbia conosciuto, 

che all'epoca era vicedirettore 

di Rai Tre, io, due grandi autori 

come Stefano Rizzelli e Francesco Cirafici 

e addirittura la collaborazione 

di Corrado Augias. Un'esperienza 

molto bella. Quando il mio direttore 

Paolo Ruffini passò dal GR a Rai 

Tre, mi chiese se avevo dei progetti, 

ed io gli proposi questa ideuccia di 

parlare dei gialli della storia. Tirai 

fuori questo nome, Enigma, che si rifaceva 

alla macchina tedesca usata

per cifrare i codici. Su questa storia era 

stato tratto un bellissimo libro di 

Robert Harris. Due anni di conduzione, 

grandi risultati. Una bella esperienza, 

portata poi avanti negli anni 

da Corrado Augias. Adesso mi dispiace 

che Enigma non ci sia più, penso 

che sia una perdita. Mi auguro che 

magari questo marchio del quale mi 

sento un po' il papà possa rinascere. 

Sei anni al timone di Mi manda Rai 

Tre, storico programma di servizio. Bilancio 

di questa esperienza? 

Bilancio molto positivo, detto senza 

retorica! È stata una fase cruciale 

della mia vita anche questa. Un programma 

di grande responsabilità: 

prendevo il posto di conduttori storici 

come Antonio Lubrano e Piero 

Marrazzo. 

Mi manda Rai Tre è davvero un programma 

al servizio dei cittadini, un 

programma di servizio pubblico. Io 

credo molto nel servizio pubblico. 

Per me è stata un'esperienza fenomenale, 

in grado di vedere e raccontare 

il Paese reale, non quello che 

noi giornalisti spesso raccontiamo 

nelle prime pagine dei giornali ma 

quello più profondo, rappresentato 

dai problemi quotidiani dei cittadini 

e dalle ingiustizie che subiscono. 

È un giornalismo civico, e l'esperienza 

che ne deriva è formativa, emozionante, 

perché poi molta gente 

si rivolge a te quando sta all'ultima 

spiaggia; a volte porti con te i 

loro dolori e le loro rabbie. Devi cercare 

di fare due volte il tuo mestiere, 

non solo quello del giornalista indipendente 

ma anche quello di chi 

ha la responsabilità di dare una mano 

a qualcuno se quel qualcuno aveva 

ragione. Penso di averlo fatto. 

Credo che sia un programma che meriti 

una medaglia per quello che ha 

dato. Ringrazio tutte le persone che 

hanno lavorato con me. Ritengo che 

sia un programma che in vent'anni 

ha fatto del bene al nostro Paese. 

Il Premio Televisivo Giornalistico Ilaria 

Alpi è giunto alla XVI edizione. 

Quale Direttore Scientifico del Premio 

ha lanciato un appello ai colleghi 

giornalisti affinché continuino a 

tenere accesi i riflettori sulla vicenda. 

Faccio parte della giuria da molti anni. 

Quest'anno la Fondazione del 

premio ha ritenuto di darmi anche 

ANDREA VIANELLO 

È nato a Roma il 25 aprile del 1961. Nel 1986 si è laureato in Lettere 

all'Università La Sapienza di Roma con una tesi sulla Letteratura 

Brasiliana. Dopo alcune collaborazioni a quotidiani locali e a riviste 

specialistiche, nel 1989/1990 ha partecipato e vinto il primo concorso 

pubblico Rai per praticanti giornalisti, il primo dai tempi di quello di 

Bruno Vesta e Paolo Frajese. Nel '91 è entrato a far parte della 

redazione del Gr 1 prima e del Giornale Rai unificato poi sotto la 

direzione di Livio Zanetti come inviato di cronaca italiana ha seguito i 

principali casi dei primi anni Novanta come la strage di Capaci e di via 

D'Amelio, l'eruzione del vulcano Etna, il rapimento del piccolo Faruk 

Kassam e molti altri. Fino al 1998 è stato vice caporedattore in 

cronaca e conduttore dei fili diretti in occasioni di eventi speciali o 

breaking news. Nel giugno 1998 per quattro anni, sotto la direzione 

di Paolo Ruffini, ha curato e condotto la trasmissione di Radio Uno 

Radio anch'io. Da gennaio a maggio 2000 ha firmato e condotto su 

Rai Due la trasmissione televisiva in diretta Tele anch'io. Ha vinto nel 

'94 l'Oscar della radio per un'inchiesta realizzata con Luca Mazzà, nel 

'98 il Premio Saint Vincent come miglior giornalista radiofonico 

dell'anno. Nel 2000 il Premio Flaiano, il Premio penne pulite e il 

Premiolino come miglior giornalista del mese (novembre). Nel 2002 a 

Trieste il Premio Festival Internazionale della TV. Dal 2001 al 2003 ha 

condotto la trasmissione televisiva Enigma su Rai Tre. Nel 2004 ha 

iniziato la conduzione di Mi manda Rai Tre. È autore di Assurdo Italia 

(Baldini Castoldi Dalai Editore 2008). 

l'incarico di aiutarli un po' nell'organizzazione 

di questi quattro giorni 

a Riccione pieni di eventi, che diventano 

un punto di riferimento per 

il giornalismo d'inchiesta televisivo 

del nostro Paese. Il premio ha soprattutto 

la funzione di non dimenticare 

che su Miran Hrovatin e su Ilaria 

Alpi ancora non c'è una verità. 

Non sono stati individuati i colpevoli; 

c'è un signore, un somalo che si 

trova in carcere, che probabilmente 

è un capro espiatorio. La verità giornalistica 

è stata compiuta nel senso 

che molti giornalisti bravi e coraggiosi 

hanno capito cosa è successo 

laggiù in Somalia, che Ilaria era incappata 

in una brutta storia. Aveva 

scoperchiato un intrigo legato alla 

cooperazione internazionale, al traffico 

dei rifiuti tossici e al traffico di 

armi. Qualcuno ha chiuso la bocca 

sia a lei sia al suo operatore Miran. 

La giustizia ancora non ha fatto nul- 

pontemilvio 13

intervista 


la. Per fortuna l'inchiesta è ancora 

aperta. È stata respinta la richiesta 

di archiviazione, però ancora non 

sono stati identificati i colpevoli, non 

si è ricostruita la vicenda. E’ un appello 

che è stato rivolto un po' da 

tutta l'Italia, a partire dal Presidente 

della Repubblica Giorgio Napolitano 

affinché non si abbassi la guardia. 

Noi crediamo che sia giusto conoscere 

la verità per Miran e Ilaria. 

La magistratura deve portare avanti 

l'inchiesta per capire come sono 

andate veramente le cose, chi ha ucciso, 

perché quello è stato un omicidio, 

Miran Hrovatin e Ilaria Alpi. 

Possiamo considerare il Suo nuovo 

programma Agorà come l'erede di 

Mi manda Rai Tre? 

Non è l'erede di Mi manda Rai Tre 

ma porta con sé questo rapporto di 

vicinanza tra i cittadini e l'informazione. 

Il programma è una striscia 

mattutina che tutti i giorni aiuta i 

cittadini a capire meglio le notizie 

del giorno. Soprattutto spinge la politica 

a stare più vicino ai cittadini. 

C'è una distanza troppo forte tra il 

Palazzo e la gente, è una distanza 

che poi si vede anche nel grande astensionismo 

alle urne, nell'antipolitica. 

Noi vogliamo provare a riavvicinare 

i cittadini all'attualità politica, 

vogliamo costringere i politici 

a spiegarsi meglio, magari a litigare 

meno tra loro, a parlare meno in 

politichese ma occuparsi di più dei 

fatti concreti. In questo senso si che 

è un'eredità di Mi manda Rai Tre, 

Non più però incentrata sulla difesa 

dei diritti dei cittadini, ma sulla 

difesa di un altro loro diritto, il diritto 

di capire, di essere informati, 

di capire bene le cose e di comprendere 

anche le conseguenze degli 

atti che avvengono nei palazzi 

del potere. Tutto questo dal 27 settembre. 

Quali sono i Suoi interessi e i Suoi 

hobby? 

Lavoro tanto ed ho tre bambini meravigliosi; 

quando torno a casa devo 

recuperare il tempo perduto. Ho 

una moglie straordinaria che pensa 

molto a loro e quando sono a casa 

mi piace godermeli. Le mie passioni 

sono la lettura e lo sport. Mi piace 

vederlo e sono un accanito tifoso del 

Milan. 

“Agorà...Il programma è una striscia mattutina 

che tutti i giorni aiuta i cittadini a capire meglio 

le notizie del giorno” 

Come docente di Giornalismo Radiofonico 

presso l'Università La Sapienza 

di Roma è severo? 

Giustamente. Credo che l'Università 

in questo momento a volte sia un 

po' lassista. Spesso vedo degli studenti 

che vogliono fare Giornalismo 

Radiofonico ma non parlano bene 

l'italiano o fanno errori di ortografia. 

Su quello sì, sono severo. Per il 

resto cerco soprattutto di coinvolgerli, 

cerco di fargli amare la materia. 

Spero di riuscirci e lo faccio con 

grande passione. 

Molti giovani sono affascinati dal 

mestiere di giornalista. Quali consigli 

si sente di dare ripensando alla 

Sua esperienza? 

Intanto di crederci. È un accesso 

complicato ancora di più in questa 

fase. Però se uno lo vuol fare ci deve 

provare fino in fondo. Non si deve 

scoraggiare, deve accettare probabilmente 

anche anni molto duri, 

che sono gli anni del precariato, 

però alla fine i cavalli di razza arrivano. 

È un mestiere che in questo 

momento subisce molte intemperie, 

però leggete, incuriositevi, non perdete 

la passione e provateci!

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erogati da Agos Ducato. Messaggio pubblicitario con fi nalità 

promozionali. Salvo approvazione Agos Ducato. Per le 

condizioni economiche e contrattuali e per le informazioni sui 

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social responsibility 

Il termine giapponese hikikomori è riferito al fenomeno 

in base al quale un adolescente si chiude in se stesso 

al punto tale da ritirarsi, escludersi completamente 

dalla vita sociale, rifiutando ogni contatto non solo con 

il mondo esterno ma anche con i propri familiari in casa. 

di Antonia Coppola 

V 

molto spesso le cause che spingono l’adolescente a 

“scomparire” dal mondo sono il timore di non riuscire e 

l’ansia da prestazione; l’incapacità di affrontare la vita reale... 


ivono segregati, rinchiusi 

nella propria stanza, 

dove consumano addirittura 

i pasti, per mesi, in 

alcuni casi per anni. 

E’ una patologia che in Giappone colpisce 

moltissimi adolescenti; in un reportage 

sull’argomento pubblicato nel 

2006 dal prestigioso quotidiano americano 

- The New York Times – viene 

indicato che i teens hikikomori potrebbero 

ammontare ad 1 milione, vale 

a dire circa l’1% della popolazione 

giapponese complessiva. In Giappone 

sono stati istituiti anche dei programmi 

di “riabilitazione” (denominati 

New Start … nuovo inizio) per reinserire 

i giovani colpiti da tale sindrome, 

così come vi sono gruppi di supporto 

per i loro genitori. 

Alcuni studiosi hanno equiparato questo 

fenomeno a quello dell’anoressia, 

in quanto molto spesso le cause che 

spingono l’adolescente a “scomparire” 

dal mondo possono coincidere con 

quelle che lo portano a rifiutare il cibo 

fino quasi a morire: il non sentirsi 

accettati dagli altri; il non accettarsi; il 

timore di non riuscire e l’ansia da pre- 

Hikikomori 

viaggio nel mondo degli 

adolescenti 

stazione; l’incapacità di affrontare la 

vita reale; l’infelicità; il senso di inadeguatezza; 

la reazione ad atti di sopraffazione, 

violenza o bullismo. 

L’hikikomori non va a scuola, non frequenta 

più gli amici, si isola completamente; 

ha difficoltà nel relazionarsi 

con gli altri e tende a proporsi al 

mondo solo “schermato” attraverso 

Internet, evitando ogni forma di contatto 

“reale”; vi sono alcuni che di notte 

escono qualche volta per fare una 

passeggiata. Sebbene in Italia il numero 

di casi acclarati di sindrome 

“hikikomori” non superi il centinaio, 

tuttavia il fenomeno preoccupa; ne 

siano prova le numerose pubblicazioni 

sull’argomento. 

Si tratta infatti di una sindrome legata 

ai disagi dell’incomunicabilità, ai 

rapporti tra genitori e figli, ai rapporti 

umani in generale, elementi questi 

che non hanno una connotazione geografica, 

sebbene siano stati riscontrati 

più comunemente in determinati 

contesti. L’antropologa Carla Ricci, esperta 

di Giappone, ha ad esempio ravvisato 

alcune analogie tra il fenomeno 

italiano dei “mammoni” e gli 

hikikomori. Anche i “mammoni” infatti 

rifiutano di lasciare la casa dei genitori 

in quanto temono di affrontare 

la vita al di fuori del “nido” e come 

tali hanno difficoltà relazionali. Ammoniscono 

gli psicologi circa il fatto 

che non esistono ricette per evitare 

che i propri figli diventino hikikomori, 

però occorre conoscere il fenomeno 

allo scopo di saper individuare gli 

eventuali campanelli d’allarme. Anche 

in Italia (ad esempio a Milano ed a Roma) 

stanno nascendo programmi per 

la cura ed il supporto in tali casi .

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gusto 

L’abbinamento 

del pesce 

con il vino da tradizione 

e rifoluzione 

di Ursula Prügger, Sommelier AIS 

www.ulimengo.it 

i 


pescatori protestano contro 

il regolamento europeo che 

impone nuovi limiti ai metodi 

e ai tempi della pesca. 

Gli scienziati chiedono il controllo 

sull’overfishing; controllo oggi 

non sufficiente, come dimostra il caso 

del tonno rosso, la cui tutela è sconfitta 

dai forti interessi economici legati alla 

sua vendita. Considerando il recente 

immane disastro petrolifero del Golfo 

del Messico, la proliferazione di alghe 

killer, che si riproducono a velocità impressionante, 

la presenza anomala di 

meduse, le nuove e più restrittive regole 

europee per la pesca - i patti internazionali 

di pesca sostenibile proposti 

dalla FAO sebbene non siano stati 

firmati da parecchi paesi - tra poco 

forse non potremo chiederci più quale 

vino abbinare al pesce, ma saremo costretti 

a chiederci se vi è del pesce da 

mangiare e quale. 

Ad esempio le nuove regole restrittive 

sulla pesca di calamaretti e seppie allarmano 

non solo i pescatori, ma anche 

ristoratori, chef e consumatori. 

In questo contesto va ricordato che il 

pescato mondiale in tutti i mari del 

mondo ammonta attualmente a circa 

150.000 tonnellate anno. Da cinque anni 

è obbligatorio indicare la provenienza 

del pescato e dal 2002 l’allevato 

ha sorpassato il pescato. Il pesce da 

allevamento non è necessariamente di 

qualità scadente, ma va distinto tra 

quello “estensivo” e quello “intensivo”. 

In Italia ci sono più di 8000 km di coste 

cui si aggiungono le “acque dolci” dove 

si pescano trote, anguille e altro. L’Adriatico 

è, a causa dei fiumi di grandi 

dimensioni che vi confluiscono e che diluiscono 

la sapidità del mare, meno salato 

del Mar Tirreno. Infatti, la profondità 

del Tirreno con una fossa marina 

che raggiunge i 3.000 metri e che interessa 

il sud del Lazio, la Campania, le Isole 

Pontine arrivando fino alle Isole 

Eolie ed Egadi, genera ricchezza di ossigeno 

e maggiore sapidità. Con questo 

termine non ci si riferisce solo al livello 

di concentrazione salina, ma anche 

ad una maggiore concentrazione 

di plancton e fitoplancton, nutrimenti 

naturali del pesce. 

La tradizione della cucina italiana in effetti 

si basa molto sul pesce e il “ristorante 

da pesce” ha in se un carattere di 

eccezionalità. Fatta eccezione per il Natale, 

è soprattutto nei mesi estivi che si 

ha maggiore richiesta e consumo di pesce, 

anche se l’estate coincide con la riproduzione 

di determinate specie di pescato. 

Proprio per tutelare tale fase riproduttiva, 

in Italia la pesca viene fermata 

per circa un mese nel periodo 

compreso tra il due agosto e la fine di 

settembre, alternando i giorni di chiusura 

da zona a zona. 

Di che cosa sa il pesce? Quali sono le 

sue caratteristiche? 

La prima prerogativa del pescato è la 

persistenza gusto-olfattiva, il gusto 

rimane a lungo sul palato. Il 90% del 

pesce ha sapidità, ma cambia in base 

all’habitat del pesce. Maggiore è la 

sapidità, di maggior pregio risulta il 

pesce. 

La succulenza nel pesce si manifesta meno 

perché non deve essere masticato 

tanto come la carne, però viene esal- 

tata grazie a certi metodi di preparazione: 

al cartoccio, al forno o in brodetti 

e zuppe. 

L’aromaticità e il salmastro, tipici nel pesce 

di mare dipendono dall’ habitat marino, 

dalla grandezza della pezzatura 

del pesce e da ciò di cui si è nutrito. Particolarmente 

aromatico è il pesce affumicato; 

infatti, il massimo della persistenza 

gusto-olfattiva ed aromaticità si 

trovano nella bottarga e nel caviale. 

La grassezza, impercettibile nei molluschi 

e crostacei, varia dallo 0,5 al 27% 

in funzione del tipo di pesce e della stagione, 

dall’habitat e dall’alimentazione. 

La tendenza amarognola e la tendenza 

dolce sono altre peculiarità che possiamo 

trovare nel pesce, in modo più o 

meno evidente e sono elementi da considerare 

nell’abbinamento. 

Non solo il tipo di pesce, ma anche il 

modo nel quale viene cucinato incidono 

sull’abbinamento: le spezie, gli aromi 

e l’olio usati nella preparazione, i 

contorni e la combinazione con salse

sono altri elementi da tener conto per 

un abbinamento riuscito. 

Regole da osservare per un matrimonio 

riuscito tra cibo e vino. 

Prima di parlare degli abbinamenti, è 

bene spendere qualche parola sui principi 

di concordanza e contrapposizione 

nell’abbinamento tra cibo – vino. 

Secondo il metodo dell’AIS Associazione 

Italiana Sommelier, nell’abbinamento 

tra cibo e vino sono da considerare 

dei principi di base per raggiungere 

un abbinamento armonico, dove 

non prevale né il cibo né il vino. Più un 

cibo è strutturato più il vino deve essere 

strutturato, lo stesso criterio vale per 

il profumo. 

Sono caratteristiche che vanno in concordanza 

tra loro. 

La grassezza del cibo richiede in contrapposizione 

l’acidità; la sapidità e l’eventuale 

anidride carbonica contenute 

nel vino possono sposarsi con l’untuosità 

di un fritto, la maggiore alcolicità 

del vino pulisce il palato evitando 

cosi una stanchezza sensoriale. 

Malgrado le regole, l’abbinamento cibo-vino 

non è solo uno, ma spesso ci si 

trova di fronte ad una rosa di possibili 

scelte, tante alternative ed, alle volte, 

soluzioni sorprendenti. 

Vediamo come abbinare qualche pesce 

comunemente servito al ristorante o 

anche preparato in casa. 

Sushi giapponese - pesce crudo a tocchetti 

sopra un letto di riso, servito 

insieme ai petali di zenzero candito, 

wasabi, la pasta di rafano verde molto 

piccante e la salsa di soia - e Sashimi 

- pesce crudo filettato - hanno un 

gusto tendente al dolce e perciò sono 

molto delicati. Preferibile è l’abbinamento 

con un bianco morbido di 

non eccessiva alcolicità, ma con una 

buona acidità e sapidità, come ad e- 

gusto 

sempio l’Orvieto. 

E per il crudo di pesce mediterraneo, 

l’antipasto di mare, crudo o appena 

scottato per conservarne il profumo del 

mare e la freschezza salmastra? Così come 

una spruzzata di limone compensa 

come elemento acidulante la tendenza 

dolce dei gamberetti, delle seppioline 

e dei moscardini, anche il vino bianco 

può consentire di raggiungere il medesimo 

effetto: Gavi o Vermentino di 

Gallura con una media struttura e una 

piacevole acidità. 

Tra i molluschi vi sono le ostriche, che 

hanno sapidità ed aromaticità, ma anche 

una particolare succulenza che, nell’abbinamento, 

sono da contrastare: eventualmente 

un Muscadet o un bianco 

di Bordeaux o delle Langhe. 

Ma c’è anche chi osa abbinamenti con 

le ostriche che potrebbero apparire a 

pontemilvio 19

gusto 


Il vino rosso in abbinamento con il pesce, in passato un vero e proprio tabù, 

oggi è invece proposto con frequenza 

prima vista curiosi, come il vino dolce 

francese Sauternes o il friulano Verduzzo 

di Ramandolo. Un insieme di salato 

e dolce che può funzionare molto 

bene! E’ da evitare comunque un vino 

che con la sua sapidità rinforzi il salato 

dell’ostrica, preferendo invece un 

bianco morbido e aromatico. 

Sia il caviale autentico (le uova di storione) 

sia il salmone selvatico, pescato 

nei torrenti irlandesi o scozzesi, sono 

dotati di una succulenza “massima”, 

che va contrapposta con una percentuale 

di alcol più elevata. Per il primo 

va benissimo una Vodka speciale, ma 

anche un Trebbiano d’Abruzzo, per il 

secondo un single malt whisky. 

Nella bottarga (le uova di tonno o cefalo-muggine 

salate, essiccate e pressate) 

è da valutare l’aromaticità, la sapidità, 

l’intensità e la persistenza gusto-olfattiva. 

Anche se viene servita con 

la pasta ci vuole un vino di struttura, 

ma particolarmente morbido e di persistenza, 

come potrebbe essere una Ri- 

bolla Gialla del Friuli. 

I crostacei, come i gamberi, i gamberoni, 

le mazzancolle, gli scampi, l’astice 

e l’aragosta si caratterizzano per la 

spiccata tendenza dolce, che si spiega 

dall’accumulo di zuccheri nel loro sangue. 

Come abbinamento è consigliabile, 

in contrapposizione alla tendenza 

dolce, la freschezza, la sapidità e l’anidride 

carbonica di un grande vino 

spumante, come un Franciacorta o uno 

Champagne, che puliscono bene 

l’affaticamento gustativo dopo qualche 

assaggio. 

E’ così che il vino giusto esalta il piatto! 

Vino rosso e pesce: è solo una provocazione 

o stravagante moda? 

Il vino rosso in abbinamento con il pesce, 

in passato un vero e proprio tabù 

assoluto, oggi è invece proposto da 

qualcuno. 

Sono però da escludere a priori i grandi 

rossi con tannini importanti, che al- 

terano la salivazione e sono un pò amarognoli. 

I tannini non devono provocare 

nessun effetto sgradevole. Tra 

l’altro non serve il potere asciugante 

e detergente del vino rosso in abbinamento 

con il pesce. 

Un esempio di matrimonio perfetto 

tra pesce e vino rosso è il cacciucco alla 

livornese, fatto come prevede la tradizione 

con sette tipi di pesce, servito 

con il pane agliato e bruschettato. 

Un vino bianco non va bene. Funziona 

invece l’abbinamento con un rosato, 

ma ancora meglio con un rosso, 

forse un Chianti, ma non Riserva. 

Anche i famosi brodetti abruzzesi in 

casseruola, sempre con il pomodoro, 

l’aglio, olio e pane, richiedono un vino 

rosso. Va benissimo un abbinamento 

regionale con il Montepulciano 

Cerasuolo o, cambiando regione, 

un rosato umbro dei Colli Amerini o 

un Salento rosato. Chi preferisce un 

bianco con la zuppa di pesce deve cercare 

un vino sapido, strutturato e con

una buona persistenza. Può optare 

per esempio per un Greco di Tufo o 

provare un Soave Classico Superiore. 

La famosa Bouillabaisse (versione 

marsigliese della zuppa di pesce) in 

Francia tradizionalmente si mangia 

con un bicchiere di rosato del sud della 

Francia o di un rosso, magari un 

Cannonau. 

Con la frittura di polpi, moscardini, 

seppie e calamari serve un vino che 

pulisca bene l’untuosità e perciò con 

una gradazione alcolica un pò più elevata. 

Può essere un vino rosato o 

un rosso molto leggero, ma anche un 

Sauvignon strutturato o un Fiano di 

Avellino, per chi comunque preferisce 

il bianco. 

E che ne dite di un trancio di tonno 

appena scottato con un bicchiere di 

Nero d’Avola siciliano? O forse è meglio 

un Greco di Tufo della Campania 

o un Grechetto dell’Umbria? 

… Chissà … 

Occorre proprio provare …. 

gusto 

pontemilvio 21

La nuova stagione 


del teatro Cassia 

“Spegni la TV, da noi c’è di più” 

è lo slogan del Teatro Cassia. Le anticipazioni 

del Direttore Artistico Tomaso Thellung 

idi Alessandra Stoppini 

n ottobre prende il via la 

terza stagione del Teatro 

Cassia, teatro che nel giro 

di poco tempo è diventato 

un importante punto di riferimento 

culturale per Roma nord e 

non solo. Ponte Milvio ha incontrato 

il Direttore Artistico Tomaso Thellung 

per svelarne in anticipo le novità. 

Quale sarà lo spettacolo di apertura 

della nuova stagione? 

La stagione si aprirà il 12 ottobre con 

lo spettacolo “Poche idee… e basta!” 

di e con Cinzia Leone. Umorismo da 

choc, delirio di risate, un uragano di 

consensi e la bravura dell'attrice, accompagnano 

il successo di questo 

spettacolo. Ma è solo l’inizio… Per 

fare qualche altro nome avremo tra 

gli altri Amanda Sandrelli e Blas Roca 

Rey con un nuovo spettacolo, Pino 

Ammendola, Totò Onnis e Paolo 

Sassanelli, Grazia Scuccimarra e il 

grande ritorno della Compagnia Partenope 

che dopo i successi di “Natale 

in Casa Cupiello” e “Non ti pago” 

ci portano una straordinaria “Filumena 

Marturano”, ovviamente sempre 

di Eduardo! 

Ci descrive le novità principali? 

A differenza di quanto abbiamo fatto 

nella prima mezza stagione di apertura 

e nella seconda appena trascorsa 

in cui presentavamo spettacoli 

concentrati nei fine settimana, la nuova 

stagione 2010/11 ha invece una programmazione 

più lunga. Ogni spettacolo 

sarà in scena mediamente 10/12 

giorni. Quindi ci avviciniamo di più a 

quelle che sono le abituali programmazioni 

dei teatri romani. 

Avremo appuntamenti con la musica 

classica, la domenica mattina una volta 

al mese. Mentre la domenica po-

meriggio, sempre con un appuntamento 

al mese, sarà dedicata agli spettacoli 

per i più piccoli. Avremo quattro 

appuntamenti con l'operetta, un galà 

in apertura di stagione, poi La vedova 

allegra, Al cavallino bianco e un'opera, 

una prima nazionale, Maria de Buenos 

Aires. 

Altra grande novità è lo spettacolo che 

presenteremo a cavallo delle feste natalizie: 

sto parlando di Caino e Abele 

di Tony Cucchiara. Un musical di grande 

successo nato molti anni fa e riproposto 

in tournée in tutta Italia, quest’anno 

approda in esclusiva a Roma 

nel nostro Teatro. Con Caino e Abele 

faremo una replica a Capodanno, per 

festeggiare insieme una serata particolare. 

Sarà in programmazione da 

metà dicembre fino al sei gennaio. 

Quest’anno poi i “fedelissimi” avranno 

la possibilità di abbonarsi … 

E’ vero. Questa è un'altra importante 

novità di quest’anno: inauguriamo infatti 

il nostro primo abbonamento stagionale. 

Anzi, abbiamo addirittura deciso 

di prevedere più formule di abbonamento: 

ne avremo uno per l’intera 

stagione (teatro, danza, musica e 

operetta), due MIX (sette spettacoli 

con una selezione dei vari eventi), e poi 

uno per l’operetta e uno per la musica! 

Insomma ce n’è per tutti i gusti e 

tutti i palati. 

Che cosa avete riservato agli amanti 

del balletto e della danza? 

Un piacevole ritorno per il Balletto di 

Roma con La morte e la fanciulla, coreografie 

di Paolo Santilli; poi la Compagnia 

Botega con Giselle con il coreografo 

Enzo Celli; avremo Sherazade 

della Compagnia Danza Prospettiva, 

con le Coreografie di Vittorio Biagi 

e due spettacoli dedicati al flamenco: 

il primo Pasion Y Flamenco con la 

Compagnia di Cristina Benitez e il secondo 

Mis Ojos en Tu Mirada di Caterina 

Costa. E poi la Compagnia Spelbound, 

già nostra ospite, torna con una 

nuova produzione Bach…iana una 

serata per Bach. 

Ci anticipa qualche titolo di spettacoli 

dedicati ai bambini e alle scolaresche? 

Iniziamo a ottobre con I musicanti di 

Brema. A novembre torna La giocoleria 

di Sashaman, un ragazzo mago/giocoliere 

che coinvolge nelle sue 

infinite magie i bambini, molto apprezzato. 

A dicembre sarà la volta de 

Il mio nome è Zorro, a gennaio Il gatto 

con gli stivali, a febbraio La spada 

nella roccia, a marzo La porta del sogno, 

bellissimo spettacolo con proiezioni, 

suggestivo coinvolgimento tra 

arte (Matisse, Mirò ecc...) e racconto 

teatrale. Chiude la programmazione 

ad aprile uno spettacolo epico/comico, 

Eroi di Troia. 

Il Teatro Cassia ha anche uno spazio 

informativo on line, giusto? 

Si. Tutti coloro che desiderassero informarsi 

sulla programmazione durante 

l’anno potranno consultare il sito 

www.teatrocassia.it. Abbiamo anche 

implementato un nostro spazio su Facebook. 

In questo modo chiunque avrà 

voglia di passare una serata diversa 

potrà facilmente aggiornarsi sulla 

programmazione. 

Teatro Cassia 

Via Santa Giovanna Elisabetta, 69 

Tel. 06 96527967 

www.teatrocassia.it 

info@teatrocassia.it 

pontemilvio 23

legal 

Il genitore ha diritto di 

chiedere il rilascio ad 

nutum dell’abitazione, 

già concessa 

gratuitamente e senza 

termine al proprio figlio 

e, successivamente, 

assegnata dal Tribunale 

in sede di separazione 

dei coniugi alla moglie 

(nuora) del figlio con 

prole (nipoti). 


Buone notizie 

per i suoceri, ma non per i loro nipoti 

di Eleuterio Zuena 

Avvocato in Roma 

e ’ 

noto anche ai non addetti 

ai lavori il contrasto 

esistente tra quell’orientamento 

della Suprema 

Corte di Cassazione 

secondo la quale 

il comodante non può 

esercitare il recesso ad nutum (senza 

particolari formalità) in quanto il provvedimento 

di assegnazione ha ormai 

sostituito il precedente titolo di godimento 

derivante dal comodato nella 

disciplina del rapporto, e l’opposto orientamento, 

sempre dei giudici di legittimità, 

secondo il quale un problema 

di opponibilità dell’assegnazione 

della casa familiare può porsi soltanto 

ove il titolo d’acquisto dell’immobile 

con tale destinazione funzionale sia 

posteriore al provvedimento giurisdizionale, 

mentre nell’ipotesi opposta (in 

cui l’acquisizione di un diritto sulla casa 

sia anteriore al provvedimento di assegnazione) 

la decisione del giudice 

non può incidere su una situazione 

preesistente nella quale sono coinvolti 

diritti di soggetti estranei al giudizio 

di separazione. Ed, in particolare, con 

riferimento al rapporto di comodato, 

la vexata questio, se per il recesso del 

comodante (genitore-nonno) sia applicabile 

la previsione dell’art. 1809 c.c. 

per la quale il comodatario (nuora) è 

tenuto alla restituzione della cosa alla 

scadenza del termine pattuito oppure 

quando se ne è servito in conformità 

dell’uso pattiziamente stabilito (salvo 

che ricorra l’ipotesi divisata dal 2° comma, 

per la quale il comodante può richiedere 

la restituzione immediata in 

caso di sopravvenienza di un urgente 

ed impreveduto bisogno); oppure se si 

tratti di un comodato senza determinazione 

di termine, per il quale è prevista 

dall’art. 1810 c.c. la possibilità per 

il comodante (suocero) di recedere con 

effetto immediato, ad nutum. 

La Corte di Cassazione a sezione unite 

aveva posto fine al contrasto con la 

sentenza depositata il 21.07.2004, n. 

13603, statuendo che nell’ipotesi di 

concessione in comodato da parte di 

un terzo di un bene immobile di una 

proprietà perché sia destinato a casa 

familiare, il successivo provvedimento 

di assegnazione in favore del coniuge 

affidatario di figli minorenni o convivente 

con figli maggiorenni non autosufficienti 

senza loro colpa, emesso 

nel giudizio di separazione o di divorzio, 

non modifica la natura ed il contenuto 

del titolo di godimento sull’immobile, 

ma determina concentrazione, 

nella persona dell’assegnatario, 

di detto titolo di godimento, che resta 

regolato dalla disciplina del comodato, 

con la conseguenza che il comodante 

è tenuto a consentire la continuazione 

del godimento per l’uso previsto 

nel contratto, salva l’ipotesi di sopravvenienza 

di un urgente ed impreveduto 

bisogno, ai sensi dell’art. 1809, 

2º comma, c.c. 

Dopo sei anni, di pacifica applicazione 

del principio, l’antica disputa si è ora 

riproposta. 

Ci riferiamo alla recentissima sentenza 

della Corte di Cassazione, sezione 

terza civile, depositata il 7.7.2010, n. 

15986, secondo la quale la convenzione 

negoziale priva di termine integra 

la fattispecie del c.d. comodato precario, 

caratterizzato dalla circostanza che 

la determinazione del termine di efficacia 

del vinculum iuris (vincolo di legge) 

costituito tra le parti è rimesso in 

via potestativa alla sola volontà del comodante, 

che ha facoltà di manifestarla 

ad nutum, con la semplice richiesta 

di restituzione del bene, senza 

che assuma rilievo la circostanza che 

l’immobile sia stato adibito ad uso familiare 

e sia stato assegnato, in sede di 

separazione tra coniugi, all’affidatario 

dei figli. Buone notizie, quindi, per i 

suoceri; ma anche per i nonni?

Q uesta è la recente 

statuizione della 

Corte di Cassazione 

in merito alla dibattuta 

questione 

della legittimazione 

passiva dell'Amministratore 

che è stata rimessa alle 

sezioni unite non ancora pronunciatesi 

al riguardo. Nel caso di specie l'Amministratore 

uscente aveva ottenuto 

un decreto ingiuntivo per il corrispettivo 

dovutogli per le prestazioni svolte 

quale Amministratore condominiale, 

ma il condominio, nella persona 

del nuovo Amministratore, proponeva 

opposizione assumendo come 

non dovute le somme pretese in quanto 

il rendiconto non era stato approvato 

dall'assemblea dei condomini. Il 

primo Giudice accoglieva parzialmente 

l'opposizione, ma il Giudice di appello, 

in riforma dell'impugnata pronuncia, 

revocava il decreto opposto e 

rigettava ogni ulteriore domanda delle 

parti, osservando che l'Amministratore 

del condominio era legittimato 

passivo in relazione a tutte le domande 

nei confronti del condominio per 

cui, quale destinatario del decreto ingiuntivo, 

era legittimato sia a proporre 

opposizione sia a proporre appello 

anche in difetto di autorizzazione assembleare, 

mentre, in assenza di detta 

autorizzazione, non poteva però 

chiedere la condanna del vecchio Amministratore 

alla restituzione di som- 

L’amministratore può 

resistere in giudizio 

senza delibera dell’assemblea 

me indebitamente percepite. L'Amministratore 

uscente ha proposto ricorso 

per Cassazione, deducendo: che 

l'assemblea del condominio...non ha 

mai sollevato le obiezioni che sono state 

mosse da entrambi gli Amministratori 

che si sono succeduti nella controversia 

in esame; l'Amministratore 

era legittimato a proporre opposizione 

al decreto ingiuntivo dovendo però 

limitarsi a svolgere difese e domande 

in relazione al decreto e non, come avvenuto, 

a proporre domande riconvenzionali 

senza l'autorizzazione assembleare; 

la Corte di Appello non ha 

valutato tale aspetto della controversia; 

e, infine, nel caso di specie va considerata 

come riconvenzionale la domanda, 

non autorizzata dal condominio, 

di accertamento di rapporti di debito 

e/o di credito ed eventualmente 

di risarcimento danni per l'asserita pessima 

amministrazione. Tale motivo è 

stato giudicato infondato dalla Corte 

"posto che, come non contestato dal 

ricorrente, l'Amministratore del condominio 

poteva senza essere a tanto 

autorizzato dall'assemblea condominiale, 

proporre opposizione avverso il 

decreto ingiuntivo chiesto ed ottenuto 

(dall'Amministratore uscente) nei 

confronti del condominio per asseriti 

crediti vantati verso quest'ultimo. Infatti, 

poichè l'opponente al decreto ingiuntivo 

ha la posizione processuale 

di convenuto ossia, legittimato passivo 

rispetto alla pretesa azionata con il 

condominio news 

di Valerio De Mattheis 

Amministratore Condominiale in Roma 

L'Amministratore del condominio può 

proporre opposizione avverso il decreto 

ingiuntivo chiesto ed ottenuto nei confronti 

del condominio per asseriti crediti 

vantati verso quest'ultimo, senza 

dovere essere autorizzato dall'assemblea 

condominiale. 

ricorso monitorio, l'Amministratore di 

un condominio che proceda a siffatta 

opposizione non ha necessità dell'autorizzazione 

assembleare a termini 

dell'art. 1131 c.c., comma 2". La pronuncia 

ha, comunque, sottolineato 

che, nella specie, trattavasi di materia 

rientrante nelle attribuzioni dell'Amministratore 

e tale distinguo incide sulla 

soluzione più generale, con riferimento 

all'orientamento maggioritario 

della giurisprudenza della Cassazione 

secondo cui "ai sensi dell'art. 

1131 c.c., comma 2, la legittimazione 

dell'Amministratore a resistere in giudizio, 

esclusiva o concorrente con quella 

dei singoli condomini, non incontra 

limiti dal lato passivo, anche rispetto 

alle azioni di natura reale rivolte contro 

il condominio e concernenti le parti 

comuni dell'edificio, avendo in tali 

casi l'Amministratore il solo obbligo, 

di mera rilevanza interna e non incidente 

nei suoi poteri rappresentativi 

processuali, di riferire all'assemblea" 

(da ultimo Cassazione 16 aprile 2007 

n. 9093 e 9 dicembre 2009, n. 26766). 

Se avete quesiti, dubbi, domande, o 

volete avere informazioni afferenti 

il Vostro condominio scrivete 

all’Amm. Dr. Valerio De Mattheis. 

Le risposte saranno date agli 

interessati, o via mail, o pubblicate 

sul sito della rivista nella rubrica 

"l'Amministratore risponde". 

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Roma news 


Concordato multe, 

l’assessore Leo: “risolti 

i problemi dei cittadini 

incassando 30 milioni 

euro” 

“Il concordato sulle vecchie multe per 

le infrazioni commesse al Codice della 

strada è stata un'ottima operazione 

che ha permesso di risolvere i problemi 

di turbativa sociale connessi alla 

mole di procedure di riscossione ereditate 

dalle precedenti amministrazioni 

e, a oltre 100.000 cittadini, 

di chiudere posizioni aperte da tempo 

con uno 'sconto' in media pari a 

2/3 del debito originario" ha dichiarato 

l'assessore al Bilancio e allo Sviluppo 

Economico, Maurizio Leo, sottolineando 

che "i quasi 30 mln di euro 

incassati dal Comune di Roma costituiscono 

un risultato eccezionale 

anche rispetto a quelli delle sanatorie 

precedentemente adottate in ambito 

nazionale per i tributi erariali". 

"Voglio inoltre ricordare che non si 

è trattato di un condono ma, appunto, 

di un concordato perché le 

sanzioni originarie ancora esigibili 

non sono state né cancellate né diminuite, 

ma più semplicemente depurate 

delle maggiorazioni, altrimenti 

dovute per il ritardato pagamento. 

L'operazione si è svolta con 

la massima regolarità e nel rispetto 

di principi di trasparenza ed efficienza, 

come testimonia anche il notevole 

numero di adesioni ottenuto 

da cittadini multati a Roma ma residenti 

in altre regioni" ha concluso 

l'Assessore capitolino. 

Su richiesta del Comune di Roma l'Agente 

per la riscossione ha inviato circa 

300 mila comunicazioni contenenti 

la proposta di definizione agevolata. 

L'Amministrazione ha fornito assistenza 

attraverso il proprio call center 

e gli sportelli per il contribuente 

attivati presso i Municipi, dove è stato 

possibile ottenere la stampa personalizzata 

della stessa comunicazione. 

E' stata, inoltre, distribuita con 

molto anticipo rispetto alla scadenza 

del concordato (15 maggio con 

proroga al 30 giugno scorso), una 

guida pratica pubblicata anche sul 

portale istituzionale del Comune e 

sul sito di Equitalia Gerit. Infine, 

un'apposita sezione del sito web del 

Comune ha permesso di conoscere in 

tempo reale se si fosse, o meno, in 

attesa della comunicazione. 

Municipio IV 

Prosegue il servizio 

gratuito di mobilità 

destinato a tutti 

Prosegue nel IV Municipio l’iniziativa 

denominata “Mobilità Gratuitamente 

Garantita”. L’iniziativa è rivolta 

alle persone diversamente abili, 

agli anziani ed a tutte le persone 

con difficoltà motorie. 

E’ stato siglato un protocollo tra il IV 

Municipio e la Società MGG Italia 

SpA, l’azienda che fornirà i mezzi per 

l’iniziativa e che insieme alle Associazioni 

Assport e Anagramma conta 

oggi 1500 dipendenti ed oltre 720 

mezzi in tutta Italia. 

Grande soddisfazione è stata manifestata 

dal Presidente del IV Municipio, 

Cristiano Bonelli, che ha tenuto 

a precisare come questa sia la prima 

iniziativa del genere a Roma. “L’uso 

del servizio è semplicissimo - ha spiegato 

Bonelli - è sufficiente infatti 

comporre un numero telefonico messo 

a disposizione e prenotare il percorso 

che interessa”. 

La stessa Associazione Anagramma si 

è resa disponibile per raccogliere le 

segnalazioni inerenti le barriere architettoniche 

che ostacolano la vita 

di un cittadino diversamente abile.

Municipio XX 

Al via il Concorso 

di cortometraggi 

Corto XX 2010 

Anche quest’anno il Municipio Roma 

XX annovera tra le iniziative culturali 

“CortoXX”, Concorso di cortometraggi 

ormai giunto alla sua 8a edizione. 

C’é tempo fino al 4 ottobre 2010 per 

inviare i filmati al seguente indirizzo: 

rassegna del Cortometraggio (cod. 03) 

2010 - Ufficio Protocollo Roma XX – 

Via Flaminia, 872 – 00191 Roma. Il bando 

completo é disponibile sul sito 

municipio XII 

Inaugurato il pontile 

di Ostia 

E’ stato recentemente inaugurato il 

Pontile di Ostia. A tagliare il nastro, il 

Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, 

alla presenza di Giacomo Vizzani Presidente 

XIII Municipio, dell'Assessore 

ai Lavori Pubblici del XIII Municipio Amerigo 

Olive e degli altri rappresentanti 

della giunta e del Consiglio del 

XIII Municipio. Il Presidente Vizzani ha 

spiegato che il Pontile, dopo circa nove 

mesi di lavori, torna ad essere fruibile 

per la cittadinanza e sottolinea 

che viene riconsegnato il simbolo di 

Ostia con un nuovo look sia da un punto 

di vista infrastrutturale, considerata 

l’operazione di messa in sicurezza, 

sia da un punto di vista di decoro urbano, 

visto che sono state sistemate le 

aree verdi e sono state installate nuove 

panchine. La presenza del Sindaco 

Alemanno testimonia l’attenzione che 

Roma ha nei confronti di questo territorio. 

Insieme al Primo Cittadino- ha 

concluso Vizzani- stiamo portando avanti 

progetti “storici” che presto saranno 

ultimati. 

www.comune.roma.it (cerca il link al 

Municipio XX) Il concorso prevede tre 

sezioni: CortoLibero (cortometraggi a 

tema libero); CortoGiallo (cortometraggi 

di genere giallo/noir), Corto- 

Bimbo (cortometraggi realizzati da 

under 13). Tutti i cortometraggi inviati 

verranno valutati da apposite commissioni 

che assegneranno i seguenti 

premi: miglior cortometraggio, miglior 

fotografia, miglior sceneggiatura, 

miglior attore/attrice, miglior CortoBimbo 

e miglior CortoGiallo. 

Le proiezioni e le premiazioni di Corto 

XX si svolgeranno nel mese di dicembre 

2010, in data da stabilire, presso 

il Teatro Stabile del Giallo in Via al 

Sesto Miglio 78. 

Lavori metro B1, da 

martedì 14 settembre 

centro informativo 

a viale Jonio 

Un nuovo centro informativo sulla linea 

B1 della metropolitana. Aprirà 

martedì 14 nello spartitraffico centrale 

di viale Jonio nei pressi del cantiere 

già in attività dall'inizio dell'estate. 

La metro B1, diramazione dell'attuale 

linea B, collegherà piazza 

Bologna con viale Jonio. L'apertura 

della prima tratta, fino a Conca d'Oro, 

è prevista per la fine del 2011. 

Nel centro informativo i cittadini potranno 

trovare pannelli informativi, 

plastici delle opere in costruzione lungo 

la linea e assistere alla proiezione 

di audiovisivi. Il cantiere ove viene collocato 

il centro informativo è finalizzato 

alla realizzazione di opere di 

Roma news 

consolidamento del terreno relative 

alla costruzione della Linea B1. 

A seguito dell'avvio dei lavori la viabilità 

su viale Jonio ha subito alcune 

modifiche: in particolare, nel tratto interessato 

dal cantiere, il traffico è stato 

indirizzato sulla carreggiata lato via 

Scarpanto, mentre la carreggiata lato 

via Veglia è stata ristretta ed è destinata 

unicamente alla viabilità locale. 

Di conseguenza, cambiamenti anche 

per le fermate bus: nuova fermata della 

linea 63 su viale Tirreno in direzione 

largo Pugliese; fermata Jonio/Pantelleria 

(linee 63, 69, 338, 339, 342F, 

345, 36F, c5) anticipata in direzione 

Prati Fiscali e temporaneamente sospesa 

in direzione opposta. 

Il cantiere continuerà a occupare il lato 

sud della carreggiata fino al prossimo 

mese di dicembre, poi sarà trasferito 

sul lato opposto della strada 

per ulteriori 5 mesi, senza interruzioni 

della circolazione. 

pontemilvio 29

make-up 

La matita 

per le labbra 

Ldi Rossano De Cesaris 


e matite per le labbra 

hanno una consistenza 

abbastanza morbida, ma 

meno di quelle per gli occhi, 

perché pur dovendo essere applicate 

e sfumate in modo semplice, 

devono anche garantire durata e stabilità, 

per evitare sbavature nel corso 

della giornata. È tuttavia consigliabile 

limitarne l’uso il più possibile, 

perché conferiscono alle labbra un 

aspetto troppo “disegnato”, decisamente 

retrò. In alcuni casi però sono 

indispensabili. 

Nel caso in cui si vogliano ingrandire 

le labbra, ricorrere all’uso della matita 

è fondamentale. Non si può usare 

direttamente il rossetto, perché essendo 

troppo grasso e cremoso colerebbe 

immediatamente, infilandosi 

nelle rughette della pelle, creando un 

effetto troppo impreciso. Si deve usa- 

re pertanto una matita, possibilmente 

di un tono più scura del colore delle 

nostre labbra al naturale. Questo 

perché qualunque cosmetico non è 

mai coprente al cento per cento, ma 

sempre influenzato dal colore di pelle 

sottostante. Ciò significa che se vogliamo 

andare a realizzare un ingrandimento 

della bocca, andremo a 

“scrivere” sulla zona di pelle appena 

sopra le labbra, che è decisamente più 

chiara della mucosa labiale. Proprio 

per “pareggiare” tale differenza di colore, 

si usa una matita di un tono più 

scura del colore delle labbra. Un altro 

caso in cui il contorno a matita è indispensabile, 

è quando si sceglie di applicare 

sulle labbra colori forti e vivaci. 

In tal caso la matita deve essere dello 

stesso identico colore del rossetto 

(mai più scura), e servirà ad “arginare” 

e contenere eventuali sbavature 

nel corso delle ore, tanto più perché 

usando colori scuri ogni minima asimmetria 

è subito evidente, il contorno 

deve invece essere ultrapreciso. 

Prima di applicarla, la matita và temperata 

accuratamente, deve essere 

ben appuntita per garantire un tratto 

fine e deciso. Si comincia col tracciare 

una riga sottilissima, partendo 

dal centro del labbro superiore, per 

poi passare alla parte inferiore. Successivamente 

la matita va sfumata verso 

l’interno con un pennellino apposito 

a lingua di gatto, per poi applicare 

il rossetto o un gloss, a seconda 

della scelta.

Potrai sfogliare l’ultimo 

numero, leggere tutti 

gli articoli pubblicati 

dire la tua e commentare 

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fisco&the city 

Antiriciclaggio 

nuove regole per l’uso 

dei contanti e degli assegni 


di Antonia Coppola 

dottore commercialista in Roma 

C 

on l’intento di contrastare 

il fenomeno del riciclaggio 

e l’evasione fiscale, la Manovra 

correttiva dei conti 

pubblici ha nuovamente abbassato 

i limiti per l’utilizzo del denaro 

contante nelle transazioni inasprendo 

le sanzioni nei casi di inosservanza. 

La ratio legis è quella di ridurre l’uso 

del contante a vantaggio degli strumenti 

di pagamento elettronici e dei 

canali costituiti dagli intermediari 

bancari e finanziari, nella convinzione 

che in tal modo si possa dare un 

duro colpo all’economia sommersa. 

A partire dal 31 maggio 2010 il limite 

per i trasferimenti in denaro contante 

è ridotto da Euro 12.500,00 ad 

Euro 5.000,00. 

Con riguardo agli assegni, le Banche 

sono tenute a rilasciare libretti nei 

quali tutti moduli siano già stati integrati 

ab origine con la clausola di 

non trasferibilità. 

E’ possibile richiedere assegni senza 

la clausola di non trasferibilità purché 

l’importo sia inferiore a 5.000,00 

Euro ed in tal caso la girata, oltre alla 

consueta firma, dovrà riportare a 

pena di nullità il codice fiscale del firmatario 

nonché il nome (o la ragione 

sociale) del beneficiario. 

Inoltre, non sarà più possibile emettere 

assegni all’ordine del traente 

(con la dicitura m.m. o me medesimo) 

ma solo girare per l’incasso gli assegni 

di traenza. 

L’inosservanza dei limiti e delle procedure 

sopra evidenziati comporta 

l’applicazione di una sanzione amministrativa 

che va dall’1% al 40% (in 

ogni caso non inferiore a 3.000,00 Euro) 

dell’importo dell’operazione irregolare. 

Peraltro, la sanzione si appli- 

ca non solo al soggetto emittente 

l’assegno irregolare o che ha effettuato 

la transazione in contanti eccedente 

il limite, ma anche al soggetto 

ricevente. 

Sono altresì sanzionati in caso di inosservanza 

delle norme i soggetti 

tenuti a segnalare al MEF le operazioni 

cosiddette sospette, tra le quali 

viene adesso annoverato anche l’ingiustificato 

e frequente ricorso ad operazioni 

in contante. 

Anche i libretti al portatore non potranno 

avere un saldo superiore a 

5.000,00 Euro. 

Per i libretti già in essere al 

31.05.2010, l’eventuale saldo superiore 

al limite dovrà essere ricondotto 

al di sotto dei 5.000 Euro entro il 

30.06.2011 essendo stabilita la san- 

zione dal 20% al 40% del saldo per 

l’inosservanza. 

Sono previste inoltre delle maggiorazioni 

nella misura delle sanzioni 

nel caso in cui le somme oggetto di 

violazione superino i 50.000,00 Euro. 

Attenzione anche ai Money Transfer! 

E’ stato ribadito infatti che il trasferimento 

di denaro contante tramite 

gli operatori Money Transfer per importi 

compresi nel range 2.000,00- 

5.000,00 Euro (non essendo possibile 

trasferire contanti per importi superiori 

ai 5.000,00 Euro) è ammesso 

solo se l’ordinante consegna all’intermediario 

la documentazione atta 

a comprovare la coerenza tra il proprio 

profilo economico e l’ammontare 

dell’operazione.

psicologia 

Il trainig autogeno 

come cura rilassante 

Perché sentiamo l’esigenza di rilassarci? 

Perché non basta dormire quando si è stanchi? 

di Ilaria Spoletini, Raffaele Pandolfo 

psicoterapeuti 

la nostra civiltà ci spinge 

sempre verso stati di attivazione: 

velocità, competitività, 

guadagno, aggressività, ricerca 

di ammirazione. Siamo quotidianamente 

immersi in una corsa continua: 

la tecnologia, ad esempio, non 

ammette pause. Il problema è che noi 

non siamo biologicamente progettati 

per sostenere questo ingaggio perenne. 

La nostra specie ha sempre vissuto 

e combattuto in un mondo sostanzialmente 

pericoloso, difficile, pieno 

di insidie, eppure i nostri antenati non 

erano stressati: faticavano, soffrivano, 

morivano o vedevano morire i loro cari 

ma provavano raramente ansia. Che 

cosa abbiamo perduto? 

La risposta è complessa. Forse la si può 

sintetizzare considerando la minore 

capacità di essere in rapporto con i ritmi 

naturali sia del mondo esterno 

(giorno-notte, estate-inverno, seminaraccolto, 

preda-predatore), che con i 

ritmi interni (sonno-veglia, fame-sazietà, 

desiderio sessuale-soddisfazione, 

tensione-rilassamento). Tali stati fisiologici 

hanno un ritmo che si autoregola 

spontaneamente senza una 

precisa partecipazione della coscienza, 

che interviene solo nella fase in cui 

è necessario raggiungere lo scopo (ho 

sonno-vado a dormire, ho fame-apro 

il frigorifero, ecc.). Gli stati fisiologici 

passano attraverso due fasi: lo stato di 

eccitazione e lo stato di inibizione rappresentati 

dal sistema nervoso simpa- 

34 pontemilvio

“Siamo quotidianamente immersi in una corsa continua: la tecnologia, 

ad esempio, non ammette pause”. 

tico e parasimpatico, che viene denominato 

neurovegetativo. L’equilibrio 

tra sistema simpatico e parasimpatico 

ottimizza il funzionamento di tutto 

l’organismo. Il miglior modo per permettere 

spontaneamente al nostro organismo 

di riequilibrarsi è rilassarsi, come 

consigliato da millenni dalla medicina 

indiana. 

Che cosa accade durante una seduta 

di rilassamento? Siamo immobili, in 

una posizione comoda, non dobbiamo 

fare alcuno sforzo, gli occhi sono 

chiusi o semichiusi, apparentemente 

non accade nulla. Se indirizziamo l’attenzione 

all’interno del nostro corpo 

accadono fenomeni estremamente 

vari: i muscoli striati tendono a distendersi 

e ne sentiamo persino il peso; 

i muscoli lisci che avvolgono gli 

organi interni si dilatano. La circolazione 

sanguigna è più scorrevole e irrora 

le zone periferiche del corpo e 

gli organi interni portando ossigeno 

e nutrimento in maggiore quantità; 

avvertiamo un piacevole sensazione 

di calore. Percepiamo più chiaramente 

il battito cardiaco che batte 

calmo e regolare; sentiamo anche un 

secondo suono regolare, il respiro che 

con il suo movimento massaggia delicatamente 

tutto il corpo. Infine proviamo 

una piacevole sensazione di 

freschezza sulla fronte, i muscoli del 

viso sono completamente rilassati, la 

mandibola cade verso il basso, le rughe 

si appianano. Stiamo bene, siamo 

perfettamente calmi e rilassati. 

Quella sopra descritta è la pratica del 

ciclo inferiore del training autogeno, 

la più diffusa tecnica di rilassamento 

ideata da Johannes Heinrich Schultz, 

un neurologo tedesco del secolo scorso 

che applicò il metodo scientifico alle 

tecniche di Yoga della tradizione indiana. 

Il ciclo inferiore del training autogeno 

sviluppa gli effetti fisiologici 

corporei del rilassamento, mentre il ciclo 

superiore si focalizza sugli effetti 

mentali della distensione autogena. Il 

vantaggio di questo metodo è la sua 

semplicità, intuitività e facilità di apprendimento, 

per la maggior parte 

delle persone bastano da quattro a sei 

mesi per apprendere il ciclo inferiore 

che ha effetti immediati e duraturi sull’ansia 

e la gestione dello stress. Il training 

autogeno è un metodo semplice 

ma non banale, per un sano apprendimento 

è necessario affidarsi a una 

guida esperta, che ci aiuta a superare 

gli ostacoli che incontriamo sempre 

quando “ci lasciamo andare”, una guida 

che ci ascolta e con cui condividere 

anche gli stati affettivi che una esplorazione 

del proprio sé corporeo inevitabilmente 

attiva. 

Per ulteriori informazioni 

o prenotare un colloquio 

Dott.ssa Ilaria Spoletini 

(Psicologa clinica, Neuropsicologa 

e Psicoterapeuta) 

i.spoletini@hsantalucia.it 

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psicologia 

pontemilvio 35

Roma com’era 

Lucio Licinio Lucullo 

un raffinato al fronte 

Protagonista della guerra a Mitridate VI 

re del Ponto 

di Gian Carlo Menchinelli 

Lucio Licinio Lucullo, proconsole, 

luogotenente di 

Silla, abile generale, viene 

inviato nella regione indipendente 

del Ponto (Asia 

Minore – Mar Nero) per piegare definitivamente 

l’ostinato Mitridate VI re e 

valoroso antagonista. 

Consegue diverse vittorie, ma non quella 

finale. Quando ormai la sta per ottenere, 

Pompeo tradisce la loro amicizia 

e lo fa sollevare dal comando bellico nel 

Ponto. Lucullo non se la prende, anzi! 

Rientra a Roma dove da inizio ad una 

fastosa vita privata. Poiché possiede un 

“pezzetto di terra” compreso tra Villa 

Medici e Trinità dei Monti, si fa costruire 

in quell’area i famosi Horti Luculliani. 

Una stupenda dimora avvitata alle 

pendici del Pincio, con una fuga di rampe 

e terrazzamenti, agganciata poi a 

un audace portico panoramico. 

E’ in questo gioiello degli architetti romani 

che Lucullo si riposa e si rinfranca 

dalle delusioni politiche, avviando un 

menage tutto piaceri e raffinatezze. Ed 

è sempre qui che si svolgono le ormai 

storiche cene luculliane. 

Ma cosa offriva Lucullo ai suoi ospiti? 

Intanto l’incanto della sua villa incastonata 

sul Pincio, le fiaccole profumate 

che disegnavano sulle terrazze l’armonia 

delle ombre, i brindisi in elegante 

gaiezza nel piacevole porticato. Poi gli 

arredi: mobili, tappeti, tendaggi portati 

a Roma dalle sue campagne in Oriente; 

e ancora la sontuosità delle stoviglie, 

posate e vasellame in argento cesellato, 

tovaglie policrome in seta, cuscini 

sfumati in delicati disegni di oro. 

Raffinatezza, era questo il credo di Lucullo. 

Le porte degli Horti Luculliani venivano 

aperte agli ospiti tra le ore IX e 

X (tra le 14 e le 16). Lucullo si intratte- 


neva con alcuni di loro, sempre con la 

discreta presenza del suo Nomenclator. 

Questi, spesso uno schiavo, era addetto 

a suggerire al dominus i nomi degli 

invitati a lui sconosciuti, ma anche ad 

allontanare gli inevitabili imbucati. 

Ora si possono servire aperitivi e antipasti 

(gustos). Niente olive, uova, noci 

– alla Trimalcione – ma tartine al formaggio 

(libum) con il foie-gras dei romani, 

il ficatum, poiché per ottenerlo 

ingozzavano le oche con i fichi. 

A seguire, Lucullo offre datteri di mare, 

vongole, arselle, ostriche, ricci, scampi, 

gamberi, storioni di Rodi, carpacci di 

tonno di Calcedonia e di murene di Cadice. 

Non si berrà il pur apprezzato, ma 

solito Falerno, ma un vino ambrato di 

Lesbo prodotto per i gaudente anfitrione. 

Si scivola così verso la cena, evento 

agognato da tutto il jet-set romano, 

per la prelibatezza delle vivande 

e per la risonanza mondana. Insomma, 

come dire… io c’ero! L’eterna spocchia 

dell’umano, immutata anche dopo 

millenni. Ma tant’è, ora viene servita 

la cena. 

Sui triclini degli ospiti arrivano aragoste 

guarnite con caviale, uova di ricci di 

mare, usignoli al miele con animelle, 

cervelli di pavone con mousse di albicocche, 

lingue di fenicottero al miele, 

brasato di ghiro al mirto. Stinchi di ca- 

Horti Luculliani 

ramello con asparagi (esclusiva di casa 

Lucullo), cotolette di capriolo con marroni 

broulé, beccacce ai tordi laccati con 

mousse di pesche e more. I vini, scelti 

dal dominus, sono un Mamertino di Sicilia, 

un Cecubo di Fondi e un rosso di 

Chio. 

Il raffinato menù della cena si conclude 

con il secundae mensae, cioè dessert e 

frutta. 

Il buffet dei dolci è molto atteso dagli 

ospiti: i romani sono golosi per ogni tipo 

di prodotto edulcorato. Apre una 

pasticceria minuta e farcita con miele e 

latte; poi le torte di more speziate con 

polvere di papavero. Struffoli (globuli) 

uguali a quelli napoletani, soufflé con 

uova, miele e formaggio, pasticcini al 

vino con uva passa. Infine una torta denominata 

placenta (olio, vino, miele, 

formaggio), derivata e più elaborata 

della scriblita, semplice sfoglia a fagottino. 

Ora possiamo ben dire… siamo alla 

frutta! Ma anche per la portata conclusiva 

Lucullo si distinguerà per il suo 

aplombe mondano. A ogni invitato viene 

dato un cestino personalizzato con 

frutta mista selezionata: pere, mele, fichi, 

albicocche, more, pesche, melagrane 

oltre ad un assortimento di frutta 

secca elaborata con miele e tostata. 

Che dire a quei simpatici e famelici progenitori 

se non… buona digestione!

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mostra 


l a mostra costituisce la 

prima e la più completa 

retrospettiva dedicata 

all'artista, nato ad Ancona 

nel 1947 e scomparso prematuramente 

a Roma nel 1998. Gino De 

Dominicis è considerato una delle figure 

più controverse del panorama 

artistico del secondo dopoguerra, varie 

e molteplici le sue tecniche espressive. 

Lo stesso artista amava definirsi 

pittore, scultore, filosofo e architetto. 

La mostra organizzata dal 

MAXXI, grazie alla collaborazione 

dell'Associazione Amici di Gino De 

Dominicis, di musei e fondazioni, archivi 

privati, gallerie e collezionisti e 


Il Maxxi 

e il sogno immortale di Gino De Dominicis 

Gino De Dominicis: L'Immortale 

è una delle quattro mostre attualmente “di scena” 

al MAXXI. Sarà visibile fino al 7 novembre 2010 

ed è stata curata da Achille Bonito Oliva 

che si avvale del sostegno dell'Assessorato 

alla Cultura della Regione 

Marche, presenta oltre 130 opere che 

testimoniano la sua personale visione 

artistica. Sono presenti i lavori d'esordio, 

le ricerche oggettuali e 

performative degli anni Sessanta/Settanta, 

le sperimentazioni attraverso 

fotografie e video per poi terminare 

al ritorno negli anni Ottanta alla pittura 

e alla scultura sempre però viste 

attraverso l'occhio originale dell'artista 

marchigiano. La personale affronta 

le tematiche principali di De 

Dominicis: l'immortalità della materia 

e l'entropia, il rovesciamento prospettico 

e l'ubiquità, la metamorfosi 

e l'evoluzione, il confine tra visibile 

e invisibile, la sospensione tra passato 

e avvenire e l'ironia. Nel grande 

cortile del MAXXI viene presentato 

lo scenografico scheletro lungo 24 

metri chiamato Calamita cosmica 

(1989) che dà il via al percorso espositivo 

dedicato all'artista. In quest'opera 

che contiene un'asta d'oro di 7 

metri che De Dominicis voleva rivestire 

di oro zecchino viene esaltato il 

rapporto tra la realtà umana e le misteriose 

energie cosmiche. L'immortalità 

del corpo è raggiungibile per 

l'uomo solo se questo l’ assume come 

proprio scopo ultimo, secondo il 

pensiero di De Dominicis. Nel grande 

atrio ecco la seconda opera esposta 

che stupisce fin dal titolo Mozzarella 

in carrozza (1968/70). I visitatori 

ammirano una lussuosa carrozza 

nera ottocentesca che contiene sul 

sedile posteriore una mozzarella. Ironia 

e divertimento per sfatare il mi- 

Gino De Dominicis: 

L'Immortale 

Maxxi - Museo Nazionale 

delle Arti del XXI Secolo 

Via Guido Reni, 4a 

Tel. 06/39967350 

dal 30 maggio al 7 novembre 2010 

Orari da martedì a domenica 11 -19, 

giovedì 11 - 19 

Biglietto 11 euro, ridotto 7 

info@fondazionemaxxi.it 

to di una celebre ricetta culinaria italiana, 

indagando sul rapporto tra 

parola e immagine. La prima sezione 

della mostra si trova nella Sala 

Claudia Gian Ferrari ambiente della 

ex caserma Montello. Qui tra i video 

esposti notiamo Tentativo di volo 

(1969) nel quale De Dominicis viene 

ripreso mentre per cinque volte tenta 

di volare dal bordo di un dirupo agitando 

le braccia, audace tentativo 

di forzare le leggi della fisica classica. 

Mentre il visitatore lungo la seconda 

sezione, sale le scale che lo 

conducono nella terza sezione la Galleria 

5 al terzo livello del museo, una 

risata risuona lungo lo spazio. È 

D'io (1971) dal doppio significato, registrazione 

dall'eco profonda trasmessa 

dagli altoparlanti della ironica 

risata di Vittorio Bignardi. Difficile 

inquadrare la produzione artistica 

di De Dominicis il quale nella sua breve 

vita non seguì né mode né gruppi. 

Carattere ribelle e contestatore, 

iconoclasta, avanguardista, affasci-

nato dalla scienza e da tutto ciò che 

è irrazionale. Pochissime furono le 

sue apparizioni pubbliche e le mostre 

a lui dedicate. Famoso per alcune 

sue performance come quella tenutasi 

alla Biennale di Venezia nel 

'72. L'artista presentò l'opera Seconda 

soluzione d'immortalità (l'universo 

è immortale) nella quale un ragazzo 

affetto dalla sindrome di 

Down sedeva in carne e ossa in un 

angolo di fronte ad altre tre opere 

dell'artista: Palla di gomma (caduta 

da due metri) nell'attimo immedia- 

tamente precedente il rimbalzo, Cubo 

invisibile e Attesa di un casuale 

movimento molecolare. La performance 

destò uno scandalo enorme e 

De Dominicis immortalò l'opera in una 

delle poche foto da lui scattate ora 

esposte al MAXXI. Gino De Dominicis 

fu sempre circondato da un alone 

di mistero e irreperibilità per il 

desiderio di non omologare il frutto 

del suo lavoro rispetto al mondo dell'arte. 

Per sua precisa volontà non furono 

mai pubblicati cataloghi o libri 

sulla sua produzione artistica. Il ca- 

Al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, 

le diverse tecniche espressive dell'artista marchigiano. 

“Non può esserci progresso senza affrontare l'ignoto”. È la frase cardine del 

pensiero di Zaha Hadid che si trova trascritta sulle vetrate della sua ultima 

creazione: il MAXXI di Roma, primo museo pubblico nazionale dedicato alle 

arti creative contemporanee. Il museo è gestito dall'omonima Fondazione 

costituita dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, presieduta da Pio 

Baldi, e con Alessandro Bianchi Segretario Generale. Due sono le istituzioni 

museali: il MAXXI Arte (Direttore Anna Mattirolo) e il MAXXI Architettura 

(Direttore Margherita Guccione), con le loro collezioni permanenti. Il museo 

ospita inoltre un auditorium, una biblioteca, una mediateca, una libreria, una 

caffetteria e un bar/ristorante, gallerie per esposizioni temporanee. La grande 

struttura che si trova nel quartiere Flaminio, occupa gli antichi spazi della 

caserma Montello e con la sua parte più alta e visibile assomiglia a un grande 

periscopio di un sottomarino che osserva la città,. Dopo dodici anni di cantiere 

finalmente il MAXXI ha aperto ai visitatori il 30 maggio scorso diventando 

subito parte integrante della città, dopo tre giorni di inaugurazioni (il 27 

quella ufficiale riservata alle istituzioni, il 28 per gli addetti ai lavori e il 29 

ingresso gratuito per tutti). L'architetta irachena naturalizzata britannica ha 

concepito il grande spazio “un campus quasi urbano, un mondo nel quale 

tuffarsi, piuttosto che un edificio come oggetto”. Per questo la grande piazza 

del museo è accessibile sia da via Guido Reni sia da via Masaccio grazie a un 

percorso pedonale. Abbiamo ora un luogo urbano di incontro, uno spazio 

aperto per i residenti del quartiere, per i visitatori e per i turisti, non solo un 

luogo riservato all'arte. Lo stupore è percepibile in chi osserva per la prima 

volta questa struttura ultra moderna, ma il massimo dell'innovazione lo si può 

notare appena varcato l'ingresso. Pareti che curvano e che si ripiegano, 

immense vetrate panoramiche, improvvisi affacci su ambienti interni, arditi 

percorsi che sembrano sospesi nello spazio che colpiscono e affascinano il 

pubblico in un'estensione che coinvolge corpo e mente. 

talogo Electa che accompagna la 

mostra è la prima monografia in assoluto 

su questo artista dalla personalità 

carismatica, punto di riferimento 

di molti giovani artisti che si 

ispirano alla sua arte innovativa, eccentrica 

ed eclettica. Possiamo considerare 

De Dominicis una figura di 

primo piano dell’arte italiana tra il 

1960 e il 1990 ancora da scoprire dal 

pubblico internazionale. 

Al MAXXI, che con il suo skyline ridisegna 

il quartiere Flaminio affacciato 

sul Tevere, non poteva esserci 

mostra più idonea per un museo che 

ha come scopo principale quello di 

essere un luogo pluridisciplinare destinato 

alla sperimentazione e all'innovazione 

nel campo artistico e 

architettonico. 

MAXXI, il Polo Museale di arte contemporanea, 

nuovo simbolo di cultura 

e creatività per Roma e per 

l'Italia. ”Leggerezza, rapidità, esattezza, 

molteplicità, visibilità”. 

pontemilvio 39

dolce vita 

1959, Roma. Anita Ekberg con Shubert 

il sarto delle dive, al Palazzo dei 

Congressi per il premio Maschera 

d’Argento. Prima de La dolce Vita di 

Federico Fellini, Anita Ekberg era già 

una diva. Miss Svezia nel 1950, la 

bellezza prorompente e il produttore 

Robert Hughes le garantiscono porte 

aperte a Hollywood. Il suo matrimonio 

con Anthony Steel a Firenze, nel 1956, 

ha gli onori della cronaca e le 

copertine dei rotocalchi la presentano 

come l’anti Sophia Loren. 

Scegliendola, Fellini va sul sicuro e non 

sarà smentito. Anita diventa un 

simbolo e il suo nome, da solo, 

racconta tutta un’epoca. 

Quando a Roma 


Cinquant'anni fa al Festival 

di Cannes La Dolce Vita 

vinceva la Palma d'oro. 

Federico Fellini filmava una 

Roma nuova, insolita, 

che rifulgeva di star americane e italiane 

che si ritrovavano nei caffè internazionali 

e nei lussuosi locali di Via 

Veneto. La mostra “La Dolce Vita. 

1950-1960. Stars and Celebrities in the 

Italian Fifties” al Museo dei Fori Imperiali 

nei Mercati di Traiano intende 

celebrare il maestro di Rimini e quel 

decennio fatto di divismo, charme, glamour 

e pettegolezzo attraverso cento 

scatti selezionati dall'Archivio Luce 

e centocinquanta rotocalchi di quegli 

anni (Epoca, Le Ore, Lavoro Illustrato, 

Il Tempo, La Settimana INCOM illustrata) 

nei quali i divi di allora scoprirono 

Hollywood sul Tevere. La grande 

mostra fotografica a cura di Marco 

Panella e promossa dal Comune di 

Roma, Assessorato alle Politiche Culturali 

e della Comunicazione - So- 


la vita era dolce 

Ai Mercati di Traiano un racconto 

per immagini di un'epoca straordinaria 

1956, Roma. Anna Magnani al Grand Hotel per il Galà del Cinema. Tra le più 

grandi interpreti del cinema italiano, il 21 marzo dello stesso anno riceverà l’Oscar 

come migliore attrice per il film La rosa tatuata di Daniel Mann, dove aveva 

recitato insieme a Burt Lancaster.

1960, Roma. I fotografi fanno ressa intorno a Gina Lollobrigida, ritratta in 

occasione della prima del film Ben Hur. Diva per bravura, bellezza e carattere, 

dai primi anni cinquanta sarà protagonista assoluta dello star system internazionale 

e delle cronache mondane. 

1959, Roma. Audrey Hepburn in arrivo a Ciampino. L’attrice inglese irrompe nel 

mondo del cinema nel 1952 con Vacanze romane di William Wiler. Proprio per 

questa interpretazione d’esordio, nel 1954 le viene assegnato l’Oscar come migliore 

attrice. Da allora rimarrà un’icona di stile e di grazia. 

1956, Roma. Brigitte Bardot ad una 

conferenza stampa al Grand Hotel. 

Per l’attrice francese, il 1956 segna 

l’anno del successo, con l’uscita del film 

E Dio creò la donna (Piace a troppi, 

il primo titolo in italiano) del regista 

Roger Vadim, con il quale rimarrà 

sposata sino al 1957. 

1956, Roma. Ava Gardner e Walter 

Chiari ad un cocktail presso l’atelier 

delle Sorelle Fontana. Lui, attore 

già affermato e reduce da vari 

fidanzamenti, tra cui quello con 

Lucia Bosè nel 1953. Lei, formalmente 

ancora sposata con Frank Sinistra 

da cui divorzierà solo nel 1957 Saranno 

protagonisti di una relazione che, 

tra colpi di scena e clamori giornalistici, 

arriverà sino al 1959. 

dolce vita

vraintendenza ai Beni Culturali, da Artix 

e Cinecittà Luce con il supporto organizzativo 

e i servizi museali di Zètema 

Progetto Cultura, si è aperta il 4 

agosto e si concluderà il 14 novembre 

2010. Sono esposte foto indimenticabili 

di grandi star di tutti i tempi, come 

Brigitte Bardot al Grand Hotel nel 

'56 fasciata in un tubino nero sexy e 

voluttuoso; Ingrid Bergman nel '57 a 

Ciampino mentre scherza con Fellini; 

Anna Magnani (è il 1956) che ride al 

Galà del Cinema; Sophia Loren radiosa 

al III Rally del Cinema, sempre nel 

1956. Inoltre sono esposti scatti che 

colgono la bellezza inconsapevole di 

Marcello Mastroianni, la simpatia di 

Alberto Sordi a un party di beneficenza 

nel '55, Ranieri e Grace di Monaco 

ritratti a Piazza di Siena nel '57, 

regali ospiti del mondano Concorso 

Ippico. Non mancano la grazia di Audrey 

Hepburn colta appena scesa dall'aereo 

a Ciampino nel '59, nè la prorompente 

floridezza di Gina Lollobrigida 

nel '60 paparazzata alla prima cinematografica 

di Ben Hur. Splendida 

la foto icona del '62 dei protagonisti 

de Il Gattopardo: Burt Lancaster, Claudia 

Cardinale, Alain Delon e alle loro 

spalle Paolo Stoppa. La città eterna era 

allora un set naturale, gli attori americani 

venivano a sposarsi qui; ricordiamo 

il matrimonio tra Tyrone 

Power e Linda Christian vestita con un 

abito delle Sorelle Fontana. Le attrici 

americane si facevano rubare il cuore 

dagli attori italici, citiamo Ava Gardner 

e Walter Chiari, la cui foto del '56 

li ritrae insieme, a un cocktail presso 

1962, Roma. Burt Lancaster, Claudia 

Cardinale, Alain Delon e, alle loro 

spalle, Paolo Stoppa. Diretti da Luchino 

Visconti, i protagonisti de Il 

Gattopardo, Palma d’Oro al Festival di 

Cannes del 1963 e tratto dal romanzo 

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sono 

restituiti dalla foto in un’immagine di 

bellezza rara e senza tempo. 

1960, Roma. Joan Collins all’Hotel Hassler per la presentazione di Ester e il Re di 

Raoul Walsh e Mario Bava.Cinque mariti, una serie infinita di flirt il più delle volte 

esibiti e dichiarati, e una bellezza da pin-up hanno fatto di Joan Collins la risposta 

inglese ad Elizabeth Taylor ed una delle dive più raccontate dello star system del 

cinema internazionale. Il suo grande successo degli anni cinquanta è I missili 

in giardino di Leo McCarey (1958) dove recita accanto a Paul Newman. 

1958, Roma. Linda Christian e Maurizio 

Arena al Belvedere delle Rose. Il 

matrimonio da favola con Tyrone Power, 

sposato nel 1949, era formalmente finito 

nel 1956, ma già da tempo Linda 

Christian animava le pagine della 

cronaca rosa. L’attore romano della 

Garbatella era arrivato al successo grazie 

a Poveri ma belli (1956) di Dino Risi. Avrà 

grande notorietà anche grazie alle 

movimentate notti di Via Veneto e ad 

una contrastata storia d’amore con la 

principessa Maria Beatrice di Savoia.

l’atelier delle Sorelle Fontana. Simbolo 

di questi anni è Anita Ekberg, la 

quale dentro la fontana di Trevi, sirena 

ammaliatrice, invitava Marcello 

Mastroianni dentro l'acqua...“ Marcello 

come here”. Come resistere a un 

simile invito? È la scena centrale de La 

Dolce Vita felliniana e gli italiani capirono 

che un'altra Italia era possibile. 

Erano gli anni nei quali il nostro 

Paese si leccava le ferite materiali e 

morali che la II Guerra Mondiale gli aveva 

inferto. La gente comune sentiva 

il desiderio di vivere e sorridere. Negli 

anni Cinquanta i cinema tornavano 

a riempirsi di spettatori che volevano 

sognare e stordirsi ascoltando 

canzoni piene di passione e leggendo 

storie d'amore leggendarie che hanno 

fatto epoca, come quelle che possiamo 

notare nei giornali illustrati di 

allora esposte nelle teche della mostra. 

Era un'Italia povera ma bella, che 

presto avrebbe scoperto la magia illusoria 

del boom economico fatto di 

acquisti a rate e vacanze negli agognati 

luoghi di villeggiatura. La classe, 

la bellezza senza tempo dei divi americani 

e di casa nostra a distanza di 

oltre mezzo secolo ancora possiedono 

la capacità di affascinarci e stupirci, 

grazie anche alla visione di queste 

foto rubate a personaggi famosi alcuni 

dei quali entrati nel mito. Un “come 

eravamo” che si può ammirare nel 

severo complesso architettonico dei 

Mercati di Traiano, primo museo di architettura 

antica inaugurato nel 2007 

che fa da perfetto contrasto con la malia 

degli scatti qui proposti. 

1959, Roma. Clark Gable è consacrato 

tra i divi del cinema già nel 1935, con 

l’Oscar come miglior attore 

protagonista per Accadde una notte 

di Frank Capra, e nel 1939, per 

l’interpretazione in Via col Vento di 

Victor Fleming. Fascino, carisma ed 

eleganza lo consegnano alla storia del 

cinema nel ruolo del bello e 

mascalzone, talmente adatto da 

rispecchiare anche la sua vita privata, 

dove colleziona cinque matrimoni e 

numerosissimi flirt. La foto, colta alla 

presentazione di La baia di Napoli di 

Melville Shavelson - suo penultimo 

film in cui recita con Sophia Loren e 

Vittorio De Sica - restituisce 

un’immagine perfetta di seduzione ed 

eleganza maschile. 

1957, Roma. Kim Novak 

ad una conferenza stampa al Grand Hotel. Presentata dalle major americane come 

l’alternativa a Marylin Monroe e Grace Kelly, nei primi anni cinquanta reciterà 

accanto ad attori come Frank Sinatra, William Holden, Jack Lemmon, James 

Stewart e, nel 1958, raggiungerà il firmamento delle star con l’interpretazione da 

protagonista in La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock. 

La Dolce Vita. 1950 - 1960.Stars and Celebrities in the Italian Fifties 

Mercati di Traiano – Museo dei Fori imperiali Via IV Novembre 94 – Roma 

4 agosto - 14 novembre 2010 - Ingresso: 9 euro - 6 euro (ridotto) 

Orario: da martedì a domenica ore 9 - 19 Riposo: lunedì 

Info pubblico: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9 - 21) 

www.mercatitraiano.it - www.zetema.it 

dolce vita 

pontemilvio 43

solidarietà 


Lo sportello del cittadino 

al servizo di chi ha bisogno 


Arianna Monti 

parla dell’ultima 

iniziativa 

dell’associazione 

“Insieme Tra La 

Gente”di cui è 

Presidente. 

D 

a quando ha dato il 

via allo “Sportello del 

cittadino”, la quotidianità 

di Arianna 

Monti, Presidente dell’Associazione 

Insieme tra la gente, è radicalmente 

cambiata: “ricevo ogni giorno decine 

di telefonate da persone che hanno 

bisogno di un aiuto – spiega la 

Monti con soddisfazione – o magari 

semplicemente di un consiglio. Noi 

cerchiamo di supportarli indirizzandoli 

dal professionista di riferimento 

nostro associato, il quale in un 

paio di giorni organizza l’appuntamento”. 

Può spiegare come è nato e come 

funziona lo “Sportello del Cittadino”? 

Nasce qualche anno fa dal desiderio 

di rendermi utile a coloro che potevano 

avere bisogno di una mano. 

Ho cominciato a spiegare il mio progetto 

a tutti gli amici che esercitano 

le varie professioni, per coinvolgerli 

e farli aderire anche se sapevo che 

non sarebbe stato facile. 

L’attività dello sportello prevede infatti 

la fornitura di una prima consulenza 

professionale gratuita e, in 

caso di assistenza, la promessa di un 

costo di assoluto favore per l’associato. 

Oggi lo Sportello del Cittadino dispone 

di più di 20 professionisti tra 

avvocati, commercialisti, ragionieri, 

consulenti del lavoro e medici; mentre 

i cittadini già associati sono oltre 

500! 

Come ha fatto a coinvolgere i professionisti 

e renderli disponibili a consulenze 

gratuite? 

Credo che la mia passione, la mia dedizione 

ed il mio entusiasmo siano 

state armi travolgenti e contagiose. 

Il desiderio più grande che ho è quello 

di poter veramente essere di aiuto 

a tutti coloro che hanno bisogno 

e che non sanno a chi rivolgersi oppure 

non possono permettersi di pagare 

un professionista soltanto per 

avere un consiglio, una consulenza. 

La conferma che ci stiamo muovendo 

nella direzione giusta viene anche 

dalle moltissime telefonate che sto 

ricevendo da altri Presidenti di importanti 

Associazioni impegnate nel 

sociale ed a salvaguardia dell’utente. 

Quali sono le persone che più frequentemente 

si rivolgono allo Sportello 

del Cittadino? Ha già dei dati 

indicativi? 

Ad oggi se dovessi fare una prima 

statistica sarei costretta a rilevare che 

coloro che più spesso si rivolgono a 

noi sono gli anziani, spesso dopo essere 

stati bistrattati, ignorati ed a volte 

quasi derisi. 

“Ricevo ogni giorno 

decine di telefonate 

da persone che hanno 

bisogno di un aiuto...o 

magari semplicemente 

di un consiglio.” 

Info 

www.losportellodelcittadino.it 

info@losportellodelcittadino.it 

tel.06 64520664

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Organizzazione e 

realizzazione eventi

sport 

Mezza Maratona 

del lago di Vico 

In mille al via. Vincono Minici 

e la Salvatori 


di Giuseppe Costantini 

Foto Prili - www.romacorre.it 

I mille podisti che domenica 

12 settembre si sono 

presentati al via della mezza 

maratona del lago di Vico 

non sono rimasti delusi! Una calda 

giornata di sole ha fatto da contorno 

ad una gara apprezzatissima da tutti 

per lo splendido percorso e per l’organizzazione 

impeccabile fornita dal 

Forhans Team di Gianluca Calfapietra. 

La corsa, partita alle 10 con la gara delle 

hand bike, è stata portata a termi- 

“Siamo riusciti ad offrire davvero un ottimo servizio – ha 

raccontato un soddisfatto Calfapietra, Presidente del 

Forhans Team – abbiamo pensato anche ai minimi 

particolari, dall’organizzazione dei parcheggi, alla 

distribuzione del (ricchissimo) pacco gara, proprio per 

evitare disagi o ritardi agli atleti”. 

ne da 920 atleti ed ha affrontato il Giro 

del lago di Vico percorso in senso 

anti-orario. 

La vittoria è andata a Giuseppe Minici 

con un tempo di poco superiore ad 

1ora e 13’. sul podio sono saliti anche 

l’atleta di “casa” Mastrodicasa e Antonio 

Luongo. 

La gara femminile ha visto invece prevalere 

Paola Salvatori (1 h .28’) su Daniela 

Pontieri e Vanessa Shlemmer. 

Nella Hand Bike si è invece imposto il

favoritissimo della vigilia Cratassa, con 

un tempo vicino ai 40’! 

“siamo riusciti ad offrire davvero un 

ottimo servizio – ha raccontato un 

soddisfatto Calfapietra, Presidente 

del Forhans Team – abbiamo pensato 

anche ai minimi particolari, dall’organizzazione 

dei parcheggi, alla 

distribuzione del (ricchissimo) pacco 

gara, proprio per evitare disagi o ritardi 

agli atleti”. 

Il colpo d’occhio del viale di partenza 

ed arrivo ha richiamato moltissime persone 

a vedere la gara ed ha contribuito 

a far sentire gli atleti veri protagonisti 

di una corsa che ormai può considerarsi 

tra le più belle del Lazio. 

“Abbiamo ricevuto tantissimi complimenti 

– ha confermato Calfapietra 

– è questa è sicuramente la più 

grande soddisfazione per uno staff 

come il nostro, che ogni giorno s’impegna 

per la buona riuscita degli eventi. 

Nonostante le mille presenze, 

i tre ristori previsti hanno funzionato 

perfettamente, il percorso è rimasto 

chiuso ai veicoli per tutta la 

durata della gara, le classifiche sono 

arrivate in real time”. 

Presenti sul campo gara anche le istituzioni 

del Comune di Ronciglione (Sindaco, 

vice-Sindaco e Assessore allo 

sport), che hanno così potuto “toccare 

con mano” la reale dimensione assunta 

da questo evento nel giro di soli 

tre anni. 

La manifestazione si è in realtà protratta 

per quasi tutta la giornata: in 

tantissimi infatti, incoraggiati dallo 

splendido sole, sono rimasti sulle rive 

del lago per mangiare nei ristoranti 

convenzionati o per prendere il sole 

sulla spiaggia. 

Il Forhans Team sul podio ai campionati del 

mondo di duathlon con Alice Capone 

La giovanissima Alice Capone ha conquistato in Scozia con la maglia 

azzurra della nazionale italiana uno splendido bronzo ai campionati 

mondiali di duathlon under 23. La Capone è stata battuta dalle Inglesi 

Coleman e Rosindale, veri fenomeni della disciplina. “il terzo posto 

della Capone vale davvero tanto – ha confermato Gianluca 

Calfapietra, presidente del Forhans Team - non solo perché davanti le 

sono arrivate due atlete fortissime, ma soprattutto perché Alice è al 

primo anno di under 23 (ha infatti solo 20 anni): ovvio quindi che la 

nostra atleta abbia ancora enormi margini di miglioramento”. 

sport 

pontemilvio 47

arte 


Arte, 

cultura 

e un po’ 

di storia 

a Ponte Milvio 

Quando 

il desiderio 

di imparare 

una tecnica 

decorativa 

si fonde con 

l'interesse e la 

passione per 

l'arte in tutte 

le sue forme. 


p 

rima di arrivare in 

una delle piazze 

più colorate e popolari 

di Roma, 

Ponte Milvio, c'è 

una stradina stretta in fondo alla via 

della Farnesina. Le piante rampicanti 

che spuntano un po' dappertutto 

testimoniano che fino ai primi anni 

del secolo scorso qui c'erano orti e vigne. 

Alla fine di questa stradina appare 

un cortile caratteristico e l'Urbe 

caotica e trafficata, come la conosciamo 

noi, scompare ai nostri occhi. 

Sembra di essere tornati indietro nel 

tempo, a una vita dedicata alle cose 

vere, importanti. Si sentono gli stridii 

dei gabbiani, il Tevere non è molto 

lontano. Dietro un cancello nero 

incorniciato di azzurro vicino una suggestiva 

edera rampicante, da dieci anni 

esiste l'Associazione culturale chiamata 

Il Cortile degli artisti. Qui le gentili 

padrone di casa Flavia Muscarà e 

Cinci Ronsisvalle accolgono gli allievi 

e i visitatori. 

“Il laboratorio d'arte è nato nel 2000 

con lo scopo di promuovere e organizzare 

corsi d'arte e decorazioni” - 

spiega Flavia Muscarà - lo aprii insie-

me a due giovani signore, poi a loro 

quattro anni fa è subentrata Cinci. In 

questo palazzetto, costruito nei primi 

anni del secolo, prima di noi c'era 

una porchettara, come si dice a Roma, 

un luogo cioè dove si lavorava il 

maiale e si faceva la porchetta, infatti 

si possono notare ancora i ganci originali 

di ferro, sui quali abbiamo sistemato 

una mensola. Anticamente 

a queste staffe si attaccava il maiale. 

La porchettara andò via molto prima 

del nostro arrivo. Quando arrivai il 

luogo era abbandonato, fatiscente. 

Rammento benissimo la festa d’inaugurazione 

dove gustammo una bellissima 

e buonissima porchetta con 

tanto di mela in bocca, innaffiata da 

vino rosso, apprezzata da tutti! Il laboratorio 

di circa 60 mq. a forma di 

clessidra è composto da due stanze e 

un bagno esterno. Nella prima stanza 

teniamo i corsi, la seconda è il laboratorio 

vero e proprio con tutti gli 

attrezzi con i quali lavoriamo. I visitatori 

non immaginano quello che 

viene fuori da qui e ne apprezzano il 

fascino particolare. È un luogo che ha 

mantenuto le caratteristiche del laboratorio: 

tavolo macchiato, cavalletti 

lasciati con le opere incompiute 

degli allievi, ceramiche da cuocere, 

un'officina di lavori in corso... Alternandosi 

tanti insegnanti si sovrappongono 

le cose, scalpello, gioielli, 

mosaici, ecc. ”. 

“Sono cresciuta in questo quartiere – 

ricorda invece Cinci Ronsisvalle - e 

rammento benissimo che vicino a via 

Bevagna cominciava un prato e poi 

c'era una fattoria negli anni ‘60. Qui 

Intervista a 2 voci con Flavia Muscarà 

e Cinci Ronsisvalle 

D: I vostri alunni sono persone di 

qualsiasi età? 

R. Flavia: Assolutamente si! Dai bambini 

di cinque anni agli anziani e tutti 

vengono molto volentieri! 

R. Cinci: Desidero aggiungere che abbiamo 

partecipato con i nostri bambini 

alla manifestazione “Mille bambini” 

che si è svolta in via Margutta 

due anni fa e abbiamo fatto anche 

una piccola mostra alla Torretta di 

Ponte Milvio. I bambini erano molto 

orgogliosi delle loro opere esposte! 

Proponiamo da metà giugno, 

dopo la chiusura delle scuole, due 

settimane di campi scuola sia qui nel 

laboratorio, sia, a seconda delle adesioni, 

in una struttura di un vivaio 

in via di Grottarossa, presso il quale 

ci appoggiamo in caso di necessità 

di spazi. 

D: Per i piccoli artisti che tipo di sorprese 

avete riservato? 

R. Flavia: Tra le diverse possibilità, un 

corso ormai collaudato da tanti anni 

che si chiama Creare giocando che 

viene tenuto direttamente da noi. I 

piccoli allievi imparano le diverse tecniche 

di decorazione. Hanno un approccio 

con materiali che magari non 

conoscono e che a casa vengono lo- 

ro proibiti perché si sporcano... Lì viene 

fuori veramente la loro creatività 

e la loro fantasia: si esprimono in modo 

incredibile. Parliamo di pittura e 

disegno, di scultura, di ceramica, di 

cartapesta, di decoupage, scultura 

con il legno, gesso e creta. Inventiamo 

sempre delle cose diverse e divertenti 

tant'è vero che i piccoli artisti 

tornano sempre a casa felici con 

un giocattolo, un oggetto decorativo. 

Abbiamo poi corsi di fumetto da 

tre anni. Il gruppo è molto carino e 

assortito perché vi partecipano anche 

gli adulti. 

R. Cinci: l'insegnante di fumetto è 

già un fumetto lui! Cristiano Sagramola 

è alto e dinoccolato con un fisico 

da Superman. I ragazzini lo adorano, 

una volta che lo scoprono. 

Lui porta loro molte cose da mangiare, 

perché per i piccoli deve essere 

un divertimento sia fare i fumetti 

sia stare qui. Disegnano in mezzo 

alle molliche, alle briciole di patatine 

e tornano volentieri. 

D: Quali sono le tecniche artigianali 

che riscontrano il maggiore interesse 

degli allievi? 

R. Flavia: Per prima cosa la pittura 

perché ha il potere di distendere la 

pontemilvio 49

arte 


mente e rilassare. L'oreficeria è una 

cosa nuova che ha riscosso molto 

successo e interesse. Chi lo segue si 

rende conto che non si tratta solo di 

infilare perline, ma di realizzare dei 

veri e propri gioielli lavorando con 

la cera aperta, con i metalli. Abbiamo 

avuto allievi impensabili, come 

un chirurgo, un anestesista, persone 

che non immaginavamo di vedere 

fare queste attività! 

R. Cinci: Il recupero del mobile è molto 

gradito dalle signore. Il vecchio 

mobile scoperto in soffitta o in cantina 

qui si può trasformare con molta 

soddisfazione. Ma anche il mosaico 

riscuote molto interesse. 

D: Una curiosità sul laboratorio? 

R. Flavia: Il ragazzo che insegna l'estrazione 

del colore dalle piante, lo 

fa in un convento cistercense vicino 

a Urbino da molti anni. Ci ha aperto 

un mondo nuovo perché noi eravamo 

abituati ad andare in cartoleria 

per comprare i colori e lui invece 

ce li ha fatti creare. Ci ha dato delle 

ricette antichissime, ha una cultura 

incredibile. È totalmente dedito 

a questo lavoro e possiede tutte 

le conoscenze che si riferiscono a 

questa branca particolare. 

R. Cinci: Abbiamo un figlio d'arte da 

più generazioni che insegna la foglia 

d'oro come si faceva una volta, 

una tecnica cinquecentesca. A noi 

interessa soprattutto lavorare bene 

e trovare persone specializzate in 

certe attività artigianali di particolare 

interesse. Chi deve cercarsele in 

giro deve penare, mentre qui le trova 

tutte concentrate! 

D: Se un'artista in erba desidera iscriversi 

qui da voi quali corsi trova, 

in che cosa si può specializzare? 

R. Cinci: Abbiamo corsi che durano 

anche due mesi; da ottobre a giugno 

ci si può iscrivere in qualsiasi momento. 

Abbiamo grande elasticità e 

riusciamo sempre a trovare un orario 

adatto a ciascuna esigenza. Con 

i corsi copriamo tutto l'arco della 

giornata, anche alle nove di sera. Se 

un corso dura due mesi alla fine del 

corso per approfondire la materia si 

può rinnovare. Con l'esperienza ci 

siamo rese conto che chi comincia si 

appassiona e vuole continuare. La 

tendenza è quella di offrire corsi annuali. 

R. Flavia: Teniamo corsi di ceramica, 

disegno, pittura e fumetto, corsi di 

scultura in marmo e di vetrate artistiche. 

Come si restaura un dipinto e 

un mobile al quale si è affezionati? E 

qual è la tecnica base per il trompe 

l'oeil? Come si creano collane, bracciali, 

orecchini con fili metallici di gran 

moda di questi tempi? Facile! Basta 

seguire il corso di oreficeria e bigiotteria 

e il gioco è fatto! Da ottobre a 

giugno si impara divertendosi perché 

non è mai troppo tardi! 

intorno c'erano prati e orti, tant'è vero 

che le strade si chiamano via degli 

Orti e via dei Prati della Farnesina!” 

“I nostri insegnanti sono tutti diplomati 

presso le Accademie, architetti, 

designer e artigiani specializzati 

desiderosi di tramandare e insegnare 

mestieri che purtroppo stanno 

scomparendo - prosegue Flavia - Stiamo 

cercando di recuperare tutte 

quelle attività che sono un po' dimenticate, 

ma non per questo meno 

belle, per esempio l'insegnante di vetrate 

artistiche, penso alle Tiffany 

molto suggestive, è una vera appassionata. 

Intorno a noi gravitano molte 

botteghe artigiane. La nostra insegnante 

di mosaico lo insegna da 

quarant'anni!” 

IL CORTILE DEGLI ARTISTI 

Associazione culturale 

Via della Farnesina 11g 

00194 - Roma (Ponte Milvio) 

Telefono 06/3331713 

cortiledegliartisti@tele2.it 

www.ilcortiledegliartisti.com

strength 

info-line 06 474951 - www.grupporezza.com 

emotions 

strength 

La credibilità di cui il Gruppo 

Rezza gode deriva dalla 

concretezza dei risultati 

ottenuti in oltre 20 anni di 

attività. Attraverso le sue 5 

filiali oggi il Gruppo gestisce 

un patrimonio commerciale 

di oltre 2000 immobili. Alcuni 

dei più importanti costruttori 

nazionali ci affidano 

tradizionalmente cantieri di 

grandi dimensioni. Abbiamo 

in vendita tra i più prestigiosi 

immobili di Roma, ubicati in 

posizioni uniche. I nostri 

risultati si basano sulle 

soluzioni che siamo in grado 

di fornire al nostro Cliente, che 

ci piace accompagnare ed 

assistere in ogni sua necessità 

offrendo servizi a 360°. 

emotions 

passion 

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Rezza Spa 

via XX Settembre, 43/d 

00187 Roma 

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